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Tecnologia MIPS, perché non renderla obbligatoria?
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Tecnologia MIPS, perché non renderla obbligatoria?
In caso di caduta, amplifica le difese anatomiche

[Immagine: showimg.php?cod=84256&resize=10&tp=n] 

L’evoluzione tecnologica degli ultimi anni è stata incredibilmente rapida, basta guardare strumenti diffusissimi come gli smartphone per capirlo. Senza rendercene conto abbiamo in mano uno prodotto che non più di venti anni fa non era neanche nella nostra immaginazione. Questo è uno dei molteplici esempi che posso farvi, ma sono sicuro che se ci pensate bene, vi verrà in mente di tutto.

Rimanendo nel nostro ambiente non è che ci si possa lamentare, le bici sono un concentrato di ingegneria spaventoso con cambi elettronici e cerchi in carbonio… ma se ci pensate bene, andiamo in giro mezzi nudi e molti elementi di scarsissima intelligenza pedalano ancora senza casco, una vera idiozia!

È da un po’ che ci penso, ma la vera innovazione per il ciclismo da strada potrebbe essere un kit di protezioni comode e sicure da indossare a pelle sotto i classici completi. Siamo sicuri che non esista una simile tecnologia? Per quello che ho visto a CosmobikeShow presso lo stand di un noto marchio di accessori e abbigliamento sportivo svedese, la tecnologia esiste eccome!

Bisogna ammetterlo, da un punto di vista evolutivo, il ciclista da strada è meno portato al cambiamento rispetto al biker ed è tremendamente conservativo.
Senza allontanarsi dall’argomento, vorrei spendere due parole per la tecnologia MIPS®, sistema di protezione multi-direzionale che accresce la sicurezza di diversi caschi in commercio.

[Immagine: IMG_1804.jpg]

Credetemi, il MIPS® non è un semplice accessorio, ma un dispositivo di sicurezza studiato per impedire che le forze rotazionali derivanti dagli impatti vengano trasferite direttamente al cervello. Si presenta come una calotta sottile in materiale plastico a basso attrito alloggiata tra il capo e l’interno del casco, a cui è fissata con diversi ganci sviluppati appositamente. In caso di urto, ricevuto da diverse angolazioni, questa calotta, rimanendo a contatto con la testa, ha il compito di dissipare una bella fetta di energia permettendo una certa rotazione del casco rispetto alla testa.

In questa sottigliezza sta la grandezza del progetto. Durante questi anni, i test per convalidare la sicurezza dei caschi sono stati eseguiti facendoli cadere verticalmente su una superficie solida e statica, senza capire che in realtà questo non avviene su strada, perlomeno nella maggior parte dei casi. Infatti, nel momento dell’impatto con il suolo, un ciclista conserva un moto che non è lo stesso di quello appartenente al materiale su cui impatta, ovvero l’asfalto o un diverso ostacolo. In più, diverse statistiche confermano che in moltissimi incidenti è l’impatto angolato a causare gravissime lesioni al cervello.

Fortunatamente il sistema MIPS® assorbe la maggior parte di questa energia rotazionale, imitando ciò che in realtà fa già il nostro cervello in caso di impatti angolati grazie al liquido cerebrospinale.
In pratica, il MIPS® imita le nostre stesse difese anatomiche amplificandole.
Molte sono le aziende che già adottano questo prezioso sistema, basta entrare sul sito ufficiale per capire come scegliere caschi dotati di MIPS@.

Che cosa ne pensa l’UCI riguardo a questa tecnologia che potrebbe essere resa obbligatoria per elevare lo standard di protezione di tutti i corridori? Ultimamente si parla di sicurezza solo per i freni a disco, ma forse questo non è il primo di tanti problemi…

[Immagine: IMG_1821.jpg]

È anche vero che molti anni fa il casco è stato reso obbligatorio nelle competizioni, ma ora si può fare un passo in più.
Indubbiamente si parla di costi aggiuntivi (mediamente un casco con il MIPS costa 70-80 € in più rispetto alla stessa versione che ne è priva), ma ammortizzabili se la diffusione di questa tecnologia ne abbassasse i costi produttivi. Potremmo prendere spunto dal mondo delle auto, settore in cui se una tecnologia viene dichiarata utile per salvare le vite umane, la si rende obbligatoria e basta. È stato così nel 2004 con l’ABS e più avanti con altri sistemi integrativi di sicurezza come l’ESP, il servofreno, l’ASR o l’Airbag.

Sono certo che la bici e tutto ciò che le sta intorno abbiano davanti un futuro radioso, fatto soprattutto di una maggior sicurezza per tutti. Non lo pensate anche voi?

https://vimeo.com/137267018
https://www.youtube.com/watch?v=RhBvEC_bHDo
https://www.youtube.com/watch?v=p2YcN6I792E
https://www.youtube.com/watch?v=RhBvEC_bHDo

Giorgio Perugini per tuttobicitech.it
http://www.tuttobicitech.it/index.php?pa...84256&tp=n
 
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