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Il declino del ciclismo dei grandi giri - Versione stampabile

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Il declino del ciclismo dei grandi giri - Luciano Pagliarini - 26-10-2020

A volte qualcuno deve saper andare contro la massa.

Il ciclismo dei grandi giri, nel 2020, è per distacco la cosa peggiore che la galassia delle due ruote possa offrire. E purtroppo è così da anni.

E non bastano una cronometro esaltante al Tour de France o un tappone molto bello al Giro d'Italia (il tappone, peraltro, è quasi un residuato di un'epoca che non c'è più) a cambiare l'assunto di cui sopra.

Sia al Giro che al Tour abbiamo visto tutte le tappe di montagna fatte dietro ai gregari, fossero questi Van Aert e Kuss piuttosto che Hindley o Dennis.

Il Tour de France è ormai sinonimo di noia. Oltretutto, è passato dall'essere una corsa durissima, chiaramente coi suoi alti e bassi, a una corsa tremendamente facile. Il Giro, dal 2017 a oggi, ci ha regalato giusto un paio di giornate entusiasmanti.

La Vuelta fa quel che può, è nata dopo, non è mai realmente diventata grande ed è chiaramente vista come un ripiego. E' diventata una corsa un po' più originale nell'ultimo periodo, ma i contenuti tecnici sono sempre poca roba anche se almeno un paio di imboscate, Fuente dé e Aramon Formigal, e un numerone di Pogacar, ce le ha regalate in epoca recente.

Ormai si è diffusa 'sta mentalità per cui la corsa la deve vincere il più forte. Se uno sa di non essere il più forte resta a ruota, non prova a inventarsi nulla.

Solo dieci anni fa vedevamo cose come la fuga dell'Aquila. Oggi non si varia più sullo spartito. Vince sempre il più forte e se non sei il più forte, ma hai un tesoretto di tre minuti da gestire, stai tra che troviamo il modo di fartelo dilapidare da coglione.

Se dovessi descrivere con una parola quanto ho visto tra Giro e Tour usarei il termine "banale".

Spero che prima o poi arrivi il momento in cui Remco e Pogacar se le daranno per davvero. Nel frattempo, guardo i grandi giri, poi vedo corse come la Gand-Wevelgem, e mi rendo conto che a guardare i grandi giri mi rompo i coglioni.






RE: Il declino del ciclismo dei grandi giri - Jussi Veikkanen - 26-10-2020

Io banalmente (ma credo di non essere l'unico) pensavo che il poco coraggio visto troppo spesso nei grandi giri dipendesse dalla forza di determinate squadre, che bloccano la corsa e fanno da deterrente. Invece al Giro abbiamo visto che non è così, lasciando stare il Dennis delle ultime due tappe c'era una totale assenza di gregari, lo stesso Tao quando ha attaccato in un falsopiano controvento ha preso 20" assieme ad Hamilton, con quest'ultimo che si è piantato nel muro finale però.

Io non penso esista una ricetta magica per far svoltare le cose, sicuramente comunque proverei a ridurre i corridori a 7 per squadra, come detto sopra non dipende solo da questo ma sicuramente troppo spesso giova.
Il resto deve essere fatto con i percorsi, spesso si vedono occasioni sprecate ma oggettivamente negli ultimi Tour è difficile inventari qualcosa.

Il resto boh, i vari Sivakov, Remco, Pogacar sembrano avere le palle quadrate e una classe ben superiore ai loro predecessori, speriamo basti e che non si limitino a vincere usufruendo del lavoro dello squadrone di turno


RE: Il declino del ciclismo dei grandi giri - Luciano Pagliarini - 26-10-2020

Io provoco.

Leverei un bel po' di insulse montagne, mantenendo i tapponi veri come quello dello Stelvio, ma rinunciando a roba tipo Etna e Madonna di Campiglio.

E poi farei percorsi più vari con sterrati, cotes, pavé, frazioni in zone ventose. E abbuoni solo nelle tappe pianeggianti, ma belli sostanziosi (un minuto tipo).

E tanta crono. Non tante crono, come hanno fatto quest'anno al Giro, ma tanta crono, che è diverso.

La retorica pro scalatori puri ha rovinato il ciclismo delle corse a tappe.

Preferirei veder van der Poel o Van Aert vincere un grande giro piuttosto che il Mikel Landa di turno o gli Aru ed Hesjedal che pure un GT l'hanno vinto per davvero.


RE: Il declino del ciclismo dei grandi giri - Jussi Veikkanen - 26-10-2020

Si può discuterne, esempio il minuto di abbuono non mi convince, ma il pensiero di base non mi dispiace. Ci sono troppe tappe lineari, a me gaserebbe un sacco vedere tappe miste con pavè, sterrati e cotes. Ovviamente non dovrebbe diventare un'esagerazione in senso opposto ma ci sa. Idem sulle crono.

Idealmente io varierei, purtroppo non esistono mezze misure, si è passati da 4000 km a crono a 30 quando va bene. Io ad esempio alternerei un Tour con anche 120 km a crono e l'anno successivo solo 30, per variare un po'.


RE: Il declino del ciclismo dei grandi giri - Luciano Pagliarini - 26-10-2020

La crono è fondamentale per creare distacchi. Non credo che ci sia mai stato un eccesso di crono se non forse nei Tour di Hinault (però la montagna non mancava).

In generale bisognerebbe fare anche percorsi più friendly nei confronti di quei corridori che sono competitivi su tutti i terreni e che durante l'anno non si fanno vedere solo nel grande giro di turno.

Che poi sono i soliti Roglic, Pogacar, Remco.

Roglic in cima al Col de Glières che quasi staccava tutti salendo senza forzare mi aveva gasato un botto. Se ci fosse stata un'altra crono prima, che avrebbe rivelato i reali valori di Pogacar nelle prove contro il tempo, là avremmo potuto assistere a qualcosa di spettacolare. Magari attacco di Roglic con Van Aert piazzato più avanti ad aspettarlo Sbav


RE: Il declino del ciclismo dei grandi giri - Tommeke23 - 26-10-2020

Io credo che ci sia un problema di fondo non risolvibile. Come ho già detto tutti (esclusi 5-6 ciclisti al mondo) potendo scegliere preferiscono al 101% poter vincere facendo il minimo sforzo.

Chi te lo fa fare oggi di attaccare alla partenza tutti i giorni come ai tempi di Coppi e Bartali per magari perdere oggi 10' domani guadagnarne 20' poi perderne 5' poi guadagnare mezz'ora

Si potrà cercare di limare qualcosa ma questo problema di fondo rimarrà. Che poi neanche si va nella direzione di fare qualcosa per migliorare le cose... Cioè questi problemi neanche li vedono chi sta li. Vedono un Tour che si ribalta a sorpresa nell'ultima crono.. Vedono un Giro che due si giocano a paritempo... Vedono una Vuelta con 15 arrivi in salita su 18 che spettacolo è ormai il secondo grande giro! E tutti contenti

Non ricordo se avevo già buttato giù questa idea.

Posto il classico 6 per squadra nei Giri e 7 nelle classiche cioè il contrario di ora e che il Wt andrebbe ridotto a 10 squadre con 12/14 inviti riducendo gli organici

Secondo me si dovrebbe andare più verso un modello 'entertainment'. Non dico del tipo mettiamoci d'accordo sul da farsi ma dove il piazzamento conti di meno quasi zero e interessi di più fare qualcosa per vendere il prodotto. Almeno grandi giri che è davvero quello messo male come spettacolo. Per esempio dato che le squadre più ricche sono appunto più ricche e i loro corridori più pagati che senso hanno i montepremi? Riduciamo drasticamente i premi per i piazzamenti dove 4-5-6-7-8 posto contano uguale uguale ciò che detrai da questi premi li distribuisci equamente fra le squadre. E lo stesso andrebbe fatto sui punti wt basta lotte per i piazzamenti.. Deve contare la vittoria.. Le squadre devono puntare a quello


RE: Il declino del ciclismo dei grandi giri - Manuel The Volder - 26-10-2020

I corridori di media fascia sono ormai asuefatti al canovaccio di una squadra che fa trenino davanti al gruppo e controlla la corsa che quando ci son squadre scarse, come a sto Giro, non sanno cosa fare.
Rendiamoci conto che a 3 km dal traguardo di Roccaraso tirava Felline nel gruppo maglia rosa e l'unico a provare qualcosa è stato appunto Goganga con Chris Hamilton (col senno di poi il Sunweb sbagliato).
A sto punto si deve cambiare la mentalità, bisogna riscoprire il coraggio, la bellezza e soprattutto l'utilità delle azioni a lunga gittata, accompagnate ovviamente da percorsi degni. La teoria del massimizzare i risultati minimizzando gli sforzi ha creato mostri tipo Michael Matthews o il Sagan di alcune situazioni (o obrobri impresentabili tipo Slagter che per fortuna è durato pochissimo) che comunque hanno vinto meno di quel che potevano.

Nemmeno a me gli abbuoni fanno impazzire, più che altro punterei sulle cronometro, almeno 2 pianeggianti da 50 km e oltre (una alla fine della prima settimana e una il penultimo giorno), e un percorso misto con tante tappe mosse, qualche unipuerto su salita dura, tipo Blockhaus e due tapponi.
Come abbiamo ormai scoperto, le tappine INNOVATIVE non portano a nulla, sono solo un favore agli squadroni.
Concordo sul disgusto riguardo alla mentalità del deve vincere il più forte, tipicamente britannica, ma a questo Giro ha veramente vinto il più forte ? Nei due tapponi Goganga e Hindley sono andati a traino del miracoloso Dennis, poi quando è toccato a loro rinforzare, invece che guadagnare hanno perso da Bilbao e Almeida, e comunque hanno guadagnato pochissimo da Kelderman che s'è fatto tutto lo Stelvio da solo ed è partito di testa. Diciamo che Goganga ha sfruttato al meglio tutte le variabili che un Giro così particolare ha offerto.


RE: Il declino del ciclismo dei grandi giri - OldGibi - 26-10-2020

Credo che per favorire la bellezza complessiva di un grande giro vadano inseriti tutti gli elementi che abbiamo più volte considerato. 
In questo Giro si è visto che anche una salita non trascendentale come il Sestriere, e al termine di una tappa non dura (anche se con le energie ridotte di fine Giro), può dare spettacolo se le esigenze di corsa, di attaccare, lo propongono. 
Da qui l'esigenza che le cronometro ci siano prima (o anche prima) e non brevissime, per creare distacchi e quindi motivi per attaccare. 
Poi, però, ci devono essere veri tapponi di grande montagna over 2000 (almeno 2 per GT), nell'ordine di 200 km. e con più salite importanti, oltre ad altre tappe con salite significative. 
Un paio di arrivi su muri finali si possono anche fare ma meglio non abusarne, stanno nell'idea di "spettacolo" che sta annacquando i valori dei GT. 
Le tappe lunghe e difficili in stile classica sono una componente che deve essere inserita, questo Giro in parte lo ha fatto, con un po' di "braccino" (finali tranquilli ad ammorbidire l'esito). Pietre e sterrato, perché no? 
Anche la riduzione delle squadre a 7 è da provare, tra l'altro con il vantaggio di dare più spazio (e ossigeno) alle professional. 
La lunghezza delle tappe va ben dosata, tappe pianeggianti per velocisti brevi (non necessariamente piatte piatte), tappe impegnative più lunghe, magari arrivando a 3.700 km. complessivi piuttosto che 3.300. Il dislivello non può essere mitizzato, una tappa come quella di Madonna di Campiglio ha molti difetti se si desidera davvero un bel Giro. 

Poi, ovvio che la percezione di spettacolo delle corse di un giorno più belle non può essere attesa in ogni singola tappa. Sono due delle componenti del ciclismo, entrambe necessarie. Per una tappa durissima e possibilmente leggendaria di un GT servono tante tappe per arrivarci, poi lì si scrive una parte di storia del ciclismo. 
Ah, e i corridori non devono rompere per tappe troppo lunghe, dure o difficili: il percorso si conosce prima, nessuno obbliga la partecipazione a quel GT. Ci sono regole per la sicurezza e sul maltempo, per il resto si corre. Se il ciclismo appassiona è anche e soprattutto per il ricordo di tappe fantastiche e di imprese di grandi campioni, con qualche rampa da garage e troppe volate il grande ciclismo muore (e il giro di denaro diminuirebbe molto).


RE: Il declino del ciclismo dei grandi giri - Jussi Veikkanen - 26-10-2020

(26-10-2020, 10:29 AM)Tommeke23 Ha scritto: Io credo che ci sia un problema di fondo non risolvibile. Come ho già detto tutti (esclusi 5-6 ciclisti al mondo) potendo scegliere preferiscono al 101% poter vincere facendo il minimo sforzo.

Chi te lo fa fare oggi di attaccare alla partenza tutti i giorni come ai tempi di Coppi e Bartali per magari perdere oggi 10' domani guadagnarne 20' poi perderne 5' poi guadagnare mezz'ora

Situazioni alla Coppi e Bartali per diversi motivi non le vedremo più, ma molto più banalmente sarebbe bello vedere qualche azione da lontano. 
Esempio, la Bora ha avuto per due settimane due uomini in classifica che alla fine sono calati. Nelle tappe di Cesenatico e Tortoreto (e  ci metterei anche S. Daniele con un diverso canovaccio) non c'era nessuna squadra che poteva annichilire la corsa, allora perchè non provarci con Konrad?  o anche la Sunweb con Hindley che fno a Piancavallo nessuno curava ed in un eventuale attacco avrebbe potuto avere vita facile? invece meglio tenere due uomini in classifica che alla fine fanno ottavo e dodicesimo, quando anche esponendosi con un attacco da lontano che magari falliva difficilmente facevano peggio Boh

Idem la Deceunick avrebbe potuto in quelle tappe sganciare Masnada, e di esempi ne potrei fare diversi. In un Giro in cui se escludiamo il Dennis di fine Giro avevamo Felline e Denz a tirare nei finali nessuno ci ha provato, io non so cosa dire  Boh


RE: Il declino del ciclismo dei grandi giri - Tommeke23 - 26-10-2020

Ma non dirlo a me... Perché perché squadre e corridori pensano ad ottenere il massimo facendo il minimo.. Tanto c'è domani tanto c'è la terza settimana

Allora per come è ora è del tutto inutile fare Etna Passo Lanciano ecc nei primi 13/14 giorni di gara...


RE: Il declino del ciclismo dei grandi giri - melo21 - 26-10-2020

Ridurre il numero di corridori per squadra mi sembra l'obiettivo primario, poi mano a mano, non vedendo cambiamenti, si potrebbe pensare a un percorso per persone più eclettiche. E, a questo punto, che gli scalatori puri puntino alle maglie per GPM che altrimenti vanno a gente a caso


RE: Il declino del ciclismo dei grandi giri - Lambohbk - 26-10-2020

Se poi le forze economiche ed i corridori migliori si concentrano in due squadre, è molto difficile uscire dal loro canovaccio.

Basti pensare alla Ineos che in rosa avrà Bernal, Carapaz, Sivakov, Thomas, Castroviejo, Dennis, Martinez, Porte, Sosa, Adam Yates.

La Jumbo con Roglic, Dumoulin, Kruijswick, Kuss, Van Aert, Bennett, Oomen...


RE: Il declino del ciclismo dei grandi giri - Luciano Pagliarini - 26-10-2020

Una roba che bisogna fare assolutamente è abolire i terribili punti World Tour.

A pensarci bene mi sa che Kelderman dovrebbe portare i suoi in Bora e solo Hindley, dunque, ne porta alla Sunweb. Il che spiega, purtroppo, molte cose.


RE: Il declino del ciclismo dei grandi giri - winter - 26-10-2020

Non credo facciano grossa differenza i punti
Chi è mai retrocesso negli ultimi 10 anni ?

Io metterei piu' salite ma distribuite meglio
e sempre nei week end
due o tre crono , massimo 60-65 km totali
prologo 5 km - Crono Lunga 40-45 - Crono Finale (domenica) 15
6-7 tappe di montagna (con massimo 4 arrivi in salita ma due tapponi da 4-5 colli e 7-8 ore in bici)
Giro a Giugno
le tappe degli sprinter non piu' di 5


RE: Il declino del ciclismo dei grandi giri - Luciano Pagliarini - 26-10-2020

Non retrocede nessuno, però le squadre mi sembrano comunque sempre attente al fattore punti.


RE: Il declino del ciclismo dei grandi giri - kekko46 - 26-10-2020

Basta diminuire i corridori per team portarne massimo 6 così risolvi due problemi :
1) più inviti per le professional
2) minore possibilità di controllare la gara

Le gare più belle sono quelle in cui nessuno riesce a controllare la corsa .
Credo che anche le tappe completamente piatte possono non essere monotone con 6 corridori per squadra perché ci sono sempre meno corridori a tirare per il gruppo e questo inoltre rende impossibile creare i treni negli ultimi km , di conseguenza le velocità si abbassano e ciò facilita anche gli attacchi da finisseur (cosa ormai rara negli ultimi anni).
Purtroppo però la vedo dura che cambi qualcosa nell'immediato


RE: Il declino del ciclismo dei grandi giri - winter - 26-10-2020

(26-10-2020, 05:54 PM)Luciano Pagliarini Ha scritto: Non retrocede nessuno, però le squadre mi sembrano comunque sempre attente al fattore punti.

inizio anni 00 contavano molto di più
Ogni punto uci erano tot euro
Adesso molto meno


RE: Il declino del ciclismo dei grandi giri - And-L - 27-10-2020

Salary cap. Ma il rischio è che importanti sponsor poi si sfilino.


RE: Il declino del ciclismo dei grandi giri - Tommeke23 - 27-10-2020

Visto che l'avete buttata li.. Ma una tantum in Giro senza 'salite' che a giocarselo sarebbero WVA Roglic Pogacar Remco e forse Vdp cioè 5 dei più forti al mondo farebbe poi schifo?
Ipotesi Giro 2021 parti dall'Olanda Belgio con 5 tappe vento muri e pave
In Italia fai tappe piatte in zone costiere e di vento
Una tappa di strade bianche o due
Due crono di 5 km una al rientro e una nella terza settimana
Tappe di muri o cotes in ogni dove
E tappe di montagna con salite vere ma in partenza del tipo tu scalatore devi attaccare li e poi arrivare all'arrivo

Lo so lo avete già detto ma che spettacolo sarebbe


RE: Il declino del ciclismo dei grandi giri - Hiko - 27-10-2020

(26-10-2020, 10:29 AM)Tommeke23 Ha scritto: Secondo me si dovrebbe andare più verso un modello 'entertainment'. Non dico del tipo mettiamoci d'accordo sul da farsi ma dove il piazzamento conti di meno quasi zero e interessi di più fare qualcosa per vendere il prodotto. 

Tutto ma questo no per carità. Va bene tutto, ma piuttosto mi guardo mille Tour de France 2017 piuttosto che un ciclismo-wrestling.

(27-10-2020, 05:18 PM)Tommeke23 Ha scritto: Visto che l'avete buttata li.. Ma una tantum in Giro senza 'salite' che a giocarselo sarebbero WVA Roglic Pogacar Remco e forse Vdp cioè 5 dei più forti al mondo farebbe poi schifo?
Ipotesi Giro 2021 parti dall'Olanda Belgio con 5 tappe vento muri e pave
In Italia fai tappe piatte in zone costiere e di vento
Una tappa di strade bianche o due
Due crono di 5 km una al rientro e una nella terza settimana
Tappe di muri o cotes in ogni dove
E tappe di montagna con salite vere ma in partenza del tipo tu scalatore devi attaccare li e poi arrivare all'arrivo

Lo so lo avete già detto ma che spettacolo sarebbe

Anche questo no, dai. I GT fanno schifo ok, ma ci vogliono le salite, sono sempre stata l'essenza di queste corse. Non vanno messe a caso, vanno inserite in certi contesti e non vanno abusate. Ma arrivi in salita e tapponi di montagna ci vogliono. Se fatti bene offrono comunque uno spettacolo praticamente senza pari.
Non ci sono scalatori di livello, è una bella sfiga, ma non per questo per me bisogna portare all'estremo. Di Eneco Tour me ne basta uno di 5 giorni, non ne voglio uno di 21.


Poi io parto dal concetto che 21 giorni consecutivi di grande spettacolo non ci possono essere! Qualsiasi siano i protagonisti e qualsiasi siano i percorsi.