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Si muove anche Romani Cenni: il Giro d'Italia del 1999 torni a Pantani
#1
Si muove anche Romani Cenni: il Giro d'Italia del 1999 torni a Pantani
Il presidente della Mercatone Uno ha dato mandato al suo legale

A scriverlo è stato Alberto Catalano, giornalista del Tgcom, che due giorni fa ha intervistato l'avvocato Marco Baroncini, il quale ha ricevuto mandato dal presidente della Mercatone Uno (la squadra del Pirata) Romano Cenni di andare a fondo alla questione anche sportiva. Obiettivo? Arrivare a far riattribuire il Giro d'Italia 1999 al campione di Cesenatico.

STRALCIO DELL'INTERVISTA

Il 2 agosto 2014 è cambiato tutto. E' servita l'infinita (e commovente) ostinazione dei familiari di Marco Pantani e il lavoro del loro legale, Antonio De Rensis, ma alla fine la Procura della Repubblica di Rimini ha riaperto le indagini sulla morte del ciclista con l'ipotesi di reato di omicidio volontario. Parallelamente, la procura di Forlì ha aperto un fascicolo a carico d'ignoti sull'esclusione subìta da Marco il 5 giugno 1999 a Madonna di Campiglio, durante il Giro d'Italia che gli avrebbe certamente "regalato" il secondo successo consecutivo "in rosa". Adesso, per gli amanti del Marco-atleta ancor più del Marco-uomo, si profila un possibile "miracolo", ovvero che a Pantani venga assegnato quel Giro d'Italia, poi vinto da Ivan Gotti davanti a Paolo Savoldelli e Gilberto Simoni. Il presidente della Mercatone Uno (il team per cui correva il Pirata, ndr) Romano Cenni, infatti, si è rivolto all'avvocato Marco Baroncini conferendogli il mandato affinché, da un punto di vista esclusivamente sportivo, possa essere riassegnato il Giro d’Italia del 1999 in primis a Marco Pantani come corridore e, quindi, alla Mercatone Uno come squadra.

Avvocato Baroncini, diciamolo subito: lei ha preso questo incarico perché convinto che debba emergere una verità nascosta per dieci anni?
«Sono assolutamente convinto del fatto che Marco Pantani non debba essere "riabilitato", poiché si riabilita chi ha commesso un illecito; invece deve essere giustamente qualificato come uno dei più grandi ciclisti italiani e atleta di tutti i tempi».

Marco quel Giro lo stava dominando e sapeva bene che tutti i primi dieci in classifica sarebbero stati sottoposti a un controllo ogni mattina nell'ultima settimana di gara: è più facile pensare a un complotto, a un errore o ad altre ipotesi?
«Non posso dire se si fosse trattato di un complotto, di un errore o di altre ipotesi, quello di cui sono certo è che stanno emergendo elementi nuovi che, uniti a quelli già valutati, dimostrano che la decisione adottata nei confronti di Marco Pantani e, di conseguenza, della squadra Mercatone Uno, debba essere modificata e revisionata, secondo i presupposti e i criteri previsti, in questo senso, dall’art. 37 delle Norme Sportive Antidoping del Coni che disciplina il giudizio di revisione».

La Mercatone Uno cosa vuole ottenere?
«Come detto, la Mercatone Uno e, in particolare, il suo presidente, Romano Cenni, vorrebbero unicamente che a Pantani venisse ridato ciò che gli è stato ingiustamente tolto, così come a tutta la squadra».

Per leggere tutta l'intervista clicca QUI

tuttobiciweb.it
 
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#2
Mi sembra una grandissima belinata. Pantani è stato estromesso da quel Giro d'Italia che poi è stato vinto da Gotti, non è stato squalificato dopo la conclusione della corsa quindi quel Giro è di Gotti, punto e basta. Allora diamo il Tour 2006 a Vinokourov che avrebbe battuto Landis e Pereiro con una gamba sola.

Ho tifato Pantani come pochi altri corridori ma si sta rasentando il ridicolo, diamogli anche un Nobel per la pace postumo a sto punto.
 
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#3
Era un Giro che cmq stava dominando a 2 tappe dalla fine. Giusto che glielo ridiano postumo...
 
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#4
LOL che assurdità, Pantani non ha finito il giro, non ha corso delle tappe. Siamo alla farsa più totale.


se Pantani fosse vivo, a nessuno passerebbe per la testa questa cosa. Che bestialità santoddio
 
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#5
Ma più che altro, la vogliamo provare sta cosa del complotto? Perché non so se è chiaro, ma non ci sono né prove né indizi, ci sono solo sospetti, supposizioni e una testimonianza di quinta mano di un assassino seriale
 
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#6
«Rinuncio al Giro per Pantani»
Gotti, vincitore del ’99: se annullano la squalifica a Marco pronto a cedere il titolo

Quasi si scusa, Ivan Gotti, per aver vinto quel Giro d’Italia. È l’edizione del ’99, quella in cui Marco Pantani, lanciatissimo verso la conquista della corsa rosa, viene fermato alla penultima tappa dai controlli dell’Uci: ematocrito troppo alto, sospeso dal Giro e carriera compromessa. Quel 5 giugno a Madonna di Campiglio il Pirata comincia a la sua inesorabile discesa nell’inferno della depressione prima e della cocaina poi. La procura di Rimini su quei fatti ha aperto un’inchiesta per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva ipotizzando un complotto legato alle scommesse clandestine della camorra. Indagine che segue quella di Rimini per ribaltare la causa della morte, il 14 febbraio 2004, da overdose a omicidio volontario. Ora il patron della Mercatone Uno, la squadra storica del Pirata, Romano Cenni, chiede alla giustizia sportiva l’annullamento di quella squalifica e l’assegnazione al campione cesenate del Giro del ’99. Edizione vinta, con la morte nel cuore, da Ivan Gotti. «Accetterò con serenità le decisioni che arriveranno», dichiara a Il Tempo il ciclista bergamasco, due vittorie al Giro, nel ’96 e nel ’99. «Riscrivere la storia di quella corsa non è un problema rispetto a quanto successo al povero Marco. Se assegnassero a lui quel Giro non mi sentirei privato di qualcosa. Sono pronto a rinunciare». Come detto Gotti quasi si scusa per aver vinto sul Mortirolo conquistando la maglia rosa, indossata fino alla passerella di Milano. «Quel giorno ho fatto la mia tappa. Ero secondo (dietro a Savoldelli, ndr), qualcuno doveva pur vincere».

Romano Cenni ha deciso di punto in bianco, una sera a cena, di fare la sua parte per restituire dignità al suo campione. Ha dato mandato all’avvocato Marco Baroncini di indagare sulla possibilità di richiedere l’annullamento della sospensione «per tutela della salute dell’atleta», come recitava - con molta ipocrisia - la formula usata a quei tempi. Il legale milanese sta lavorando per produrre nuove evidenze relative soprattutto alla metodologia scientifica usata per il prelievo. Certo, anche se dovesse cadere la sospensione per squalifica la vittoria a tavolino del Giro non sarebbe automatica. «Esiste un precedente, però - spiega il legale - il rallista Umberto Scandola nel 2012 fu fermato in una tappa del campionato italiano da alcuni chiodi sulla strada. Dimostrammo che erano stati messi dolosamente e gli fu assegnata la vittoria che lo portò al titolo». I chiodi erano stati fissati su una banda di plastica messa di trasverso sulla strada. Una prova inoppugnabile. Oggi si tratta di dimostrare la presunta manomissione di una provetta di sangue presa 15 anni fa. «Per ora non c’è la certezza del dolo ma solo un dubbio - conclude Baroncini - ma è sempre il dubbio che porta alla verità».

Davide Di Santo - Il Tempo

http://www.iltempo.it/cronache/2014/10/2...-1.1335477
 
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#7
Con tutto il rispetto per Marco di cui sono stato tifoso, però fosse stato pulito in carriera..

Gershwin non preoccuparti le cose si fanno anche all'italiana, ovvero Giro a Pantani e nessuna prova del complotto (che per quanto ne so potrebbe anche esserci stato boh)
 
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#8
E' solo una boutade per farsi pubblicità e per far parlare di sè. Anche se fosse accertato il complotto, non penso proprio ci sia nessun presupposto legale che possa far assegnare la vittoria a Pantani.
 
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