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Liegi-Bastogne-Liegi, l'esito che non ti aspetti: Poels batte Albasini e Rui Costa. Decimo Rosa.
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Liegi-Bastogne-Liegi, l'esito che non ti aspetti: Wout Poels batte Albasini e Rui Costa. Decimo Diego Rosa.

La gioia di Wout Poels sul traguardo di Chaussée du Roi Albert - © BettiniPhoto
La gioia di Wout Poels sul traguardo di Chaussée du Roi Albert - © BettiniPhot


Sulla scia della scorsa Parigi-Roubaix, anche l'edizione 2016 di un'altra monumento come la Liegi-Bastogne-Liegi non ha lesinato sorprese. Il vincitore inaspettato della Doyenne è infatti stato il 28enne Wout Poels (Team Sky), un corridore olandese solido e sempre puntuale che finora si era, per lo più, limitato a fare da gregario per l'Uran o il Froome di turno. Quest'oggi però è riuscito a ritagliarsi una giornata di gloria, assieme a corridori poco attesi come Michael Albasini (Orica-GreenEdge) e Rui Costa (Lampre-Merida), che hanno condiviso il podio assieme a lui.

Una corsa fortemente influenzata dalle condizioni meteorologiche, che hanno prima costretto gli organizzatori a tagliare 5 chilometri di gara; e poi il gruppo a sorbirsi 250 chilometri decisamente complessi, in cui si passava dal freddo - con strade fortunatamente asciutte - alla pioggia battente - con strade insidiose e scivolose -, per concludere con il ritrovarsi in mezzo delle vere e proprie bufere di neve. Ciò ha fatto sì che i corridori spendessero tante energie fisiche e mentali anche solo per portare avanti la loro corsa, stroncando fin dal principio ogni idea e tentativo di attacco da lontano.

La nuova côte inserita nel finale della Liegi, la Côte de la Rue Naniot, ha di fatto deciso la gara: Michael Albasini (Orica-GreenEdge) ha preso subito in testa i 600 metri della salita finale, con una potente azione che nessuno è stato in grado di contenere. Solo in un secondo momento sono riusciti a rientrare sulla ruota dell'elvetico Rui Costa (Lampre-Merida), Samuel Sanchez (BMC Racing Team) e Wout Poels (Team Sky). Al quartetto è bastato un minimo di organizzazione per arrivare al traguardo, visto che in gruppo oramai le forze erano ridotte al lumicino e che mancavano, una volta scollinati, solo un paio di chilometri all'arrivo.

Dopo un tentativo nel chilometro finale, Wout Poels (Team Sky) si è esibito, una volta affrontata la curva che porta in Chaussée du Roi Albert, in una lunghissima volata, che non ha lasciato scampo a gente molto veloce - ma anche provata - come Michael Albasini (Orica-GreenEdge) e Rui Costa (Lampre-Merida). I due si sono dovuti accontentare del podio, mentre Samuel Sanchez (BMC Racing Team) della medaglia di legno. Quinto, a 9 secondi, il russo Ilnur Zakarin (Katusha), fuoriuscito dal gruppo nell'ultimo chilometro e uno tra i più attivi nella parte conclusiva della corsa; 2 secondi più tardi Warren Barguil (Giant-Alpecin), anche lui scattato sulla salitella prima del rettilineo d'arrivo. La volatina per il settimo posto è invece andata a Roman Kreuziger (Tinkoff Team), davanti a Joaquim Rodriguez (Katusha), Bauke Mollema (Trek-Segafredo) e, a chiudere la top ten di giornata, l'italiano Diego Rosa (Astana Pro Team).


Il video del finale della Liegi-Bastogne-Liegi 2016


La sorpresa - Difficile trovare una singola sorpresa, quando sul podio salgono Wout Poels, Michael Albasini e Rui Costa. Tutti corridori solidi e scafati, ma forse solo per il portoghese si poteva pronosticare un simile risultato. Vogliamo così aprire una parentesi per il quarto corridore che ha dato vita all'attacco decisivo sulla Côte de la Rue Naniot: Samuel Sanchez (BMC Racing Team). L'asturiano sembrava oramai sulla via del tramonto: già con la chiusura della Euskaltel, a fine 2013, pareva destinato ad appendere la bici al chiodo; poi la chiamata della BMC, nella quale però rivestiva il ruolo di onesto gregario, e nulla più. Nelle ultime settimane invece, tra Pais Vasco (6° nella generale ed una vittoria di tappa) e Freccia Vallone (6°), ha dato grandi segnali di risveglio, confermati da un 4° posto alla Liegi che lo riporta, a 38 anni compiuti, nell'elite delle corse di un giorno.

La delusione - Tante, forse troppe. Alejandro Valverde (Movistar) arrivato senza gambe e solo 16° al traguardo, Simon Gerrans (Orica-GreenEdge) e Michal Kwiatkovski (Team Sky) a quasi un minuto e mezzo, Daniel Martin (Etixx-Quick Step) 57° a 2 minuti da Poels. Anche nel nostro orticello fa scalpore vedere un Domenico Pozzovivo (Ag2r La Mondiale), sempre tra i primi 10 negli ultimi due anni, chiudere 63° ad oltre 6 minuti. Sono delusioni così numerose e rumorose che fanno pensare ad un netto condizionamento degli agenti atmosferici sulle rispettive prestazioni, piuttosto che a singole debacle.

Gli azzurri - Alla resa dei conti sono state mantenute le attese da parte dei nostri ragazzi; anche se, osservando il podio, rimane il rimorso di non essere riusciti a piazzare neanche un outsider là davanti. Diego Rosa (Astana Pro Team) ha animato il finale con una bella azione sulla côte degli italiani, Saint-Nicolas, e ha chiuso al 10° posto. Subito dopo Enrico Gasparotto (Wanty-Group Gobert), 12° e sempre vigile accanto ai big di giornata. Buono anche il lavoro di Manuele Mori (Lampre-Merida), 24°, e Giovanni Visconti (Movistar), 25°, per i loro capitani; mentre Alessandro De Marchi (BMC Racing Team) è stato tra i protagonisti per buona parte della corsa, vista la sua presenza nella fuga del mattino: alla fine, con Edet, è l'ultimo a cedere al ritorno del gruppo, quando mancavano poco più di 30 chilometri al traguardo. Incolori invece le prove di Vincenzo Nibali (Astana Pro Team), Diego Ulissi (Lampre-Merida) e Domenico Pozzovivo (Ag2r La Mondiale).

 
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#2
Ma che Liegi ha fatto Samu ? Avesse avuto qualche anno di meno avrebbe vinto con una mano in tasca.
IMMENSO ! Ave Ave Ave
 
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#3
Di sicuro Poels gli deve una cena: senza quel suo cambio, poco prima della flamme rouge, per me si sarebbero piantati. Albasini era sfavato, e gli altri due non avevano proprio voglia d'andare in testa.
Vabbè che dietro non è che corressero, ma magari lo Zakarin o il Barguil di turno gliel'avrebbe messo in quel posto a tutti quanti... Sese
 
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