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Emanuele Sella - Versione stampabile

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Emanuele Sella - Francesco G. - 21-10-2010

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RE: Emanuele Sella - SarriTheBest - 04-11-2010

Sella: scusate, ci sono anch'io
La sua storia ci ha commosso, ci ha indignato, ci ha lasciato perplessi e ci ha fatto sorgere mille dubbi. Ora è caduta nel silenzio. È la storia di Emanuele Sella, vicentino classe ’81, professionista dal 2004, oggi portacolori della Carmiooro NGC. El Salbaneo (il folletto), così è soprannominato dalle sue parti, è uno dei tanti che ha sbagliato, ma uno dei pochi che è tornato in gruppo a voce bassa, senza inutili polemiche e discussioni. Ha scontato dodici mesi di squalifica per aver fatto uso di doping e ha collaborato con la giustizia. Da un an­no è tornato alle gare con la speranza di riconquistare la fiducia degli appassionati di ciclismo.
La sua storia è simile a quella dello scatena-dibattiti Riccardo Riccò, ma l’atteggiamento è tutt’altro: Emanuele ha sofferto per non essere stato invitato al Giro 2010, ma non si è lamentato. Finora ha aspettato in silenzio la sua rivincita, cercando il riscatto in corsa. Continuerà a comportarsi così, ma per una volta lasciateglielo dire: «Scusate, esisto anch’io».
Torniamo al 2008, quando Emanuele indossava la maglia della CSF Group Navigare. È stato il suo anno, nel bene e nel male. Ci ha emozionato. Ha vinto le tre tappe dolomitiche del Giro: Alpe di Pampeago, Passo Fedaia e Triano. Un sogno.
«Ho un bellissimo ricordo di quelle tre splendide vittorie frutto di tanti sacrifici. Non le dimenticherò facilmente e spero rimarranno come un bel ricordo anche per chi all’epoca mi applaudiva. In tanti mi hanno dimostrato che le emozioni di quei giorni non sono state offuscate da quanto accaduto dopo e per me questa è un’altra vittoria».

Ci ha deluso. Il 23 luglio di quel 2008 è stato sottoposto a un controllo antidoping a sorpresa, il 5 agosto è stata resa ufficiale la sua positività al Cera, l’Epo di ter­za generazione. Due anni di squalifica (pena successivamente ridotta a un an­no per collaborazione alle indagini, ndr). Un in­cubo.
«Mi è caduto il mondo addosso. Quello che ho provato lo sappiamo solo io e chi mi è stato vicino in quel momento difficile, quindi mia mo­glie Lara, la mia famiglia e i veri amici che si contano sulle dita di una ma­no. Del mondo del ci­clismo pochi, veramente po­chi. Il comportamento della maggior parte dei miei colleghi mi ha fatto soffrire parecchio, ma oggi non ce l’ho con nessuno. L’errore è stato mio, quindi ero io a dover rimediare. È stata davvero dura, ma sono riuscito a girare pagina».

Di quei giorni cosa ti resta?
«Vorrei dimenticare tutto, ma non ac­cadrà mai e forse è meglio così. Quan­do si cade e ci si rialza, si acquisisce una forza in più. Per natura, poi, sono un ottimista perciò pen­so che anche da un periodo così nero qualcosa di buo­no ne uscirà. Sicu­ra­mente sono cresciuto, ho imparato molto».

Ha sbagliato. Ha pagato e collaborato. L’inchiesta penale della Procura di Pa­do­va scattata dalle sue confessioni ha svelato una vasta rete di fornitura e distribuzione di prodotti dopanti e ha portato alla de­nuncia di trenta persone, tra cui dodici ciclisti pro­fessionisti. È stata sicuramente una scelta difficile da prendere in un am­biente omertoso come quello ciclistico.

Co­sa ti ha spinto a dare una mano al procuratore Ettore Torri? Qualcuno sospetta che tu abbia scelto di collaborare solo per ottenere una riduzione di pena…
«Ho semplicemente fatto quello che ritenevo giusto. C’è chi mi crede e chi no, ma ora non voglio parlarne più. Posso rispondere solo coi fatti, coi miei comportamenti in corsa».

È tornato alle gare il 18 agosto 2009.
«Un nuovo inizio. Le braccia aperte non sono state tante, ma me lo aspettavo. C’è chi mi ha dimostrato vera amicizia, chi ha capito la situazione in cui mi sono trovato e chi no».

Vuole riconquistarci. Come accaduto per Riccardo Ric­cò, quest’anno non è stato invitato al Giro d’Italia. Se per il mancato invito del Co­bra si sono accese mille discussioni, per Emanuele non è stata spesa neanche una parola. Vicende simili, la tua e quella di Riccò, ma modi di fare totalmente diversi.
«Sì, abbiamo passato entrambi un periodo difficile per aver commesso lo stesso grave er­rore, ma siamo due persone di­verse. Credo sia dovuto a un fatto di carattere: per lui è normale polemizzare, esprimere il suo disappunto in tutti i modi possibili, mentre io preferisco dimostrare quello che valgo in gara, senza parlare troppo. Una volta che ci sarò riuscito le porte si apriranno au­tomaticamente, o al­meno lo spero. Ma­gari oltre al periodo della squalifica dovrò scontare uno, due anni di purgatorio prima di poter tornare a di­sputare un grande Giro. Ho tanta pa­zienza, sono pronto ad aspettare, anche perché sono consapevole che ciò che ho fatto è molto grave, ma in cuor mio mi auguro accada il prima possibile».

Giù dal sellino Emanuele è di poche pa­role, ma in corsa non si risparmia. Dal suo ritorno non ha potuto disputare le corse più importanti, ma in tutte quelle a cui ha preso parte si è messo in luce. È l’orgoglio che ti spinge ad attaccare?
«Sì, ma non sto facendo niente di più di quello che un corridore deve fare. Do il massimo, lavoro tanto e cerco il risultato. Devo riscattarmi. Quest’an­no mi aspettavo qualcosa di più, ma sono fiducioso. Se in questa stagione non è arrivata neanche una vittoria, ne arriveranno almeno due l’anno prossimo!».

Per finire facciamo un salto nel futuro ormai prossimo. Nel 2011 cambierai squa­dra e correrai con la maglia della Androni.
«Sì, Gianni Savio mi ha proposto di correre nella sua squadra e io non ci ho pensato due volte. Ha aiutato tanti corridori a tornare grandi e io spero di essere il prossimo».

Guardando ancora oltre come si immagina Lele da grande?
«Vicino a Lara, magari con un bimbo».

E l’atleta Sella?
«Spero sia riuscito a tornare a correre ad alti livelli e sia soddisfatto dei suoi risultati. Soprattutto mi auguro abbia raggiunto il suo sogno».

E qual è?
«Tornare a vincere al Gi­ro, la corsa che amo. Non è da me gridarlo ad alta vo­ce, ma sarei felice di poterlo correre già l’anno prossimo».

di Giulia De Maio, tuttoBICI del Settembre 2010


RE: Emanuele Sella - Francesco G. - 07-01-2011

L'inverno di Sella "La mia opportunità"
Emanuele Sella è passato all'Androni. E racconta come sta preparando la stagione del riscatto

Come se un saltatore si chiamasse Pedana, un motociclista Carburatore, un rugbista Mischia, un pallanotista Palombella, un calciatore Pallone. Emanuele Sella ha un cognome che non solo sa di bici ma anche di montagna, e la forza del cognome ne ha fatto non solo un corridore, ma anche uno scalatore.

Sella, tornato in sella?
"Ricominciato a metà novembre perché la mia stagione comincia presto, anzi, subito, al Giro di Malesia, dal 23 gennaio all’1 febbraio. E allora, le prime due settimane bici e palestra, poi bici. Il 31 dicembre una bella uscita di cinque ore, il primo gennaio due orette di scarico. Per dire che non mi fermo mai. E poi a piedi".

Dove?
"Il Monte Grappa è a cinque chilometri da casa. Ne conosco tutti i sentieri e i camminamenti, le trincee e le gallerie".

Inverno rigido.
"Finora di sole ne abbiamo visto poco. Così sto sempre allerta. Guardo il cielo dalla finestra e, appena promette una tregua, mi vesto ed esco. Qualche volta con Ongarato, specialmente se facciamo fondo. Se no, anche da solo".

Cambiato qualcosa?
"Andavo a sensazioni, mi fidavo del mio termometro e del mio barometro interni. Con la nuova squadra, l’Androni, c’è anche un nuovo preparatore, Fabrizio Tacchino con il suo centro studi. Mi è stato chiesto di allenarmi con un misuratore di potenza".

Di che cosa si tratta?
"Mentre il cardiofrequenzimetro segna i battiti del cuore e avverte se si sta lavorando in una certa fascia o in una certa soglia, il misuratore di potenza indica i watt entro i quali dobbiamo pedalare. E’ un modo forse più preciso per non andare fuori giri. E mi ci sto trovando bene".

Sella, il suo 2010?
"Un anno di transizione, particolare, ma tutto serve. Ho corso a singhiozzo, ho fatto fatica a trovare gli obiettivi, in certi momenti mi sono anche lasciato andare, tutto sommato è stato difficile. Non ho vinto, quando mi ero allenato bene e le circostanze delle corse erano favorevoli ho sfiorato le vittorie. Peccato che sia stato un periodo breve".

E il 2011?
"Gianni Savio mi ha notato, visto e seguito. Io mi sono spiegato, lui mi ha capito e dato questa possibilità. Una grande opportunità. Savio mi chiama, m’incoraggia, mi stimola. E questo mi dà la fiducia che forse non sentivo più".

Dopo il Malesia?
"Il calendario italiano, ma intanto aspettiamo gli inviti alle corse che per noi contano di più. Dalla Tirreno-Adriatico alla Milano-Sanremo fino al Giro d’Italia".

Un Giro adatto anche a lei.
"Un Giro da scalatori. Il Giro mi piace comunque, mi andrebbe bene farlo anche al contrario, partenza da Milano e arrivo a Torino. E’ la corsa del mio cuore, quella che mi è entrata nella pelle, quella che sognavo fin da bambino. Esserci è un sogno".

E avrebbe anche la squadra adatta.
"Una squadra di attaccanti, di arrampicatori, di avventurosi. C’è Rujano, che al Giro 2005 è arrivato terzo, ci sono Santoro e Monsalve, due neoprofessionisti di grandi speranze, e c’è Serpa, che ha dimostrato il suo valore. Ci sarebbe da divertirsi".

E lei, in bici, si diverte ancora?
"Sempre. E’ la mia passione. E più si sale, più mi diverto. Il divertimento della fatica, dei paesaggi, della solitudine".

Dopo la squalifica per doping, è rientrato in punta di piedi.
"Ho sbagliato e ho pagato. Amen, voltato pagina, ricominciato a vivere. Con la dovuta umiltà. Da quel giorno ho guardato avanti, con fiducia e serenità. E piano piano vorrei ritrovare i miei spazi".

Il gruppo?
"Chi mi ha capito, e chi no. Come sempre. Come dovunque".

Sella, il bello del ciclismo?
"La bici. Mi piace, la sento, la vivo. E’ da una vita che mi accompagna. La bici non mi pesa, mai. Mi diverte. E ci andrò sempre".

Anche a fare la spesa?
"Quello no".

E a spasso?
"Quello capita".

E in vacanza?
"Quello capiterà".

Quante bici ha?
"Una da corsa, la nuova, una Bianchi. Un muletto. Una da passeggio. E anche una mountain bike, che però tengo a casa dei miei genitori. Quest’inverno non l’ho mai presa, ma ci tornerò. E’ che a forza di andare su quella da strada, non so se sono adatto alla mountain bike. Fisicamente sì, spiritualmente no. In ciclocross e mountain bike si parte troppo a tutta. E poi a vederli, nel freddo, i bikers mi fanno quasi pena. Al solo pensiero di respirare quel gelo, mi viene da tossire".

Strada, fuoristrada... e pista?
"Quand’ero piccolo, da esordiente e da allievo, mi portavano in pista. Ma ero negato. Avevo paura. Stavo a tre metri da chi mi precedeva".

Sella, non avrà mica una fissazione per la sella.
"No. Penso alla bici come un’orchestra per il suo direttore: tanti strumenti uniti e coordinati, in modo armonico. La bici devo sentirmela cucita addosso".

E per qualche sella intesa come passo o salita?
"Il Sella e tutti i passi dolomitici".

Una salita per il prossimo Giro?
"Lo Zoncolan. Ma so di non essere originale".

Zoncolan, Mortirolo, Giau, Croce Domini... Perché le salite hanno nomi così inquietanti?
"Sarà, ma a me suonano dolcissimi".

Che cosa rappresenta una salita?
"Una conquista. La conquista di una meta, come il K2 per un alpinista. E la conquista di uno stato, uno stato di grazia e di benessere, magico: la leggerezza".

gazzetta.it


RE: Emanuele Sella - SarriTheBest - 06-08-2011

Lele Sella ha appena rinnovato con Savio e anche il prossimo anno farà parte della rosa della Androni-C.I.P.I.


RE: Emanuele Sella - SarriTheBest - 11-07-2013

Festa in casa Sella: è arrivato Mattia
È nato oggi il figlio di Lele e Lara

È festa grande in casa Sella. È lo stesso Emanuele a lanciare un messaggio che trasuda felicità: «È arrivato Mattia! Dopo una lunga attesa è nato il nostro piccolo "sellino"(2,420 kg). Mamma Lara è stata bravissima e papà è super felice!!!».
A Lara ed Emanuele e al loro piccolo Mattia, gli auguri più sentiri da parte della redazione di tuttoBICI e tuttobiciweb.

tuttobiciweb.it


RE: Emanuele Sella - Luciano Pagliarini - 11-07-2013

Immagino lo shock quando ha visto la faccia del padre per la prima volta, povero bimbo...


RE: Emanuele Sella - SarriTheBest - 19-02-2015

Androni-Venezuela: Sella, frattura al femore
Pochi chilometri di corsa, una caduta banale, un corridore che sbanda affrontando una rotonda e urta chi gli sta vicino, un fortissimo dolore e poi la diagnosi impietosa: frattura del femore. È la sintesi drammatica e dolorosa del Trofeo Laigueglia per Emanuele Sella. Il vicentino della Androni Venezuela è stato sfortunato protagonista della classica ligure: gli esami radiografici svolti presso l'ospedale Santa Corona hanno confermato la presenza di una frattura.
Il referto parla di frattura scomposta della testa del femore destro: domani Sella verrà operato proprio al Santa Corona. È presto per conoscere i tempi di recupero, ma chiaramente tutta la prima parte di stagione è persa. Forza Emanuele, buon recupero.

tuttobiciweb.it


RE: Emanuele Sella - Gerro - 20-02-2015

Cavolo, alla partenza l'avevo visto con sua madre :O


RE: Emanuele Sella - SarriTheBest - 04-03-2015

Sella: «Intervento difficile, ho usato oggi le stampelle»
Il vicentino ancora in ospedale dopo la frattura del femore

Emanuele Sella, caduto durante il Trofeo Laigueglia, è stato trasferito sabato scorso all’ospedale San Bortolo di Vicenza. In precedenza era stato ricoverato al Santa Corona di Pietra Ligure. Per lui una degenza difficile, dopo l’intervento al femore, in cui aveva registrato un importante abbassamento dei valori ematici. Una volta ristabilito è stato trasferito nella città veneta e preso in cura dall’ortopedico Gianluigi Moras.

La sua voce è più pimpante rispetto a qualche giorno fa. “Ho preso in mano oggi le stampelle per la prima volta – racconta il vincitore di 4 tappe al Giro – e domani conto di fare qualche metro in più. Ormai il recupero è partito ed il ritorno a casa è imminente”.

I tempi di recupero prevedono che solo tra un mese sarà possibile appoggiare il piede a terra e dare carico all’articolazione. Prima di poter camminare dovranno passare circa 50-60 giorni e poi altri 40 per rivederlo in gruppo. “Tutto dipende da come il fisico reagirà – continua El Salbaneo – l’intervento è stato impegnativo con 3 punti di taglio. Inciderà anche la motivazione”.

Nitido il ricordo della caduta. “Ero tranquillo in gruppo, stavamo passando in rotonda. All’interno si sono urtati e chi era all’esterno come me è stato spinto. Ho sbattuto su un marciapiede alto e lì mi sono fatturato. Ho capito subito che era una cosa seria, la gamba era storta e più corta”.

Per lui un grande rammarico ma anche una motivazione. “Il prossimo sarebbe stato il mio 10° Giro d’Italia, un traguardo non da tutti. Pazienza, voglio tornarci nel 2016”.

Infine un ringraziamento di cuore. “Il pensiero più sentito è per mia moglie Lara che per 9 giorni è rimasta al fianco in ospedale, dormendo su una poltrona, pur di starmi vicino”.

Pietro Illarietti per tuttobiciweb.it


RE: Emanuele Sella - SarriTheBest - 22-05-2015

Giro d'Italia, Androni: in albergo si rivede Lele Sella
Ospiti d'eccezione, questa sera, nell'hotel che ospita la Androni Sidermec: a cena con i ragazzi del team sono arrivatti Lino Diquigiovanni, per anni a fianco di Gianni Savio con la sua azienda, e soprattutto Emanuele Sella. Il corridore vicentino, vittima di una brutta frattura durante i primi chilometri del Troeo Liagueglia, sta molro meglio e lavora in vista del ritorno che avverrà presumibilmente nel giro di un paio di mesi.

tuttobiciweb.it


RE: Emanuele Sella - Hiko - 22-05-2015

Altro che Gilbert, ieri avrebbe vinto Lele Sese


RE: Emanuele Sella - SarriTheBest - 22-05-2015

Oddio, con tutte queste fughe che vanno in porto un po' di Rosik di sicuro ce l'avrà Sese


RE: Emanuele Sella - SarriTheBest - 03-11-2015

Emanuele Sella: "E' dura, ma non è ancora finita"
Una capriola silenziosa. La foglia, di un color bronzo vivace, quasi si attorciglia su se stessa mentre, abbandonata la presa sicura del ramo, si appresta a raggiungere il suolo con un’evoluzione funambolica e sinuosa che trova la propria inevitabile conclusione in un “tic” delicato, quasi impercettibile, una volta raggiunto l’asfalto. In quel momento, nel preciso istante in cui, come fosse animata da un timore reverenziale, schiva il piede per adagiarsi sul terreno, si ha l’impressione che la Natura abbia deciso di concedersi una garbata pausa dal proprio fisiologico letargo ricordando, a chi avesse la voglia di ascoltare, che ogni fine prelude a un nuovo inizio.

Anche il ciclismo – quello su strada, almeno - segue un poco l’andamento delle stagioni: risvegliandosi nei primi mesi dell’anno, frizzando in primavera, esplodendo in estate e avviandosi verso il riposo in autunno. Anche per i corridori è così: terminata un’annata, ci si prende il giusto tempo per riposare e per pensare al futuro che sarà. Anche se l’anno è stato sfortunato e il domani è accompagnato da un punto interrogativo.

2015, ANNUS HORRIBILIS - “L’anno prossimo non so ancora cosa farò.” La voce è quella inconfondibile, squillante, di Emanuele Sella. Uno degli atleti più esperti in gruppo; uno dei capisaldi della carovana delle due ruote. “Lele”, come viene chiamato confidenzialmente, è reduce da un 2015 “nero” che l’ha visto impattare rovinosamente sulla carreggiata in febbraio al Trofeo Laigueglia: un capitombolo che poteva essere come tanti altri ma che, invece, l’ha costretto a lasciare la competizione ligure a bordo dell’ambulanza per raggiungere in fretta e furia l’ospedale, dove gli è stata diagnosticata una frattura del femore. Un incidente serio, costato al veneto classe 1981 un lungo, forzoso, stop e un inevitabile abbattimento dei chilometri di corsa. Oltre a una quinta avventura in maglia Androni Sidermec finita, praticamente, ancor prima di cominciare.

“Avevo esordito alla Vuelta al Tachira poi, in Europa, ho gareggiato al Gp Costa degli Etruschi e al Laigueglia mi sono infortunato. L’anno, praticamente, l’ho perso tutto.” Il tono si fa più serio, mentre Sella ripercorre le dolorose vicissitudini di quel periodo. “Sono rientrato al Matteotti, in luglio, ma non ero del tutto a posto. Poi c’è stata la pausa della squadra e, a settembre, la gamba mi ha dato ancora problemi. Quindi, ho parlato con i direttori sportivi e ho preferito farmi da parte e far correre i miei compagni.” Una decisione generosa. “Una scelta logica” si affretta a rimarcare. “Dovevo sistemare la gamba, non era giusto togliere spazio agli altri. E io ho preferito fermarmi. Adesso sono passati più di otto mesi e sto meglio. Ma c'è voluto tanto tempo…”

Il femore è una parte essenziale del corpo di un atleta: “Se mi fossi rotto la clavicola, forse e per assurdo, sarebbe stato meglio. Ma con la gamba ci pedali. Ti serve che sia efficiente, più di ogni altra cosa.” La gamba, per un ciclista, è l’ingranaggio basilare di una “macchina” che deve mulinare alla perfezione. E’ una componente irrinunciabile del “motore” e, se non ci puoi fare affidamento, è un maledetto problema. “Mi era stato detto subito che i tempi di recupero sarebbero stati lunghi…addirittura un anno. Per fortuna c’è voluto meno per tornare in bici. Ora non sono ancora al 100% ma, lavorando, si è sistemato tutto. Un infortunio così? Rischi del mestiere…”

Già. Perché essere ciclisti potrebbe voler dire trovarsi faccia a faccia con i luminari dell’ortopedia. E diventare, sfortunatamente, esperti in materia. “La mia frattura era scomposta. L’ osso era spezzato e mi hanno operato subito. Poi ho passato 40 giorni senza poter poggiare il piede a terra. Camminavo con le stampelle. Dopo altri 40 giorni ho iniziato ad appoggiarlo e, dopo due mesi, a camminare senza stampelle. Poi, piano piano, ho ricominciare a pedalare senza fare troppo carico. Per pedalare normalmente ci è voluto qualche mese in più…” Risata. Ripresa. “Quest’anno – l’undicesimo tra i professionisti, ndr - ero partito con ambizioni importanti. Volevo fare bene. Fare il meglio che potevo. A 34 anni quello che hai fatto, hai fatto…Non pensavo di correre ancora tanti altri anni, ma un altro o due si. Questa era – ed è ancora – l’idea.”

LA BICICLETTA, IL PRIMO AMORE - L’amore di Sella per la bicicletta è cominciato a 15 anni - come racconta lui stesso – ed è un amore reciproco. “Il ciclismo per me è un piacere. A me piace la bici, mi piace questo mondo. Ho iniziato da esordiente, secondo anno, con la Palladio, una società storica di Vicenza con oltre 40 anni di attività all’attivo. A quel tempo mi mamma conosceva uno dei dirigenti. Avevano bisogno di ragazzi e le hanno detto se, visto che aveva un figlio, voleva farlo correre. Ho provato e non ho più smesso. Per festeggiare la prima vittoria, però, ho dovuto aspettare il secondo anno da juniores, con il Postumia73, poi da Under23 sono passato alla Zalf. Quattro anni di bei ricordi e, anche, di successi. Da dilettante ancora ti diverti.”

Passato, presente. Ma, altresì, futuro. Perché, per appendere la bicicletta al chiodo, c’è ancora tempo. “Con l’Androni Sidermec, purtroppo, è finita. Ho parlato con Gianni Savio una quindicina di giorni fa e mi ha spiegato che, nel 2016, il team passerà necessariamente a un organico di 16 corridori e che, quindi, non sarebbe stato possibile riconfermarmi. Certamente mi dispiace perché, dopo cinque stagioni, avrei voluto restare ancora in questa squadra, ma a Gianni io posso solo dire grazie. Quando è successa, ad esempio, la questione dello sponsor venezuelano ha fatto veramente i miracoli. Si è sempre preso cura di me. Si è sempre preso cura di tutti noi.”

Dispiacere, ma anche tanta gratitudine. Nel suo stile. E la fiducia per i mesi a venire. “Per il 2016 stiamo lavorando, anche se è molto difficile. Il periodo è critico, ci sono tanti corridori in attesa di un contratto e anche io sono uno di questi. Ma la speranza è l’ultima a morire. Ad oggi è difficile, ma io la speranza –appunto - non la perdo. Se non dovessi trovare una squadra? Non so ancora cosa farò. Al momento ci sto pensando, voglio prendermi il mio tempo. Ho passato più della metà della mia vita in biciletta e so che prima o poi dovrò girare pagina. Subito dopo l’infortunio di febbraio avevo iniziato a pensare che era finita. Ho sofferto tanto. Ho trascorso 15 giorni in ospedale, l’intervento non è stato facile e ci sono state anche delle complicanze. Poi ho ricominciato ad andare in bici e a fare quello che facevo prima e, quindi, ho accantonato l'idea. Sapevo che il contratto era in scadenza e, ora, sono in attesa. La bicicletta è sempre stato il mio primo amore: nessuno decide di diventare un ciclista, lo diventi e basta perché corri e arrivano i risultati e vai avanti, ma anche se dovessi smettere con il professionismo in bici ci andrò lo stesso.”

Il perché è molto semplice. “Quando esco in bici mi capita di trovare tanta gente, dal più giovane al più anziano, e tutti mi raccontano di sè, delle proprie vicissitudini. A me piace stare ad ascoltare le varie storie. Quello che dico sempre è che ciò che conta è la passione, che bisogna fare le cose per bene. Ciascuno va via del proprio passo. Ognuno di noi ha la propria strada da fare. E’ questo che mi insegnano le persone che incontro per strada, con cui mi piace parlare. L'importante è arrivare. Non importa quanto ci metti.”

Silvia Tomasoni per ciclismoweb.net
http://www.ciclismoweb.net/index.php?emanuele-sella-e-dura-ma-non-e-ancora-finita


RE: Emanuele Sella - SarriTheBest - 10-12-2015

Sella: «Se mi fermerò, non avrò rimpianti»
Il vicentino è ancora senza contratto ma continua a pedalare

Tra coloro che probabilmente con l'anno nuovo dovranno cercare un nuovo mestiere, c'è Emanuele Sella. Il vicentino classe '81, professionista dal 2004, ha corso 4 anni in Ceramica Panaria, un anno in CSF, due alla Carmiooro e dal 2011 difende i colori dell'Androni. Al termine di una stagione sfortunata, compromessa dalla frattura del femore in avvio di stagione, in seguito a una caduta occorsa durante i primi chilometri del Troeo Laigueglia, El Salbaneo continua ad allenarsi in attesa di una chiamata che è il primo a sapere difficilmente arriverà.

Come stai?
«Bene, sono a casa. Sono abbastanza tranquillo, continuo ad uscire in bici e sto in famiglia. In questo ultimo anno stando a casa molto di più che nelle stagioni passate Mattia, che ha 2 anni e 5 mesi me lo sono proprio goduto. Per colpa dell'infortunio sono stato costretto a un lungo stop e questo ha inciso senz'altro sulle mie chance nel mercato. Ci spero ancora, ma so che sarà molto difficile trovare una sistemazione visto che siamo già a dicembre. Non si sa mai...».

Hai rimpianti?
«No, assolutamente. Prima o dopo sapevo che questo momento sarebbe arrivato. Avrei voluto correre un altro anno o due, ma dopo l'incidente sapevo sarebbe stata dura. Non so come sto fisicamente, voglio dire non so se posso tornare ad essere competitivo come nei giorni migliori. In giro ci sono poche oppurtunità, dopo un'annata così storta o Gianni (Savio, ndr) si metteva una mano sulla coscienza o ero consapevole sarebbe stato difficile per me continuare. In giro c'è proprio poco».

Hai pensato a un'alternativa?
«Aspetto di chiudere l'anno, sto pensando a cosa fare, di idee ne ho tante ma ci voglio pensare bene. Ho 34 anni, non sono né vecchio né giovane. Il ciclismo riflette la situazione generale dell'economia. In Italia c'è ben poco. Abbiamo due belle realtà ma puntano sui giovani e l'Androni, per quanto successo, è stata costretta a ridurre il numero dei corridori, i conti purtroppo sono facili da fare. Il ciclismo italiano se prima andava per la maggiore ora soffre, anche perchè all'estero noi italiani non sempre siamo ben visti. Dispiace, ma la bici non è per sempre e questo lo sappiamo bene tutti fin dall'inizio».

Giulia De Maio per tuttobiciweb.it


RE: Emanuele Sella - Gershwin - 10-12-2015

(10-12-2015, 05:11 PM)SarriTheBest Ha scritto: In giro ci sono poche oppurtunità, dopo un'annata così storta o Gianni (Savio, ndr) si metteva una mano sulla coscienza o ero consapevole sarebbe stato difficile per me continuare.

Solo per questa frase è da pestare a sangue. Savio gli ha letteralmente regalato anni di stipendio quindi invece di fare la vittima potrebbe ringraziare


RE: Emanuele Sella - Danilo M. - 11-12-2015

Cosa ti aspetti da mister Brixia...


RE: Emanuele Sella - Giugurta - 11-12-2015

Lele sella. Uno dei pochi ciclisti ad avere la pagina di nonciclopedia

http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Emanuele_Sella


RE: Emanuele Sella - Giugurta - 03-01-2016

ufficiale il ritiro di questo grande campione


RE: Emanuele Sella - Luciano Pagliarini - 03-01-2016

A noi piace ricordarlo così:










RE: Emanuele Sella - luciox98 - 03-01-2016

Un grande si ritira purtroppo. Ricorderò per sempre le sue magia nel Giro del 2008, quei 17' recuperati in due tappe.
GRAZIE LELE SELLAAAAA