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Mirco Lorenzetto - Versione stampabile

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Mirco Lorenzetto - SarriTheBest - 06-12-2010

<b>Mirco Lorenzetto</b>
<p align="center">[Immagine: grivko_lorenzetto.jpg]</p>
<b>Mirco Lorenzetto</b> (Vittorio Veneto, 9 luglio 1981) è un ciclista italiano.

Passato professionista a 24 anni, è un ottimo velocista: questa dote gli ha permesso di conquistare tantissimi piazzamenti nella sua giovane carriera. Ha però ottenuto due sole vittorie finora: la tappa di Sanremo al Giro del Mediterraneo 2007 e quella di Naquera alla Vuelta Valenciana 2008.

Un episodio molto sfortunato lo ha convolto durante il Giro d'Italia 2006: nel corso dell'ultima tappa, tradizionale "passerella" nel cuore di Milano, Lorenzetto è caduto, ha tentato per qualche chilometro di proseguire a pedalare nonostante fosse nettamente staccato dal gruppo, ma alla fine, vinto dal dolore, ha dovuto abbandonare in lacrime la corsa rosa.

Dal 2008 corre con la Lampre, con cui ha ottenuto 2 successi.


<u><b>Squadre</b></u>

<i><b> * 2004:</b></i> De Nardi
<i><b> * 2005:</b></i> Domina Vacanze
<i><b> * 2006:</b></i> Team Milram
<i><b> * 2007:</b></i> <a href=?t=17590027><u>Team Milram</u></a>
<i><b> * 2008:</b></i> <a href=?t=22808079><u>Lampre NGC</u></a>
<i><b> * 2009:</b></i> <u>Lampre NGC</u>
<i><b> * 2010:</b></i> <u>Lampre - Farnese Vini</u>


<b><u>Palmares</u></b>

<i><b>2004</b></i>
* secondo nella tappa di Barcellona al Giro di Catalogna
* secondo nella tappa di Darfo Boario Terme al Brixia Tour

<i><b>2005</b></i>
* terzo nella tappa di Fleurier al Giro di Romandia
* quarto nella ventesima tappa (Albese con Cassano - Milano) del Giro d'Italia

<i><b>2006</b></i>
* secondo nella tappa di Payerne al Giro di Romandia

<i><b>2007</b></i>
* 1° nella 6^ tappa del Giro del Mediterraneo
* secondo al Trofeo Laigueglia
* secondo nella tappa di Cannes alla Parigi-Nizza
* terzo nella tappa di Sassuolo alla Settimana internazionale di Coppi e Bartali

<i><b>2008</b></i>
* 1° nella 4^ tappa della <u>Volta a la Comunidad Valenciana</u>
* 1° nella 2^ tappa del <u><presidential Tour of Turkey</u>
* 5° alla <u>Milano-Sanremo</u>
* 3° nella 1^ tappa del <u>Critérium International</u>
* 5° nella <u>4^ tappa</u> del <u>Giro d'Italia</u>
* 6° nella <u>13^ tappa</u> del <u>Giro d'Italia</u>
* 3° nella 2^ tappa del <u>Tour de Pologne</u>

<i><b>2009</b></i>
* 1^ tappa del Giro di Sardegna
* 2^ tappa del Giro di Sardegna
* Giro del Friuli


RE: Mirco Lorenzetto - SarriTheBest - 06-12-2010

L'inverno dei corridori: Nuova vita Lorenzetto
Mirco Lorenzetto è passato dalla Lampre all'Astana. Ed ha due grando obiettivi: Milano-Sanremo e Gand-Wevelgem,

Hanno staccato la spina. Riposano, recuperano, si restituiscono alla vita — la vita normale — di tutti i giorni. C’è chi va in vacanza e chi rimane a casa, c’è chi va ancora in bici e chi va già in bici, c’è chi sogna e chi progetta. Corridori d’inverno: tutti a casa. Stavolta tocca a Mirco Lorenzetto, passato dalla Lampre all’Astana.

Lorenzetto, promosso?
"Da spalla di Alessandro Petacchi ad alternativa di Allan Davis: io dico di sì, promosso. Nella Lampre era tutti per uno, ’il Peta’, lui era il leader, il capitano, il velocista, e tutti correvamo per lui. Quando non c’era lui, allora poteva anche capitare di correre per noi. Invece all’Astana i velocisti sono tre: Davis, Tomas Vaitkus e io. Con caratteristiche simili".

Quali?
"Davis è il più forte e anche il più veloce, tant’è che è arrivato terzo al Mondiale. Vaitkus non viene da stagioni brillantissime. E il mio forte non sono certo le volate di gruppo, ma quelle più ristrette. Comunque, tutti e tre sappiamo arrangiarci da soli, senza pretendere un treno. Insomma, possiamo adattarci, dobbiamo aiutarci, vogliamo vincere. E non c’intralceremo".

Il contatto?
"Tutto in un weekend. Il venerdì Alexander Shefer, dell’Astana, chiama i miei procuratori: si può fare?, sì. Mando immediatamente i dati del mio passaporto biologico. Tutto a posto. Lunedì mi arriva la copia del contratto, martedì la rispedisco firmata".

Lorenzetto, il 2010?
"Allora facciamo un altro passo indietro. Nel 2009 mi sono stupito di me stesso: ho vinto tre corse in un mese, battendo gente come Petacchi e Bennati, non gli ultimi arrivati. Non ho fatto neanche in tempo a cercare quali fossero i miei limiti e a chiedermi ’e se facessi le mie volate?’, che mi sono fatto male. Al Fiandre, ho battuto la testa, e prima di riprendermi ci ho messo un bel po’. Più di quello che pensassi. Avevo paura ad andare in bici, non mi sentivo in equilibrio, anzi, mi sentivo come dopo la caduta all’Eneco Tour, nel 2004, 50 giorni fermo e tre mesi prima di rifare volate vere".

Poi?
"Avevo soprattutto paura a gettarmi in sprint e discese. E ho cercato di diventare un altro tipo di corridore, da fughe. Ma mi stavo snaturando. È stato fondamentale lavorare per Petacchi: lo spiavo, lo studiavo, lo copiavo. ’Il Peta’ sembra tranquillo, pacato, addirittura molle. Invece ha la cattiveria giusta, anche se non la dimostra. Tirare le volate per lui mi ha restituito quella confidenza e quella sicurezza che avevo perduto".

Una vittoria al Giro di Polonia.
"Di solito vinco all’inizio dell’anno, così mi sembrava strano farlo in agosto. Ma ero uscito dal Tour in buone condizioni e ho tenuto duro. Due mesi lontano da casa, ma ne è valsa la pena. Quel giorno, in Polonia, me lo sentivo. Se lo sentiva anche il mio direttore sportivo Fabrizio Bontempi: ’Dai, ché oggi è il tuo giorno’, mi ripeteva. Nel finale c’era uno strappo, lo avevo studiato, sapevo che poteva essere adatto a me solo se avessi avuto la gamba giusta. ’Attaccati a ruota — ho detto al mio compagno sloveno Grega Bole —: se sono cotto, ti tiro la volata’".

Non era cotto?
"Finale tiratissimo, e davanti i migliori, anche Alessandro Ballan in cerca di una vittoria. Ma c’ero, lì, davanti. Sapevo che il primo che sarebbe entrato nell’ultima curva avrebbe vinto, perché il traguardo era lì dietro. Ci siamo sfilati, io sempre davanti, ho preso la curva un po’ larga, ma non sapevo che all’esterno ci fosse proprio Grega. Primo io, secondo lui, terzo Ballan".

Adesso?
"Palestra, bici, raduni... e programmi. Per la prima volta una squadra mi ha chiesto dove preferissi correre per assecondare, fin dove è possibile, le motivazioni degli atleti. Siccome ho due grandi obiettivi, Milano-Sanremo e Gand-Wevelgem, ho spiegato che imposterei il mio programma così: Valenciana, Ruta del Sol e Almeria, in febbraio, per poter crescere di condizione in tranquillità, invece che Qatar e Oman, due brevi giri che ti sparano la condizione, ma poi la sfrutti meno. Quindi la Tirreno-Adriatico, che ho corso solo i primi due anni da professionista e poi ho sempre trascurato per la Parigi-Nizza".

E si arriva alla Sanremo.
"È la corsa che amo di più, fin da quando ero un bambino. La Sanremo è tanta roba. La prima volta l’ho corsa nel 2004, ma senza gambe e lucidità, già tanto che sia arrivato in fondo. La prima volta vera nel 2008: quinto. E nel 2009 ho aiutato Petacchi, con il mestiere, ma senza felicità".

Mestiere e felicità non dovrebbero sposarsi?
"Puoi dare tutto con il mestiere e arrivi, diciamo, al 100%. Con la felicità tocchi il 110%. Al Tour abbinavo mestiere e felicità: nelle volate di gruppo, ben che mi vada, posso arrivare quarto, così la felicità di Petacchi era anche la mia. Ma alla Sanremo il cuore, la pelle, i muscoli, addirittura la strada mi chiedono di dare tutto per me stesso".

Dalla Milano-Sanremo alla Gand-Wevelgem?
"Il Belgio mi appassiona. E pensare che fino a un paio di anni fa non lo potevo neanche vedere. C’è stato addirittura un anno in cui ho chiesto di fare la seconda parte — le Ardenne: Amstel, Freccia e Liegi — invece della prima".

Com’è andata?
"Sono tornato a considerare la prima parte. La Parigi-Roubaix m’intimoriva, adesso ho scoperto il suo terribile fascino. Il Fiandre mi è più difficile. Se stai bene, le adori, ma se stai male, le detesti. Se stai davanti e piove, vedi il sole, ma se stai dietro e c’è il sole, senti la pioggia. Invece la Gand-Wevelgem fa per me. L’esperienza mi ha insegnato, però, a saltare il Gp di Harelbeke: troppo stancante, poi lo paghi".

Una questione anche di sensazioni e sentimenti?
"Il giorno in cui sono al massimo, sento dentro di me una canzone. In Polonia era un pezzo degli Ac/Dc: ’Hell’s Bells’, le campane dell’inferno. Mi carica. Mi mantiene concentrato. E senza bisogno di cuffie".

Marco Pastonesi - gazzetta.it


RE: Mirco Lorenzetto - SarriTheBest - 06-03-2011

IL CASO. Fermato dai carabinieri, Lorenzetto rischia la multa
«Deve correre sulla pista ciclabile. La bici è senza campanello e fanale»

Treviso - sabato 5 marzo 2011 - Esce per l'allenamento quotidiano ma a pochi chilometri da casa viene fermato da una pattuglia dei carabinieri: la bici da corsa non è a norma e il corridore non si trovava sulla pista ciclabile.
È accaduto lunedì a San Michele di Piave, frazione di Cimadolmo, dove Mirco Lorenzetto stava transitando per il suo allenamento. Uscito di casa a Vazzola, dove vive, il 29enne velocista dell'Astana si era diretto verso Cimadolmo per macinare alcuni chilometri in sella alla sua fidata due ruote in vista di partecipare al Giro del Friuli. Percorsa poca strada strada, però, l'atleta è finito nelle maglie dei carabinieri che stavano pattugliando l'area con dei posti di blocco. Intimato l'alt, Lorenzetto si è fermato a bordo strada per sottoporsi ai controlli.

È stato a quel punto che il velocista ha rischiato una multa salata: codice della strada alla mano, infatti, gli sono state riscontrate diverse irregolarità.
«Non stavo correndo su una pista ciclabile, ma su strada - spiega Lorenzetto -. Io ci correrei volentieri sulle piste ciclabili, se solo fossero sicure. Com'è possibile utilizzarle se le macchine sbucano all'improvviso dai cancelli delle case? A questo punto la pista ciclabile rischia di diventare più pericolosa della strada» ha spiegato il ciclista. Insomma, meglio correre lungo strade poco trafficate, dove non transitano automobili, piuttosto che rischiare di venire travolti da un'automobile in manovra».

Ma non è finita qui. Al corridore è stato contestato anche di non aver i catarifrangenti.
«Sono vestito come un arlecchino. La mia tuta ha tanti colori sgargianti e diversi. Se non mi si vede così» spiega Lorenzetto.

Mancavano anche gli specchietti: « Gli specchietti? Cerchiamo in ogni modo di essere il più possibile aerodinamici, per guadagnare in velocità».

Infine, mancava anche il campanello: «Fischio forte - scherza il ciclista - in caso di bisogno posso sempre risolvere così».

Insomma, con un po' di dialogo e qualche battuta per stemperare, la situazione si è presto risolta. Dopo la pausa forzata, Lorenzetto ha potuto riprendere il suo allenamento.
«Tutto si è risolto bene, abbiamo parlato e non c'è stato alcun problema – spiega - è stato tutto sommato un aneddoto divertente».

L'anno scorso, però, non era andata così per un suo collega di pedale, il professionista vazzolese Mauro Da Dalto, multato dopo essere passato con il rosso in sella alla sua due ruote in centro a Conegliano.

Erica Bet - Il Gazzettino di Treviso