Login Registrati Connettiti via Facebook



Non sei registrato o connesso al forum.
Effettua la registrazione gratuita o il login per poter sfruttare tutte le funzionalità del forum e rimuovere ogni forma di pubblicità invasiva.

Condividi:
Campionati del mondo 2013 - Louisville
#21
Ho perso un po di interesse verso questa disciplina, dopo che Albert e Stybar stavano oramai monopolizzando la Coppa del Mondo. Comunque ho visto questo mondiale, e devo dire che è stata una bella gara, era da tanto che non ne vedevo una così bella, e sono contento per Nys, che in un modo o nell'altro perdeva sempre il mondiale. Mi è piaciuta l'azione coraggiosa di Mourey e la grande regolarità di Van der Haar. Penso che Nys avrebbe vinto anche senza i problemi di Pawuels e Vantournout, voleva troppo sta vittoria per lasciarsi sorprendere ancora una volta...
 
Rispondi
#22
Mondiali Ciclocross 2013: Sven sfata la maledizione - Dirompente Nys, torna iridato dopo otto anni. Italia: Franzoi 14°

Appena l'anno scorso a Koksijde, subito dopo l'ennesima delusione iridata, Sven Nys si era sfogato arrivando addirittura a dire che non avrebbe mai più partecipato ad un Campionato del Mondo: raro che un campione come lui si lasci sopraffare dalla rabbia e per fortuna Sven non ha mantenuto fede alle sue parole. Otto anni dopo Sankt Wendel 2005 il Cannibale di Baal è tornato sul gradino più alto del podio mondiale: due maglie iridate sono forse poche nella carriera di un corridore che ha fatto la storia di questo sport, ma per sconfiggere la maledizione che lo ha sempre accompagnato nella gara più importante della stagione s'è dovuti addirittura volare dall'altra parte dell'Oceano Atlantico.

A 36 anni (a giugno saranno 37) questo successo aggiunge un'altra perla alla carriera di Nys, forse che mancava più di ogni altra, ma inevitabilmente aprirà anche interrogativi sul futuro, alimentati inevitabilmente dallo stesso campionissimo belga: «Questa vittoria è più bella della prima e adesso la mia carriera è completa», ha dichiarato Nys dopo la corsa, aggiungendo poi che non è il momento per fare dichiarazioni sul futuro. Ma se quest'anno ha dimostrato ancora una volta di essere irraggiungibile per chiunque quando le cose girano bene e siamo sicuri che quella voce che lo ha spinto a tornare ancora una volta ai Mondiali nonostante tutto lo spingerà anche a regalare ai tifosi un'altra splendida annata da protagonista in maglia iridata.

Che potesse una giornata ottima per il corridore della Crelan lo si è era già capito ieri appena appresa la notizia dell'anticipo di un giorno della gara: nelle dichiarazioni riportate dai media fiamminghi, Nys era infatti risultato il più tranquillo assieme a Pauwels, tutto il contrario di Albert e Wellens, apparsi più nervosi e lanciatisi in pesanti critiche contro l'organizzazione. Il primo Mondiale extraeuropeo della storia, nonostante questo problema, ha regalato un bello spettacolo nella categoria élite uomini, una corsa combattuta e incerta fino all'ultimo.

Rispetto alla prima gara del mattino, quella degli junior, il percorso è cambiato radicalmente: il fondo duro, ghiacciato e innevato ha infatti lasciato posto al fango che ha appesantito il tracciato americano di Louisville ed alzato sensibilmente i tempi sul giro. In partenza è stato subito Rob Peeters a mettersi davanti, seguito da un lungo trenino di connazionali, ma a metà del primo giro si sono piazzati in testa il francese Francis Mourey ed il ceco Martin Bina. Esaltante anche la partenza di Marco Aurelio Fontana: scattato dalla quarta fila, il campione italiano è balzato in sesta posizione in poche pedalate e poi è riuscito a risalire ancora fino alla terza posizione alle spalle di Mourey e Bina; purtroppo la febbre dei giorni scorsi e un fondo non proprio ideale per le sue caratteristiche, unito ad un problema al cambio che lo ha colpito quando si trovava lontano dai box, lo hanno ricacciato indietro fino al 26° posto finale. Peccato.

Intanto all'inizio del secondo giro, con un leggero nevischio che ha rincominciato a cadere, Francis Mourey ha attaccato da solo riuscendo a guadagnare una quindicina di secondi sugli inseguitori. Tattica rischiosa, quella del francese, ma a volte può dare i suoi frutti: dopo tre giri in testa Mourey è stato ripreso da Pauwels all'inizio del quinto giro e subito dopo sono rientrati anche Nys e Vantornout. Non il campione uscente Albert, che per tutta la gara, complice anche una foratura al primo giro, è rimasto ad inseguire ad una manciata di secondi senza mai riuscire a riprendere contatto col primo gruppetto.

Il primo episodio decisivo della corsa è avvenuto sul finire del sesto giro, a poco più di tre tornate dalla conclusione. Dopo aver perso la Coppa del Mondo a Hoogerheide, Kevin Pauwels viene tradito ancora una volta da un salto di catena, problema non nuovo in casa Sunweb: il belga è costretto a fermarsi due volte e passando dalla terza alla 15a posizione; addio sogni iridati per lui. Lo stop di Pauwels ha creato anche un buco alle spalle di Nys e Vantornout che si sono involati così verso i primi due posti del podio. Il buco ed un successivo problema hanno fatto uscire Mourey dalla lotta per il podio in cui, però, anche Niels Albert dura poco: gli ultimi due giri sono stati un calvario per il vincitore della Coppa del Mondo che prima è stato ripreso dall'olandesino volante Lars Van der Haar (classe '91, il ragazzo...) e poi ha forato ancora andando a chiudere la gara in ottava posizione.

Davanti intanto Nys ha fatto le prove generali di attacco e nel corso del penultimo giro ha tentato due piccoli allunghi, uno al passaggio sotto al traguardo, l'altro subito dopo le barriere. Niente di definitivo comunque perché Vantornout ha chiuso sempre bene ma è lì che Nys ha capito di dover affrontare il testa la sezione più tecnica del circuito: all'ultimo giro, con la nevicata che è diventata più fitta a voler rendere ancor più epico il finale, il Cannibale di Baal ha attaccato subito prima della scalinata naturale, nella foga del momento Vantornout ha perso un briciolo di lucidità e nel voler chiudere troppo presto una curva il piede è rimasto agganciato nelle transenne; ha perso pochi metri ma cruciali. Nel saltare gli ostacoli Nys ha allungato ancora e nonostante una leggera sbavatura nella penultima curva è riuscito ad arrivare a braccia alzate sul rettilineo finale: alla fine il distacco tra i due è stato di appena 2".

Spettacolare quindi Nys che s'è confermato un vero cannibale in questi finali incerti uno contro uno e spesso è riuscito a fare la differenza più con la classe e l'esperienza che con le sole gambe. Onore comunque a Klaas Vantornout, forse il corridore che più si è migliorato in questa stagione: per lui la vittoria nel campionato belga era stata una soddisfazione immensa ma quando si arriva così vicini ad un Mondiale un po' di amaro in bocca è inevitabile che resti, a maggior ragione se c'è un piccolissimo errore nel finale che ti può dare dei rimpianti.

Se però un campione oggi ha messo la ciliegina sulla torta della sua carriera, bisogna fare i complimenti ad un ragazzino che forse a Louisville ha messo il primo tassello di una brillante carriera. A soli 21 anni Lars Van der Haar è salito sul podio conquistato un bronzo dal grandissimo spessore: i suoi coetanei hanno gareggiato prima nella gara Under 23. Lui, dopo aver vinto tutto il possibile nella categoria, ha deciso di saltare tra gli élite con un anno di anticipo e subito è stato capace di dare filo da torncere ai fenomeni più affermati. L'anno prossimo i Mondiali saranno proprio in Olanda ad Hoogerheide e allora un terzo posto potrebbe anche già essere considerato un risultato insoddisfacente.

Un applauso va anche al 34enne Bart Wellens, quarto al traguardo. Chiudiamo invece completando il discorso azzurro perché oltre a Fontana in gara c'era anche Enrico Franzoi che ha terminato con un discreto 14° posto a 2'38" da Nys: Enrico non è partito bene ma ha progressivamente recuperato posizioni, anche se la top 10 è rimasta distante quasi un minuto.

Sebastiano Cipriani, cicloweb.it



Mondiali Ciclocross U23-Juniores 2013: È tutta Olanda quella che luccica - Teunissen e Van der Poel iridati. Male l'Italia

Lo chiamano Kentucky, ma oggi sembrava veramente una succursale dell'Olanda. Nel ciclocross, da anni quasi monopolizzato dal Belgio (con importanti eccezioni come Stybar), qualcosa si muove, qualcosa che in prospettiva va a cambiare in maniera radicale gli equilibri tra le forze in campo. E nella mattinata di Louisville, al Mondiale riassunto per motivi meteorologici in un'unica giornata (4 prove in rapida sequenza), abbiamo assistito a un tripudio arancione, che non ha lasciato spazio ad altri colori, ad altre bandiere che non fossero quella rosso-bianco-azzurra dei Paesi Bassi.

Di Marianne Vos, che fa categoria a sé, parliamo a parte; intorno alla prova femminile dominata dalla Divina di Meeuwen, si sono disputate le gare degli Juniores e degli Under 23. Nella prima c'era un solo ed unico favorito, Mathieu Van der Poel, che si presentava al via con un record di 25 vittorie su 25 gare disputate in stagione (oltre che come campione uscente). Appena scattata la prova, Van der Poel si è subito involato: gli saranno serviti quanti, 100, 200 metri, per prendere margine? Fatto sta che prima di metà primo giro il neodiciottenne (ha compiuto gli anni il 19 gennaio) era già nettamente in vantaggio sul secondo, il connazionale Budding.

Per i nostri colori tutto l'interesse verteva su Gioele Bertolini, reduce da buoni risultati anche in campo internazionale: nel primo giro il valtellinese ha tenuto il ritmo dei belgi Cleppe, Boets e Peeters, ma già nella seconda tornata l'azzurro ha perso terreno, pagando lo scotto di qualche problema di salute (il ritiro italiano è stato colpito da un'epidemia di febbre nell'immediata vigilia dell'appuntamento iridato). Con Gioele fuori causa, con Van der Poel che continuava a guadagnare metro dopo metro in testa, e con Budding che difendeva ottimamente la sua seconda posizione, è stata la lotta per il bronzo a prendersi il proscenio.

L'americano Owen, per la gioia degli astanti, è stato protagonista di una buona fase centrale della gara, rimontando sui belgi (bene Cleppe e Peeters, mentre Boets ha via via perso terreno) e permettendosi anche di imporre il ritmo nel quinto e penultimo giro. Purtroppo per lui, un salto di catena l'ha frenato sul più bello, proprio mentre emergeva prepotentemente il ceco Toupalik, diventato così il primo rivale dei belgi per il bronzo. All'ultimo giro, ai piedi di una scalinata, proprio Toupalik ha un po' stretto (in maniera comunque ortodossa) Peeters, facendolo scivolare e approfittando della cosa per allungare (Cleppe era qualche metro più indietro).

La prospettiva del bronzo ha messo le ali ai piedi a Toupalik, che ha controllato perfettamente la situazione, non curandosi del fatto che - ad esempio - un orgoglioso Owen faceva di tutto per rimontare sui belgi, andando infine a piazzarsi al quarto posto davanti a Cleppe. Sesto è stato lo svizzero Grab, davanti a Peeters (sfaldatosi nel finale) e agli altri belgi Hermans e Boets. Il francese Vincent ha chiuso la top ten; Manuel Todaro, 16esimo a 3'31" da Van der Poel, è il migliore dei nostri; ventesimo Nadir Colledani, solo 22esimo Bertolini.

Ancora peggio è andata, per la spedizione azzurra, tra gli Under 23: il ct Fausto Scotti schierava un solo uomo, Daniele Braidot, che si è ritirato nel corso della prova senza aver dato alcun cenno di sé finché è rimasto in gara. Spazio quindi alla descrizione della lotta per l'iride, che ancora una volta parla olandese. Proprio gli oranjes sono partiti "a blocco", imponendo il loro ritmo già nel primo giro, al termine del quale si sono isolati in testa Mike Teunissen e il belga Wietse Bosmans: in pratica i due favoriti della vigilia. A seguire, per l'Olanda David Van der Poel, Eising e Van Kessel, per il Belgio Vanthourenhout, Van Aert, Sweeck, Vermeersch e Adams; per il resto del mondo, il ceco Nipl (unico non belga-olandese tra i primi). Poca gloria per lui, però, visto che già nel secondo giro una caduta l'ha rallentato parecchio (alla fine ha chiuso al 17esimo posto).

Non è stato l'unico, Nipl, a cadere nel secondo giro: è toccato, verso la fine della tornata, anche a Teunissen, che con uno scivolone ha lasciato campo libero a Bosmans prima di entrare in una fase di malinconia in cui si è fatto raggiungere e superare da Van Aert, Eising, Vanthourenhout e Sweeck. Nel quarto giro è però iniziata la riscossa dell'olandese, che si è dapprima riportato sul connazionale Eising e su Van Aert (in quel momento i primi inseguitori di Bosmans, a una quindicina di secondi dal battistrada); e che poi, dopo una scivolata di Eising ai piedi di una rampa con dossetti, ha preso il coraggio a piene mani allungando su Van Aert.

Anche Bosmans, che fino a quel momento sembrava avere ormai la vittoria in tasca, è incappato in uno scivolone, che forse avrà rotto qualche sottile equilibrio psicologico, visto che da lì in avanti il belga ha perso la brillantezza che aveva esibito nella prima metà della prova. E ha iniziato a subire l'inseguimento, ora più veemente, di Teunissen. Un inseguimento che è stato coronato nel quinto giro, allorché l'olandese ha raggiunto l'avversario, con Van Aert che era giusto qualche secondo dietro ai due.

Tanto che nel sesto giro pareva che anche il secondo belga potesse rientrare, ma una sgasata di Bosmans ha ricacciato indietro l'altro fiammingo, non facendo però impressionare Teunissen, che col passare dei minuti si sentiva sempre più forte e che rispondeva colpo su colpo alle accelerazioni del compagno d'azione.

Alla fine del sesto e penultimo giro, il momento decisivo: Teunissen ha sprintato come se fosse al traguardo, e ciò gli ha permesso di prendere quei 10 metri sull'avversario, che poi sono diventati 15, e poi 20, e poi una distanza incolmabile, per un Bosmans che si trovava a inseguire un rivale ormai in piena grazia, lanciato sulle ali dell'entusiasmo verso la maglia iridata, che va a fare il paio col titolo europeo vinto dallo stesso Teunissen.

Bosmans ha pagato alla fine 14", Van Aert a 22" completa il podio. Nei 10, altri 3 olandesi (Eising quarto, Van der Heijden - emerso nel finale - settimo e Van Kessel nono) e 4 belgi (Adams quinto, Sweeck sesto, Vanthourenhout ottavo e Vermeersch decimo).

Vista da qui, dalle gare giovanili di Louisville, anche nel prossimo decennio la lingua ufficiale del ciclocross sarà il fiammingo-olandese, ma con una netta inversione di tendenza, visto che proprio gli oranjes sembrano quelli più promettenti: tra gli élite c'è già Van der Haar che cresce benissimo; tra un po' arriveranno a dargli man forte una serie di interessantissimi connazionali. L'Italia attende sempre il suo Godot (sperando che Bertolini, al netto di guai e guaietti, possa interpretare un ruolo di primo piano in questa disciplina. Ne avrebbe le potenzialità, ma deve crescere ancora molto.

Marco Grassi, cicloweb.it



Mondiali Ciclocross 2013: Vostruosamente spettacolare - Marianne domina su Compton. Bene Eva Lechner, 6a
Un'illusione durata solamente quattro giri, quella di Eva Lechner. Una speranza di andare a medaglia, fosse argento o fosse bronzo, svanita via via e comunque alla fine rimasta lì, a soli 7". Tanto è il tempo che separa l'altoatesina, 6a, dal terzo gradino del podio, tanta la delusione per un Mondiale che finalmente pareva aver preso la giusta piega.

Intendiamoci, l'unica che avrebbe potuto battere Marianne Vos a Louisville, Kentucky, era oggi Katherine Compton, giunta alle spalle dell'olandese con un ritardo di 1'34": sintomatico di come sia stata dominata la gara dall'olandese che da cinque anni a questa parte conquista la maglia iridata nel ciclocross (e non solo) e che tra le Élite s'è aggiudicata oggi il sesto titolo mondiale.

Tutto sin troppo facile per la fuoriclasse di Meeuwen, una che viene, vede e vince. Partenza bellissima della francese Lucie Chainel-Lefevre ed anche la nostra Eva Lechner è molto avanti, in mezzo ad un treno arancione formato da Vos, Van Paassen e Stultiens. Dietro una brutta caduta di gruppo fa subito fuori una delle atlete più attese, la Campionessa d'Europa Helen Wyman. La britannica, subito a terra, riparte con molto ritardo e chiuderà 13a.

Davanti chi conduce le danze è la Chainel-Lefevre, con a ruota un'attenta Vos, la nostra Lechner e le altre a seguire. Katie Compton resta indietro (le partenze non sono il suo forte) e perde ulteriore terreno quando in salita Sabrina Stultiens scivola, bloccando metà gruppo, tra cui la classe '78 di Chattanooga. Dopo poco più di mezzo giro alla ruota della Chainel-Lefevre la Vos approfitta di una scivolata della francese per allungare.

Eva Lechner e Sanne Van Paassen inseguono con la Chainel-Lefevre, ripresasi rapidamente, ma ormai il Fenomeno ha guadagnato qualche metro ed al primo passaggio sul traguardo ha già 13" sulla Lechner, 14" su Chainel-Lefevre, 15" su Van Paassen e 27" su una Compton in rientro.

Finisce qui, nel bene, la gara di Marianne Vos, leggiadra e sicura, in costante progressione, altro pianeta rispetto ad ogni avversaria. Una marcia solitaria verso una vittoria alla vigilia difficile, non impossibile, sicuramente per nulla scontata.

La Compton era la rivale più accreditata e dopo la partenza mal riuscita la statunitense s'è rifatta sotto, tanto che al quarto giro, dopo essere rimasta con la ceca Katerina Nash, allunga e si riporta sul duo formato da Lechner e Van Paassen (Chainel-Lefevre, scivolata in discesa, aveva perso posizioni).

La statunitense passa in tromba la nostra Lechner e Van Paassen e si porta sola alla conquista dell'argento (l'oro è ormai in tasca della Vos, avanti di 1'07" rispetto a Compton). Dietro Lechner e Van Paassen pagano 1'23" dalla Vos mentre la Nash è ancora più in ritardo. Negli ultimi due giri la Lechner paga forse la partenza sprint, forse le altre che hanno qualcosa in più e scivola in sesta posizione.

Nell'ultima tornata succede di tutto. Quando l'oro e l'argento sono ormai congelati, rispettivamente destinati a Vos e Compton, ed il bronzo andrebbe ad una meritevole Katerina Nash, ecco che Chainel-Lefevre, Van Paassen e Lechner si rifanno sotto. Pochi secondi rosicchiati e Chainel-Lefevre attacca nuovamente, approfittando di una rampa affrontata male dalla Nash.

Dall'ultima curva, con Compton che ha già tagliato il traguardo, esultante per il prezioso argento, Nash esce in testa ma rimontando in bicicletta per lo sprint finale un salto di catena la blocca. Il bronzo diventa a poco a poco, lentamente, medaglia di legno, con Chainel-Lefevre che sprinta con le ultime forze rimaste e supera la povera atleta ceca.

Van Paassen è 5a davanti ad una Eva Lechner distante solo 7" dal bronzo. La svizzera Achermann precede Stultiens, Van Loy e la statunitense Antonneau, che chiude la top ten. Le altre azzurre vanno molto bene, specialmente la classe '94 Alice Maria Arzuffi che chude sì a 4'09" dalla Vos ma con una 14a piazza meritatissima. Bene anche Francesca Cauz, 23a a 5'07", ottima la prova più per fare esperienza che per un risultato non certo richiesto alla portacolori della Top Girls.

Chiude con un inchino, Marianne Vos, bizzarro modo di esultare per lei, sempre molto uniforme nello sprigionare gioia su un traguardo. Evidentemente il Mondiale di ciclocross l'olandese lo sente ancora parecchio, nonostante nuovi stimoli (leggasi MTB) siano all'orizzonte. Un inchino rivolto al pubblico e che chiunque abbia avuto il piacere di ammirare l'iridata di ogni specialità, l'attuale Campionessa del ciclismo, ricambia molto volentieri. Senza spendere troppe parole, senza dilungarsi in troppi elogi, nonostante siano ampiamente meritati, ma aggiungendo una sola parola: chapeau!

Francesco Sulas, cicloweb.it
 
Rispondi
#23
RISULTATI

uomini juniores
1. Mathieu VAN DER POEL (NED), in 40:47
2. Martijn BUDDING (NED), in 41:44
3. Adam TOUPALIK (CZE), in 42:06
4. Logan OWEN (USA), in 42:10
5. Nicolas CLEPPE (BEL), in 42:12
6. Dominic GRAB (SUI), in 42:20
7. Yannick PEETERS (BEL), in 42:25
8. Quinten HERMANS (BEL), in 42:34
9. Ben BOETS (BEL), in 42:49
10. Leo VINCENT (FRA), in 43:20
11. Curtis WHITE (USA), in 43:30
12. Richard JANSEN (NED), in 43:40
13. Kobe GOOSSENS (BEL), in 43:40
14. Clement RUSSO (FRA), in 44:07
15. Karel POKORNY (CZE), in 44:07
16. Manuel TODARO (ITA), in 44:18
17. Jake WOMERSLEY (GBR), in 44:23
18. Jack RAVENSCROFT (GBR), in 44:33
19. Peter DISERA (CAN), in 44:39
20. Nadir COLLEDANI (ITA), in 44:50
21. Marco KÖNIG (GER), in 45:01
22. Gioele BERTOLINI (ITA), in 45:08
23. Billy HARDING (GBR), in 45:11
24. Jan VASTL (CZE), in 45:25
25. Maxx CHANCE (USA), in 45:45
26. Adam KING (GBR), in 45:50
27. David LOMBARDO (USA), in 45:51
28. Trevor PEARSON (CAN), in 45:59
29. Elie GESBERT (FRA), in 46:00
30. Isaac NILES (CAN), in 46:23
31. Stephen BASSETT (USA): DNF
32. Neil SYMINGTON (CAN): DNF
33. Yoshiki YAMADA (JPN): DNF

uomini under 23
1 Mike Teunissen (Netherlands) 0:48:40
2 Wietse Bosmans (Belgium) 0:00:14
3 Wout Van Aert (Belgium) 0:00:22
4 Tijmen Eising (Netherlands) 0:00:35
5 Jens Adams (Belgium) 0:00:38
6 Laurens Sweeck (Belgium) 0:00:54
7 Michiel Van Der Heijden (Netherlands) 0:01:05
8 Michael Vanthourenhout (Belgium) 0:01:15
9 Corne Van Kessel (Netherlands) 0:01:29
10 Gianni Vermeersch (Belgium) 0:01:34
11 Zach Mcdonald (United States Of America) 0:01:42
12 Kenneth Hansen (Denmark) 0:01:50
13 Michael (Jr) Schweizer (Germany) 0:01:54
14 David Menut (France) 0:01:57
15 Jonathan Lastra Martinez (Spain) 0:01:58
16 Yannick Eckmann (Germany)
17 Vojtech Nipl (Czech Republic) 0:02:16
18 Jakub Skala (Czech Republic) 0:02:37
19 Lars Forster (Switzerland) 0:02:48
20 David Van Der Poel (Netherlands) 0:03:00
21 Clément Venturini (France) 0:03:04
22 Julian Alaphilippe (France) 0:03:20
23 Lukas Müller (Switzerland) 0:03:29
24 Michael Boros (Czech Republic) 0:03:33
25 Andrew Dillman (United States Of America) 0:03:40
26 Fabian Lienhard (Switzerland) 0:03:56
27 Severin Sagesser (Switzerland) 0:04:03
28 Tomas Paprstka (Czech Republic) 0:04:07
29 Josh Johnson (United States Of America) 0:04:19
30 Steven James (Great Britain) 0:05:06
31 Michael Van Den Ham (Canada) 0:05:17
32 Hugo Robinson (Great Britain) 0:05:19
33 Adam Martin (Great Britain) 0:05:47
34 Michimasa Nakai (Japan) 0:06:02
35 Andrew L'esperance (Canada) 0:06:16
-1lap Kohei Maeda (Japan)
-1lap Skyler Trujillo (United States Of America)
-2laps Conor O'brien (Canada)
-3laps Tobin Ortenblad (United States Of America)
DNF Evan Mcneely (Canada)
DNF Emiel Dolfsma (Netherlands)
DNF Daniele Braidot (Italy)

donne elite
1 Marianne Vos (Netherlands) 0:43:00
2 Katherine Compton (United States Of America) 0:01:34
3 Lucie Chainel-Lefevre (France) 0:02:10
4 Katerina Nash (Czech Republic) 0:02:12
5 Sanne Van Paassen (Netherlands) 0:02:15
6 Eva Lechner (Italy) 0:02:17
7 Jasmin Achermann (Switzerland) 0:02:36
8 Sabrina Stultiens (Netherlands) 0:03:06
9 Ellen Van Loy (Belgium) 0:03:18
10 Kaitlin Antonneau (United States Of America) 0:03:19
11 Amy Dombroski (United States Of America) 0:03:26
12 Annie Last (Great Britain) 0:03:36
13 Helen Wyman (Great Britain) 0:04:02
14 Alice Maria Arzuffi (Italy) 0:04:09
15 Jade Wilcoxson (United States Of America) 0:04:14
16 Emily Batty (Canada) 0:04:17
17 Georgia Gould (United States Of America) 0:04:24
18 Sanne Cant (Belgium) 0:04:26
19 Mical Dyck (Canada) 0:04:39
20 Pavla Havlikova (Czech Republic) 0:04:46
21 Christel Ferrier-Bruneau (France) 0:04:48
22 Wendy Simms (Canada) 0:04:56
23 Francesca Cauz (Italy) 0:05:07
24 Pepper Harlton (Canada) 0:05:22
25 Gabriella Day (Great Britain) 0:06:36
-1lap Ayako Toyooka (Japan)
-1lap Julie Lafreniere (Canada)
-1lap Genevieve Whitson (New Zealand)
-1lap Martina Mikulaskova (Czech Republic)
-2laps Chika Fukumoto (Japan)
DNF Meredith Miller
DNS Madara Furmane

uomini elite
1 Sven Nys (Belgium) 1:05:35
2 Klaas Vantornout (Belgium) 0:00:02
3 Lars Van Der Haar (Netherlands) 0:00:25
4 Bart Wellens (Belgium) 0:00:41
5 Philipp Walsleben (Germany) 0:00:44
6 Julien Taramarcaz (Switzerland)
7 Radomir Simunek (Czech Republic) 0:01:15
8 Niels Albert (Belgium) 0:01:19
9 Thijs Van Amerongen (Netherlands) 0:01:31
10 Martin Bina (Czech Republic) 0:01:41
11 Francis Mourey (France) 0:01:54
12 Kevin Pauwels (Belgium) 0:02:04
13 Simon Zahner (Switzerland) 0:02:36
14 Enrico Franzoi (Italy) 0:02:38
15 Bart Aernouts (Belgium) 0:02:48
16 Marcel Meisen (Germany) 0:02:54
17 Lukas Flückiger (Switzerland) 0:03:04
18 Rob Peeters (Belgium) 0:03:16
19 Timothy Johnson (United States Of America) 0:03:20
20 Arnaud Grand (Switzerland) 0:03:32
21 Marcel Wildhaber (Switzerland) 0:03:38
22 Jonathan Page (United States Of America) 0:03:42
23 Aitor Hernandez Gutierrez (Spain) 0:03:58
24 Geoff Kabush (Canada) 0:04:06
25 Jeremy Powers (United States Of America) 0:04:16
26 Marco Aurelio Fontana (Italy) 0:04:27
27 James Driscoll (United States Of America) 0:04:37
28 Javier Ruiz De Larrinaga Ibanez (Spain) 0:05:15
29 Ian Field (Great Britain) 0:05:38
30 Guillaume Perrot (France) 0:05:44
31 Yu Takenouchi (Japan) 0:05:47
32 Romain Lejeune (France) 0:06:00
-2laps Christian Helmig (Luxembourg)
-2laps Craig Richey (Canada)
-2laps Daniel Summerhill (United States Of America)
-2laps Vaclav Metlicka (Slovakia)
-4laps Mike Garrigan (Canada)
-4laps Alexander Revell (New Zealand)
-5laps Hikaru Kosaka (Japan)
-5laps Lewis Rattray (Australia)
-5laps Zoltan Tisza (Hungary)
-5laps Maksym Shepitko (Ukraine)
-6laps David Quist (Norway)
DNF Ryan Trebon (United States Of America)
DNF Twan Van Den Brand (Netherlands)
 
Rispondi
  


Vai al forum:


Utente(i) che stanno guardando questa discussione: 1 Ospite(i)