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Liegi, la zampata di Simon Gerrans distrugge i sogni di Caruso. 5° Pozzovivo.
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Liegi, la zampata di Simon Gerrans distrugge i sogni di Caruso. 5° Pozzovivo.


La gioia di Gerrans sul traguardo di Ans - © BettiniPhoto

Una Liegi dalle forte tinte azzurre, quella della centesima edizione. Dall'inizio alla fine. Fino a 75 metri dal traguardo, l'azzurro era quello che tipicamente contraddistingue gli italiani: Bono, Pozzovivo, Caruso, Cunego, Nibali, Gasparotto, tutti - chi più, chi meno - protagonisti quest'oggi. Ma nel momento decisivo, l'azzurro è andato a scurirsi, assomigliando a quello della bandiera australiana: la zampata di Simon Gerrans arriva come un colpo di fulmine e regala agli aussies il primo successo alla Doyenne, la Decana delle classiche, proprio nel giorno della centesima edizione. A scurirsi sarà anche l'umore dei nostri Caruso e Pozzovivo che, dopo una splendida azione partita proprio sulla salita degli italiani, vedono distruggere anche i sogni di podio dalla coppia Valverde-Kwiatkowski.

Il primo segno di azzurro lo vediamo già nella fuga del mattino: insieme a Jacobs, Minnard, Lang, Koch e Venter infatti troviamo il bresciano Matteo Bono, portacolori della Lampre-Merida. Dei sei fuggitivi, Bono sarà l'ultimo ad arrendersi: conquista la Redoute, supera la Côte des Forges e dovrà arrendersi al ritorno del gruppo solo ai piedi della Roche-aux-Faucons, dopo aver accumulato quasi 250 km di fuga, di cui gli ultimi 20 praticamente in solitaria.

Se gli occhi si fissavano prevalentemente sul gruppetto dei fuggitivi, il motivo è presto facile da spiegare: tra i big, o presunti tali, il controllo è altissimo, con una marcatura strettissima tra i favoriti di giornata Valverde e Gilbert. Sia sulla Redoute che su Côte des Forges si assiste ad attacchi sporadici, come quelli di Barguil o di Haas.

Per vedere un azione degna davvero di nota, bisogna appunto aspettare la cote più difficile di giornata, reinserita nel percorso proprio in questa centesima edizione: la Roche-aux-Faucons. Con il suo 9% di pendenza media e i soli 20 km di distanza dal traguardo, è il perfetto trampolino per qualche coraggioso stile Nibali 2012. Ad allungare, sfruttando il 15% di pendenza del punto più impegnativo, sono il lucano Domenico Pozzovivo (Ag2r) ed Julian Arredondo (Trek), due scalatori di razza. Subito il loro vantaggio schizza ad una ventina di secondi, sfruttando anche l'immobilismo dei big. Ma i due non sono fatti per percorrere così tanta strada pancia a terra: dopo essere rimasti in avanscoperta per 8 km, il gruppo si riporta su di loro guidati dai compagni di Alejandro Valverde.

Proprio quando oramai si arrivava alle porte della Côte de Saint Nicolas, la côte degli italiani. Ed i nostri non si sono fatti attendere: dopo il solito controllo di Orica-GreenEdge e BMC, gli unici che riescono a fare la differenza, appena superato il tornantino, sono il solito Domenico Pozzovivo (Ag2r) ed il ragusano Giampaolo Caruso (Katusha), abilissimi nello sfruttare l'assenza dei rispettivi capitani (Betancur e Joaquim Rodriguez, entrambi ritirati) e l'ennesima fase di stallo della corsa.

Stavolta sono solamente 12 i secondi che la coppia di testa riesce a mettere con il gruppo, sempre composto di oltre quaranta unità. Ma quando mancano 4 km alla linea d'arrivo di Ans possono essere sufficienti, soprattutto se l'accordo, facilitato dalla lingua, viene subito trovato e se alle loro spalle latita l'organizzazione delle varie squadre.

I cambi regolari, la strada che sale e che scende, le gambe bloccate di un po' tutti i big: le fasi finali della Liegi vivono così nell'incertezza più assoluta, con la coppia di italiani che supera la flamme rouge con ancora un vantaggio che oscilla tra i 9 e i 10 secondi.

Lo splendido lavoro di Pieter Weening (Orica-GreenEdge), in favore di Gerrans, e l'allungo del vincitore uscente Daniel Martin (Garmin) rischiano però di infrangere il sogno dei due italiani. Il primo mantiene a tiro la coppia di testa, il secondo tenta lo stesso attacco che, nel 2013, gli regalò il successo alla Liegi, costringendo i big a seguirlo. Caruso tenta di rispondere, sganciandosi dalla ruota di uno stremato Pozzovivo. L'azione dell'irlandese però è perentoria, e all'altezza dell'ultima curva riesce ad agguantare la ruota del corridore della Katusha: il tutto dura però il tempo di un istante, rovinato da una sfortunatissima scivolata, forse causata dallo scoppio del tubolare posteriore, proprio quando oramai il successo pareva ad un passo.

L'incredulo Giampaolo Caruso può così ancora sperare. Solo un rettilineo lo divide dalla centesima Liegi. Un rettilineo troppo lungo per 75 metri però, quei 75 metri che gli vengono strappati dalla splendida rimonta dell'australiano Simon Gerrans (Orica-GreenEdge), che piazza una implacabile volata lasciandosi alle spalle il piazzato di lusso Alejandro Valverde (Movistar) e il giovane polacco Michał Kwiatkowski (Omega Pharma). Proprio ai piedi del podio rimangono i due coraggiosi italiani Giampaolo Caruso (Katusha) e Domenico Pozzovivo (Ag2r), mentre completano la top 10, con 3 secondi di ritardo, Tom-Jelte Slagter (Garmin), Roman Kreuziger (Tinkoff-Saxo), Philippe Gilbert (BMC), Dani Moreno (Katusha) e Romain Bardet (Ag2r). Tra i primi 30 troviamo anche Enrico Gasparotto, 12°, un buon Damiano Cunego 13° e infine Vincenzo Nibali, 30° a 50'' da Gerrans.



Il video degli ultimi 15km della Liegi

Gilberto Cominetti
aka SarriTheBest
 
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