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Vuelta a España 2013, the final countdown - Il pagellone della corsa
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Vuelta a España 2013, the final countdown - Il pagellone della corsa


Chris Horner e Vincenzo Nibali sull'Angliru - © ciclo21.com

Anche il terzo GT dell'anno si è concluso. La Vuelta 2013 ha dato la sua sentenza e ha incoronato il vecchio Chris Horner, 42 anni il prossimo 23 Ottobre. Un fenomeno di longevità l'Americano della Radioshack che in un colpo solo ha stabilito 3 record che saranno difficili da battere:
  • Corridore più anziano a vincere un Grande Giro
  • Corridore più anziano a vincere una tappa di un Grande Giro
  • Corridore più anziano a terminare un Grande Giro
L'Americano ha sbarazzato la concorrenza e ha dato vita a un grandissimo duello con il vincitore del Giro d'Italia, lo Squalo dello stretto, Vincenzo Nibali, che lo ha visto vincitore nonostante la grande generosità del Siciliano sull'Angliru, dove a suon di scatti ha cercato di sgretolare la resistenza dello yankee.
E' arrivato il momento di dare i voti ai protagonisti della 67° Vuelta, con uno stile coutdown, senza mezzi voti e con il più grande successo degli Europe, The Final Countdown, come ideale sottofondo.


10 - Chris Horner
Il voto massimo non poteva non andare al vincitore di questa Vuelta. Quasi 42enne l'Americano ha vinto la 3° tappa a Villagarcia de Arousa con un azione nell'ultimo km, grazie alla quale ha indossato per un giorno la Maglia Rossa, persa il giorno dopo per un buco negli ultimi 500 metri. Quando sembrava ritornato sulla Terra, The Smiler ha sorpreso tutti sull'Alto de Hazallanas, quando ha staccato Nibali di 48 secondi, riprendendosi il simbolo del leader, perso dopo il giorno di riposo nella cronometro. L'Americano non demorde e costruisce il suo successo partendo dall'arrivo di Formigal, dove Nibali va in crisi e perde 20 secondi dagli altri uomini di classifica. A Pena Cabarga il capolavoro. Stacca ancora Nibali di 20 secondi e il giorno dopo sul Naranco indossa la maglia di leader, che difende anche sull'Angliru in un duello stile mezzogiorno di fuoco con lo Squalo. Purtroppo questa sua impresa è macchiata da qualche accusa Doping, come se i corridori non facciano altro che iniezioni dalla mattina alla sera, snobbando l'allenamento e la dedizione. Sarebbe anche ora di smetterla con questa caccia alle streghe. Parlando di Horner non si può non parlare del suo angelo custode Robert Kiserlovski (7), che ha sempre aiutato il suo capitano.

9 - Vincenzo Nibali
Arrivato da un Giro d'Italia dominato tra la Neve, lo Squalo tenta la seconda vittoria dell'anno in un GT, come solo i grandi sanno fare. Dopo un ottimo avvio con la vittoria della cronosquadre, Vincenzo sembra in controllo della corsa, ma non ha fatto i conti col vecchio Horner, autore di una corsa sempre all'attacco. Nibali si difende come può, ma paga molto spesso cercando di restargli dietro. L'ultimo appello per lui è l'Angliru, dove da il tutto per tutto, dimostrando di essere un campione di razza. Tutto inutile purtroppo, ma come dice Alfredo Martini, Nibali ha dimostrato che a volte per vincere non serve arrivare primo.
Tra i gregari molto bene Kangert (7), mentre è mancato Fuglsang (5) durante tutta la Vuelta, tranne l'ultimo giorno all'Angliru, dove comunque non ha dato un gran mano.

8 - Daniel Moreno, Michael Matthews, Alejandro Valverde, Nicolas Roche, Warren Barguil e Kenny Elissonde
Daniel Moreno, protagonista della prima settimana, ha dimostrato come negli arrivi esplosivi stia diventando più forte del suo capitano Purito. Il vincitore della Freccia Vallone ha dimostrato a Valdepenas de Jaen, una superiorità netta rispetto al resto del mondo, quando le pendenze si inerpicano oltre il 20 %. Bene anche Valverde, regolare e sempre tra i primi, che chiude con un ottimo 3° posto e la maglia verde. Roche ha vinto una tappa ed ha chiuso 5° in classifica, mentre bellissime vittorie per i Francesini Barguil (2 vittorie) e Elissonde, che sull'Angliru ha scritto la pagina più bella della sua giovane carriera.
Un bell'8 anche a Michael Matthews, vincitore delle uniche 2 volate tradizionali di questa Vuelta.

7 - Michael Morkov, Zdenek Stybar, Leopold Konig, Fabian Cancellara, Philippe Gilbert, Daniele Ratto, Alexandre Geniez, Bauke Mollema, Vasil Kyrienka e Nicolas Edet
Un bel 7 ai protagonisti di un giorno di questa Vuelta. Dalla cronometro di Cancellara alla volata di Morkov nella tappa di Tony Martin (7 anche per lui e per la fantastica azione). Dalla vittoria scaccia maledizione iridata di Gilbert alla fuga sotto la pioggia di Daniele Ratto. Tante nuove storie in questa Vuelta si sono scritte.

6 - Joaquim Rodriguez e Edvald Boasson Hagen
Ogni anno che passa ci si stupisce di come il Purito non ha mai vinto un GT, e ogni anno arriva puntuale la risposta. Il corridore Catalano è sempre troppo attendista e preferisce il successo di tappa più che quello finale. Questa sua predisposizione gli ha fatto perdere il Giro d'Italia, ma sopprattutto la Vuelta dello scorso anno e anche quest'anno s'è giocato la possibilità di vincere per il troppo attendismo. Ha poi si vinto una tappa, ma per uno come lui è ormai troppo poco. La sensazione è che se non cambia modo di correre, una grande corsa a tappe non la vincerà mai.
Sufficenza anche per Boasson Hagen, che ha fatto una Vuelta di grande generosità, anche se non ha mai vinto una tappa.

5 - Domenico Pozzovivo e Thibaut Pinot
Insufficenza per i 2 corridori che hanno chiuso in 6° e 7° posizione. Se da una parte si può parlare di bagaglio per il futuro (è il caso di Pinot), dall'altra dobbiamo parlare di ennesimo fallimento nelle corse a 3 settimane. Entrambi hanno condotto una corsa senza infamia e senza lode, con pochi momenti da ricordare, se non il 3° posto di Pozzovivo nella cronometro (primo degli uomini di classifica), che comunque ha perso qualcosa in salita. Sul loro stesso piano anche Samuel Sanchez e Igor Anton, forse troppo caricati di pressione per l'ultima Vuelta dell'Euskaltel.

4 - Gianni Meersman e Tyler Farrar
Due velocisti così, che riescono a tenere, e bene, nelle tante colline che costellavano questa Vuelta, sono andati a casa a mani vuote. Se per Meersman si può parlare di fallimento passeggero, per Farrar sembra una sentenza su questa seconda parte di carriera, che poteva vederlo tra i protagonisti dello Sprint, ma che sembra precludergli ogni possibilità di miglioramento nel futuro.

3 - Carlos Alberto Betancur
Dopo una primavera corsa da campione in erba (pur non avendo vinto alcuna corsa), il Bananito s'è fermato subito dopo il Giro d'Italia, puntando a preparare Vuelta e Mondiale in patria. Purtroppo sembra che l'aria di casa abbia fatto male al 23enne vincitore del Giro dell'Emilia 2011, che in questa Vuelta è quasi sempre arrivato nelle retrovie, arrivando 126° su 144 corridori arrivati a Madrid. Colombiano come lui, anche Sergio Henao (3) ha deluso le attese di casa Sky, confermando come per ora non sia pronto per essere capitano in una grande corsa a tappe.

2 - Copertura Televisiva
Imbarazzante la copertura televisiva di quella che dovrebbe essere una corsa in continua crescita, ma che ogni anno si scontra sempre con gli stessi problemi, non ultimo quello, assurdo nel III° millenio, di non avere immagini di attacchi della prima ora o, ripensando all'anno scorso, di attacchi storici come quello di Contador a Fuente Dè.

1 - Percorso
Peggio della copertura televisiva c'è solo il percorso della Vuelta. Un mix di mezze rampe, arrivi in salita (quest'anno ben 11 !!!) e tappe "unipuerto" che molto spesso portano alla marcatura oppure a volate dove si può guadagnare al massimo 5 secondi. Un'arma a doppio taglio quella che Unipublic propone ogni anno, tanto che ormai anche gli Spagnoli sono stanchi di questa mancanza di tapponi come possono essere quelli Dolomitici o Pirenaici negli altri 2 GT. Incredibile come la scorsa edizione si sia decisa sull'unica tappa con una salita pedalabile alla fine. Questa "peculiarità" del percorso priva di fatto alla corsa Spagnola l'opportunità di avere tra i partenti i grandi velocisti del momento, nonchè le grandi squadre a tenere cucita la corsa negli ultimi 10 km. Solo 2 sono stati gli arrivi in volata tradizionali, entrambi vinti da Michael Matthews, giovane talento che però non vale Cavendish, Kittel e Greipel. Alcune tappe pianeggianti sono state risolte da azioni da finisseur, come nella tappa di Stybar e quella di Mollema, quando solitamente si arrivava con il classico volatone.
 
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#2
Betancur ha le scusanti, Henao no tanto per citarne uno. E i vari Uran, Scarponi, Kreuziger, perché non un insufficienza anche per loro?
 
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#3
E' solo una bozza, completerò più tardi e/o domani...
 
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#4
Se li sarà dimenticati per strada, tanto fa a tempo ad aggiungerli...

E poi una cosa, quando leggete delle pagelle, più che il voto guardate le motivazioni Sese
 
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#5
E tipo per Mollema o Morkov un 7 mi pare eccessivo, specie per il primo che aveva tutt'altre aspettative alla vigilia, un po' come Rodriguez che non avesse avuto quel nome avrebbe meritato un voto più alto.
 
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#6
Quest'anno alla Vuelta non aveva proprio la gamba per giocarsela Purito. Certo lo scorso anno sia a Giro che Vuelta ce l'aveva, e pure per osare qualcosa in più che un attacco dalla breve distanza, ha perso occasioni forse irripetibili ahimè.
 
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#7
Al Tour ha corso bene ed ha dato spettacolo nell'ultima settimana con attacchi dalla media distanza, Fuente dé da quel punto di vista gli ha dato una belle lezione e gli ha fatto capire che non può aspettare gli ultimi 500 metri per muoversi...

In questa Vuelta non mi è piaciuto per nulla invece, con un podio al Tour in tasca non hai nulla da perdere, invece che correre per il piazzamento scegliti una tappa(è vero ce ne erano poche per farlo) ed attacca da lontano per vincerla la Vuelta...
 
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#8
Più che altro, ce l'aveva nel 2010 la gamba...
 
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#9
Quel 5 a Pinot perchè?
 
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#10
Anch'io son curioso di leggere i motivo dell'insufficienza a Pinot. Betancur il 3 per me è forse un po' troppo cattivo, alla fin fine è alla prima stagione davvero intensa per lui. Su Henao invece ci sta tutto. Sisi

Su JRO, come è già stato detto, il 6 è troppo poco: ha vinto una tappa, ha chiuso 4° a poco dal podio e non è avesse la gamba per fare tanto di più.
 
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#11
Io a Kiser gli avrei dato un bel 8 Sisi
 
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