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Testa a testa
Io vado per anni 80..90
 
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Io invece scelgo Kwiato-Majka-Bodnar.

Non so se è la generazione con le qualità migliori, però è quella che secondo me ha raccolto di più e per più tempo tra i pro.
 
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I miei tre polacchi sono:
Kwiatkowski,Jaskula,Majka
 
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Kwiatkowski, prima di diventare un mulo da soma, era un corridore da classiche molto completo e ha raccolto ottimi risultati. Non lo amo particolarmente ma secondo me sposta parecchio in questa sfida.

E purtroppo c'è anche il rimpianto di quello che avrebbe potuto dare Halupczok.
 
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Più che Kwiatkowski la discriminante è Majka nel confronto con Jaskula.

Inferiore nelle punte, ma molto più continuo.

Certo, a talento non esiste una combinazione dei polacchi di oggi che possa competere con gli altri tre.

Gli attuali protagonisti per più tempo, ma i vecchi decisamente più forti.
 
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Premesso che il più forte polacco di sempre è stato “basettone” Ryszard Szurkowski…..sui terni a confronto:
Kwiatkowski è un furbetto di valore adatto alle corse di un giorno, privato al pedale dal team Ammazza Ciclismo britannico che ne ha fatto un mulo. Okay ha uno stipendio da roba che solo quel team si può permettere però…….rischia di fare una fine non sincera sui suoi veri valori. Oltre al resto nel dopo… Comunque mi ricorda lo Stijn Devolder quando seguì per troppi anni il timoniere porta scopino di braccio forte. Mi ricordo quando dicevo che era forte, ma che doveva cambiare aria e tutti….. Allora c’era roba inferiore nelle vene e il belga s’è salvato trovando pure il tempo, dopo la partenza per team più nobili in fatto di ciclismo, che era un gran campione.
Majka è il classico bravo ma da piazzamento. Costante, ma da piazzamento. Da piazzamento, insomma.
La sfilza d’altri, solo buoni corridori.

Piasecki - Jaskula - Halupczok
…..erano forti, soprattutto l’ultimo. Purtroppo il cuore era quello che era. Lech era invece un cronoman di grandissimo valore, non giudicabile sul resto da prof perché i tempi e la fame l’hanno spinto a fare il gregario. Jaskula possedeva acuti ad intermittenza nelle corse a tappe come nessun altro polacco.
Se proprio devo scegliere, preferisco il terno più vecchio, perché più vicino al ciclismo sportivo, non a quello del portafogli e del colonialismo creato dai connazionali delle Isole Cayman.
 
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[+] A 3 utenti piace il post di Morris
Visto che ne parlava Vittorio su un altro topic, io vi lancio un bel Nibali vs Bugno.
 
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Bugno
La classe
 
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La discriminante in questa sfida è che il prime di Nibali dura circa dieci anni (dipende se vogliamo farlo partire dal 2010 o dal 2012), quello di Bugno due massimo tre (ma nel '92 già non è più quello del biennio precedente).

Bugno era molto più forte di Nibali a cronometro, in volata e sul pavé.

Il Bugno del '90-'91, quello che vinceva il Giro con la rosa addosso dalla prima all'ultima tappa e che si imponeva due volte sull'Alpe d'Huez, ha poco da invidiare a Nibali come uomo da corse a tappe.

D'altronde se mettiamo JC Peraud nel '91 e Indurain nel 2014, il Tour de France in palmares ce l'avrebbe Gianni e non lo Squalo Asd

Però Bugno, al di fuori del triennio '90-'92, ha come miglior piazzamento in un GT l'ottavo posto del Giro 1994. Nibali è dal 2009 che almeno una volta l'anno entra tra i primi sette di un GT, fa eccezione solo il 2018, ma in quella stagione s'è fatto male.

Nonostante l'estro superiore di Bugno, dunque, la netta superiorità di Nibali in parametri come costanza di rendimento e longevità me lo fanno preferire.

Se dovessimo considerare solo il mero apice la sfida c'è eccome. E, anzi, il '90-'91 di Bugno rischia anche di farsi preferire al 2013-2014 di Nibali. Ma sul lungo periodo la forbice pian piano si apre a favore dello Squalo.

In questo scontro vale, elevato all'ennesima potenza, l'assunto che scrissi nel testa a testa Bettini-Bartoli: Bugno con la testa di Nibali sarebbe stato un drago sputafuoco, una specie di Girardengo moderno nonché probabilmente il corridore, nel post WWII, ad avvicinarsi di più alla trinità del ciclismo italiano.
 
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[+] A 1 utente piace il post di Luciano Pagliarini
Nelle varie interviste di questi ultimi anni, alcune anche in questo periodo di quarantena, ho avuto modo di "capire" un po' la psicologia dietro il corridore Bugno.

Faceva quello che doveva fare, sperando bastasse per vincere ma non viveva per quello.
Non ha neanche più le maglie ed i trofei vinti.

Prima di un Lombardia chiesero a Cassani di prendere Bugno sotto la sua ala, e più precisamente a vivere a casa sua, in modo da avere uno che lo facesse allenare bene e con costanza.

Mi ha fatto ridere una cosa che ho sentito due settimane fa da Bugno:
"Io vedevo alcuni miei compagni che al mattino erano contenti perchè si correva sul pavè. Ma se hanno fatto le strade asfaltate proprio per non girare più sul pavè, che senso ha continuare ad andare su quelle strade?"

Non conosco troppo nel profondo la carriera di Bugno però per la costanza che ha avuto dico Nibali, che ridendo e scherzando è dal 2010 (10 stagioni) che ogni anno mal che vada sale sul podio di un GT o vince una monumento grande classica.
Tra l'altro pur avendo un gran palmarès, ci sono corse come Liegi, Mondiale ed Olimpiade che ancora gridano vendetta.

Poi non ci piove sul fatto che Bugno aveva una facilità nel fare le cose che Nibali se la sogna, però non è l'unico aspetto che conta nel ciclismo.
 
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[+] A 1 utente piace il post di Lambohbk
Andiamo con questo: Tom Dumoulin vs Gosta Pettersson.
 
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Scelgo tom dumoulin, purtroppo lo svedese, lo conosco relativamente poco per poter dare un giudizio su di lui
 
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Pettersson passa professionista a quasi 30 anni.

Però prima fa la storia della cento chilometri.

Vince tre titoli iridati consecutivi. Impresa riuscita in parte solo all'Italia. Dico in parte perché l'Italia vince tre cento chilometri consecutive tra il '91 e il '94 dato che nel '92 non si svolse poiché anno olimpico...al contrario la Svezia le vinse proprio una in fila all'altra: '67, '68, '69.

Inoltre, la Svezia è l'unica nazione ad aver vinto la cento chilometri per tre volte consecutive con la stessa conformazione. Peraltro composta da quattro fratelli e Gosta ne era il trascinatore. Peccato solo che gli sia sfuggito quell'oro olimpico che sarebbe stata la ciliegina sulla torta (hanno un bronzo e un argento).

Anche a livello individuale da dilettante Gosta Pettersson fu un grandissimo. Vinse, innanzitutto, la Milk Race e quasi tutte le maggiori gare dell'Africa Settentrionale: Giro del Marocco, Giro di Tunisia, Giro di Algeria e Grand Prix d'Annaba. Tolto Annaba, le altre erano tutte gare ben più lunghe delle moderne brevi corse a tappe.

Vincere un Giro di Tunisia davanti ad Aimar e Godefroot vale molto di più rispetto a un successo nell'odierno BinckBanck Tour, per quanto mi riguarda.

Poi Gosta vinse anche diversi campionati nazionali, dei Giri di Svezia antenati del PostGirot Open, fu secondo al Giro di Yugoslavia nel '68 e terzo all'Avenir nel '69.

Alla prima stagione da pro arrivano subito Romandia, Baracchi e il podio al Tour.

Alla seconda vince il Giro e fa tantissimi altri grandi risultati incluso un terzo posto alla Sanremo. Non a caso giunge quarto nel Super Prestige Pernod, il che certifica la sua costanza ad altissimi livelli.

Nel '72 inizia l'ovvio declino, un po' per l'età e un po' poiché erano dieci anni che si spremeva oltremodo. Nonostante ciò, è sempre rimasto competitivo ad alti livelli fino al ritiro nel '74, tanto che conquisterà ancora due top-10 al Giro e podi alla Tirreno, al Tour de Suisse e al Trofeo Baracchi (uno in tandem con Cochise Rodriguez...una coppia a dir poco epica).

Se fosse passato pro dieci anni prima avrebbe un palmares sicuramente di maggior grido per quanto concerne le gare mainstream. Avrebbe anche potuto vincere il Tour de France nel quadriennio che va dal '65 al '68, quando alla Grande Boucle si imposerò atleti che non erano dei veri fuoriclasse delle corse a tappe come Gimondi, Aimar, Pingeon e Janssen.

Noi che, però, abbiamo gli strumenti per scandagliare la sua carriera del dettaglio, senza doverci attenere alle sole competenze di base che il normale appassionato di ciclismo ha, possiamo dire che la sfida, tra Pettersson e Dumoulin sussiste ed è davvero serrata.
 
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[+] A 3 utenti piace il post di Luciano Pagliarini
Bugno-Nibali

Gli avversari incontrati definiscono come pochi altri criteri il valore di un atleta e Bugno ne ha trovati sulla sua strada di eccezionali, sia quando ha vinto (Museeuw al Fiandre) che quando ha perso (Indurain al Tour).

Inoltre, il come si è vinto completa e accresce il peso di quanto si è vinto, soprattutto nel caso di confronti tra corridori con palmares simili. Esempio: entrambi hanno vinto una Sanremo, uno con quasi 30 km di fuga solitaria nell'edizione più veloce di sempre, l'altro... beh ha vinto la Sanremo, che comunque non è poco (si può fare lo stesso discorso per i due campionati italiani).

Nibali in proporzione ai mezzi ha fatto molto meglio e sta durando molto di più di Bugno ma a me non basta per preferirlo dato quanto scritto sopra.

Pettersson-Dumoulin

Senza prendere in considerazione la monumentale carriera dilettantistica, la più netta vittoria del ''proprio'' Giro e la superiore continuità di rendimento come corridore da grandi giri e da corse a tappe in generale mostrata nei 5 anni da pro (nonostante i suoi giorni migliori fossero già passati) mi inducono a scegliere Pettersson.

Ad ogni modo, Dumoulin ha tempo per raddrizzare la propria carriera e realizzare un sorpasso ai danni dello svedese che secondo me non è ancora avvenuto.
 
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Andiamo con questo: Flavio Giupponi vs Fabio Aru.
 
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Stessa provenienza ciclistica, stesso nocchiero tra i dilettanti e stessa parabola, in sostanza stesse speranze mal riposte (non per colpa loro).

Aru dalla sua ha un palmares decisamente più corposo, anche se costruito in gran parte grazie a circostanze favorevoli, Giupponi dei rivali un più qualificati.

Il Fignon dell'89 non è più quello di una volta, però secondo me vale di più un secondo posto dietro di lui (o mettersi dietro Hampsten, Breukink, Chioccioli e Delgado in Giri diversi) che vincere la Vuelta in quella maniera.

Anche sul secondo posto al Giro se ne potrebbero dire di cose, a cominciare da quelle che non bastano per una querela: se Martinelli avesse liberato Landa sul Mortirolo e non sul falsopiano dell'Aprica probabilmente il sardo si sarebbe dovuto accontentare del gradino più basso del podio, per giunta in un Giro dove dal quarto in poi troviamo nomi da far accapponare la pelle.

E' una sfida a ciapanò, ma Giupponi la sfanga.
 
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A cinque anni dal Giro 2015 vi propongo un bello straccio contro cencio....Aru contro Landa.

Tornando al maggio 2015, e vedendo come è andata dopo, chi prenderste? Meglio un lustro di quarti e sesti posti di Landa o due exploit esaltanti, contornati da due anni di nulla cosmico, di Aru?
 
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Se dovessi essere un ciclista e "decidere" il palmares prendo Aru senza pensarci.

Tappe nei 3 GT, indossato tutte le maglie di leader, vinto la Vuelta, vinto campionato nazionale.
 
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(10-05-2020, 10:35 PM)Albi Ha scritto: Stessa provenienza ciclistica, stesso nocchiero tra i dilettanti e stessa parabola, in sostanza stesse speranze mal riposte (non per colpa loro).

Aru dalla sua ha un palmares decisamente più corposo, anche se costruito in gran parte grazie a circostanze favorevoli, Giupponi dei rivali un più qualificati.

Il Fignon dell'89 non è più quello di una volta, però secondo me vale di più un secondo posto dietro di lui (o mettersi dietro Hampsten, Breukink, Chioccioli e Delgado in Giri diversi) che vincere la Vuelta in quella maniera.

Anche sul secondo posto al Giro se ne potrebbero dire di cose, a cominciare da quelle che non bastano per una querela: se Martinelli avesse liberato Landa sul Mortirolo e non sul falsopiano dell'Aprica probabilmente il sardo si sarebbe dovuto accontentare del gradino più basso del podio, per giunta in un Giro dove dal quarto in poi troviamo nomi da far accapponare la pelle.

E' una sfida a ciapanò, ma Giupponi la sfanga.
Pero' Giupponi ha in carriera due vittorie , la tappa di corvara e il giro dell'appennino
nessun piazzamento nei 10 al tour e alla vuelta
Ha 3 piazzamenti nei 10 al giro.. con il secondo posto dietro fignon ( e con il gavia.. che poteva aiutarlo)
Aru ha 9 vittorie.. 3 tappe al giro , due alla vuelta e una al tour il giro del piemonte e la tappa al delfinato
Ha fatto 2 piazzamenti nei 10 al giro entrambe le volte podio
due alla vuelta.. che ha vinto
e un quinto posto al tour
Superiore Aru
 
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Peter Sagan vs Olaf Luwdig
 
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