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No all'azzurro per gli ex dopati - Di Rocco rimette il divieto
#1
FCI: né tricolore né azzurro per chi è stato fermato per doping
Il promesso pugno duro della Federazione è diventato realtà: l'ultima delibera presidenziale sancisce infatti che tutti gli atletri che hanno avuto condanne per doping non potranno partecipare ai campionati italiani né indossare la maglia della nazionale, quale che sia la data della loro condanna.

tuttobiciweb.it
 
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#2
speriamo che sia di auspicio anche a ridurre i dopati e a non fare i furbi, fare i campionati nazionali, ma soprattutto essere in maglia azzurra a mondiali e olimpiadi è un onore per tutti e se non possono onorare il paese penso ci penseranno ancora di più.
 
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#3
tecnicamente vale pure per pettacchI?
 
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#4
Eh già, in teoria potrebbe valere pure per lui. -_____-
Mah, aspettiamo delucidazioni un po' ampie, visto che tre righe di notizia sono un po' poco insomma...

Sinceramente non sono poi d'accordissimo, anche se è già meglio questa soluzione di quella proposta qualche settimana fa (ai campionati nazionali possono partecipare solo chi è stato squalificato dopo l'1 Agosto 2008 -.-)...
 
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#5
DOPING. Federciclismo dura: per Petacchi & C. addio mondiale

Pugno duro? Di più. La Federciclismo, attraverso la delibera
presidenziale del 30 maggio, ha chiuso le porte dei campionati italiani
e della maglia azzurra a tutti gli atleti che hanno avuto sanzioni per
doping. In realtà, si pensava che il divieto valesse per i sanzionati a
partire dall’estate 2008: risalivano infatti a tre anni fa i primi
passi in questo senso della Federazione, dopo gli scandali di
quell’estate (la positività di Riccò al Tour 2008 su tutti).

Invece no.

«Il limite temporale non c’è» , dice il presidente Renato Di Rocco. Ciò
significa che Tricolori e Nazionale sono vietati anche a nomi di primo
piano come Michele Scarponi, Ivan Basso, Danilo Di Luca. Ma anche ad
Alessandro Petacchi, squalificato un anno per il caso-salbutamolo al
Giro 2007. E quello del 37enne della Lampre-Isd non è un nome fatto a
caso, visto che il Mondiale di Copenaghen (25 settembre) sembra
particolarmente adatto a uno come lui...

Polemiche
«E’ un giro di vite
molto tosto e restrittivo— dice il c. t. azzurro Paolo Bettini —. Mi
verranno sicuramente a mancare uomini importanti. Accetto la norma,
vorrà dire che sarò ancora più concentrato sui giovani promettenti che
abbiamo» . Le polemiche, c’è da scommetterci, non mancheranno. E la
Corte Federale si dovrebbe riunire a inizio della prossima settimana,
anche perché Danilo Di Luca, assistito dall’avvocato Ernesto De Toni,
ha fatto ricorso, chiedendo alla Corte un’interpretazione della norma.
Altra questione sul tappeto: stante la linea «durissima» , sarebbe
coinvolto anche chi ha ricevuto in passato solo un’ammonizione per una
questione meramente burocratica. E’ il caso per esempio di Daniele
Bennati, il cui controllo antidoping alla Gand-Wevelgem 2005 rivelò la
presenza di betametasone, contenuto in una pomata Gentalyn: mancava un
fax di comunicazione.

Fronte internazionale
A proposito di materia di
doping, ieri ha preso decisioni importanti anche il Direttivo dell’Uci,
riunito a Maastricht (Olanda). A partire dal 1 ° luglio, ma senza
effetto retroattivo, gli atleti sanzionati per doping non potranno
entrare nello staff di una squadra. Inoltre, è stata ratificata
un’altra misura: se un corridore viene squalificato per due o più anni,
i risultati dei primi due anni dal ritorno in gara non saranno
considerati per stabilire il valore sportivo della squadra. Infine,
saranno le squadre a dover pagare le spese processuali per i casi di
doping.

da «La Gazzetta dello Sport» del 18 giugno 2011 a firma Ciro Scognamiglio
(TUTTOBICIWEB.it)

 
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#6
ancora una volta l'italia del ciclismo si tira la zappa sui piedi,mah...
poi petacchi era stato squalificato ingiustamente per non parlare del caso bennati
 
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#7
Le solite boiate della federazione...FacepalmFacepalm
 
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#8
Inoltre, è stata ratificata
un’altra misura: se un corridore viene squalificato per due o più anni,
i risultati dei primi due anni dal ritorno in gara non saranno
considerati per stabilire il valore sportivo della squadra.


cosa significa??
 
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#9
Quello riguarda la classifica a punti che andrà a delineare il gruppo delle squadre di Prima Divisione (ex Pro Tour), nella quale si sommano i punteggi ottenuti negli ultimi 2 anni di 15 corridori della squadra.
 
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#10
in pratica le squadre saranno scoraggiate a prendere corridori squalificati?
 
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#11
Mi sembrano 2 cavolate, soprattutto quella riguardante tricolore e azzurro ai mondiali...quell'altra è un po' più comprensibile ma fatico a condividerla del tutto...
 
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#12
Mah, relativamente. Anche perchè il corridore che torna dalla squalifica il primo anno lo cicca sempre, e il secondo, nella maggior parte dei casi, non trova dei grandissimi exploit. Avrebbe scoraggiato l'ingaggio di ex dopati se questa regola sarebbe valsa vita natural durante, cioè l'ex dopato non ti porta mai punti: allora sì che le squadre avrebbero fatto due conti prima d'ingaggiare tizio o caio... Sinceramente questa soluzione non mi dice proprio nulla, tanto vale allora tornare al vecchio codice etico invece di riproporlo in maniera un po' camuffata.
 
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#13
ACCPI. La Federciclismo impari dall'Uci. No a leggi retroattive.

L'ACCPI esprime la sua opinione sulla delibera presidenziale FCI n. 30 del 30 maggio 2011, che ha chiuso le porte dei campionati italiani e della maglia azzurra a tutti gli atleti che hanno avuto sanzioni per doping.

L'Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani auspica che il prossimo consiglio federale del 23 giugno in Sicilia prenda atto di quanto ribadito dal direttivo dell'UCI tenutosi recentemente a Maastricht (Olanda).
Qualsiasi provvedimento contro il doping non può che muoversi nel rispetto dei principi fondamentali dell'ordinamento sportivo, ivi compreso il principio di irretroattività delle sanzioni disciplinari e accessorie.
Negare ciò significherebbe paradossalmente indebolire la lotta al doping e più ancora l'immagine stessa della giustizia sportiva e delle sue istituzioni.
L'ACCPI, che crede fermamente in quest'ultime, intraprenderà ogni iniziativa possibile affinché siano sempre riconosciuti e rispettati i principi generali di legalità, irretroattività e uguaglianza nell'interesse generale del ciclismo e, in particolare, dei suoi associati. (comunito stampa)
(TUTTOBICIWEB.it)
 
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#14
Non riesco molto a prendere parte nel primo caso.
Secondo me invece di "eliminare" tutti quelli che, sarebbe stato meglio esaminare caso per caso...
 
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#15
Con l'esaminare caso per caso rischieresti d'andare contro a discorsi politici, del tipo "tizio l'han fatto correre perchè corre con la squadrona, caio invece no perchè non conta nulla ecc". La cosa migliore sarebbe stato dire "d'ora in poi chi sgarra non corre i tricolori e in nazionale", e ancor meglio se a dirlo fosse stata l'UCI e fosse una regola valida per tutte le federazioni.

Il discorso del 1° Agosto 2008 invece a me pareva davvero assurdo, senza logica: cioè c'era gente che per 15 giorni non aveva problemi (Riccò, ad esempio) e gente che, per i soliti 15 giorni, veniva emarginata dai tricolori (Rebellin)... mah...
 
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#16
Corte Federale: legittima la disposizione sullo stop ai dopati
La Corte Federale, presieduta dall'avvocato Jacopo Tognon, ha deliberato oggi un dispositivo nel quale dichiara legittima allo stato, e salva ratifica del Consiglio Federale (in programma domani), la validitàe l'efficacia della delibera presidenziale n. 30/2011 relativa all'esclusione dai campionati trcolori e dall'attività delle nazionali di tutti gli atleti che hanno subito squalifiche per doping.

tuttobiciweb.it
 
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#17
Richiesto un parere esterno alla Corte Federale FCI sulla delibera presidenziale n. 30/2011
A seguito dell'odierna ed interlocutoria decisione della Corte Federale della Federazione Ciclistica Italiana, che ha confermato la validità ed efficacia della delibera Presidenziale n. 30/2011 adottata dal Presidente della FCI Renato Di Rocco in data 30 maggio 2011, l'Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani comunica di aver chiesto al Professore di Roma Piero Sandulli, presidente della 2a sezione della Corte di Giustizia Federale della Figc e membro della Corte Federale della Federnuoto, un parere circa l'illegittimità di un'eventuale interpretazione retroattiva della delibera (in relazione alle norme e ai regolamenti sportivi e, trattandosi di atleti professionisti, in rapporto al diritto al lavoro e ai principi fondamenti di accesso all'attività lavorativa).

Nelle prossime ore sarà cura dell'ACCPI pubblicare il predetto parere affinché tutti gli atleti interessati possano avvalersene laddove il Consiglio Federale decidesse di vietare la partecipazione ai Campionati Italiani ai corridori squalificati in epoca anteriore alla data di adozione della delibera stessa.

In attesa delle decisioni che verranno assunte dal Consiglio Federale nella giornata di domani e delle conseguenti ulteriori iniziative che saranno intraprese dall'ACCPI, l'Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani continua a sostenere che qualsiasi provvedimento contro il doping debba inevitabilmente muoversi nel rispetto dei principi fondamentali dell'ordinamento sportivo, ivi compreso il principio di irretroattività delle sanzioni disciplinari e accessorie.

comunicato ACCPI
 
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#18
DELIBERA FEDERALE. Chiarimenti sulla norma

Il Consiglio Federale ha approvato stamane la delibera che vieta ai corridori squalificati per doping la partecipazione ai campionati italiani e chiude loro le porte della nazionale. Un chiarimento è stato apportato: la norma vale per i corridori che abbino subìto una squalifica per fatti di doping di almeno sei mesi. In altre parole Daniele Bennati - citato più volte nei giorni scorsi in quanto anni fa ricevette una "ammonizione" - potrà tranquillamente puntare tanto alla maglia tricolore quanto a quella azzurra e come lui in campo femminile Luisa Tamanini, mentre chi ha subìto una squalifica dovrà rinunciare.

tuttobiciweb.it
 
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#19
Linea dura, ma così non va
Molto bene, ma non così. Linea dura, ferma e intransigente, ma non in questo modo. Mandiamoli a casa, fermiamoli per sempre, avviamoli definitivamente alla pastorizia o perlomeno alla porta di servizio ma non per quello che è stato fatto ieri, ma piuttosto per quello che faranno domani. In una parola: no alle leggi retroattive.
Radiazione alla prima grave infrazione, chiedevamo, ma non per chi ha commesso il reato ieri, ma per chi lo compirà domani. Caro Renato, carissimi componenti del consiglio federale, non è tollerabile una legge che guardi indietro anziché davanti al proprio naso. E poi è mai possibile che il nostro sport, già tormentato da mille e più problemi, dove regna la confusione più assoluta, arrivi a poche ore da una sfida tricolore e atlete come la Bastianelli e la Cucinotta scoprano di non poter avere più i requisiti per poter correre gli «assoluti»? E’ mai possibile che Basso, Di Luca, Scarponi, Petacchi e via elencando possano correre Giro, Tour e Vuelta ma mai più un tricolore e una prova mondiale con la maglia azzurra dopo aver scontato la pena a loro comminata? In questo modo si va a legittimare anche la presa di posizione degli organizzatori di Giro Tour o Vuelta che potrebbero dire e fare la stessa cosa: se non sono buoni per il re (leggi Federazione) non sono buoni neanche per la regina (organizzatori).
Di fatto la Federciclismo, con questo provvedimento, ha svalutato il valore di questi atleti, ne ha ridotto il potere contrattuale, anche se questo sarà un problema dei loro procuratori e dei loro team di appartenenza.
La questione è un’altra: varare nuove norme con valenza retroattiva. Lo stesso presidente federale converrà con noi sulla necessità di regole ferme e chiare. Ogni tesserato deve sapere cosa rischia e cosa è tenuto a fare per stare nelle regole. Con un’appropriata modifica dello statuto potremmo anche arrivare a varare un regolamento che proibisca a chi ha i baffi di sedere sulla poltrona più alta della Ferciclismo. Oppure che per essere eletti si debba aver fatto la scuola alberghiera: basta saperlo, basta che lo si decida. Non è tollerabile che si arrivi al voto e poi si dica: e no, da ieri è stato deciso che il presidente della federazione può essere solo un maschio o una femmina di età non superiore ai dieci anni. In verità a ben pensarci questa norma retroattiva sembra stata fatta proprio da dei bambini, e anche un po’ antipatici.

Pier Augusto Stagi
direttore di tuttoBICI e tuttobiciweb.it
 
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#20
Delibera federale: in materia il Cio si è rivolto al Tas
La delibera federale approvata oggi sul divieto di partecipare ai tricolori e di indossare la maglia azzurra ai ciclisti rientrati dopo una squalifica per doping, non è una novità assoluta. Anzi lo stesso CIO ha pensato di adottarla escludendo dai Giochi Olimpici gli atleti squalificati in passato, ma prima di emanare la norma in vista dei Giochi di Londra 2012 il Comitato Olimpico Internazionale si è rivolto al Tas, che si esprimerà in settembre. E questo articolo firmato da Massimo Bignolo e pubblicato da Olimpiadi.blogosfere.it lo spiega molto bene.

Poco prima delle Olimpiadi di Pechino, al fine di combattere la piaga del doping, il Comitato Olimpico Internazionale introdusse un ulteriore criterio di eliggibilità alla partecipazione ai Giochi Olimpici nell'Olympic Charter:"ogni atleta che riceve una sanzione superiore ai sei mesi per doping non potrà partecipare alle Olimpiadi successive alla data del termine della sanzione".

Il provvedimento, decisamente condivisibile, ripropone in forma più lieve quanto previsto, ad esempio, dal Comitato Olimpico Britannico che sin dal 1992 ha deciso di escludere a vita gli atleti squalificati per una colpa grave in materia di doping.

La decisione del CIO ha trovato molti sostenitori ma anche critici che basano le loro proteste sul fatto che si tratterebbe di una seconda punizione per una infrazione già sanzionata mentre i sostenitori parlano non di punizione di semplicemente di non eliggibilità.

In vista delle Olimpiadi di Londra ci si attende un uragano di ricorsi al TAS, il Tribunale Amministrativo Sportivo, di Losanna, l'organismo indipendente che nei prossimi giorni si dovrà
pronunciare sul caso Contador. I casi sono molti e oltre alle situazioni lineari con squalifiche nel corso del quadriennio, vi sono anche situazioni più complesse e discutibili come quelle relative agli atleti trovati colpevoli tra giugno e agosto 2008 che, di fatto, rischiano l'esclusione da due edizioni delle Olimpiadi.

Un caso è quello della nuotatrice statunitense Jessica Hardy, squalificata per uso di clenbuterolo ai Trials americani ad inizio luglio 2008 ed esclusa dalle Olimpiadi di Pechino; caso del tutto analogo è quello della ciclista azzurra Marta Bastianelli, trovata positiva il 5 luglio 2008 alla fenfluramina e squalificata per due anni.

Al fine di evitare una pioggia di ricorsi individuali che peraltro avrebbero potuto avere luogo solo dopo la qualificazione di un atleta "soggetto" alla regola alterando tutti i sistemi di selezione, il CIO e il Comitato Olimpico Statunitense hanno rischiesto al TAS un pronunciamento che, sebbene richiesto per il caso Hardy, sarà di contenuto generale al fine di fare giursiprudenza in materia.

tuttobiciweb.it
 
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