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Mondiali, il caldo fa paura
#1
Mondiali, il caldo fa paura
C'è il serio rischio di accorciamento della prova dei prof

Un vecchio adagio, mai passato di moda, recita «Hai voluto la bicicletta? Pedala». Facile applicarlo nel mondo del ciclismo, ancor più facile per il mondiale che si svolgerà in Qatar la prossima settimana.
Dubbi sulla scelta operata dall'UCI ce ne sono stati fin dal primo giorno, il percorso è stato cambiato più volte alla ricerca della quadratura del cerchio, ma avvicinandosi l'evento la tensione cresce e i nodi vengono al pettine. Su tutti, quello del caldo e delle condizioni meteo in generale.

Cosa succede? Che alla vigilia di ogni corsa si riunirà la commissione deputata a verificare le condizioni meteo e potrà modificare tracciato e programma.
La commissione sarà composta, come prevede il regolamento, dal presidente del Collegio dei Commissari della prova Ingo Rees., dal direttore di corsa, dal medico della corsa, dal responsabile della sicurezza e dal rappresentante dell'associazione dei corridori Bobbie Traksel.
Accanto a loro, l'Uci ha deciso di costituire una commissione di medici - composta da Anton Zasada, Olaf Schumacher, Sébastien Racinais e Juan Manuel Alonso - che sarà incaricata di valutare le condizioni ambientali nella capitale Doha.

Cosa può decidere la commissione? Di non fare nulla, di cambiare il luogo di partenza e di arrivo, di utilizzare un percorso alternativo, di neutralizzare una parte della corsa, di annullare la prova. Così recita il regolamento ma in un mondiale di spostare partenza e arrivo o di modificare il percorso non se ne parla, anche perché se il problema è il caldo, fa caldo dovunque. Resta quindi come extrema ratio la neutralizzazione di una parte della corsa: come dire gare più corte (la maggiore indiziata è naturalmente la prova dei professionisti) e mondiali inevitabilmente falsati.
In particolare, nella corsa dei professionisti potrebbe essere cancellata la parte che si addentra nel deserto, potrebbe essere aumentato il numero dei giri del percorso cittadino (per altro diminuito poche settimane fa proprio per allungare il tratto in linea) ma inevitabilmente ci sarebbe una riduzione del chilometraggio, attualmente fissato a 257,5 chilometri, che passerebbe a circa 150 chilometri.
Decisa per ora la presenza in corsa di due moto neutre che avranno a bordo borracce di acqua fresca da mettere a disposizione degli atleti.

tuttobiciweb.it
 
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#2
Veramente uno scandalo, involontariamente ne pagherà le conseguenze anche il futuro campione del mondo, che verrà ricordato (se la corsa verrà accorciata) come colui che ha vinto il mondiale più facile e più corto di sempre.
Penso che se la corsa fosse di 150km sarebbe quasi impossibile evitare il volatone mengtre col passaggio nel deserto e 257km di gara, qualche possibilità di movimentare la corsa c'era.
 
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#3
Credo che tutto rimarrà così, sarebbe ridicolo cambiare ora. Ok la salute dei corridori,ma si sapeva già quando hanno assegnato a loro il mondiale che in Qatar fa caldo.
 
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#4
Ahahahahahah.
Grasse risate.

#maipiumondialineipaesiarabi
 
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[+] A 1 utente piace il post di Giugurta
#5
Io allerterei Cipollini che forse il mondiale allora lo vince il Mondiale.
 
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#6
sarebbe una farsa immonda
 
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#7
vabbè a 150km siamo al ridicolo....purtroppo i soldi fanno aprire gli occhi ai ciechi,come cavolo si fa a fare una manifestazione del genere in questi posti....
Ora è impossibile dire se farà un pò meno caldo del previsto,la possibilità esiste,ma mancano più di 10 giorni,da Domenica le previsioni daranno più attendibili...
 
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#8
Un mondiale da 150 km va boicottato. Sese
Non dai corridori ovviamente, visto che sarebbe una scelta fatta a loro favore. Ma da spettatori e pubblico televisivo sicuramente. Sese
 
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#9
Se il Mondiale diventerà di 150 km sarà una pagliacciata.
Vadano a fare in culo, i mondiali lì sono un insulto alla logica umana
 
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#10
Cassani: «Mondiale cambiato? È bene saperlo quanto prima»
Il CT auspica una decisione in tempi brevi

Si sa perfettamente come è iniziata, ma non conosciamo come andrà a finire. Il problema è che non si tratta di sapere in anticipo come andrà a finire la sfida iridata, ma di come sarà i percorso, quanti chilometri si dovranno percorrere e via dicendo, per questo ci sono tanti punti interrogativi.

L’avventura iridata è iniziata ieri sera con un bel brindisi per Franco Vita, 84 anni, amico e confidente di Alfredo Martini per una vita e da anni preziosa e insostituibile figura di rifermento in seno alla nazionale al fianco anche di c.t. come Franco Ballerini, Paolo Bettini e adesso di Davide Cassani.

È iniziato con un brindisi, tutti assieme. Con Elia Viviani, Giacomo Nizzolo, Fabio Sabatini, Jacopo Guarnieri, Matteo Trentin, Daniel Oss, Manuel Quinziato, Daniele Bennati, Sonny Colbrelli. Più le due riserve Filippo Pozzato e Marco Coledan convocati tutti per la sfida di Doha del 16 ottobre prossimo. Con loro e per loro c’è anche Alessandro Petacchi, consulente del c.t. Cassani per definire al meglio i ruoli del “treno” azzurro, ma le notizie che giungono in queste ore mettono in serio pericolo un campionato del mondo che potrebbe essere decapitato per ragioni climatiche, ambientali, di caldo, per tutela della salute dei corridori chiamati a sostenere uno sforzo in condizioni estreme, molto difficili e particolari.

Ma pensarci prima? No, è troppo difficile. Così c’è il serio pericolo che la sfida possa essere ridotta di ameno 100 chilometri. Via tutta o quasi la parte in linea nel deserto. Ma è proponibile una sfida iridata di soli 150 km? Certo si può far tutto, ma come ha detto a tuttobiciweb.it il Ct Davide Cassani in ritiro da ieri sera a Cavaso del Tomba, nel Trevigiano, alle pendici del Monte Grappa «sarebbe importante saperlo quanto prima. Ho fatto delle scelte per un certo tipo di percorso, se davvero si dovesse arrivare a ridurre la corsa a soli 150 km è bene saperlo il prima possibile. Personalmente spero che non si arrivi a correre un mondiale di soli 150 km, ma come si dice in questi casi, resto in attesa di saperne di più». Anche noi.

a cura della redazione di tuttobiciweb.it
 
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