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Vincenzino Santoni
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Il Resto del Carlino: Santoni accusato di evasione fiscale
Hanno scavato a fondo per quasi due anni e alla fine hanno scoperto che dietro la facciata di una delle più importanti società ciclistiche, si celerebbe un marchingegno per frodare lo Stato. Per questo motivo, dopo una lunga indagine della Guardia di Finanza di Porto San Giorgio, coordinata dal sostituto procuratore Raffaele Iannella, comparirà davanti al giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Fermo il noto imprenditore elpidiense Vincenzino Santoni. Santoni, 53 anni, noto professionista del mondo ciclistico ed ex team manager del campione Mario Cipollini, nonché patron dell’Acqua e Sapone-Cantina Tollo, dovrà rispondere dell’accusa di frode fiscale per 11 milioni di euro, per omessa dichiarazione dei redditi e occultamento e distruzione di documenti contabili. Il magistrato inquirente ha chiesto il rinvio a giudizio e il gup ha già fissato la data della fase preliminare del processo.

L’imprenditore, difeso dall’avvocato Francesco De Minicis, avrebbe evaso le tasse in Italia attraverso la residenza fiscale fittizia di una propria società statunitense, in realtà inesistente. Nel corso delle indagini, i finanzieri hanno scoperto che Santoni gestiva i principali affari attraverso una società mai censita dall’anagrafe delle società statunitensi, e che negli Stati Uniti non aveva mai presentato alcuna dichiarazione dei redditi.

Attivo tra Porto Sant’Elpidio e Civitanova, titolare di varie società, l’imprenditore e il suo team ciclistico hanno sempre svolto attività in Italia, come dimostrano anche i contratti di sponsorizzazione. Oltre che con la finta sponda statunitense, il 52enne evadeva le tasse anche grazie ad alcuni conti correnti aperti presso banche svizzere. In soli due anni i rapporti economici tra l’azienda americana fantasma e un’altra dello stesso gruppo amministrato da Santoni, hanno evaso 5,3 milioni di euro. La Guardia di Finanza ha segnalato agli uffici finanziari, per il recupero a tassazione, un imponibile di 11.230.000 euro, e 4,5 milioni di Iva non versata.

«Le indagini della Brigata di Porto San Giorgio — spiega il comandante provinciale di Ascoli Piceno, il colonnello Fabrizio Chirico — sono state indirizzate in via naturale verso l’individuazione degli elementi da porre poi in relazione alle contestazioni giuridiche sulla fittizietà della paventata residenza fiscale estera. Già nell’ambito dei riscontri preliminari di circostanza, sono emerse situazioni che mettevano in dubbio la stessa esistenza della società americana. Infine si è giunti anche a rilevare la totale inesistenza, presso il fisco statunitense, di qualsivoglia dichiarazione dei redditi». Di tutt’altro avviso l’avvocato De Minicis, che preferisce non commentare, ma che è convinto dell’innocenza del suo assistito. «Crediamo fermamente — dice — di poter documentare la regolarità di tutta la vicenda».

da Il Resto del Carlino a firma di Fabio Castori
 
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