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Versione completa: Campionati Europei su Pista 2014 - Juniores e Under 23
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Europei su Pista 2014: Cecchini, ora sì che puoi esultare - Anadia, rivincita di Elena. Ori anche per Bissolati e Viviani jr. Russia dominatrice

Elena Cecchini festeggia per l'oro nella Corsa a Punti © João Fonseca / UVP-FPC

Poche settimane dopo aver raccontato quanto avvenuto a Nyon nella rassegna continentale su strada e nel mentre la maggior parte dell'euforia italica si è riversata sul Tour de France per applaudire la splendida cavalcata in giallo di Vincenzo Nibali, ci troviamo nuovamente a parlare di Campionati Europei, spostando però il focus sulla pista. Come avvenuto nella scorsa stagione (e per la terza volta nel giro di cinque anni) è stato ancora il velodromo portoghese di Anadia ad ospitare la massima rassegna continentale che ha visto all'opera i pistard compresi nelle categorie Under 23 e Juniores maschili e femminili, con l'unica differenza che in questo 2014 l'appuntamento è giunto dopo la disputa degli europei su strada (lo scorso anno invece la pista anticipò di pochissimi giorni le gare europee in linea e a cronometro in Repubblica Ceca).

Partiamo subito con l'osservare che in un'edizione letteralmente dominata dalla Russia (ben ventinove medaglie totali di cui sedici d'oro), trovare l'Italia nella terza posizione finale del medagliere può essere un sicuro motivo di soddisfazione. Un trend che costituisce una conferma con le edizioni degli ultimi anni, a cominciare dal numero di titoli europei conquistati (ossia tre) che è perfettamente in linea con quello delle annate 2012 e 2013 in cui tante furono per azzurri e azzurre le medaglie d'oro messe al collo. A livello numerico si è scesi ancora, dal momento che sono state sette le medaglie totali conquistate dall'Italia in questa edizione e non può evitare di balzare all'occhio il fatto che ben sei su sette di queste medaglie provengono ancora una volta da quel settore femminile che continua a dimostrarsi indubbiamente il più florido da questo punto di vista.

Tuttavia limitarsi a sviscerare solo gli aspetti meramente numerici di questa edizione non offre del tutto l'idea su una rassegna che per il nostro Paese ha detto che è necessario ancora fare la dovuta esperienza in determinate discipline dove pure si è arrivati molto vicini al podio e, cosa tutt'altro che trascurabile, è stato molto importante aver potuto nuovamente contare su un buon numero di ragazzi e ragazze presenti nelle discipline veloci, che notoriamente sono il nostro tallone d'Achille e dove più di ogni altra cosa è indispensabile investire energie e risorse (ma di questo parleremo più avanti).

Maria Giulia Confalonieri ed Elena Cecchini festeggiano la doppietta nella Corsa a Punti © João Fonseca / UVP-FPCLogico quindi aspettarsi il grande risultato dalle discipline Endurance, ovvero quelle in cui hanno la possibilità di emergere quei pistard che svolgono anche una regolare attività su strada ed è per questo che proprio le gare più attese alla fine non hanno tradito e, anzi, hanno finito per regalare epiloghi particolarmente esaltanti. Il nostro resoconto quindi non può che partire da quello che è stato probabilmente il trionfo più significativo e spettacolare colto dall'Italia in questi Europei, con la Corsa a punti Donne Under 23 che ha portato sui due gradini più alti del podio Elena Cecchini e Maria Giulia Confalonieri, a conclusione di una gara in cui le nostre talentuose hanno offerto il meglio del proprio repertorio, tanto da giocarsi il titolo nell'ultimo sprint al termine di una gara che definire emozionante può apparire senz'altro riduttivo. Un titolo europeo (il terzo conquistato da lei in carriera, il secondo su pista dopo quello del 2010 ottenuto sempre nella Corsa a Punti da Junior) che per la Cecchini ha avuto indubbiamente il sapore della grande rivincita, tanto che in quell'ultima decisiva volata la friulana ha saputo tirar fuori tutta la rabbia e la voglia di riscattare l'argento ottenuto su strada una decina di giorni prima, quando a causa di un'esultanza affrettata finì per consegnare la maglia blu stellata all'olandese Sabrina Stultiens. Questa volta invece le cose sono andate diversamente e in una stagione che finora l'ha vista già fregiarsi del titolo italiano su strada, l'essere riuscita a lasciare il segno anche su pista non fa che renderla una piacevole conferma di atleta completa e ulteriormente maturata nel corso dei mesi.

Che la Corsa a punti potesse regalare l'ennesima giornata di gloria a Dino Salvoldi (d'altronde sono state ben diciotto i titoli conquistati dalle azzurre in questa specialità tra Europei e Mondiali nelle ultime sedici stagioni) lo si è capito fin dalle primissime battute di gara, quando sia la Cecchini che la Confalonieri hanno iniziato ad incamerare punti nelle prime volate. Poi la prima svolta: Maria Giulia Confalonieri è partita in caccia assieme alla belga Lotte Kopecky (una delle avversarie più pericolose) e alla spagnola Gloria Rodríguez, riuscendo a guadagnare il giro di vantaggio ed incamerare altri cinque punti vincendo lo sprint intermedio, portandosi quindi al comando a quota 30. Pochi minuti dopo però un nuovo rimescolamento delle carte ha visto altre otto atlete uscire in caccia e riuscire a prendere il giro e tra queste è stata pronta all'azione Elena Cecchini, che non si è fatta sorprendere riportandosi così in seconda posizione parziale, in un momento in cui sia la Bielorussia (con Savenka e Pivovarova) che la Russia (con Chekina e Badikova) erano pienamente tornate in lizza per il podio. Così, dopo un altro sprint conquistato dalla Confalonieri, le due azzurre hanno confezionato il capolavoro, dando vita all'azione decisiva: entrambe infatti, superata metà gara ed entrando ormai nell'ultima fase, sono ripartite all'attacco assieme alla russa Alexandra Chekina e coronando in maniera nuovamente fruttuosa la propria caccia si sono messe in una situazione che di fatto garantiva già loro una medaglia, conquistando il secondo giro di vantaggio, per un computo che a quel punto vedeva sempre in testa la Confalonieri con 60 punti e la Cecchini subito a ruota a 55 mentre per la Chekina il terzo gradino del podio era ormai garantito.

Tutto è stato quindi rimandato all'ultimo sprint, in cui Elena Cecchini ha prevalso su Kopecky e Savenka ed ha così appaiato a quota 60 Maria Giulia Confalonieri ma risultando vincitrice proprio per via del miglior piazzamento nello sprint conclusivo. Vittoria meritata e fortemente voluta quindi ma grandissimi meriti anche per la Confalonieri, autrice di una gara maiuscola che l'avrebbe resa ugualmente meritevole dell'oro, in cui l'atleta di Seregno si è confermata una delle migliori interpreti europee (e non solo) della specialità. Bronzo finale per la Chekina che ha concluso a quota 49 punti mentre a tutte le altre sono rimasti soltanto i piazzamenti di rincalzo. Dopo la splendida affermazione ottenuta nella serata di giovedì 24 luglio, la Cecchini è indubbiamente divenuta l'atleta simbolo della spedizione azzurra ad Anadia, riuscendo a conquistare la sua terza medaglia nella rassegna (la prima era giunta nell'Inseguimento a squadre di cui parleremo più avanti) nello Scratch di venerdì 25, in cui la ventiduenne di San Marco di Mereto di Tomba è riuscita a conquistare un'ottima medaglia di bronzo nella volata conclusiva, dopo essere riuscita ancora una volta ad entrare nel vivo dell'azione decisiva (Maria Giulia Confalonieri e Arianna Fidanza sono invece rimaste tagliate fuori dalla perdita del giro). La Russia in questo caso è riuscita a riscattarsi piazzando lei due atlete ai primi due posti con il titolo europeo andato a Tamara Balabolina e l'argento ad Alexandra Goncharova.

Elena Bissolati sul podio © João Fonseca / UVP-FPCQuesti campionati europei ci hanno però probabilmente rivelato un altro interessante prospetto da seguire nel nostro movimento: stiamo parlando di Elena Bissolati, ragazza cremonese al primo anno nella categoria Juniores, che sempre venerdì 25 ha regalato all'Italia il secondo oro proprio nello Scratch, in cui l'anno prima aveva prevalso Claudia Cretti. Sulla giovane 17enne che milita nel Re Artù Factory Team però occorre osservare innanzitutto come sia stata in grado di offrire buonissime prestazioni nelle discipline veloci, in cui l'Italia era stata priva di una rappresentante nella scorsa stagione. Già nella prima giornata di gare di martedì 22 infatti, la Bissolati (già capace di mettere in cascina vari titoli italiani nelle categorie giovanili) aveva disputato un torneo della Velocità più che dignitoso, facendo segnare il quinto tempo assoluto in qualifica e riuscendo a giungere fino ai quarti di finale, dove è stata battuta solo dalla belga Degrendele (su cui spenderemo qualche parola più avanti) e aggiudicandosi poi la finale per il quinto posto. Prestazione a cui si sono poi aggiunti il quarto posto ottenuto assieme a Miriam Vece nella Velocità a squadre, in cui è stato proprio il Belgio a negare all'Italia una medaglia di bronzo di gran valore, e il medesimo risultato ottenuto nel Keirin nella giornata conclusiva, che la rendono, pertanto, un'atleta su cui continuare a lavorare in maniera proficua per il futuro.

Fatta una simile premessa quindi ne consegue che un'atleta così esplosiva potesse dire decisamente la propria in una prova come lo Scratch, in cui l'Italia campionessa in carica aveva il vantaggio di poter schierare ben tre atlete rispetto a tutte le altre nazioni. Non vi sono state quindi brutte sorprese e la volata conclusiva è stato un splendido saggio di potenza della Bissolati, che si è andata a prendere il titolo europeo con un margine nettissimo su tutte le altre, con la russa Diana Klimova (vincitrice dell'argento) distanziata di almeno un paio di biciclette sul traguardo. La festa è stata poi completata dal bronzo di Claudia Cretti che nonostante abbia ceduto lo scettro alla propria compagna si conferma una delle migliori interpreti della specialità in una stagione in cui è letteralmente esplosa anche su strada. A sostenere entrambe Maria Vittoria Sperotto, la terza atleta scelta da Salvoldi per la gara e che in questa rassegna è stata schierata anche nel quartetto dell'Inseguimento a squadre.

L'esultanza di Attilio Viviani © João Fonseca / UVP-FPCParlavamo poco più sopra di Elena Cecchini come grande protagonista di questi Europei, con la friulana ormai notoriamente legata a livello sentimentale a Elia Viviani. Tiriamo in ballo non a caso il velocista veronese, che proprio sui velodromi ha finora trovato le maggiori soddisfazioni della propria carriera, facendo incetta di titoli europei fin dalle categorie giovanili, poiché proprio di un Viviani ci troviamo a dover parlare al termine della rassegna di Anadia: trattasi di Attilio, 18 anni da compiere il prossimo 18 ottobre e fratello minore del già affermato atleta della Cannondale, che sempre nella serata di venerdi 25 luglio è salito meritatamente alle luci della ribalta aggiudicandosi con una perentoria volata lo Scratch riservato agli Uomini Juniores.

Il veronese, che milita nella Cipollini Assali Stefen (con cui ha vinto due gare su strada in questo 2014) e che già nelle ultime stagioni si era particolarmente distinto sui velodromi vestendosi anche col tricolore, ha avuto la meglio al termine di una gara tirata, riuscendo a precedere il temibile britannico Gabriel Cullaigh ed il portoghese Rui Oliveira, che con il bronzo ha regalato una grande gioia al pubblico di casa. Se questo titolo europeo possa essere soltanto la prima di una serie di grandi soddisfazioni al momento non ci è dato saperlo ma si può star certi che in casa Viviani (Attlio è stato poi impegnato anche nel Madison assieme al lombardo Gianmarco Begnoni, concludendo con un buon quinto posto) il talento non manca di sicuro. Per di più il veronese ha avuto il merito di conquistare l'unica medaglia per un settore maschile sempre alle prese con una concorrenza molto agguerrita in cui ogni buon risultato (leggasi podio) rischia praticamente di sconfinare nell'impresa.

Resta a questo punto da raccontare un'ultima medaglia azzurra, quella ottenuta da Elena Cecchini, Maria Giulia Confalonieri, Beatrice Bartelloni e Francesca Pattaro nell'Inseguimento a Squadre Donne Under 23, che ha rappresentato un segnale di continuità con le ultime stagioni ed ha consentito all'Italia di ripetere il risultato ottenuto nella scorsa stagione. Del resto per un gruppo di atlete abituato stabilmente a lavorare sulla specialità da qualche stagione (la sola Pattaro, vincitrice nel 2013 del titolo continentale tra le juniores, si è aggiunta al nucleo base), il podio rappresentava l'obiettivo minimo da realizzare, anche se appare ormai scontato come a livello internazionale, per poter ambire ad una delle prime cinque posizioni in mondiali o prove di Coppa del Mondo, sia necessario realizzare un tempo inferiore ai 4'30". Tuttavia, nella gara che ha visto nuovamente prevalere il quartetto russo, le azzurre sono riuscite a migliorare di quasi 3 secondi (4'34"734 contro il 4'37"222 della scorsa stagione) il tempo realizzato lo scorso anno sulla medesima pista e questo è sicuramente il maggior dato da cui ripartire per il futuro, nella ricerca di un affiatamento sempre maggiore e con ancora altre atlete da inserire nel gruppo (su tutte Michela Maltese, impiegata solo nell'Indivuale in cui ha racimolato un 13esimo posto, mentre al settimo ha concluso Beatrice Bartelloni).

In linea di massima su una disciplina come l'Inseguimento si può ancora lavorare molto, per cercare di riuscire a limare quel paio di secondi che regolarmente impedisce alle varie squadre, soprattutto maschili (sia Under che Juniores) di poter arrivare a giocarsi almeno la finale per il bronzo mentre a livello di Donne Juniores dopo lo splendido successo dello scorso anno il quinto posto di questa edizione testimonia che il ricambio generazionale (a parte la Sperotto, ben tre quarti del quartetto erano completamente rinnovati e non è pertanto così matematico che il cambiamento porti subito al grande risultato) ha certamente un suo peso. Probabilmente ci si sarebbe aspettati qualcosina in più da Filippo Ganna nell'Inseguimento individuale tra gli Juniores (quinto con un tempo superiore a quello fatto registrare lo scorso anno, in cui arrivò alla finalina per il bronzo) mentre per Davide Martinelli i tanti impegni dell'ultimo periodo (Europei su strada prima, Giro della Valle d'Aosta poi) si sono sicuramente fatti sentire in termini di energie profuse e non gli hanno consentito di andare oltre la tredicesima posizione.

Restando nell'endurance e detto già dell'oro ottenuto tra le Under 23, le prove di Corsa a punti hanno evidenziato ancora la necessità di una maggiore esperienza nelle categorie juniores (soprattutto in ambito femminile, dove la concorrenza si è fatta sempre più agguerrita, tanto da non rendere facile la ripetizione dei successi delle scorse annate), va assolutamente sottolineata la bellissima prova offerta da Michele Scartezzini tra gli Under 23, con il veneto dell'Astana Continental che ha chiuso con un quinto posto onorevolissimo dopo aver lottato strenuamente contro avversari che si sono dimostrati particolarmente ostici e validi. Non a caso infatti la prova di Scartezzini si era dimostrata subito difficile fin dalle prime battute, quando già in tre (tra cui il russo Sazanov, vero mattatore della serata di giovedi 24) erano riusciti a prendere il giro di vantaggio ma la sua reazione è stata particolarmente apprezzabile, tanto che dopo aver messo in cascina i primi punti, la conquista del giro di vantaggio con piazzamento nel successivo sprint l'aveva portato in testa alla prova a circa metà gara. La grande verve di Sazanov, che è poi riuscito a prendere ancora altri due giri (chiudendo a quota 73 punti), il ritorno dei francesi Thomas e Boudat (quest'ultimo argento con 62 punti) e del belga De Buyst (bronzo con 60) hanno reso vano il suo secondo giro conquistato ma il bottino finale di 53 punti testimonia come il veronese abbia disputato una gara di altissimo livello, disputando poi con Liam Bertazzo anche l'Americana nella serata di ieri (settimo posto per loro).

Parlavamo in apertura dell'importanza di aver ritrovato ragazzi italiani al via delle discipline veloci e questo è senz'altro uno dei punti da segnalare di questa spedizione: detto delle buone prestazioni di Elena Bissolati, che assieme a Miriam Vece (che necessità ancora di maggior esperienza) si è distinta tra le juniores, la presenza dei vari Mattia Geroli e Matteo Cagol tra gli juniores e di Davide Ceci e Giacomo Del Rosario (per il teatino gli Europei hanno rappresentato il ritorno in maglia azzurra) ai quali si è affiancato Riccardo Minali (presente nel Chilometro e nella Velocità a Squadre) tra gli Under 23 ha rappresentato senza dubbio la volontà di tornare a creare un gruppo di lavoro in tali discipline. L'obiettivo quindi era unicamente quello di riuscire ad accumulare esperienza, dato che l'elevato gap che ci divide dalle altre nazioni non permette al momento di poter essere adeguatamente competitivi in simili appuntamenti. Se però si continuerà a seguire questi ragazzi senza abbandonarli a sè stessi si potrà coltivare la speranza di tornare ad avere almeno un valido velocista, cosa che altrimenti sarebbe praticamente impossibile.

Resta infine l'Omnium, che per questi campionati europei prevedeva l'attuazione del nuovo regolamento già sperimentato a Fiorenzuola nei giorni che hanno preceduto la celebre Sei Giorni e si è già potuto constatare come la nuova importanza assunta dalla Corsa a punti conclusiva possa avere un peso realmente determinante sull'esito finale della prova: su tutti basti citare quanto è avvenuto tra gli Uomini Juniores con lo spagnolo Xavier Canellas Sanchez, addirittura nono alla vigilia della prova conclusiva, riuscito nell'impresa di rovesciare completamente le sorti della gara grazie a ben tre giri guadagnati nella Corsa a punti (che sono così andati ad aggiungersi, come punteggio, ai punti già guadagnati dal giovane iberico) che gli hanno consentito di chiudere con un punteggio finale di 191, beffando così il portoghese Ivo Oliveira, che si è ritrovato da primo a terzo. Oppure quanto avvenuto tra le Donne sia Under 23 e Juniores, dove pure i verdetti sono stati ribaltati dalla conquista dei giri nella prova finale e che hanno premiato Tatiana Balabolina (al termine di un'appassionante sfida con la bielorussa Savenka e l'ucraina Klimchenko) e la lituana Edita Mazureviciute (risalita dal sesto al primo posto a scapito di Grace Garner). Per i vari Simone Consonni, Stefano Moro, Arianna Fidanza e Martina Alzini (quest'ultima la più vicina al podio, sesta classificata tra le juniores dopo il secondo posto nei 500 metri e la vittoria nel Giro Lanciato) quindi un'occasione utile per prendere le misure alle modifiche. Si può pertanto affermare che è indispensabile sì accumulare un buon tesoretto prima della prova finale ma che ciò non implica necessariamente l'essere tagliati fuori dal podio o addirittura dal successo finale.

Detto quanto avvenuto in casa Italia, concludiamo il resoconto con una rapida rassegna su quel che gli Europei 2014 di Anadia hanno riservato alle altre nazioni, partendo naturalmente dalla Russia: per il secondo anno consecutivo è stata la vera e propria dominatrice, incrementando in maniera notevolissima il proprio bottino di medaglie che è passato dalle 17 dello scorso anno alle 28 di questo 2014, frutto di ben 16 ori, 11 argenti e due bronzi. Praticamente impossibile trovare un ambito in cui gli atleti russi non siano stati protagonisti, dal momento che sono riusciti a dominare tutte le prove della Velocità (imponendosi con Nikita Shurshin e Alexey Nosov tra gli Uomini e con Anastasia Voinova e Tatiana Kiseleva tra le Donne). Shushin ha poi conquistato anche l'oro nel Keirin Under 23 mentre Nosov (assieme a Gorlov e Tabolin) ha fatto proprio il titolo della Velocità a Squadre mentre la Kiseleva ha abbinato il titolo dei 500 metri juniores alla Velocità così come la Voinova tra le Under 23 (e per lei è arrivato anche l'oro nella Velocità a squadre con Daria Shmeleva). I quartetti russi dell'Inseguimento si sono poi dimostrati imbattibili sia tra gli juniores (Aleksyuk, Prostokishin, Babushkin e Ilichev i vincitori) che tra le Donne Under 23 (Goncharova, Chekina, Balabolina, e Badykova si sono imposte sulla Bielorussia) mentre Daria Egorova si è presa lo scettro nell'Inseguimento individuale Donne Juniores. Come ricordato in precedenza Tamara Balabolina ha brillato anche per i successi in Scratch e Omnium così come Andrey Sazanov ha conquistato di giustezza la Corsa a Punti degli Under 23. Ultimo oro invece per Nikolay Ilichev e Vitalii Ivshin nella Madison riservata agli Uomini Under 23.

Seconda posizione nel medagliere finale invece per la Germania con 11 medaglie complessive e 4 ori che hanno confermato innanzitutto l'ottimo movimento tedesco nelle prove veloci in ambito femminile con Doreen Heinze ed Emma Hinze capaci d'imporsi nella Velocità a squadre Juniores davanti alle quotate russe e di andare a podio sia nella Velocità individuale (Hinze argento) che nei 500 metri da fermo (dove è stata la Heinze a conquistare l'argento) mentre sono mancati gli acuti nelle prove veloci tra gli Uomini. Le restanti medaglie d'oro sono così giunte dall'Omnium con lo specialista Lucas Liss, capace di superare il russo Manakov proprio sul filo del rasoio, da Domenic Weinstein e Leon Rode che hanno primeggiato nella Madison riservata agli Under 23 oltre che da Mieke Kroger, che ha affiancato il titolo europeo di Inseguimento individuale Donne Under 23 a quello conquistato su strada a Nyon nella cronometro.

Due ori ad illuminare le dieci medaglie colte dalla Gran Bretagna, che non ha mancato di dar sfoggio della propria competitività nell'Inseguimento a squadre tra le Juniores (Manon Lloyd, Emily Nelson e le due sorelle d'arte Grace Garner e Megan Barker a far parte del quartetto che ha saputo imporsi nettamente sulla Russia) mentre tra i ragazzi è arrivato l'argento tra gli juniores. Manon Lloyd invece ha conquistato l'oro nella Corsa a punti Donne Juniores con 16 punti contro gli 11 della tedesca Lisa Klein e della russa Diana Klimova mentre, come ricordato in precedenza, Grace Garner si è vista beffata sul più bello nell'Omnium.

Due sono state anche le medaglie conquistate dalla Francia, che si sarebbe attesa sicuramente un bottino maggiore dalle prove veloci (dove ha brillato l'argento di Melissandre Pain nel Keirin delle Under 23) e che ha visto anche l'atteso Thomas Boudat a secco di successi, costretto ad accontentarsi dell'argento nella Corsa a punti degli Under 23. I titoli europei sono così arrivati da Benjamin Thomas, vincitore dello Scratch degli Under 23 davanti al britannico Wood e al bielorusso Ramanau e dal figlio d'arte Corentin Ermenault, che ha invece prevalso nella Corsa a punti juniores, riscattando così la clamorosa sconfitta patita nell'Inseguimento individuale.

Successi anche per l'Olanda che ha portato a casa due ori con il terzetto della Velocità a squadre Uomini Under 23 (composto da Buchli e Hoogland, protagonisti anche in Velocità, Keirin e Chilometro, oltre che da Van't Hoenderdaal) e con Elis Ligtlee che ha confermato il proprio talento aggiudicandosi il Keirin Donne Under 23. Due medaglie d'oro anche per la Svizzera, trascinata da Stefan Kueng nell'Inseguimento a squadre dopo che si era riconfermato campione europeo nell'individuale (ben quattro maglie stellate in poche settimane per il giovane talento prossimo al passaggio al professionismo nella BMC) e con un buon Tom Bohli bronzo sempre nell'individuale; conferme importanti per la Repubblica Ceca, ormai costantemente protagonista nelle prove del Chilometro tra gli Uomini, con Robin Wagner che si è imposto tra gli Under 23 (dove si è verificato un curioso e difficilmente ripetibile ex-aequo tra il russo Alexander Dubchenko e l'olandese Matthijs Buchli, entrambi col tempo di 1'02"864) e con Jiri Janoser tra gli juniores. Diventa invece sempre più realtà delle prove veloci invece la Polonia, premiata dall'oro di Patryk Rajkowski tra gli Juniores, dove è riuscito a conquistare anche il bronzo nella Velocità individuale e l'argento in quella a squadre per una nazione riuscita a conquistare ben nove medaglie in questa rassegna.

È invece arrivata una storica medaglia d'oro per il Portogallo padrone di casa con Ivo Oliveira (poi bronzo nell'Omnium) riuscito a prevalere sul ben più quotato Ermenault nell'Inseguimento individuale degli Juniores mentre il fratello gemello Rui Oliveira ha conquistato il bronzo nello Scratch vinto da Viviani. La Spagna ha visto la propria bandiera tenuta alta da Xavier Canellas, sorprendente vincitore dell'Omnium degli Juniores e da Tania Calvo, bronzo nella Velocità e proprio dalle discipline veloci è giunto, un po' a sorpresa, l'unico oro del Belgio di questa rassegna, in cui certamente ci si attendeva qualcosa di più da loro nelle discipline di Endurance. Artefice dell'impresa la talentuosa Nicky Degrendele, già argento nella velocità lo scorso anno, che in questa edizione è riuscita a lasciare il segno nel Keirin delle Juniores, dopo aver conquistato le medaglie di bronzo nella velocità individuale e a squadre. Un'atleta da continuare a seguire certamente con interesse. Medaglia d'oro molto pesante anche quella conquistata dalla Lituania, vincitrice dell'Omnium tra le Donne juniores con Edita Mazureviciute mentre vale la pena sottolineare anche le tre medaglie complessive conquistate dall'Irlanda, tra cui spiccano gli argenti conquistati tra Josie Knight nell'Inseguimento individuale Donne Juniores e da Mark Downey nella Corsa a Punti degli Uomini Juniores. Colpisce invece l'assenza dal medagliere della Danimarca, alle prese con una fase di stallo ma in cui un'atleta come Amalie Dideriksen, campionessa del mondo in carica su strada tra le Juniores e che in questa rassegna ha gareggiato con buoni risultati tra le Under 23 sia nell'Inseguimento che nell'Omnium, in futuro potrebbe dire la propria.

I campionati europei su pista attenderanno ora gli Élite (ma alcuni protagonisti di questa rassegna potrebbero ugualmente essere presenti) nell'insolita cornice di Baie Mahault, in Guadalupa, dal 16 al 19 ottobre prossimi mentre gli Juniores saranno invece nuovamente protagonisti a breve sui velodromi, visto che dall'8 al 12 agosto prossimi si disputeranno a Gwangmyeong, in Corea del Sud, i campionati del mondo edizione 2014.

Vivian Ghianni, cicloweb.it