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Olimpiadi, Di Rocco: «Dobbiamo sanare la ferita Rebellin»
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Olimpiadi, Di Rocco: «Dobbiamo sanare la ferita Rebellin»
«Al ciclismo azzurro si attribuisce una medaglia. Spero che questo bottino possa raddoppiare se non triplicare». C'è' ottimismo in Renato Di Rocco a due giorni dalla prova su strada olimpica per professionisti, quella che, per intenderci, gli addetti ai lavori danno già nel palmares dell'idolo di casa, Mark Cavendish. «E' lui il favorito - ammette il numero uno della Federciclo - sia per il tipo di percorso che per come è uscito dal Tour, vincendo le due ultime volate (a Brive la Gaillarde e ai Campi Elisi, ndr). E poi ha un compagno come Wiggins, il vincitore della maglia gialla».
La Nazionale di Bettini potrà contare nello spunto veloce di Elia Viviani, ai Giochi anche come pistard, ma anche sull'esperienza di Vincenzo Nibali e Luca Paolini: «I due hanno già vissuto il clima olimpico ed hanno una grande condizione maturata sulle strade del Tour. Modolo? Sta bene ma arrivò secondo al test event alle spalle di Cavendish su un tracciato ristretto, quello riservato alle donne».
L'Italbici deve anche far dimenticare la 'ferita' inferta a tutto il movimento dall'argento 'dopato' di Davide Rebellin: «C'è voglia di sanare un fatto che ci è costato tantissimo. E' stata la medaglia nera dell'olimpismo azzurro, ancora non abbiamo rimosso la ferita: speriamo di farlo già qui a Londra».

(da italpress)
 
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