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Massimo Codol
#1
 
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#2
Massimo Codol correrà anche nel 2012.
Massimo Codol è uno dei corridori più esperti del Giro d'Italia. Punto di riferimento di tutta l'Acqua&Sapone, Codol conferma che correrà anche nel 2012 (dovrebbe chiudere la carriera a fine anno) e ci parla di Garzelli, della squadra, delle sue ambizioni al Giro. Ascoltiamolo.

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tuttobiciweb.it
 
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#3
Codol: "Vorrei continuare e tornare al Giro d'Italia"
Una volta li chiamavano gregari di lusso. Massimo Codol è uno di loro, 39 anni dei quali quindici spesi fra i professionisti, è però in attesa di un contratto importante per il 2013. L'obiettivo del lecchese di Introbio (qualora ci fosse la possibilità di far parte di un gruppo affidabile), legato a doppio filo con il suo capitano Stefano Garzelli, è quello di poter correre un altro anno e, magari chiudere in bellezza la sua lunga e splendida carriera disputando per l'ultima volta il Giro d'Italia: "Ci terrei davvero tanto, anche per riscattare l'esclusione di quest'anno della mia ex squadra, l'Acqua & Sapone, nella Corsa Rosa - spiega Codol dalla sua abitazione nel Grossetano-. Finora nessun club si è fatto avanti con una offerta. A me di continuare questo mestiere va benissimo purchè ci sia la possibilità di farlo nella maniera giusta, in una squadra seria, organizzata e che sappia valorizzare le qualità dei singoli corridori. Se ciò non accadesse, ma spero di sbagliarmi, non ho nessuna difficoltà a smettere di correre, d'altronde a questo sport credo di aver dato molto". Un onesto lavoratore del pedale come pochi, che meriterebbe una migliore uscita di scena come si conviene ad un uomo di valore.

tuttobiciweb.it
 
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#4
Beh lo meriterebbe anche...però trovare una squadra da Giro non so quanto sia facile. In pratica stiamo parlando di Vini - Fantini o Androni
 
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#5
Aspetto il puntuale j'accuse di Danilo contro Acquarone Asd

Vada come vada, ricorderò sempre Codol nella tappa dello Zoncolan (2007) quando - alla fine - saliva in modo davvero incredibile, roba che se fosse sceso dalla bici e si fosse messo a far la salita a piedi sarebbe andato più forte. Vera essenza del ciclismo: la fatica e il non mollare mai. Grande. Ave
 
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#6
Mi sono guardato un po' la carriera, il miglior risultato è un quinto posto alla Liegi 2002 in maglia Lampre. Comunque ha fatto parte di squadre che hanno fatto la storia del ciclismo italiano nell'ultimo decennio. In una squadra con un bel capitano unico per il Giro farebbe molto comodo, però è chiaro che se ora lo vai a mettere in una Farnese o in un Androni, che tutti i giorni puntano solo ad andare in fuga, è un po' un pesce fuor d'acqua
 
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#7
Un mito! Grande Max Codol!!! Non si hanno sue notizie da tempo, dovrebbe avere appeso la bici al chiodo :-/
 
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[+] A 1 utente piace il post di Climber
#8
Riescono tutti nell'impresa di appendere la bici al chiodo, mentre quando lo faccio io il chiodo si spezza... :-/
Sarà perchè forse loro hanno biciclette superleggere ?
 
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#9
Mmm Secondo me son chiodi speciali
 
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#10
Chiodol
 
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#11
Codol: «Che emozione, l'esordio in ammiraglia»
Da prof a tecnico dell'Area Zero

Massimo Codol, il lecchese che in carriera ha disputato ben 11 Giri d’Italia, ha oggi cambiato veste: da corridore a direttore sportivo. E’ infatti approdato alla Area Zero D’Amico e con l’altro ex professionista Andrea Tonti inizia una nuova avventura. Lo abbiamo incontrato alla partenza del 51° Trofeo
Laigueglia.
“Sì, è una bella avventura quella che ho appena iniziato. Mi trovo molto bene, squadra nuova, progetto nuovo innovativo e interessante. Abbiamo fatto un ottimo esordio a Donoratico, ci siamo confermati ieri e ora speriamo di continuare così”.
Qual è la cosa più immediata che si può portare dalla bicicletta all’ammiraglia?
“Sicuramente l’esperienza sulle situazioni da gestire in corsa, sui percorsi, sui tanti dettagli che chi li ha vissuti per tanto tempo penso possa trasmettere ai giovani. E’ questo è un punto in più rispetto ad altre persone che fanno il mio lavoro, ma non hanno magari visto e vissute certe situazioni”.
In pochi mesi le cose sono cambiate: prima arrivavi in bicicletta, mettevi la
firma al foglio di partenza e poi inforcavi la bicicletta e pedalavi; ora invece sali sull’ammiraglia per seguire la corsa. Cambiano le situazioni e anche le emozioni?
“No, l’emozione c’è sempre. Non credevo onestamente fosse così: ma all’esordio a Donoratico ho visto che ero molto emozionato. Ne ho viste tante, ho fatto più di mille corse solo da professionista, eppure sembrava la prima volta anche per me. Ho sentito dentro l’emozione ed è stato bello: l’amore, la voglia e la passione per questo sport restano le stesse di quando ero corridore”.

da Laigueglia Valerio Zeccato per tuttobiciweb.it
 
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