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Slongo: «La Vuelta a España è un obiettivo»
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Slongo: «La è Vuelta a España un obiettivo»
«Nibali si è preparato molto bene a Passo San Pellegrino»

Lo Squalo è pronto ad azzannare la Vuelta. Vincenzo Ni­bali, dopo aver lottato per la maglia rosa, ha messo nel mi­rino quella rossa, che ha già saputo conquistare nel 2010. Il terzo posto al Gi­ro d’Italia non l’ha soddisfatto a pie­no e non potrebbe essere altrimenti per un vincente come lui, re della corsa ro­sa nel 2013 e 2016, e primo sul podio di Parigi nel 2014.

L’azzurro più vincente degli ultimi anni torna in Spagna dopo la squalifica del 2015 per traino alla seconda tappa, con la voglia di dimostrare ancora una volta il suo valore e le sue qualità. Proverà a sorprendere gli avversari, a partire da Chris Froome e Fabio Aru reduci dalla Grande Boucle, seguirà il suo instinto e metterà a frutto il tanto lavoro svolto con il suo allenatore di sempre Paolo Slongo, head of performance della Bah­rain Merida, che ci racconta come Ni­bali e compagni si sono preparati per l’ultimo grande giro in calendario della stagione.

[...]

In Spagna quali saranno i rivali più te­mibili?
«Froome e Aru sono due nomi importanti, il britannico negli ultimi anni ci ha abituato a due grandi prestazioni e l’anno scorso alla Vuelta è andato davvero forte. Aggiungerei tra gli uomini da tenere d’occhio Majka, che aveva preparato il Tour, ma è stato costretto al ritiro da una caduta che però non gli ha comportato fratture e quindi non sarà stato troppo fermo. Me lo aspetto in forma e più riposato degli altri due big al via, ma nel lotto dei favoriti per le pri­me posizioni della generale metterei anche Steven Kruijswijk e qualche altro outsider».

Le tappe chiave?
«Nelle grandi corse a tappe ogni giorno è cruciale e negli ultimi anni abbiamo visto che il tutto si gioca in una man­ciata di secondi. Vincenzo quest’anno è arrivato a 44” dalla maglia rosa, al Tour i distacchi tra i migliori sono stati altrettanto ridotti. Già il terzo giorno ci aspetta una tappa insidiosa ad Andorra, bisognerà dimostrarsi subito reattivi. La Vuelta di quest’anno presenta tanti arrivi in salita. La cronosquadre iniziale, per fortuna per noi, è di soli 14 chilometri: ci mancheranno uomini importanti come Siutsou, Izaguirre e Navardauskas, forti nelle prove contro il tempo. Abbiamo subìto tanti infortuni, schiereremo comunque un gruppo esperto con Pellizotti e Boaro. Nella sfortuna, avremo l’occasione di far fare un’esperienza importante a due giovani come Cortina e No­vak che nelle tre settimane cresceranno di sicuro. In aggiunta ai ragazzi che erano in ritiro, in Spagna potremo contare su Valerio Agnoli e un altro atleta, probabilmente Javier Moreno (nel mo­mento in cui scriviamo la squadra non ha ancora ufficializzato il roster per la Vuelta, ndr)».

Avete già delineato come sarà il finale di stagione di Nibali?
«Correndo la Vuelta dopo aver disputato prima solo il Giro, comunque vada uscirà bene da tre settimane di fatiche. Intrapren­deremo un percorso in chiave Lombardia per arrivarci in buona condizione. Affronteremo il calendario ita­liano, non abbiamo in programma cor­se all’estero. Vincenzo non ha mai na­scosto che, se il CT Cassani vorrà, correrà volentieri anche il Campionato del Mondo. È disponibile sia a svolgere un ruolo d’appoggio al capitano designato che sarà ritenuto più adatto e pericoloso sul percorso di Bergen, sia a provare una fuga da lontano. In Norvegia a settembre probabilmente ci saranno pioggia e freddo (Bergen è la città più piovosa di Norvegia, ndr), se si prova da lontano non si sa come può andare a finire. Un attaccante come lui può tornare molto utile alla causa azzurra».

Giulia De Maio, da tuttoBICI di agosto
 
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