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Bruno Wojtinek
#1
Nato a Valenciennes il 6 marzo 1963. Completo. Professionista dal 1984 al 1989 con 24 vittorie.
Aveva tutto per lasciare una impronta indimenticabile e, come tutti i più grandi talenti dello sport, non era un programmatore, ma un istintivo. Un "bad boys", come qualcuno definisce quelli così, uno che voleva pure vivere, un "cavallo pazzo", come altri sono soliti dire. Nel suo palmares 13 frazioni di corse a tappe di una settimana, e vittorie finali in alcune delle stesse, precisamente: Tour d'Armorique '85, Tour de l'Oise '86, Tour Midi-Pyrénees '87, Giro del Mediterraneo '88. Ha vinto anche il GP Ville de Rennes e il GP di Denain nell'86 e '87. Si infortunò una prima volta nel 1986, perdendo una fetta di stagione; poi, a 25 anni, nel 1988, in una caduta si ruppe un ginocchio, e fu costretto a chiudere di fatto lì, la sua carriera. Ma quel giovane, che guardava in faccia gli avversari, mostrando il suo volto pulito come fosse una sfida alla loro fatica, era semplicemente la gioia di chi ama questo sport. Alla Parigi Roubaix del 1985, ad appena 22 anni, era già il più forte di quella terribile prova, quel giorno corsa fra scrosci e fango di autentica tregenda. Il suo mentore, Cyrille Guimard, sapeva bene che lui era il più forte del lotto e lo "usò" dal primo all'ultimo km per prendersi rivincite (con Hinault e Lemond in particolare) e concretizzare il copione che s'era dato. Cyrille, non potendo contare sull'infortunato Fignon, s'affidò al fuoriclasse ragazzino Wojtinek e a Marc Madiot, un atleta adatto alla sofferenza di una "Roubaix". E così spese subito chi sapeva pieno di riserve: proprio il giovane di Valenciennes. A lui toccò il peso della selezione, in particolare dopo la foratura di Moser e sulle spalle di Bruno, che pedalava come un navigato sul pavé, con la compostezza dei grandi ed in possesso della velocità letale negli sprint dopo oltre 250 chilometri di fatiche immani, spettò pure il compito di far fuori 2 pericolosi avversari olandesi, come Van Der Poel, ruota veloce e temibile, e il finisseur Kuiper. A quel punto, davanti erano rimasti 7 uomini: le 2 punte di Cyrille, l'irlandese Kelly, l'americano Lemond, ed i belgi Dhaenens, Eddy Planckaert e Lieckens. Guimard, a 15 km dal velodromo di Roubaix, nel penultimo tratto di pavé, lanciò Marc Madiot, sapendo che nel caso il suo tentativo fosse stato rintuzzato, gli restava la carta dello sprint del pimpante Wojtinek. Tutto andò secondo i suoi voleri e quando la vittoria di Madiot fu sicura, a 2 km dal traguardo, l'ammiraglio liberò Bruno. Fu come aprire la gabbia ad una pantera. Per Kelly, Lemond e gli altri, non rimase che la volata per il terzo posto. Un numero da fuoriclasse autentico. Oggi Wojtinek, vive a Lille e gestisce un negozio d'abbigliamento. Si vede ancora a qualche gara. Pedala per diletto, anche se ogni tanto partecipa a dei raduni. Vederlo sulla bici è sempre una ventata di freschezza agli occhi e sapere che per colpa di una rotula frantumata, è rimasto nel limbo dell'indelebile storia del pedale, fa male al cuore.
 
Maurizio Ricci detto Morris
 
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