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Rocco Taminelli: Pellizotti, Contador, Caucchioli e... D'Onofrio
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Rocco Taminelli: Pellizotti, Contador, Caucchioli e... D'Onofrio
Da Pellizotti a Contador a Caucchioli, sono mesi densi di impegni ciclistici, questi, per l'avvocato svizzero Rocco Taminelli.
«Sul caso Contador ritengo sia decisamente troppo presto per pronunciarmi in qualsiasi senso - ha spiegato l'avvocato Taminelli a tuttobiciweb.it - anche perché sto ancora studiando gli incartamenti. L'unica cosa che si può dire, al momento, è che mi sembra difficile che possano essere rispettate le richieste dell'Uci in termini di tempo. Il corso della giustizia, non sempre, è veloce come si vorrebbe e all'Uci ne sono più che consapevoli».

In che senso?
«Nel senso che quando vuole l'Uci è maestra nel prolungare i tempi».

A proposito di tempi, come siamo messi con il caso Pellizotti?
«Qui le cose sono diverse rispetto al caso Contador, perché il primo grado di giudizio è già stato emesso. Entro il 20 novembre il Tribunale depositerà le motivazioni e su queste l'Uci baserà poi il suo ricorso. Ma attenti, ci vorrà più del mese concesso: la tattica che l'Uci adotta in questi casi, infatti, è sempre la stessa e prevede che durante il mese a
disposizione per ricorrere l'Uci richieda l'incartamento completo e solo quando lo riceve fa scattare i 30 giorni per ricorrere. Come dire che dal 20 novembre si rischia concretamente di arrivare ai primi giorni del 2011. Anche perché la cancelleria del Tas si mostra sempre benevola nei confronti dell'UCI... ».

Poi come si procederà?
«Una volta ricevuta la richiesta di arbitrato il Tas nominerà gli arbitri, poi bisognerà fissare una data che vada bene a tutte le parti. Pensate che sia facile? Sappiate che prima di fissare l'udienza per l'arbitrato di Caucchioli l'Uci ha respinto ben tre date nel mese di novembre e siamo arrivati così a metà dicembre».

Facciamo un passo indietro e torniamo al processo di primo grado a Pellizotti: ha fatti discutere la scelta della Procura Antidoping di affidarsi al professor D'Onofrio quale perito di parte. In pratica si sono rivolti a chi aveva esaminato il caso per l'Uci decidendo il rinvio a giudizio di Pellizotti. Non è una scelta strana?
«Sì, perché un perito che deve giudicare il suo stesso operato risulta ovviamente poco credibile. In pratica, affidando la perizia a D'Onofrio la Procura si è precluso qualsiasi valore oggettivo alla perizia stessa. Per noi è stato ovviamente un vantaggio, anche perché se D'Onofrio non fosse stato scelto, al suo posto ci sarebbe stato Botré che avrebbe sostenuto le stesse teorie con ben altro peso».

tuttobiciweb.it
 
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