O'Grady: lasciatemi la Roubaix
La prima squadra australiana di World Tour ha esordito ufficialmente al Tour Down Under e per il suo uomo simbolo, Stuart O’Grady, 38 anni, la sorpresa è stata grande: «Appena nata, GreenEDGE è già conosciuta dall’uomo della strada. Decisamente è un grande inizio. È l’ennesima dimostrazione che il ciclismo è ormai una grande realtà in Australia, abbiamo vinto il Tour de France e il mondiale con Cadel Evans e molte classiche. È incredibile quel che è accaduto da quando ho debuttato 17 anni fa: quando ci penso devo darmi un pizzicotto per dirmi che è tutto vero».
Stuart viveva in un camper alla periferia nord di Roubaix quando Roger Legeay lo ha ingaggiato nel 1995 per la sua Gan, puntando soprattutto sulle sue doti di pistard. Leggeva tutto della classica del pavè, storpiava in Duclosse il nome del vincitore di quell’anno Gilbert Duclos-Lassalle e non pensava certo di riuscire a farla sua nel 2007.
«Questa continua ad essere la mia corsa è l’età non conta: Duclos Lassalle ha vinto a 39 anni, questa è una corsa fatta per gente vecchia e potente. Proverò a vincerla, statene certi. Mentre in tutte le altre classiche sarò al servizio dei giovani».
Dopo aver compiuto i trent’anni, lo sprinter infatti si è trasformato in un grande uomo squadra: «La mia esperienza è fatta di storie e di corse incredibili disputate con compagni di squadra come Fabian Cancellara oppure Jens Voigt e i fratelli Schleck. La decisione più difficile che ho dovuto prendere nel ciclismo è stata quella di lasciarli: sei anni in camera con Fabian, confesso di averci pensato bene prima di decidere. Ma la mia anima alla fine mi ha detto di seguire Shayne Bannan (il manager della GreenEdge), che conosco da vent’anni; Matt White (il direttore sportivo) che mi ha aiutato a vincere la Classica di Amburgo nel 2004 alla Cofidis e patron Gerry Ryan, che era il finanziatore della mia prima squadra giovanile ad Adelaide.»
L’impegno di O’Grady nella GreenEDGE è totale e va al di là dei due anni di contratto che ha firmato: «Non so se diventerò un manager, un tecnico o cosa accadrà alla fine della mia carriera, ma ho trascorso tutta la mia vita nel ciclismo e mi piacerebbe continuare a farlo».
In realtà, in casa GreenEDGE, la vecchia guardia degli sprinter australiani - Stuart O’Grady, Robbie McEwen, Baden Cooke, Allan Davis - si ritrova a correre per gli stessi colori. Inseguendo anche lo stesso sogno: diventare direttore sportivo. Ma c’è da scommettere che Bannan saprà trovare per ognuno il posto giusto, così come ha fatto con i suoi ragazzi da trent’anni a questa parte.
da tuttoBICI di Febbraio - www.tuttobiciweb.it