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Testa a testa
E anche questo: Sepp Kuss vs Jai Hindley
 
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Per ora starei su Bettini, ma se Ala continua a provare un po' tutte le classiche è sulla giusta strada per sorpassarlo. Liegi, Lombardia e Fiandre, nelle giuste condizioni potrebbe anche vincerle
 
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Due testa a testa dell'epoca dei nostri bisnonni

Maurice Garin vs Hyppolite Aucutourier
Romain Gijssels vs Briek Schotte
 
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(19-10-2020, 12:02 PM)Luciano Pagliarini Ha scritto: Alan Philippe vs Bettini

Per me il classicomane si giudica dalla sua orizzontalità. Ala ha tutto ed il tempo a disposizione (già significava molto un piazzamento al recente Fiandre) per superare Bettini, grandissimo sull'asfalto, ma insignificante sulle pietre.
 
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(19-10-2020, 08:27 PM)Luciano Pagliarini Ha scritto: E anche questo: Sepp Kuss vs Jai Hindley

Come scalatore mi piace di più Kuss, che è sicuramente più forte su questo versante quando è in giornata. Hindley è più completo e continuo e potrebbe già mettere in saccoccia un GT a 24 anni. Meglio l'australiano.
 
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[+] A 2 utenti piace il post di Morris
(21-10-2020, 08:36 PM)Manuel The Volder Ha scritto: Due testa a testa dell'epoca dei nostri bisnonni

Maurice Garin vs Hyppolite Aucutourier
Romain Gijssels vs Briek Schotte

Preferisco Garin al "Terribile", anche se di poco. Il valdostano d'origine era un gran pedalatore e lo dimostrano i record strabilianti per il periodo che seppe ottenere. Il francese è stato un autentico gladiatore della bicicletta, ma dalla carriera, se vogliamo, più breve. 
Alla pagina seguente riporto quanto scrissi su di loro.
 
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Maurice Garin
[Immagine: images?q=tbn%3AANd9GcQy33ainEBrVshzH21Ko...w&usqp=CAU]
Nato ad Arvier in Valle d'Aosta il 3 marzo 1871, deceduto a Lens in Francia il 19 febbraio 1957, italiano naturalizzato francese il 21 dicembre 1901. Professionista dal 1893 al 1904 e nel 1911 con 24 vittorie.
Era ancora un bambino quando dalla natia Valle d'Aosta emigrò in Francia. Di piccola statura trovò presto lavoro come spazzacamino e quando divenne più noto grazie alle sue qualità sul biciclo prima e  bicicletta poi, si trovò ad ereditare il soprannome di "le petit ramoneur", il piccolo spazzacamino. Oltralpe trovò fama e soldi quando scelse di far diventare quella che era una passione per il nuovo mezzo a ruote spinte a motore umano, una vera professione. Divenne così un agonista dotato di una grande capacità di pedalata e di un fondo da lasciare senza parole. Tenace e tignoso il giusto, per resistere alla durezza di quello sport che era ormai diventato ovunque in terra francese e non solo, il più popolare. Tra l'altro, Garin, sapeva impreziosire la sua fama, grazie ad una marcata regolarità nelle condotte, nel protagonismo e nei successi. Negli anni seppe mettere assieme un grande palmares, fatto di roboanti vittorie, fra le quali due Parigi-Roubaix (1897 e 1898), la Parigi-Le Mans (1996), la
Valenciennes-Nouvion-Valenciennes (1998), la massacrante Parigi-Brest-Parigi (quasi 1200 chilometri senza soluzione di continuità vinta nel 1899), la Bordeaux-Parigi (1901) e soprattutto, nel 1903, la prima edizione del Tour de France, nella quale vinse pure 3 tappe.
Un ruolino dunque di gran qualità che avrebbe potuto essere anche più ricco, se non avesse subito una clamorosa squalifica nel Tour  vinto  nel 1904. Qui il comportamento deviante di tanti ciclisti, portò all'eliminazione dei primi quattro della classifica finale e alla loro squalifica per due anni. Garin, proclamatosi sempre innocente, si rifiutò di chiedere la grazia, ed abbandonò l'attività agonistica. Aveva quasi 34 anni.
Poi, nel 1911, a 40 anni, un colpo di coda con la partecipazione alla Parigi-Brest-Parigi che chiuse 9°, ma 3° nella classifica degli isolati.  In carriera Maurice Garin ha fatto sue altre grandi prove come la "800 chilometri di Parigi", la 24 Ore di Liegi e la 24 Ore di Parigi. Fra il 3 e 4 febbraio 1895, stabilì il record mondiale sui 500 chilometri su strada con allenatori, percorrendoli nel tempo di 15h2'32"1. 
Cesare ed Ambrose Garin, noti corridori a cavallo fra ottocento e novecento, erano suoi fratelli.

Hippolyte Aucouturier
[Immagine: images?q=tbn%3AANd9GcS1lB_mc7DxHb9t4x-uc...g&usqp=CAU]
Nato il 17 ottobre 1876 a La Celle, deceduto a Parigi il 22 aprile 1944. Fondista completo. Professionista dal 1900 al 1908 con 14 vittorie. Proveniente da un villaggio del Massiccio Centrale, abbastanza vicino al celeberrimo Puy de Dome, nel dipartimento dell'Allier, della Regione dell'Alvernia, Aucouturier, scoprì la bicicletta come mezzo agonistico, abbastanza tardi. Con lui, il fratello Francois, di un anno più anziano, ma che maturò la decisione di correre, addirittura dopo e senza successi. Ippolyte invece, coi suoi baffoni che parevano la riproposizione del manubrio delle prime biciclette da locomozione e quello strabismo, che rendeva più truce l'evidente corpulenza, si fece trascinare dal sogno di poter vivere la sua "belle epoque" attraverso quel mezzo. Poche corse tutte vinte dove capitava per guadagnare, lo spinsero a provare il confronto coi grandi nomi del ciclismo, all'alba del nuovo secolo, da professionista. Si schierò nelle due corse meno disumane dell'epoca e famose quanto la pazzesca Parigi-Brest-Parigi e la Parigi-Tours, ovvero, la Bordeaux-Parigi e la Parigi-Roubaix. Finì rispettivamente 5° e 8°, abbastanza per farsi conoscere con tanto di nomignolo: "Il Terribile". Già, perché il ghigno, la determinazione e la violenza della sua pedalata, che si inquadrava perfettamente con la sua figura più che austera, avevano tracciato subito un solco. L'anno successivo trovò i soldi ed i mezzi della Crescent ed "emigrò" in Belgio per allinearsi alla partenza della Bruxelles-Parigi e la sua risposta fu una consistente vittoria. Per il Terribile che fino ad un anno prima era uno sconosciuto, giunse la fama che s'impreziosì col 2° posto alla  Bordeaux-Parigi, il 3° nella asfissiante Parigi-Brest-Parigi e il 4° nella Tolosa-Luchon. Dopo un 1902, passato perlopiù a cercare soldi sulle piste (fu comunque 3° nella Parigi-Rennes e nella Luchon- Tolosa-Luchon), esplose nel 1903. Nella stagione infatti, vinse la Parigi-Roubaix, la Bordeaux-Parigi e due tappe del primo Tour de France, pur essendosi dovuto ritirare per crampi allo stomaco causa cibo avariato nella prima tappa (all'epoca coloro che si ritiravano non venivano classificati nella generale ma potevano continuare a correre per vincere le tappe). Di nota: fu il primo corridore a superare in testa un colle vero al Tour: il Col de la Republique (1145 s.l.m.). Gli sfuggì la Parigi-Valenciennes, dove fu 2°. Nel 1904 passò alla Peugeot, rivincendo la Roubaix e classificandosi inizialmente 4° al Tour, dopo aver vinto 4 tappe (2a, 3a, 5a e 6a), ma venne squalificato assieme ai tre che lo avevano preceduto, per aver beneficiato di aiuti da parte del pubblico. Su quel Tour restano comunque ombre e le colpe addossate agli squalificati, ben poco diverse da quelle degli altri. Nella stagione successiva, Aucouturier vinse ancora la Bordeaux-Parigi, fu 4° nella Parigi Roubaix e si piazzò 2° al Tour de France, dopo aver conseguito tre vittorie di tappa (2a, 4a e 8a). Nel 1906 passò all'Alcyon-Dunlop, ma era al tramonto, pur piazzandosi ancora. Si ritirò nel 1908.
 
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Romain Gijssels vs Briek Schotte

Un confronto impari, pur partendo da una base di grande tangibilità e palmares da gran campione. La parte normale, o base, è quella di Gijssels, che era un uomo veloce adatto alle corse di un giorno, certo fortissimo, ma col vizietto di amare la vita nelle sue forme più naturali. Inseguiva le belle donne con volontà superiore alle sempre toste pedalate, si scioglieva davanti alla buona tavola, amava la birra e, perché no, quell’ozio dettato dal recupero del sonno durante il dì, perché la notte l’aveva consumata da sveglio. Insomma un flandrien di nascita, ma non di gioventù sportiva. Vinse corse primarie, ma fece presto a tagliare la corda verso la sua vocazione lontana dalla bici. Morì in Francia, a Parigi, dove aveva aperto un albergo perché gli affari li sapeva fare.
Alberic “Briek” Schotte è invece un monumento del Belgio e delle Fiandre in particolare. Un corridore epocale, il “flandrien” per eccellenza a lui sono dedicati monumenti e, ciclisticamente parlando è stato davvero uno dei più grandi corridori della terra dove il ciclismo è religione. 
Vince dunque a mani basse Schotte.

Le sintesi dei due…

Romain Gijssels
[Immagine: 5pjkbepdBQUjDsi5OhJVbtLtMP_W5jOv7EHbFHc9...XoeGePKEyw]
Nato a Denderwindeke il 10 marzo 1907, deceduto a Parigi il 31 marzo 1978. Professionista dal 1930 al 1936 con 15 vittorie. Dopo aver vinto nel '31 il Giro delle Fiandre e il Gran Premio Wolber, realizzò una strepitosa tripletta nel '32, aggiudicandosi consecutivamente ancora il Giro delle Fiandre, la Parigi-Roubaix e la Bordeaux-Parigi. Ma tanto splendore non ebbe seguito. Nel '33 vinse la Marsiglia-Lione, fu 3° nel Giro delle Fiandre e nella Bordeaux-Parigi, seguì il successo nella Parigi-Belfort quindi, a 29 anni, cessò la carriera. Si trasferì a Parigi dove aprì un albergo e successivamente entrò nello staff di Jean Leulliot il giornalista che organizzava, fra l'altro, la Parigi-Nizza.

Alberic “Briek” Schotte
[Immagine: 220px-Alberic_Schotte.jpg]
Nato a Kanegem il 7 settembre 1919 deceduto a Kortrijk il 4 aprile 2004. Completo. Professionista dal 1939 al 1959 con 67 vittorie.
Non era bellissimo da vedere sulla bicicletta, ma era un vero flandrien per come interpretava ogni corsa, sempre all’attacco. Era per giunta molto completo, basti citare che finì 2° al Tour de France 1948 dietro Gino Bartali. Abbandonata l'attività diventò Direttore Sportivo e guidò la formazione belga della "Flandria" conquistando numerosi successi tra cui la Coppa del Mondo marche nel 1970 e 1973. E’ stato nominato cavaliere dell'Ordine di Leopoldo II. In sintesi ha vinto: 2 campionati del mondo (1948-1950); 2 Giro delle Fiandre (1942-1948); 2 Parigi-Bruxelles (1946-1947); 2 Parigi-Tours (1946-1947); 2 Gand-Wevelgem (1950-1955); 1 Parigi-Lussemburgo (1946); 2 Attraverso il Belgio (1953-1955); 1 campionato delle Fiandre (1941); G.P. Escaut (1955); una tappa al Tour; Desgrange Colombo (1948); Trofeo Gentil (1948); due volte secondo e tre volte terzo al Giro delle Fiandre.
 
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Giro delle Fiandre vs Amstel Gold Race

Non dal punto di vista storico, ma dal punto di vista attuale.
 
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Fiandre. L'Amstel ormai è una corsa che vale il livello ingiustamente assegnato a quelle cinque ma il Fiandre è il Fiandre.
Personalmente e credo anche oggettivamente come fascino nel mondo Fiandre e Roubaix sono le due corse di un giorno più importanti toh col Mondiale che però a volte non ha percorsi all'altezza e anche più della Liegi
 
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Però i cambi del percorso degli ultimi anni hanno impoverito il Fiandre e rinvigorito l'Amstel.
Negli ultimi anni, a parte il 2017, il Fiandre è stata una corsa piatta sino al primo vero affondo dei big con 2013 e 2019 apice della piattezza, mentre le tre edizioni con percorso anti-Cauberg sono state frizzanti e mai scontate.
 
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Se parliamo di percorso anche se tecnicamente il Fiandre è comunque duro forse si potrebbe fare di meglio ma rimane comunque una corsa dura il giusto

Come prestigio però appunto non c'è paragone ovviamente

Quel attuale bisogna vedere cosa intendi tu ma per me facendo la tara stravince comunque il Fiandre
 
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Infiaschiandosene dei ranking io direi

Roubaix-fiandre top del top.
Mondiale per il blasone
Amstel perché piace agli appassionati il che è tutto.
Lombardia Gent ( spesso molto interessanti)
Liegi (svolgimento abbastanza banale)
Sanremo (svolgimento banale)
 
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Il Fiandre ancor più della Roubaix è, a mio avviso, il simbolo del ciclismo, fotografia dir come dovrebbe essere, con milioni di persone sulle strade. Già per questo non esiste il paragone, per quanto il nuovo percorso non mi piaccia molto, mentre l'Amstel è migliorata molto come percorso.
 
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A me l'Amstel è sempre piaciuta, anche quando l'arrivo sul Cauberg odorava già di ripetitivo. Poi gli va dato atto di aver cambiato il percorso in tempo e di dare sempre finali incerti. Tuttavia non me la sento ancora di metterla accanto al Fiandre, anche a livello personale provo più pathos nelle fasi finali. Certo che negli ultimi anni lo spettacolo è stato pochino, si vince trovando l'attacco giusto e neanche sul Pavè.
Di sicuro il Fiandre mostra la stupidità tattica di tanti
 
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La vittoria di Hesjedal al Giro vs la vittoria di Tao
 
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Tao più forte, ma Hesjedal almeno un minimo il muso fuori lo aveva messo.
 
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Rinnovo il mio Peter Sagan vs Mathieu van der Poel

MvdP ha vinto il Fiandre al secondo tentativo, Sagan al sesto.
 
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A fine carriera sarà un no contest.. Ma direi gia fra un anno due
Bruciano da morire quel Mondiale non vinto e quello mtb non corso dello scorso anno. Già ora gli avrebbe dato un palmarès da paura. Dopo due stagioni 'vere' su strada nonostante faccia principalmente ancora cross
 
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Non considererei quello il parametro di confronto (De Vlaeminck ha vinto il Fiandre al sesto tentativo, Bettiol al quarto...) però penso che VdP sia quello che tra i due ha maggiormente coltivato un talento che gli permette di essere competitivo dappertutto.

Sagan probabilmente lo avrebbe ma si è spesso limitato a fare lo specialista o il compitino (chi se ne frega del record di maglie verdi o delle millantamille tappe al California).

Il primo confronto di questo topic è Sagan vs Bartoli (tra l'altro proposto da me), personalmente ad oggi non sono convinto che sceglierei lo slovacco tra i due.
 
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