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Sven Nys
#1
 
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#2
La striscia sfortunata di Nys continua anche a Loenhout

L'episodio che continua a far parlare di se il giorno dopo l'Azencross a Loenhout è la caduta all'ultimo giro di Sven Nys. Mentre stava comandando il duo di testa con Niels Albert, Nys è entrato ai box per il cambio bici. Pochi secondi dopo Nys era per terra e perdeva le possibilità di vittoria. La legge di Murphy ha afflitto il gruppo di Nys per più di un mese.

Sven Nys spiega perchè ha avuto bisogno di cambiare bicicletta durante l'ultima metà di giro. "Mi è stato comunicato di dover prendere una nuova bicicletta con più aria nei tubolari se Niels e io eravamo ancora insieme nell'ultimo giro. Quando sono entrato ai box mi sono sorpreso nel vedere che mi stavano aspettando al centro della corsia, perchè ci eravamo accordati di fare il cambio bici alla fine della zona box. Non si sarebbe perso molto tempo li perchè si era già nella curva", ha detto Nys.

Quello che è successo è stato analizzato dal tre volte campione del mondo Erwin Vervecken. "Nys era ancora agganciato a uno dei pedali con un piede mentre le sue mani erano ancora sul manubrio. In quel momento il suo meccanico ha preso la bici e l'ha sbalzato via mentre lui era ancora sopra. Non mi è mai accaduto, ma questo succede quando stai correndo sotto pressione" ha detto Vervecken.

Nys non si è fatto distrarre dall'incidente, ma si è preoccupato per il suo meccanico Fons Wouters. "La corsa della sfortuna sembra non giungere mai al termine. Sta diventando un po' troppa e Fons probabilmente è hyper nervoso. Ha fatto di tutto per me durante gli ultimi 15 anni, offrendomi tutte le sue vacanze. Non sarà in grado di dormire dopo questo incidente, ma non lo biasimo".

"Sono successe troppe cose e adesso stiamo lavorando sotto pressione. Potete immaginare quale è il morale tra i meccanici. Ho paura vogliano tirarsi fuori per qualche settimana. Questo è un brutto momento. Sono caduto piuttosto duramente, adesso ho delle buone gambe ma non vinco da due settimane. Mi sentivo sicuro di poter vincere la volata", ha detto Nys.

Fons "Fonske" Wouters è probabilmente il più famoso meccanico del mondo ora come ora. Wouters è sotto i riflettori già dal problema al pedale del 28 novembre a Gieten. Secondo un'indagine, Wouters non l'ha serrato nel modo corretto. "Le avversità hanno sempre alti e bassi nei più piccoli" ha detto Wouters. Evidentemente non era d'accordo con la teoria di Shimano.

Nys si è dovuto confrontare con un problema alla catena non ancora risolto. "Per fortuna non siamo i soli con questo problema. Lars Boom ha avuto lo stesso problema e Bart Aernouts lo stesso, sarà una coincidenza?" dice Wouters. Tutti questi corridori usano lo Shimano Dura Ace elettronico sulla loro bici.

Un incidente simile al Campionato Nazionale la prossima settimana o ancora peggio al Campionato del Mondo tra un mese sarebbe un brutto colpo per il gruppo di Nys. D'altra parte se Nys avesse vinto una di quelle gare nessuno avrebbe parlato dei precedenti problemi.

"Questo è vero" dice l'esperto meccanico belga, "ma adesso siamo di fronte a questo problema ed è terribile. Dopo un po si inizia a pensare di non riuscire a fare più nulla di buono. Oggi andava semplicemente troppo forte ed è per questo motivo che è accaduto l'indicente", ha detto Wouters.

Alla domanda sul timore di Nys che il suo meccanico lo lasci, Wouters non ha detto molto. "Andrò a parlare con Nys di questo argomento".

cyclingnews.com
 
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#3
Con la vittoria di ieri a Hoogstraten, Nys si è aggiudicato per la 10° volta il Superprestige

[Immagine: o60emf.jpg]

Photo © Cyclocross Magazine - http://www.cxmagazine.com
 
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#4
Sven Nys: "Voglio arrivare nei primi 5 alle Olimpiadi"
Il fuoriclasse belga racconta i suoi obiettivi in sella alla mountain bike, ora che la sua vacanza dopo le fatiche del ciclocross è terminata. Infatti vuole cercare di assicurarsi un posto per le Olimpiadi di Londra 2012. 'Sarà una delusione, se non riuscirò nel mio intento' ha dichiarato, presentando il suo programma di avvicinamento.

'Dopo la stagione di ciclocross, ho preso solo una settimana di vacanza vera' ha affermato Sven Nys, a Bruxelles, ai giornalisti. 'Anche perché alla mia età (34 anni) non posso attendere oltre. Ora sono completamente riposato e rilassato anche a livello mentale. E deve essere così, perché ho molte gare importanti in cui raccogliere punti per la qualificazione ai Giochi Olimpici. Il mio programma è intenso, ma ho già dimostrato di non soffrire più di tanto. Farò cinque gare nel GP del Belgio, tre gare in Coppa del Mondo, il campionato nazionale, sia strada che mtb. Nei campionati europei in Slovacchia, ad Agosto, avrò già la prima occasione per staccare il biglietto. Dovrò finire nei primi 12, e penso che sia un risultato alla mia portata. Nel 2009, infatti, arrivai terzo. In ogni caso, qualsiasi sarà il risultato, darò il tutto per tutto ai campionati del mondo in Svizzera.

'Londra 2012 può essere un risultato davvero di rilievo, tanto che ho pensato di andare a testare il tracciato due volte quest'anno. Il tracciato, il fatto che le gare ora sono un po' più corte, ed il meteo, potranno giocare a mio favore. Un podio sarebbe fantastico, ma penso che entrare nei primi cinque sarebbe già molto soddisfacente per me'. Non sarà facile per Sven Nys, ma durante la scorsa stagione di ciclocross ha fatto vedere che dal punto di vista fisico è più in forma che mai. 'Mi sono stupito di me stesso, forse dipende dal fatto che mi gestisco sempre con la massima attenzione'.

solobike.it
 
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#5
Infortunio muscolare per Sven Nijs
Martedì 24 maggio 2011 - In occasione della prova di Coppa del Mondo disputata domenica a Dalby Forest, nello Yorkshire (nord della Gran Bretagna), Sven Nijs si è procurato uno strappo muscolare ad un quadricipite. E’ questa la diagnosi medica effettuata questa mattina dal dottor Claes Toon. Sven Nijs era caduto in discesa picchiando un ginocchio che avrebbe provocato lo strappo di un centimetro e mezzo.
"Alla fine è andata anche bene. Posso continuare ad allenarmi sena forzare, ma devo saltare l’impegno di Coppa del prossimo fine settimana a Offenburg. Sosterrò un esame di controllo all’inizio della prossima settimana, quando potremo valutare l’evoluzione dell’infortunio e stabilire il rientro alle competizioni”.
L’obiettivo del fuoriclasse belga del ciclocross è di raccogliere il maggior numero di punti possibile nelle gare nazionali ed internazionale di mountain bike per ottenere il pass per le Olimpiadi di Londra 2012 e per trovare una collocazione sempre più privilegiata in griglia di partenza.
Nonostante il problema muscolare ed al ginocchio, ieri Nijs è rimasto in Gran Bretagna per scoprire il tracciato olimpico disegnato attorno al castello di Hadleigh ad est di Londra. Il belga ha potuto percorrere qualche tornata.
Molto criticato, il tracciato olimpico pare ora finalmente di qualità e molto esigente
"Hanno fatto un buon lavoro - afferma il Cannibale di Baal -. E’ un percorso che si adatta alle mie caratteristiche. I passaggio sul fondo pietroso è buono ma molto tecnico. I favoriti per la medaglia d’oro saranno sempre gli stessi".
Anche se il pensiero era tutto per il ginocchio, Nijs appariva visibilmente soddisfatto della ricognizione e per avere effettuato con tranquillità qualche giro.
"Questo appuntamento resta sempre qualcosa di molto speciale. Le gare olimpiche danno grandi motivazioni".

ciclonews.it
 
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#6
Merci Sven! Sarà tra un anno l'addio all'agonismo di Nys, Cannibale del ciclocross

Sarà lo Sportpaleis di Anversa ad ospitare, il 5 marzo del 2016, l'addio al ciclismo di Sven Nys. Il Cannibale di Baal, dopo essere rimasto sulla cresta dell'onda (nel ciclocross, ovviamente, ma in Belgio è considerato un semidio) per decenni, questa stagione non è riuscito a tirare fuori da sé il meglio. Sarà un addio a testa alta, uno spettacolo ricco di musica, aneddoti sulla carriera di Sven. L'evento si chiamerà Merci Sven ed i biglietti sono già in vendita.

cicloweb.it
 
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#7
Tutte le 50 vittorie di Sven Nys in Coppa del Mondo

by Chris Fontecchio @ podiumcafe
 
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#8
Dal 1 marzo 2016 Sven Nys sarà il nuovo proprietario della Telenet-Fidea
Già da tempo si sapeva che il 2015-2016 sarebbe stata l'ultima stagione della leggendaria carriera di Sven Nys: il belga ha infatti annunciato nella scorsa primavera che la sua corsa d'addio si terrà ad Anversa il 5 marzo 2016 in una serata dedicata al campionissimo del ciclocross. La seconda vita del cannibale di Baal inizierà propria nel prossimo mese di marzo: è notizia di oggi che Nys rileverà la proprietà della Telenet-Fidea, squadra attualmente diretta da Hans van Kansteren e che ha deciso di passare la mano, diventando il responsabile del team.

cicloweb.it
 
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#9
A Oostmalle l'ultima corsa di Sven Nys: si ritira a 39 anni la leggenda vivente del ciclocross
La Laaste Ronde (ultimo giro in olandese) di Sven Nys questo pomeriggio aveva un sapore epico: sebbene fosse ormai fuori dalla gara, non un solo spettatore non ha applaudito la conclusione della carriera del Cannibale di Baal, in gara a Oostmalle nell'ultima internazionale stagionale (vinta da Kevin Pauwels). Nys è giunto al traguardo abbracciandosi con l'amico e compagno di squadra Sven Vanthourenhout, mentre tifosi, familiari e amici si commuovevano attorno all'impassibile campione. Si chiude così l'era di Sven Nys, che lascia in eredità 15 anni di innumerevoii successi: quasi 300 vittorie individuali, 2 Mondiali, 7 Coppe del Mondo, 9 titoli nazionali, 13 Superprestige e 9 edizioni del Gazet Van Antwerpen Trofee (ora Bpost Bank). In questi 3 lustri, l'unico riuscito a metterlo in difficoltà è stato Niels Albert, per molti l'erede designato al trono, finchè un'aritmia cardiaca non l'ha costretto a concludere anzitempo la carriera. Per il Ciclocross, disciplina di grande seguito in Belgio, il 2016 sarà un anno zero: nulla sarà più come prima.

cicloweb.it
 
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#10
Il personaggio: Sven, te lo prendi il ciclismo sulle spalle? - Omaggio a Nys: un grande campione che per noi potrebbe essere un ottimo prossimo presidente UCI

Non c'è ragione di non pensare che da qui a un anno e mezzo Brian Cookson darà grande prova di sé, dimostrerà sullo scranno di Aigle finalmente quello spessore che finora gli ha fatto difetto, e risulterà alla lunga il miglior presidente UCI degli ultimi 150 anni. È vero che il suo percorso da numero uno dell'Unione Ciclistica Internazionale ha oscillato, nei due anni e mezzo sin qui coperti del suo mandato, tra l'impalpabilità e la nocività, ma se le rimonte sono ciò che rende più bello uno sport, anche il chairman britannico ha diritto a provare la sua.

Certo, bisogna dire che questo "girone di ritorno" (il secondo biennio, iniziato in autunno) non sta sembrando una gran cosa. Dalla maldestra irruzione sulla scena dell'Extreme Weather Protocol al persistere di gravi problemi di sicurezza in corsa (i mezzi della carovana continuano a causare incidenti anche gravissimi), non mancano le situazioni controverse. Si attendeva una riforma strutturale dell'intero ciclismo che era annunciata come più o meno epocale, ma è stata congelata sine die; intanto è arrivata una controriformina, ma ha riguardato solo l'aspetto delle radioline in corsa, sul cui uso Cookson è molto più liberale del suo predecessore.

Intanto, nel mentre che il presidente è impegnato - come UCI - a discutere (stavamo per scrivere: litigare) riguardo al controllo dell'universo ciclismo con gli organizzatori di ASO (ovvero del Tour), i quali ovviamente hanno un intero set di coltelli dalla parte del manico, sfuggono alla sua organizzazione dettagli molto importanti, del tipo: i freni a disco fanno l'ingresso in gruppo senza che ci siano stati studi o test approfonditi per giungere a delle corrette valutazioni del rischio. Poi un corridore alla Roubaix incoccia in uno di questi dischi, si affetta una gamba, scrive una lettera aperta, ed ecco che dall'oggi al domani i freni a disco vengono vietati dall'Unione Ciclistica Internazionale. Come dire: la politica che previene, e che non decide sull'onda emotiva! (Siamo ovviamente ironici; e siamo ovviamente d'accordo sullo stop - che sia temporaneo o definitivo, lo si vedrà in un secondo momento - ai freni a disco, ma questa decisione andava presa prima che qualcuno cominciasse a usarli).


Quello che cerchiamo in un candidato alla presidenza UCI
Ora che siamo a circa 18 mesi dalle prossime elezioni per la presidenza UCI, ci pare che sia saggio cominciare a guardarci intorno per provare a capire se possa emergere qualche possibile successore di Cookson. Ripetiamo, da qui a settembre 2017 Brian ci convincerà della sua levatura, c'è da metterci la mano sul fuoco! Ma se così non fosse, meglio premunirsi e trovare delle alternative, giusto per non arrivare all'estate del prossimo anno senza una minima idea di nomi da poter contrapporre al presidente in carica (all'epoca sarà "uscente").

Le caratteristiche dell'identikit a cui dovrebbe corrispondere il nostro candidato sono cinque: determinazione, intelligenza, passione, assenza di interessi personali, senso di appartenenza al ciclismo. Pensa che ti ripensa, siamo arrivati alla soluzione: il nostro candidato per la presidenza UCI, oggi come oggi, risponde al nome di Sven Nys. Vediamo perché.


Un uomo determinato e intelligente
Chiunque abbia visto una qualsiasi gara di ciclocross negli ultimi 17 anni sa bene che Sven Nys è un uomo determinato. Il suo palmarès parlerebbe già a sufficienza dell'argomento, ma aver visto Nys gareggiare toglie tutti i dubbi. Averlo visto cadere e rialzarsi, digerire delusioni e riprendersi come se nulla fosse, contendere vittorie ad avversari molto più esperti di lui (all'inizio della carriera) o molto più giovani (nelle ultime due stagioni) e uscirne comunque e sempre - quando non vincente - a testa alta, dà una precisa idea di quanto possa essere determinato colui che venne ribattezzato "de Kannibaal van Baal", Cannibale come Merckx, Baal come il villaggio in mezzo alla campagna belga da cui proviene.

Quanto all'intelligenza, basta riandare col pensiero ad alcune cose dette dal fiammingo negli ultimi anni. Ad esempio: il ciclocross patisce di scarsa internazionalità e popolarità in molti paesi, e al contempo la MTB subisce un calo di attenzione nei mesi invernali? Altri si lamenterebbero (e si lamentano) sterilmente, lui già nel 2009 ha lanciato la proposta di unire le forze e creare una Coppa del Mondo congiunta, con 9 gare di cross e 9 di mountain bike, per spingere i crossisti a praticare la MTB, e i biker a praticare il cross. Il tutto, allargando le rispettive platee e aumentando l'appeal delle competizioni. Semplice come un uovo di Colombo, vero? C'è un problema? Nys propone la soluzione, e quella soluzione non è fantascientifica, ma concreta e realizzabile.

Un altro esempio: si parla tanto di multidisciplinarietà nel ciclismo, ma a conti fatti si fa poco per incoraggiarla sul serio? Ecco che Sven lancia un'altra proposta sensata, nel 2011: mettere punti World Tour in palio per le competizioni di cross o pista (o MTB, ovviamente), in modo da incentivare realmente le squadre professionistiche a investire anche in questi settori, creando un circuito virtuoso sempre più fruttuoso.

Inutile dire che le citate proposte non hanno trovato accoglimento presso l'UCI, ma dicono tanto sulla mentalità aperta, innovatrice e improntata al problem solving del nostro eroe.


Un innamorato che potrebbe non dover chiedere nulla al ciclismo
Le altre tre caratteristiche che prendiamo in esame sono anch'esse ben presenti nel personaggio Sven Nys. Che abbia passione per la materia è fuori da ogni discussione, viceversa non avrebbe gareggiato fino alla soglia dei 40 anni. Poniamo l'accento su questo aspetto perché un candidato che - ad esempio - mettesse il business davanti alla natura e al senso del ciclismo, non sarebbe un buon presidente: ce ne sono pure, in circolazione, di dirigenti che pensano più al mercato che al valore intrinseco di questo sport; quello che ci serve è invece una figura che dia la giusta importanza al colore dei soldi: ovvero, un'importanza altissima, ma sempre un passo indietro rispetto all'altra istanza. Per assurdo (e per chiarire): si troverebbe pure qualcuno disponibile a imporre per regolamento l'uso dei monocicli, se si rendesse conto che ciò frutta più soldi rispetto all'uso delle biciclette. Ma sarebbe un bene per il nostro sport? Ecco, siamo certi che Nys non farebbe mai scelte del genere.

L'assenza di interessi personali attiene a un elemento abbastanza evidente: Nys dal ciclismo ha già avuto tantissimo, fama, gloria, molti soldi. Potrebbe anche non lavorare fino alla fine dei suoi giorni, e campare benissimo (l'ha dichiarato lui stesso). È vero che non si può mai dire, e che l'uomo tende comunque a essere fallace, ma chissà perché pensiamo che il nostro candidato possa essere molto più resistente a determinate sirene rispetto a un qualsiasi inappagato burocrate del ciclismo.

Infine il senso di appartenenza. Ci piace ricordare l'episodio di Sven che, bersagliato da tifosi ubriachi a ogni passaggio sul circuito di Loenhout, a fine 2012, perse la pazienza quando uno di quei fan gli lanciò addosso un bicchiere di birra (precedentemente svuotato). Nys si fermò (a gara in corso!), scese dalla bici, andò a cercare il tifoso in mezzo al pubblico, lo individuò e lo rimproverò pesantemente. In quella reazione non c'è solo un corridore che risponde piccato, ma c'è anche il più rappresentativo e carismatico del seeding che ricorda a tutti (non solo al malcapitato preso di petto) che devono avere il massimo rispetto per la fatica di chi pedala. Uno dei gesti più politici attuati da un ciclista negli anni recenti.


Nys, campione assoluto con un futuro nella politica sportiva
Per tutto quanto sopra esposto, ribadiamo e risottolineaiamo che Sven Nys è il nostro "cavallo" in vista delle elezioni UCI del 2017. Lui fa già parte dell'infernale macchina di Aigle, in qualità di membro (in quota atleti) della Commissione Ciclocross; ma quel ruolo va stretto a un personaggio di tale calibro.

Avremmo potuto omaggiarlo, all'indomani del suo ritiro nel febbraio scorso, soffermandoci sulla sua carriera e le sue tantissime vittorie nel cross (due Mondiali, 7 Coppe del Mondo con 50 successi di tappa, 13 Superprestige con 64 vittorie parziali, 9 GVA-Bpost Bank Trofee con 50 affermazioni di giornata, 9 titoli nazionali belgi) e non solo (vanta anche 5 titoli nazionali nella MTB).

Ma preferiamo guardare avanti più che pensare al passato: quello si illustra da sé, mentre l'avvenire è tutto da scrivere, e siamo convinti che Sven Nys possa avere la capacità di vergare ancora grandi pagine per il ciclismo. Ora, questa candidatura che qui lanciamo potrebbe sembrare quasi una provocazione. Ma vi assicuriamo che non lo è.

Marco Grassi - cicloweb.it
 
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#11
Qualcuno mi fa un riassunto? Ho letto che é di Marco Grassi quindi ho deciso che ho cose piú importanti da fare
 
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#12
Grassi e la sua gang stanno sempre alla ricerca di un nuovo presidente UCI a quanto pare.
 
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#13
Non conosco Nys, ma il discorso di fondo dell'articolo lo pensavo da un po' di tempo: la gestione Cookson ultimamente mi sta lasciando un attimino perplesso.
La questione dei freni a disco è stata la ciliegina sulla torta.

Al limite però, se si vuol proseguire il discorso, rimando qui.
 
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#14
https://www.indeleiderstrui.nl/veldrijde...ssion=true

Nys si dice impressionato da quanto fatto da MvdP a Koksijde. Dice che è stato fenomenale anche nelle scelte delle traiettorie.

Su Aerts, invece, dice che ha sofferto un po' la pressione che ha addosso dopo la scorsa stagione, ma che questo gli servirà per crescere.
 
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#15
Sono sempre più d'accordo con Albi che quanto fatto da Nys post prime è ciò che rende veramente speciale la carriera di Sven.

Il Nys più forte e completo è sicuramente quello ammirato tra il 2004 e il 2008.

In relazione all'ovvio declino fisico e a una concorrenza, seppur sovente priva di Stybar, migliore, però, quello che ha fatto tra il 2012 e il 2014 mi impressiona di più.

Nonostante tutto, nel suo quadriennio top Nys supera le trenta vittorie solo in una stagione. Sotto questo aspetto, van der Poel, ad esempio, ha già fatto meglio. E, poi, c'è il problema cronico del Mondiale. Sarebbe sbagliato giudicare un crossista solo dal numero di vittorie iridate. Però due soli Mondiali in una carriera che ti ha visto primeggiare per quindici anni, di cui uno solo nel tuo momento di massimo splendore, quando sei uomo da oltre venti successi l'anno, sono davvero troppo pochi.

Nys aveva un problema con il Mondiale. Forse 'sta statistica rende meglio rispetto al numero di Mondiali vinti: nelle sue prime nove rassegne iridate disputate, Nys va a podio tre volte.

Se ne avesse vinto uno e avesse fatto otto secondi posti, magari raccolti tutti dopo aver perso l'oro in volata, i discorsi sarebbero diversi. E, invece, così è proprio chiaro che Nys, per gran parte della carriera, ha avuto la tendenza a non rendere al massimo delle sue possibilità al Mondiale.

E la cosa non è nemmeno attribuibile a un eventuale affaticamento dovuto alle tante gare disputate nei mesi precedenti. Sovente, infatti, vinceva tutte le competizioni post Mondiale.

Il Nys del periodo 2012-2014, invece, è diverso da quello visto nel prime. Intanto vince di più rispetto a quanto fatto nel triennio precedente. Da crossista da 15 vittorie l'anno torna atleta da quasi venti (una volta 18 e una volta 19). Peraltro sono anche la sesta e la settima stagione più vincente di un crossista che ha gareggiato per quasi vent'anni.

E, poi, sforna due tra i suoi migliori cinque Mondiali della carriera (gli altri sono 2002, 2005 e 2011), giaché uno lo vince e l'altro lo sfiora.

A conti fatti, imho, il Nys 2012-2014 unisce quantità e qualità meglio rispetto a quello del 2004-2008. Pur non avendo i mezzi che aveva nel prime, Sven a trentasei anni riesce a girare quelle due viti, a livello di Mindset, che prima non era mai riuscito a girare.
 
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