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Mondiali di Russia 2018
RIGORI tra Russia e Croazia
 
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Passa la Croazia... 

Grande Russia, cmq, merita un grande applauso!!!  Bravo Bravo
 
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Peccato per la fine del sogno russo, però la Croazia meritava altrettanto.

Partita vera, molto intensa, da Mondiale. Cheryshev lo vorrei al Milan.

Il numero di Mondiali vinti complessivamente dalle semifinaliste, comunque, è solo 2. Era dal '66 che il numero complessivo di Mondiali vinti dalle semifinaliste non era così basso.

Mi pare un momento di particolare siccità per il calcio. Vorrei sentire l'opinione di Morris, ma la mia impressione è che i fenomeni scarseggino, nelle grandi nazioni come nelle outsiders. E' là sopra da vedere, ad esempio, il confronto impietoso tra la coriacea, ma mediocre Svezia di questo Mondiale e quella super di USA '94 che arrivava, peraltro, da una finale sfiorata negli Europei di casa del '92. Ma sempre rimanendo a USA '94...in quel Mondiale c'erano fior fior di campioni nel pieno della carriera come Romario, Baggio, Hagi, Batistuta, Stoichkov....oggi, tolti Messi e Ronaldo che sono a fine carriera, chi c'è di paragonabile a questi?

L'unica squadra che ha individualità ben sopra la media tra le semifinaliste, imho, è la Francia...ma solo in attacco.

Modric, Harry Kane, Rakitic, Hazard, De Bruyne, Lukaku...tutta gente forte, ma nessuno che chiamerei fenomeno.

Anche perché se devo chiamare Modric fenomeno cosa dovrei dire, poi, di Xavi o Pirlo. E se Harry Kane è un fenomeno Alan Shearer cos'era?

Altro dato interessante, secondo me, il fatto che per il quarto Mondiale consecutivo vincerà un'europea.

La scuola sudamericana mi pare in grossa crisi.

L'Argentina non produce un centrocampista decente da eoni. Senza scomodare Veron o Cambiasso, già un Matias Almeyda farebbe un figurone là in mezzo.

Il Brasile, invece, ha un problema di attaccanti. Neymar è forte e tutto quanto, ma in un Brasile d'alto livello sarebbe la spalla del Romario o del Ronaldo di turno. L'ultimo Brasile campione del mondo aveva ben tre giocatori offensivi che gli erano superiori (il già citato Ronaldo, Ronaldinho e l'ormai dimenticato Rivaldo).
 
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[+] A 2 utenti piace il post di Luciano Pagliarini
Modric per me è l'unico tra quelli che può essere effettivamente definito un fenomeno, ma pure lui ha 33 anni quindi non penso che avrà ancora molte cartucce da sparare.

Non lo so, forse il passato é ammantato da quell'alone che lo rende migliore di quello che effettivamente era ma ho anche io una sensazione di impoverimento tecnico. Soprattutto a livello difensivo che tu non hai citato ma su cui ci sarebbe da discutere.
 
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Ci sta che la Croazia meritasse di passare (anche se poi arriva ai rigori per due volte di seguito) ma non mi sembra nelle condizioni fisiche di affrontare al top una semifinale e una finale. Partita dal ritmo molto lento e mille giocatori con acciacchi fisici nei supplementari. Unica eccezione Modric che al 120' correva ancora come un matto, però vado detto che nel primo tempo si era limitato a semplice amministrazione.

La Russia veramente una bella squadra. Complimenti a loro perché con organizzazione e la spinta dei tifosi hanno saputo fare un bel Mondiale pur senza fenomeni.

Secondo me il Brasile era una bella squadra. Sono stati fregati dalla loro solita supponenza e dalla mancanza di Casemiro. Certo ha influito anche la mancanza cronica di un bomber che la sapesse mettere dentro nei momenti che contano.
Poi dall'altra parte hanno incontrato veramente tre bei giocatori, De Bruyne-Hazard-Lukaku hanno fatto ammattire per 90' una buona difesa e buona fase difensiva.
 
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Anche io sono d'accordo sul discorso che oggi i "fenomeni" scarseggino e anche in maniera, direi, evidente.
Non sono un grande amante del calcio, però, le competizioni più importanti le ho sempre seguite volentieri e devo dire che, imho, c'è stato un netto calo "in qualità", da 20 anni ad oggi. Già Paglia ha, giustamente, commentato che se definissimo "fenomeno" Modric, quale aggettivo dovremmo, allora, utilizzare per Pirlo?!
Se facessimo un paragone tra l'Inghilterra (ottima squadra, molto giovane e con ampi margini di miglioramento!) che tra pochi giorni disputerà la semifinale contro la Croazia e quella battuta ai calci di rigore dal Portogallo ai quarti di finale nel 2006, beh..non c'è, a mio modo di vedere, alcun paragone, sia in termini di qualità, che di quantità; Lampard, Gerrard, Terry, i Cole, Beckham, Rooney, Owen (anche se si infortunò alle qualificazioni) ecc., non hanno "similari" nell'Inghilterra di oggi. Eppure, quell'Inghilterra non ha mai vinto nulla e questa, invece, può riportare a casa il Mondiale dopo 52 anni, e, cmq, ha già fatto meglio.
Sulle formazioni di Italia, Brasile, Francia, Argentina del 2006, penso che ci sia poco da dire, in confronto a quelle di oggi!
Non saprei dire il motivo razionale per questo "impoverimento calcistico"; forse è cambiato il modo di giocare..non so! Non ho una spiegazione.
So solo che se vedo l'Italia del 2006 e quella di oggi, mi viene proprio un'enorme tristezza: ma è possibile che oggi, in Italia, non giochi nessun Italiano che si possa anche solo di poco avvicinare ai vari Cannavaro, Pirlo, Del Piero, Totti e, perchè no, anche Ringhio Gattuso, ecc? Mah.. mistero!
 
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GODO!

Hahahahahhahary Kahahahhahahane
 
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[+] A 1 utente piace il post di Luciano Pagliarini
Anche a questo Mondiale l'Inghilterra va in finale al prossimo Mondiale. Hanno inventato il calcio ma non hanno mai capito come funziona
 
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[+] A 4 utenti piace il post di Paruzzo
L'Inghilterra ha giocato un buon primo tempo, poi sono assolutamente spariti. Impalpabili e paurosi, schiacciati forse dalla troppa pressione, ma anche dal punto di visto tecnico non è che fossero eccezionali.

La Croazia invece è cresciuta col passare dei minuti, abituata a giocare battaglie interminabili. E soprattutto hanno tirato fuori le palle e si è visto che hanno giocato proprio mettendoci tutto.

Finale con una favorita, la Francia. Ma se si specchiano troppo la perdono.
 
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Hanno il culo in faccia i francesi
 
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Che culo dai 1 tiro 2 gol non su quel tiro..
 
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Francia campione del mondo
 
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Mi dispiace per la Croazia.
 
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La Francia è stata tutto fuorchè una squadra perfetta però ha tanti giocatori con colpi, ben esemplificato dai gol di Pogba e Mbappé.
Buoni anche difensivamente, anche se individualmente a volte facevano la cappella.
Tutto sommato direi Coppa del Mondo meritata. La Croazia una squadra di guerrieri ma sono arrivati un po' sulle ginocchia in finale dopo tutti i tempi supplementari giocati.
 
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[+] A 1 utente piace il post di Hiko
La Presidentessa Croata è uno spettacolo con la maglia della Nazionale!!
 
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Ultima finale con almeno 6 gol fu quella del 1966.

Record di Gol in una finale: 7, nel 1958 Brasile 5 Svezia 2
 
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(08-07-2018, 12:16 AM)Luciano Pagliarini Ha scritto: .......
Mi pare un momento di particolare siccità per il calcio. Vorrei sentire l'opinione di Morris, ma la mia impressione è che i fenomeni scarseggino, nelle grandi nazioni come nelle outsiders. E' là sopra da vedere, ad esempio, il confronto impietoso tra la coriacea, ma mediocre Svezia di questo Mondiale e quella super di USA '94 che arrivava, peraltro, da una finale sfiorata negli Europei di casa del '92. Ma sempre rimanendo a USA '94...in quel Mondiale c'erano fior fior di campioni nel pieno della carriera come Romario, Baggio, Hagi, Batistuta, Stoichkov....oggi, tolti Messi e Ronaldo che sono a fine carriera, chi c'è di paragonabile a questi?
.......
Potrà apparire blasfemo (per l’osservatorio ingenuo) ma la base, sulla quale far partire una disamina sulla bella fotografia che hai fatto, non può che partire da un macroscopico dato…..
 
Nei primissimi anni settanta il computer che mimò l’impossibile incontro di boxe fra Cassius Clay (allora, i più, lo chiamavano ancora così) e Rocky Marciano, fu spostato dalla sede italiana dell’Honeywell IBM, sul calcio. Lo scopo: quantificare la lunghezza del percorso di un calciatore durante una partita di calcio. Al termine di quell’indagine elettronica, risultò che il giocatore che correva di più durante un match calcistico, era Giovanni Lodetti (per constatarlo non c’era bisogno del computer….), calciatore del Milan e notorio gregario porta palloni per il genio di Gianni Rivera.
Lodetti, in una partita percorreva dai sei ai sette chilometri, ma la media degli altri era sui 5-5,5. Quaranta anni dopo, il livello medio è più che raddoppiato. In quanti sport possiamo annotare un simile progresso? In Nessuno. 
Da cosa dipenda è assai noto, ma non si può dire, così come per l’incremento costruttivo delle performance, con la siamese incisione sul fisico che ha origine e peso più evidente in fascia ancor giovanile.
In altre parole è tutto sotto gli occhi di tutti, ma nessuno ne parla. Vabbé, a sto punto però, è evidente e sacrosanto mettere pure il calcio all’interno della schiera delle totali “dolci euchessine” circolanti nello sport. Anzi, qui possiamo dire che oggi i calciatori sono degli atleti mostruosi, che sanciscono chiaramente l’ovvietà di come le “dolci euchessine”, siano grandiose e presenti con un modus proporzionale al movimento di danaro espresso e posseduto da una disciplina sportiva.
A ciò è necessario aggiungere che l’applicazione delle “dolci euchessine”, in uno sport di forza resistente e di forza esplosiva con un insieme di rilevanze tecniche come il calcio, è particolarmente complicata: potremmo dire una università. Anche perché, essendo una disciplina in grado di muovere tutti i muscoli di un corpo umano, provoca un dispendio energetico (a cui è necessario aggiungere, ed è tanto, quello mentale di una pressione d’ambiente e d’osservatorio come nessuna), da rendere il calcio davvero sfibrante. In altre parole, giocare tre volte in sette-otto giorni partite di gran livello, è più dispendioso di 4 tapponi ciclistici consecutivi. Cercò di spiegarlo anni fa in TV durante un processo alla tappa, il professor Ivo Pulcini (si parlava del vantaggio che aveva un ciclista con più muscoletti……), ma fu ovviamente cassato dal quel pubblico ciclofilo che pare dare-avere una dimensione dei medici applicati allo sport, solo se sono produttori-venditori di “dolci euchessine”.
L’aumento a dismisura della componente atletica nel calcio d’attualità, ulteriormente richiesta dalla scelta tattica del gioco a zona, fatto di pressing, squadre corte ed esigenze asfissianti di scatti, nonché elevazioni, possesso palla e conseguente coralità su quei movimenti necessitanti freddezza, siamesi comunque ad un livello aggiuntivo di tensione psicologica, hanno di fatto modificato il gioco per entrare, se vogliamo, in un nuovo sport. Cambiamenti, ai quali va sommato quello dell’attrezzo di gioco, oggi fatto di palloni sempre più leggeri, ma pure ingannevoli, per l’evidente maggiorazione della velocità e degli effetti: soprattutto per i portieri, ovviamente.
 
Bene, in tutta questa sommatoria di fattori scatenanti, più o meno tutti poggianti sugli aspetti atletici, di quella tecnica tanto decantata da quei fuoriclasse di ingenuità che non perdono occasione di dire che nel calcio non possono esserci “dolci euchessine”, perché sport, appunto, tecnico, cosa rimane? Molto meno di un tempo, perché il trattamento con quelle sostanze, da sempre (quindi dalle ancelle con le pomate provenienti dalla Tracia), è universalmente un “elogio della mediocrità”, in quanto il singolo artista viene avvicinato e pure superato dal fresco e potente collega “in effetto”, il quale, in virtù di questo status diminuente fatiche, diviene persino più preciso e di presenza, togliendo spazio al virtuoso, fino ad arrivare a soffocarlo. Ovvio che pure costui, dovrà cercare di ristabilire quantomeno un poco le distanze, giungendo egli stesso alle “dolci euchessine”. Una compensazione, quasi costrizione, se vuole rimanere ad alto livello e percepire quel dio danaro che è più tale del riferimento-luce di Francesco, il miglior Papa che i miei occhi laici abbian mai visto ed ascoltato (lo voterei se potesse presentarsi alle elezioni!).
 
Qualcuno, sempre della schiera dei fuoriclasse dell’ingenuità, per spiegare le sproporzioni fra il calcio passato e quello presente è arrivato a sostenere che il tutto è legato ad una nuova mentalità, quella che cerca l’offesa più che la difesa, in altre parole quella della ricerca della vittoria sul credo dell’osare.  Bene, con la mentalità si spiegano delle parti che hanno comunque valori di spinta non primari, in quanto non sarebbero possibili certi idiomi senza un fisico che ti consente una prestazione nuova. Il calcio mi ha fatto conoscere un solo giocatore capace di essere il migliore pur distrutto fisicamente: Maradona. Gli altri, compreso “pancetta” Platini, si dovevano allenare e se erano “sfatti” non andavano in campo. D’altronde se uno vuol correre in Formula Uno, non va a Monza con la Panda e possiede un’esperienza consumata al massimo con l’Opel Corsa. Voglio dire e ribadire, che le intenzioni ed i credi tattici d’oggi, senza la condizione fisica per poterli svolgere, fanno poca strada. E la maestosità di farmaci e sostanze circolanti nel calcio la diede il Processo alla Juventus: di fatto un processo al calcio, perché tutte le squadre erano più o meno nelle medesime condizioni della società bianconera, ma nessun’altra, possedeva dirigenti che si sentivano onnipotenti come quelli juventini dell’epoca. Tutto nacque dal ritrovamento nelle sedi della “Vecchia Signora” di ben 281 farmaci, ovvero la dotazione di un medio ospedale, con tutta la gamma degli psicofarmaci presente. A chi dovevano servire? Alla “zia zitella di Del Piero”, per calmargli l’esaurimento nervoso da solitudine? Oppure erano per l’ansia da stress della “cognata di Conte”? Da Torino, proprio per quei farmaci assurdi per un atleta, noi che amavamo il ciclismo, capimmo che nel calcio erano più spregiudicati di quei “poveracci” che guidavano il pedale. Ed un confronto si determinò quando, nel Giro d’Italia del 2001, a Sanremo, una retata dei NAS sulla carovana, composta al momento da 160 corridori e circa altrettanti gravitanti su di loro, fece emergere la presenza di 89 farmaci diversi, mentre alla Juve, tre anni prima, per 30 giocatori, appunto, 281. Se non erano dati raggelanti questi….!
 
Detto tutto ciò, come è possibile pensare che le “dolci euchessine” odierne, siano a misura d’uomo? Forse non si rischierà di creare un attacco epilettico da reazione chimica, come capitò poche ore prima della finale del Mondiale ’98 ad un superasso, ma i rischi di pesanti effetti collaterali sulla salute dei singoli magari a lunga gittata e, alcuni a mo’ di infortuni più “atletici”, continueranno e si espanderanno. Di certo, gli effetti delle “dolci euchessine” e le siamesi traduzioni su un gioco sempre più frenetico e veloce, si abbatteranno su una delle peculiarità dell’intera storia dello sport, ovvero la presenza di campioni in grado di segnare un’epoca. Ronaldo, il brasiliano, l’unico dopo Maradona in grado da solo di far vincere anche una squadra modesta, fu il primo a trovarsi la carriera accorciata e gli ormai anziani CR7 e Messi (due che non valgono il carioca), sono gli unici fuoriclasse epocali degli ultimi 20 anni. Poi ci sono stati e ci sono diversi grandissimi calciatori, difficilmente epocali a causa d’infortuni, o per qualche altro grigio appannamento, che hanno marcato visita o modificato il prosieguo. Sarà sempre più così. Vedremo campioni dagli apici a segmenti, magari forse a lunga carriera, comunque sempre troppo spezzettata. Vedremo fuoriclasse da due o tre anni e cinque da buonissimi giocatori, ma mai sullo spessore dei fuoriclasse d’un tempo. Sarà sempre più così, a meno che non si trovi il modo di allungare le squadre, applicando il fuorigioco a partire solo dai limiti dell’area. Un aspetto regolamentare che renderebbe per un lustro o due (non di più) più spazi per l’estro individuale. Ma per vedere altri giocatori epocali dovremo aspettare l’incanto di un incontro con la cometa dell’arte in un corpo umano, o, più facilmente, la nascita ben riuscita di un esemplare di gran valore, opportunamente modificato con quel genetico, oggi usato per curare gli infortuni.
 
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[+] A 1 utente piace il post di Morris
  


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