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Stuart O'Grady
#1
in arrivo
 
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#2
Cade lo sciatore O'Grady e si rialza con le costole rotte
La passione per lo sci è costata cara a Stuart O'Grady: il 37enne australiano, infatti, si è rotto varie costole in un incidente occorsogli sulle Alpi Svizzere. Passato al Team Luxembourg, O'Grady spera di riuscire a recuperare in tempo per l'esordio ufficiale programmato per il Tour Down Under che scatterà il prossimo 16 gennaio.

tuttobiciweb.it
 
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#3
O'Grady si dice fiducioso sul suo infortunio. Crede infatti che non avrà problemi a partecipare alle classiche promaverili, che anzi dovrebbe gia essere in sella al Tour Down Under.
 
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#4
O'Grady: lasciatemi la Roubaix
La prima squadra australiana di World Tour ha esordito ufficialmente al Tour Down Under e per il suo uomo simbolo, Stuart O’Grady, 38 anni, la sorpresa è stata grande: «Ap­pena nata, GreenEDGE è già conosciuta dall’uomo della strada. De­ci­samente è un grande inizio. È l’ennesima dimostrazione che il ciclismo è ormai una grande realtà in Au­stralia, abbiamo vinto il Tour de France e il mondiale con Cadel Evans e molte classiche. È incredibile quel che è accaduto da quando ho debuttato 17 anni fa: quando ci penso de­vo darmi un pizzicotto per dirmi che è tutto vero».
Stuart viveva in un camper alla periferia nord di Roubaix quando Roger Legeay lo ha ingaggiato nel 1995 per la sua Gan, puntando soprattutto sulle sue doti di pistard. Leggeva tutto della classica del pa­vè, storpiava in Duclosse il nome del vincitore di quell’anno Gilbert Duclos-Lassalle e non pensava certo di riuscire a farla sua nel 2007.
«Questa continua ad essere la mia corsa è l’età non conta: Duclos Lassalle ha vinto a 39 anni, questa è una corsa fatta per gente vecchia e potente. Proverò a vincerla, statene certi. Mentre in tutte le altre classiche sarò al servizio dei giovani».
Dopo aver compiuto i trent’anni, lo sprinter infatti si è trasformato in un grande uomo squadra: «La mia esperienza è fatta di storie e di corse incredibili disputate con compagni di squadra come Fabian Can­cellara oppure Jens Voigt e i fratelli Schleck. La decisione più difficile che ho dovuto prendere nel ciclismo è stata quel­la di lasciarli: sei anni in ca­mera con Fabian, confesso di averci pensato bene prima di decidere. Ma la mia anima alla fine mi ha detto di seguire Shayne Ban­nan (il manager della GreenEdge), che conosco da vent’anni; Matt White (il di­rettore sportivo) che mi ha aiutato a vincere la Classica di Amburgo nel 2004 alla Cofidis e patron Gerry Ryan, che era il fi­nanziatore della mia prima squadra giovanile ad Adelaide.»
L’impegno di O’Grady nella GreenEDGE è totale e va al di là dei due anni di contratto che ha firmato: «Non so se diventerò un manager, un tecnico o cosa accadrà alla fine della mia carriera, ma ho trascorso tutta la mia vita nel ci­clismo e mi piacerebbe continuare a farlo».
In realtà, in casa GreenEDGE, la vecchia guardia degli sprinter australiani - Stuart O’Grady, Robbie McEwen, Baden Cooke, Allan Davis - si ritrova a correre per gli stessi colori. Inseguendo anche lo stesso sogno: diventare direttore sportivo. Ma c’è da scommettere che Bannan saprà trovare per ognuno il posto giusto, così come ha fatto con i suoi ragazzi da trent’anni a questa parte.

da tuttoBICI di Febbraio - www.tuttobiciweb.it
 
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#5
AMBURGO. Sospetta frattura alla clavicola per Stuart O'Grady
Una banale caduta a 40 chilometri dal traguardo di Amburgo, proprio quando la corsa stava per entrare nel vivo, e la carriera di Stuart O'Grady potrebbe essersi chiusa in un caldo pomeriggio d'agosto: l'esperto australiano della Orica GreenEDGE potrebbe aver riportato infatti la frattura della clavicola sinistra ed è stato costretto al ritiro. Le immagini lo hanno mostrato seduto a terra mentre si teneva il polso, nel classico gesto di chi vuol immobilizzare il braccio per contenere il dolore. Ora gli accertamenti in ospedale per arrivare alla diagnosi definitiva.

tuttobiciweb.it
 
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#6
O'Grady: «Pronto a ripartire per battere il record al Tour»
Stuart O'Grady rilancia e guarda avanti. Il trentanovenne australiano della Orica GreenEDGE di appendere la bici al chiodo non ne vuole proprio sapere. Ad Amburgo era stato vittima di una rovinosa caduta fratturandosi una clavicola e quattro costole, sembrava ad un certo punto che questo potesse porre fine alla sua carriera, invece O'Grady è tornato ad allenarsi sul serio.
«L'infortunio è ormai alle spalle - ha spiegato in una intervista concessa ad Adelaide Now - e ho già cominciato a lavorare per preparare le classiche ed il Tour de France».
Proprio la Grande Boucle diventerà la nuova sfida per Stuart: il prossimo Tour sarà il diciassettesimo (finora, 16 partecipazioni, due ritiri, una vittoria di tappa nella cronosquadre del 2001 e una maglia gialla). «E mi piacerebbe correrlo anche nel 2014, per battere Hincapie e stabilire un nuovo record».

tuttobiciweb.it
 
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#7
Stuart O'Grady prolunga con l'Orica-GreenEDGE: «Nel 2014 vorrei chiudere la carriera dopo il mio 18° Tour de France»
Stuart O'Grady prolunga per un altro anno con l'Orica-GreenEDGE. L'australiano classe '73 ha dichiarato di voler correre per un altro anno e possibilmente concludere la propria carriera al Tour de France, guadagnando così il record di partecipazioni alla Grande Boucle. Ad oggi infatti il primato è di George Hincapie, a quota 17, ma se O'Grady correrà il prssimo Tour lo eguaglierà. Dando l'addio alle corse nel Tour 2014 O'Grady giungerà a quota 18 Tour de France disputati, superando così George Hincapie.

cicloweb.it
 
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#8
Stuart O'Grady annuncia il ritiro
 
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#9
Ma non doveva fare il Tour 2014 per arrivare a 18 partecipazioni (come riportato dalla notizia prima)?
 
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#10
è un corridore che prese parte ad un certo Tour con qualche risultato mica da ridere pure... non vorrei che
 
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#11
Ecco perchè si è ritirato


Stuart O'Grady confessa: «Ho assunto EPO per il Tour de France 1998»

Appena ieri l'annuncio dell'addio alle corse con un anno d'anticipo, e dopo aver eguagliato il record di Tour de France disputati (17, come George Hincapie), l'australiano Stuart O'Grady ammette di aver fatto uso di EPO nel 1998, due settimane prima dell'inizio della Grande Boucle. Le dichiarazioni, rilasciate a The Advertiser, seguono la presenza nel documento prodotto dal Senato francese proprio del nome di O'Grady tra i nomi sospettati di aver usato EPO nel Tour 1998.

«Dopo il mio primo Tour, nel '97, quando venni staccato dopo 5 km di salita, mi chiesi che cavolo stessi facendo e come mai le mie prestazioni non fossero lontanamente quelle che avrei creduto. Andando verso il Tour del '98 presi una decisione - afferma O'Grady nell'intervista esclusiva - e feci tutto da solo, mi procurai l'EPO senza coinvolgere nessun altro, né il mio team di allora (la Gan, n.d.r.). Nelle due settimane prima del Tour ne ho usato il minimo indispensabile, perché avevo già sentito storie orribili. Quando è scoppiato il caso Festina l'ho buttata via e da allora non ne ho più presa. Il mio non era doping sistematico ma un metodo sopravvivenza, quello che ti permette di restare in quella zona grigia. È successo per una piccola parte della mia ita, quando vedi arrestare la gente attorno a te, portarla in carcere, quello sì che ti spaventa. Ora è venuto il momento di appendere la bici al chiodo. Ero sul podio della cronosquadre di Nizza al Tour, con i miei compagni dell'Orica-GreenEDGE, ed ho pensato che era giunto il momento. Per il mio passato, non c'è nessun campione B, quindi avrei potuto mantenere questo segreto, in questo momento non c'è nient'altro se non la mia confessione. »

cicloweb.it
 
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#12
Per quanto non mi cambi nulla : ne ha assunto solo in quel Tour?
 
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#13
Mi riesce difficile crederlo, però a che pro mentire adesso...
 
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#14
(22-07-2013, 06:00 PM)Zelk Ha scritto: è un corridore che prese parte ad un certo Tour con qualche risultato mica da ridere pure... non vorrei che

CVD

sinceramente riesce difficile credere quello che confessa oraAsd

anche Zabel si era dopato solo nel 1996...
 
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#15
Il problema grosso del combattere il doping attraverso i test è questo: puoi dimostrare solamente che il corridore si è dopato in quell'occasione e non hai alcuna prova per dire che è stato aiutato da qualcuno. Buona parte dei corridori una volta trovati positivi si affrettano a dire "ho fatto tutto da solo" garantendo che il sistema possa continuare (e garantendosi di rientrarci una volta terminata la squalifica)
 
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#16
Capirai nel '98 fece tappa e porto pure la Gialla...

Ripeto a me non cambia nulla, ma se ci mettiamo la credibilità va veramente a picco...
 
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#17
Corridore che ha vinto tanto nonostante si sia sempre messo a servizio della squadra. La sua perla è senza dubbio la Roubaix del 2007, quando mise l'Australia ufficialmente sulla mappa del Ciclismo Internazionale. Allora gli Aussie erano considerati solo velocisti e nulla più...
 
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