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Giro d'Italia, Fabio Aru firma la doppietta sul Sestriere. Crisi Contador, ma la maglia rosa è salva

La gioia di Fabio Aru sul traguardo di Sestriere - © Bettiniphoto
La gioia di Fabio Aru sul traguardo di Sestriere - © Bettiniphoto

Tutto in poco più di cinque ore. Diciannove giorni che potevano essere completamente ribaltati nei 196 chilometri che separano Saint-Vincent da Sestriere: la crisi di Contador, l'attacco di Landa. E il finale di Fabio Aru, che consegna la quinta tappa all'Astana e si regala la sua personale doppietta nell'arco di giorni. Un epilogo simile, per certi versi, a quello di Cervinia, con un uno-due che demolisce i diretti rivali e gli permette di giungere tutto solo sotto lo striscione del traguardo. Anche i piazzamenti alle sue spalle sono gli stessi del tappa di ieri: ancora secondo Ryder Hesjedal, a 18 secondi; ed ancora terzo Rigoberto Uran, a 24.

Le fasi più intense e spettacolari di giornata si sono però svolte lungo le rampe - per buona parte in sterrato - del Colle delle Finestre, penultima salita di giornata e Cima Coppi di questa edizione del Giro d'Italia. L'ascesa fin da subito è stata approcciata in maniera molto sostenuta da parte dell'Astana, com'è oramai consuetudine nel corso delle ultime tre settimane. A differenza dei giorni precedenti però i ragazzi di Martinelli non solo hanno isolato Alberto Contador, ma lo hanno mandato letteralmente a gambe all'aria. Dopo 12 chilometri di scalata e dopo varie scaramucce nel gruppo dei migliori, un attacco deciso di Mikel Landa, quando già ci trovavamo nel tratto in sterrato, aveva mostrato tutti i limiti della maglia rosa. Non in grado di rispondere direttamente, anche gli altri uomini di classifica hanno così tentato ad attaccarlo: il primo è Ryder Hesjedal, seguito a ruota da Rigoberto Uran, Fabio Aru, Steven Kruijswijk e persino Tanel Kangert, fidato gregario del duo Astana. Ben presto la maglia rosa si ritrova completamente scoperta ed isolata: Landa raggiunge il fuggitivo della mattina Ilnur Zakarin e già guadagna intorno al minuto e mezzo, i contrattaccanti sui 40 secondi. Troppo lontano, alle sue spalle, è invece il gruppetto di Damiano Caruso e del quarto della generale, Andrey Amador. Di compagni di squadra neanche l'ombra, ovviamente.

Quella che, in un primo momento, sembrava crisi vera, si tratterà invece di una ottima ed oculata gestione delle energie da parte di Contador. Il Pistolero ha da amministrare oltre 4 minuti sui diretti inseguitori nella corsa alla maglia rosa, che non se la stanno poi passando così bene. In testa alla corsa infatti nascono diversi battibecchi: prima tra Zakarin e Landa, dopo lo 'scippo' della Cima Coppi da parte dello spagnolo; poi tra i contrattaccanti, dove un Aru troppo passivo innervosisce Uran e compagnia bella. Zakarin non ci pensa nemmeno a dare un cambio al compagno d'attacco, tanto che, ai -10 dall'arrivo, i due gruppetti si ricongiungono. Contador alle loro spalle, impegnato in una sorta di cronometro individuale, riesce a contenere il distacco che aveva allo scollinamento di un minuto e mezzo dalla testa della corsa.

Le fasi finali - come detto - sono una cosa già scritta: Mikel Landa, un po' controvoglia, si mette al servizio di Fabio Aru. Il ritmo intenso dello spagnolo dura fino ai -3, quando il sardo scocca la sua prima freccia: molla di schianto Steven Kruijswijk, cede Ryder Hesjedal. Rigoberto Uran strenuamente rimane alla sua ruota, fino al secondo e decisivo attacco: il colombiano alza bandiera bianca, consentendo a Fabio Aru di involarsi verso il traguardo di Sestriere. Hesjedal ed Uran si piazzano sui gradini di onore, con Mikel Landa che giunge quarto appaiato al corridore della Etixx. Quinto Kruijswijk a 34 secondi, mentre sesto è Alberto Contador con quasi due minuti e mezzo di ritardo: un distacco consistente, che però permette al madrileno di difendere la sua maglia rosa e di aggiudicarsi il 98° Giro d'Italia. Nelle generale infatti le prime quattro posizioni restano immutate, mentre Ryder Hesjedal riesce a scavalcare Konig e ad issarsi in quinta posizione. Ottavo Damiano Caruso, a più di 12 minuti da Contador.



a cura di Gilberto Cominetti