Il Nuovo Ciclismo

Versione completa: Giro d'Italia, Angelo Citracca (Wilier-Southeast): «Un Giro così così, e da Pippo mi aspettavo di più»
Al momento stai visualizzando i contenuti in una versione ridotta. Visualizza la versione completa e formattata.
Giro d'Italia, Angelo Citracca (Wilier-Southeast): «Un Giro così così, e da Pippo mi aspettavo di più»
Angelo Citracca è sereno, ma questo non significa che il suo livello di soddisfazione per il Giro da poco passato alla storia sia dei più alti. «Guarda, penso che la nostra prestazione sulle strade rosa sia stata così così: diciamo che si fa fatica ad arrivare alla sufficienza. Non posso nascondermelo, non posso dire una cosa per un’altra: mi aspettavo qualcosa di più e di meglio. Siamo stati in certi casi sfortunati e in altri poco incisivi e concreti. Avremmo potuto fare qualche piazzamento in più con Mareczko, che però è stato frenato da un disturbo fisico che l’ha condizionato notevolmente».

Cosa ha avuto?
«Ah, saperlo. Si pensava ad un virus poi una volta ritiratosi dal Giro è stato sottoposto ad una serie di accertamenti clinici che al momento però non hanno evidenziato nulla. Il problema è che ancora adesso non si sente bene, è troppo stanco e le gambe gli sembrano perennemente vuote. Ieri ha fatto altri accertamenti a Lucca e speriamo che almeno si riesca a capire il perché di questo stato di cose. In ogni caso perdere un ragazzo come “Kuba” non è stato facile per noi, perché qualche bel piazzamento – non voglio parlare di vittorie – li avrebbe fatti sicuramente. Invece niente: è andata così».

Anche Belletti è stato parecchio sfortunato.
«Esattamente. Per lui una bronchite asmatica che abbiamo cercato di curare in “work in progress”, ma certe cose non sono facili. Ora sta meglio e rientrerà alla Route du Sud (16-19 giugno, ndr). Poi speriamo possa essere competitivo per il campionato italiano di Darfo Boario».

Avete sfiorato a Cassano d’Adda una bella vittoria di tappa con Pippo Pozzato…
«Era un Giro difficile, molto complicato, molto duro e combattuto. Quel giorno Pippo è stato davvero molto competitivo e bravo, ma nel complesso ha fatto troppo poco. Uno come lui avrebbe dovuto entrare in qualche fuga in più, avrei voluto vederlo più audace e trascinatore. Zhupa e Busato hanno fatto di più».

E ora?
«Speriamo di fare qualche buon risultato estivo, mentre io sto già lavorando al progetto 2017. Diciamo che siamo messi bene. In linea di massima credo che Wilier possa essere il nostro primo nome anche per il prossimo anno, abbiamo già un accordo di massima verbale e presto ci siederemo per sistemare ogni cosa. E lo stesso faremo anche con quel gruppo di sponsor che ormai fanno parte della nostra famiglia. Diciamo che sto lavorando per un buon secondo nome e sul tavolo ho anche qualcosa di molto interessante che al momento però, per ovvie ragioni, non posso ancora rivelare».

Nel complesso che Giro è stato?
«Bello. Uno dei più belli duri e selettivi degli ultimi anni. Se andate a vedere i metri di dislivello affrontati e la media finale che è la seconda più veloce della storia, beh, si capisce chiaramente che questo Giro è stato corso come il Tour. Nibali è stato fortissimo, e sono felice per lui e per il ciclismo italiano, ma penso che il successo di Vincenzo sia dovuto anche ad un grave errore da parte di Kruijswijk: se non fosse caduto quel Giro era suo. L’olandese ha sbagliato, ma chi era in ammiraglia ha forse qualche responsabilità in più».

Come sarà la Wilier del 2017?
«Diciamo che si riparte da Pozzato, Belletti, Mareczko, Amerzqueta, Martinez, Rodriguez, Draperi e Trosino. In più da luglio fino alla fine della prossima stagione con la nostra maglia correrà Yonder Godoi, scalatore venezuelano che può darci qualcosa in più dal punto di vista della qualità. Per il resto ci guardiamo attorno, valutiamo e prendiamo nota. Cercheremo di fare una buona spesa: costo/qualità. Cercheremo di fare una squadra esperta ma anche con qualche buon giovane di prospettiva. Alcuni ce li abbiamo già, altri li inseriremo. Vogliamo una squadra che possa fare bene al Giro, ammesso e non concesso che lo si possa fare, ma il mio modo di ragionare è fare una buona squadra a prescindere, per fare buone cose, ovunque si vada a correre».

Pier Augusto Stagi per tuttobiciweb.it
Citracca DENIGRATORE!


(vediamo se glielo va a di' Asd )