17-03-2013, 08:20 PM
Milano-Sanremo, a Ciolek la Classicissima delle sorprese
L'esultanza di Ciolek - Bettiniphoto
Un vincitore degno di questa Sanremo. Una corsa così travagliata non poteva essere del favorito numero uno, ne del campione affermato. Una Sanremo mezza incompiuta doveva essere di un mezzo incompiuto: Gerald Ciolek. Quello che da molti era indicato come l'erede di Zabel (che in carriera di Sanremo ne ha vinte 4), dopo anni e anni di vagabondaggio tra uno squadrone e l'altro (Milram, Columbia, Quick Step, Omega Pharma), ha trovato nella Professional sudafricana MTN-Qhubeka la sua dimensione, è riuscito pian piano a risvegliarsi da quel torpore lungo oramai 7 anni, da quando vinse il campionato del mondo under 23 a Salisburgo nel 2006, e ad imporsi nell'elite del ciclismo mondiale, portando per la prima volta in Africa una delle cinque classiche monumento.
La corsa prende regolarmente il via da Milano alle 10:05, portandosi dietro i dubbi di una brutta perturbazione che sta flagellando la Liguria. Velocemente prendono il largo sei battistrada: si tratta di Diego Rosa (Androni) - il primo ad attaccare -, il russo Maxim Belkov (Katusha), Matteo Montaguti (Ag2r), il giovane Filippo Fortin (Bardiani Csf) e due specialisti delle fughe come lo spagnolo Pablo Lastras (Movistar) e il danese Lars Bak (Lotto Belisol).
Il pensiero del gruppo non è nel vantaggio dei fuggitivi, che va a superare i 7', ma nel meteo appunto: già intorno a loro si respira un'aria tutt'altro che primaverile (tanta pioggia, ed appena 1°C di temperatura), e pare che a Tortona e sul Turchino sia anche peggio: nevischio, se non addirittura neve.
Preso atto della situazione, Mauro Vegni, il direttore di corsa, decide di neutralizzare la corsa in zona Ovada, per scavalcare l'innevato Turchino e ripartire così da Arenzano. Ma su Le Manie la situazione non pare poi così tanto migliore, e, su pressione dei corridori, l'organizzazione non vuole prendersi alcun rischio e così si opta per scavalcare anche la salita (e l'insidiosa discesa) de Le Manie.
Corridori nella neve - Bettiniphoto
La corsa riparte - 2 ore più tardi - da Cogoleto, dopo che i corridori si sono asciugati e rifocillati. Ma lo stop si fa ovviamente sentire su di alcuni corridori: due attesissimi big come Tom Boonen (Omega Pharma) e Matthew Goss (Orica-Greenedge) sono ben presto costretti al ritiro, così come tanti altri corridori (come Terpstra e Slagter) devono arrendersi al freddo. Un freddo che miete un'altra vittima, stavolta a sorpresa: Vincenzo Nibali (Astana) infatti, quando siamo intorno ai 50 km dal traguardo, si lascia sempre più sfilare dal gruppo, fino a mollarne completamente le ruote. L'acqua e la neve prese nella prima parte di corsa si sono fatte sentire solo in quel momento, costringendo lo Squalo dello Stretto - uno che con il maltempo ci va a nozze - ad alzare bandiera bianca.
I fuggitivi, che hanno costantemente perso secondi su secondi, si devono arrendere verso i 30 km all'arrivo, quando il gruppo tirato da Stannard rientra sui tre reduci Belkov, Rosa e Bak. Nonostante il meteo, la corsa adesso si riscalda e il gruppo sfila veloce verso l'imbocco del primo punto cruciale: la Cipressa.
La Cipressa fa capire chi non sarà della partita: davanti si muovono Lovkvist, Chavanel, Roelandts, ma le attenzioni sono rivolte a fondo gruppo, dove si vedono faticare e sfilare grossi nomi come Andrè Greipel, Edvald Boasson Hagen, Alessandro Petacchi, Diego Ulissi e il campione in carica Simon Gerrans (oltre a Tyler Farrar, caduto proprio ai piedi della Cipressa). Arriva in cima un gruppo di una quarantina di corridori, dopo 10' 50'' di ascesa.
Ma è in discesa che si cominciano a muovere le acque: Philippe Gilbert (BMC), che bene conosce queste strade, prende qualche metro di vantaggio, che gli permette di giungere in fondo alla discesa avanti insieme ad un gruppettino di corridori.
E' proprio da questo gruppetto che escono in tre: il russo Eduard Vorganov (Katusha), il pericolosissimo francese Sylvain Chavanel (Omega Pharma) e il passistone britannico Ian Stannard (Sky). Un gruppo ben affiatato, che, con cambi regolari, riesce a mangiare velocemente una ventina di secondi sul gruppo tirato dagli uomini della Cannondale.
L'azione di Chavanel e Stannard - © Bettiniphoto
Sul Poggio Vorganov non riesce a tenere il passo dei suoi due compagni di fuga. Dietro le acque sembrano troppo tranquille: il vantaggio sale quasi a 30 secondi. Il kazako Maxim Iglinsky (Astana) prova a suonare la sveglia: tutto solo cerca infatti di rientrare sul duo di testa, senza successo. La sua azione però stimola la reazione del gruppo, che prima lo rincorre, poi lo riprende e infine dà il là ad un altro attacco, stavolta decisivo: Luca Paolini (Kausha) dà infatti il via alle danze, con Peter Sagan (Cannondale) che subito si butta alla sua ruota, seguito come un'ombra da Gerald Ciolek (MTN), Fabian Cancellara (Radioshack) e Filippo Pozzato (Lampre).
Il contrattacco sul Poggio di Paolini, Sagan, Cancellara, Ciolek e Pozzato - © Bettiniphoto
I cinque, allo scollinamento del Poggio, hanno solo una decina di secondi di distanza da Chavanel e Stannard. E infatti lungo la discesa riescono a raggiungerli senza troppe difficoltà. Tutti, tranne uno: Filippo Pozzato (Lampre) infatti perde le ruote dei contrattaccanti ed è costretto a farsi mestamente riassorbire dal gruppo.
Ormai, a discesa conclusa, è chiaro: la Sanremo andrà ad uno tra Chavanel, Stannard, Paolini, Sagan, Ciolek e Cancellara. Ai -3km prova un attacco Cancellara, ma lo slovacco della Cannondale è lesto a chiudere sulla sua ruota. Così come non si fa sorprendere, con Ciolek costantemente in scia, dalla pericolosa "fagianata" di Stannard. La volata pare ormai certa. Sul traguardo del lungomare Colombo di Sanremo Chavanel prova a sorprendere tutti partendo lunghissimo, Sagan però se ne accorge subito e lo affianca. Un testa a testa che dura poco: da dietro infatti è veloce a risalire, con intelligenza e freschezza, il tedesco Gerald Ciolek (MTN), a saltare lo slovacco e a tagliare per primo il traguardo, con una fiacca e spossata esultanza dalla quale traspare però tutta la sua gioia. Peter Sagan (Cannondale), indicato come il principale favorito da tutti, lo fulmina con lo sguardo e a malincuore deve accontentarsi del 2° posto, mentre lo svizzero Fabian Cancellara (Radioshack) conquista l'ultima piazza del podio. 4° Sylvain Chavanel (Omega Pharma) , poi Luca Paolini (Katusha) - primo degli italiani, al 5° posto - e Ian Stannard (Sky). Taylor Phinney (BMC), uscito dal gruppo nel finale, è 7°, mentre Alexander Kristoff (Katusha) regola il gruppo davanti a Mark Cavendish (Omega Pharma) e conquista l'8° posizione.
Il podio - © Bettiniphoto
L'esultanza di Ciolek - Bettiniphoto
Un vincitore degno di questa Sanremo. Una corsa così travagliata non poteva essere del favorito numero uno, ne del campione affermato. Una Sanremo mezza incompiuta doveva essere di un mezzo incompiuto: Gerald Ciolek. Quello che da molti era indicato come l'erede di Zabel (che in carriera di Sanremo ne ha vinte 4), dopo anni e anni di vagabondaggio tra uno squadrone e l'altro (Milram, Columbia, Quick Step, Omega Pharma), ha trovato nella Professional sudafricana MTN-Qhubeka la sua dimensione, è riuscito pian piano a risvegliarsi da quel torpore lungo oramai 7 anni, da quando vinse il campionato del mondo under 23 a Salisburgo nel 2006, e ad imporsi nell'elite del ciclismo mondiale, portando per la prima volta in Africa una delle cinque classiche monumento.
La corsa prende regolarmente il via da Milano alle 10:05, portandosi dietro i dubbi di una brutta perturbazione che sta flagellando la Liguria. Velocemente prendono il largo sei battistrada: si tratta di Diego Rosa (Androni) - il primo ad attaccare -, il russo Maxim Belkov (Katusha), Matteo Montaguti (Ag2r), il giovane Filippo Fortin (Bardiani Csf) e due specialisti delle fughe come lo spagnolo Pablo Lastras (Movistar) e il danese Lars Bak (Lotto Belisol).
Il pensiero del gruppo non è nel vantaggio dei fuggitivi, che va a superare i 7', ma nel meteo appunto: già intorno a loro si respira un'aria tutt'altro che primaverile (tanta pioggia, ed appena 1°C di temperatura), e pare che a Tortona e sul Turchino sia anche peggio: nevischio, se non addirittura neve.
Preso atto della situazione, Mauro Vegni, il direttore di corsa, decide di neutralizzare la corsa in zona Ovada, per scavalcare l'innevato Turchino e ripartire così da Arenzano. Ma su Le Manie la situazione non pare poi così tanto migliore, e, su pressione dei corridori, l'organizzazione non vuole prendersi alcun rischio e così si opta per scavalcare anche la salita (e l'insidiosa discesa) de Le Manie.
Corridori nella neve - Bettiniphoto
La corsa riparte - 2 ore più tardi - da Cogoleto, dopo che i corridori si sono asciugati e rifocillati. Ma lo stop si fa ovviamente sentire su di alcuni corridori: due attesissimi big come Tom Boonen (Omega Pharma) e Matthew Goss (Orica-Greenedge) sono ben presto costretti al ritiro, così come tanti altri corridori (come Terpstra e Slagter) devono arrendersi al freddo. Un freddo che miete un'altra vittima, stavolta a sorpresa: Vincenzo Nibali (Astana) infatti, quando siamo intorno ai 50 km dal traguardo, si lascia sempre più sfilare dal gruppo, fino a mollarne completamente le ruote. L'acqua e la neve prese nella prima parte di corsa si sono fatte sentire solo in quel momento, costringendo lo Squalo dello Stretto - uno che con il maltempo ci va a nozze - ad alzare bandiera bianca.
I fuggitivi, che hanno costantemente perso secondi su secondi, si devono arrendere verso i 30 km all'arrivo, quando il gruppo tirato da Stannard rientra sui tre reduci Belkov, Rosa e Bak. Nonostante il meteo, la corsa adesso si riscalda e il gruppo sfila veloce verso l'imbocco del primo punto cruciale: la Cipressa.
La Cipressa fa capire chi non sarà della partita: davanti si muovono Lovkvist, Chavanel, Roelandts, ma le attenzioni sono rivolte a fondo gruppo, dove si vedono faticare e sfilare grossi nomi come Andrè Greipel, Edvald Boasson Hagen, Alessandro Petacchi, Diego Ulissi e il campione in carica Simon Gerrans (oltre a Tyler Farrar, caduto proprio ai piedi della Cipressa). Arriva in cima un gruppo di una quarantina di corridori, dopo 10' 50'' di ascesa.
Ma è in discesa che si cominciano a muovere le acque: Philippe Gilbert (BMC), che bene conosce queste strade, prende qualche metro di vantaggio, che gli permette di giungere in fondo alla discesa avanti insieme ad un gruppettino di corridori.
E' proprio da questo gruppetto che escono in tre: il russo Eduard Vorganov (Katusha), il pericolosissimo francese Sylvain Chavanel (Omega Pharma) e il passistone britannico Ian Stannard (Sky). Un gruppo ben affiatato, che, con cambi regolari, riesce a mangiare velocemente una ventina di secondi sul gruppo tirato dagli uomini della Cannondale.
L'azione di Chavanel e Stannard - © Bettiniphoto
Sul Poggio Vorganov non riesce a tenere il passo dei suoi due compagni di fuga. Dietro le acque sembrano troppo tranquille: il vantaggio sale quasi a 30 secondi. Il kazako Maxim Iglinsky (Astana) prova a suonare la sveglia: tutto solo cerca infatti di rientrare sul duo di testa, senza successo. La sua azione però stimola la reazione del gruppo, che prima lo rincorre, poi lo riprende e infine dà il là ad un altro attacco, stavolta decisivo: Luca Paolini (Kausha) dà infatti il via alle danze, con Peter Sagan (Cannondale) che subito si butta alla sua ruota, seguito come un'ombra da Gerald Ciolek (MTN), Fabian Cancellara (Radioshack) e Filippo Pozzato (Lampre).
Il contrattacco sul Poggio di Paolini, Sagan, Cancellara, Ciolek e Pozzato - © Bettiniphoto
I cinque, allo scollinamento del Poggio, hanno solo una decina di secondi di distanza da Chavanel e Stannard. E infatti lungo la discesa riescono a raggiungerli senza troppe difficoltà. Tutti, tranne uno: Filippo Pozzato (Lampre) infatti perde le ruote dei contrattaccanti ed è costretto a farsi mestamente riassorbire dal gruppo.
Ormai, a discesa conclusa, è chiaro: la Sanremo andrà ad uno tra Chavanel, Stannard, Paolini, Sagan, Ciolek e Cancellara. Ai -3km prova un attacco Cancellara, ma lo slovacco della Cannondale è lesto a chiudere sulla sua ruota. Così come non si fa sorprendere, con Ciolek costantemente in scia, dalla pericolosa "fagianata" di Stannard. La volata pare ormai certa. Sul traguardo del lungomare Colombo di Sanremo Chavanel prova a sorprendere tutti partendo lunghissimo, Sagan però se ne accorge subito e lo affianca. Un testa a testa che dura poco: da dietro infatti è veloce a risalire, con intelligenza e freschezza, il tedesco Gerald Ciolek (MTN), a saltare lo slovacco e a tagliare per primo il traguardo, con una fiacca e spossata esultanza dalla quale traspare però tutta la sua gioia. Peter Sagan (Cannondale), indicato come il principale favorito da tutti, lo fulmina con lo sguardo e a malincuore deve accontentarsi del 2° posto, mentre lo svizzero Fabian Cancellara (Radioshack) conquista l'ultima piazza del podio. 4° Sylvain Chavanel (Omega Pharma) , poi Luca Paolini (Katusha) - primo degli italiani, al 5° posto - e Ian Stannard (Sky). Taylor Phinney (BMC), uscito dal gruppo nel finale, è 7°, mentre Alexander Kristoff (Katusha) regola il gruppo davanti a Mark Cavendish (Omega Pharma) e conquista l'8° posizione.
Il podio - © Bettiniphoto
Gilberto Cominetti
aka SarriTheBest
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