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Giro d'Italia 2013: Media in rosa, l'innovazione c'è
Promossa la Rai, Twitter protagonista

Con l'arrivo di Brescia il Giro è terminato e bisognerà aspettare, come al solito, dodici mesi per riavere la stessa attenzione mediatica per il ciclismo italiano. In questo articolo si cerca di fare una panoramica di come i diversi mezzi di comunicazione hanno seguito, descritto e analizzato la 96a edizione della Corsa Rosa.

Carta stampata
Come tutti sanno, il Giro d'Italia è organizzato da RCS Sport che fa parte di RCS MediaGroup, il primo gruppo editoriale italiano (seppur in grave crisi economica) che possiede, fra gli altri, Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera. Il giornale sportivo per eccellenza ha schierato, oltre a chi segue il ciclismo tutto l'anno, anche un nome prestigioso come Paolo Condò, solitamente fra le prime firme delle pagine calcistiche (nonché esponente italiano per le votazioni del Pallone d'Oro). Insieme a Marco Pastonesi ha dato vita ad un'apprezzata serie di video dalle partenze delle tappe in cui sono sfliati diversi protagonisti della corsa; il fattore social è stato decisamente implementato da parte del giornale ed ha rivestito un ruolo importante nella diffusione, attraverso i profili Twitter e Facebook dei giornalisti, di notizie in anteprima, come nei casi delle modifiche del percorso. Sul piano tradizionale, nella versione cartacea si è notata una positiva inversione di tendenza rispetto alle ultime edizioni: finalmente sono tornate le prime pagine dedicate al ciclismo non per fattori extrasportivi. Per la precisione, questo è avvenuto in quattro occasioni: sabato 4, domenica 12, venerdì 24 e domenica 26 maggio. Un piccolo segno, ma importante, rispetto al disinteresse delle alte sfere di via Solferino per lo sport che ha di fatto fondato nel 1896 il quotidiano milanese.

Il Corriere della Sera, come nella migliore tradizione dell'epoca d'oro del ciclismo, quando veramente il nostro sport era fondamentale nella vita del paese, ha deciso di inviare al seguito della carovana anche uno scrittore, Fabio Genovesi, che ha scritto articoli non banali e di grande interesse. L'altro grande quotidiano generalista del paese, La Repubblica, ha scelto di affidare a Leonardo Coen, che solitamente si occupa di politica internazionale, un viaggio a puntate alla scoperta di Chieng Ji, continuato anche dopo il precoce ritiro del primo cinese al Giro. Per quanto riguarda i media internazionali, a metà fra carta stampata e tv, non si può fare a meno di citare la folta presenza di giornalisti stranieri, alcuni dei quali alla prima esperienza rosa. In particolare, l'enorme pattuglia di inviati colombiani ha seguito le imprese dei propri connazionali, portando l'interesse nel paese latinoamericano a vette mai raggiunte, neppure nel periodo d'oro del ciclismo colombiano.

Tv e Radio
Rai Sport ha, dopo lunghe trattative, rinnovato il contratto delle corse RCS solo a fine inverno e durerà sino al Giro di Lombardia 2016. La copertura dell'ente pubblico ha visto anche l'aggiunta della tanto agognata alta definizione, prodotto fondamentale per vendere il pacchetto delle corse all'estero. Partendo dalla fine, il Giro ha ottenuto ascolti altissimi, con una media di ascolti superiore ai due milioni di spettatori per tappa, con un incremento rilevante rispetto al passato. La tappa più vista è stata quella conclusasi alle Tre Cime di Lavaredo con 3.761.000 spettatori, pari al 26,17% di share: per chi conosce meno il tema in questione, il dato riguarda la percentuale di spettatori complessivi sintonizzata su un programma. Avere più di uno spettatore su quattro alla visione del Giro è un risultato di eccellenza che pochissime altre trasmissioni possono vantare.

La coppia al commento formata da Francesco Pancani e Davide Cassani è sempre affiatata ed ha fornito un racconto di alto livello; le incursioni dalla motocronaca di Andrea De Luca, oltre che portare una ventata di spensieratezza nel racconto, hanno contribuito a sentire il punto di vista diretto dalla corsa. Anche per motivi di budget, in questo 2013 non è stata in carovana una seconda motocronaca affidata ad un ex corridore: l'assenza si è sentita in alcune fasi di corsa dove era importante analizzare momento per momento lo sviluppo della tappa.

Il Processo alla Tappa ha visto per il quarto anno consecutivo la conduzione di Alessandra De Stefano con la presenza di Silvio Martinello e Beppe Conti; rispetto al passato è stato dato maggior risalto alle immagini della tappa rispetto all'interazione fra ospiti e corridori, diminuendo magari la tradizionale vis polemica della trasmissione creata da Sergio Zavoli. In casa Rai manca ancora la figura dell'intervistatore all'arrivo di esperienza anche se è indubbio che il ritorno di Arianna Secondini ha migliorato la situazione. Le maggiori, se non uniche, polemiche che hanno coinvolto Mamma Rai sono quelle relative alla tappa conclusasi allo Jafferau: a causa delle cattive condizioni meteorologiche la tappa non è stata trasmessa in diretta ad eccezione dell'ultimo km, coperto dalle telecamere fisse.

Passando alle altre emittenti, non si può che partire da Eurosport che ha garantito la diffusione delle immagini in tutta Europa e in Italia, con il commento puntuale di Salvo Aiello e Riccardo Magrini. A differenza dell'anno scorso non è stata disponibile la visione in diretta della tappa su Gazzetta.it nel territorio italiano, probabilmente per motivi legati al nuovo contratto. Nel panorama mondiale è da segnalare con piacere l'arrivo e la diffusione in pompa magna da parte di Bein Sport, la nuova piattaforma satellitare francese di proprietà degli sceicchi del Qatar: non è da escludere che questa nuova strada possa influenzare direttamente gli organizzatori in un futuro prossimo.

In radio la copertura, non totale per la verità, della cronaca è stata affidata come d'abitudine a Radio Rai con la consueta squadra a quattro voci, due dal palco e due dalla moto. La radio ufficiale del Giro è stata R101 e, come chiunque all'arrivo delle tappa può confermare, ha portato una ventata di energia. Per concludere, in previsione di un esito diverso, al Giro era presente anche BBC Radio 5 per seguire in diretta integrale le tappe sulle frequenze fm del territorio britannico.

Internet
Il Giro 2013 è stato di certo al passo con i tempi: Internet ha svolto un ruolo importante nel racconto di queste tre settimane di gara, potendo sfruttare l'immediatezza e l'informalità del web rispetto ai comuni mezzi di informazione. I veri protagonisti di questa parte sono stati i corridori tramite i loro profili Facebook e soprattutto Twitter: ad alcuni, in primis Filippo Pozzato (ma non solo), è stato imputato un eccessivo uso di questi media a discapito delle prestazioni ciclistiche. Il profilo ufficiale del Giro (@giroditalia) ha raggiunto la considerevole cifra di 173.167 followers e, da questo punto di vista, la presenza al timone di RCS Sport di Michele Acquarone è stata positiva per il rilancio e lo sviluppo del sistema Giro nel mondo e anche in Italia, in particolare nei meno appassionati di due ruote.

La decisione maturata in inverno di imprimere per sempre 200 tweet inviati e scelti dai fan sull'inedita salita dell'Altopiano del Montasio ha creato una strada da seguire per il futuro per far avvicinare ancora di più questo sport con il tanto citato "popolo del ciclismo", magari riportando interesse nelle fasce più giovani, meno attratte da questo sport rispetto ad altri più di moda. La lezione che questo Giro 2013 ci lascia può essere quella di innovare nella tradizione, perché lo zoccolo duro degli appassionati c'è e si vede, sia davanti alla televisione sia, per fortuna, sulle strade dello stivale.

Alberto Vigonesi - cicloweb.it