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Attacchi&Contrattacchi - Saluto con piacere un Giro grigio, anonimo, avvelenato - Versione stampabile

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Attacchi&Contrattacchi - Saluto con piacere un Giro grigio, anonimo, avvelenato - SarriTheBest - 02-06-2014

Attacchi&Contrattacchi - Saluto con piacere un Giro grigio, anonimo, avvelenato
Il voto complessivo non può essere superiore a 5

Se vogliamo dire che il ciclismo è sempre bello, ovunque e comunque, allora anche questo Giro è fantastico. Se però vogliamo classificare i nostri ricordi, se vogliamo mettere un meglio e un peggio, io personalmente non ho molti dubbi: questo passa alla storia come un Giro brutto. Anonimo, grigio, avvelenato. Più o meno come il meteo che l’ha accompagnato, flagellandolo ogni giorno di pioggia e grandine, con sadismo chirurgico sugli arrivi, puntualmente anche a Trieste.

Ma certo che non sono in discussione l’impegno e la sofferenza dei corridori. Sono punti fermi. Sappiamo quant’è pesante la fatica di tre settimane, più le cadute, più i malanni, più le delusioni. Ma se ci fermiamo a questo, non è più possibile ragionare, perché la conclusione è sempre la stessa, sempre viva il Giro e tutti primi al traguardo del mio cuore.

Però bisogna capirsi: inutile allora cercare percorsi e campioni ogni anno diversi, inutile fare pagelle personali, inutile discutere al bar. E’ sempre tutto bello e tutto grande, in questo nostro amato ciclismo.
Però, però, però. Dobbiamo anche un po’ aprire gli occhi e fare uno sforzo critico. Allora: l’impegno non assolve da solo un Giro. Anche in tutte le partite di calcio - o di basket, o di briscola - l’impegno va dato per scontato: eppure, c’è la partita memorabile e la partita da dimenticare al più presto.

E’ questione di divertimento, di spettacolo, di puro piacere estetico.
Torno al Giro 2014: il voto complessivo non può superare il 5. Di veramente bello, di veramente chiaro, di veramente emozionante c’è l’attacco di un giovane (per miracolo italiano) a Montecampione. Quel giorno soltanto, uno solo, un uomo di classifica staccò la diretta concorrenza, senza se e senza ma.

Il resto è tutto così confuso e così appiattito. Certo, Quintata ha vinto. Ma Quintana era il superfavorito, non dimentichiamolo proprio adesso. E per essere un superfavorito, si è limitato al minimo sindacale. Viggiano, Sestola, Oropa, Montecampione, Zoncolan: come re degli scalatori, come migliore scalatore del mondo, sempre col braccino, sempre col bilancino del farmacista. Di più: la sua maglia rosa arriva nel giorno più discusso e discutibile, certo con una bella tirata in salita (però senza staccare un certo Hesjedal, ricordiamolo), ma certo anche con una molto meno bella furbata in discesa. Resta solo la cronoscalata del Grappa: la vince, è bravo, ma con soli 17’’ su Aru, un esordiente nelle vesti di leader. Fine delle trasmissioni.
Chi aspettava Quintana dominatore sulla montagna della consacrazione, lo Zoncolan, ancora lo sta aspettando.

Mettiamola così: questo vincitore è come certe donne e certi uomini. Non è bello: diciamo che è un tipo. Può piacere e non piacere. Dico la mia: magari fra cinque anni mi piacerà tantissimo – perché è giovanissimo, anche questo non va dimenticato -, ma al momento è un vincitore di Giro che non mi ispira proprio niente di speciale.

Preferisco ricordare e tenermi stretta la vera, grande, inattesa novità di questa corsa: la Giovane Italia. Oltre ad Aru, che sarà pure il dopo-Nibali, ma a me sembra già il durante, abbiamo gli Ulissi, i Battaglin, giù giù per l’anagrafe fino ai Cattaneo e ai Bongiorno (senza la caduta, sono certo che avremmo anche Villella).

Un fatto è certo: il Giro Under 24 pianta una tremenda spallata al vecchio Giro. Per un motivo o per l’altro, i Petacchi, i Paolini, i Cunego, i Basso, gli Scarponi (lui però per caduta) fiutano improvvisamente un sentore di autunno. Un mese fa non era così: è bastato farsi un Giro per ritrovarsi irrimediabilmente vecchi. La loro fortuna è che non ci sia in Giro Renzi, altrimenti parleremmo di generazione rottamata.

Ad ogni modo ciao Giro, grazie Giro. Adesso il pallone passa al nuovo ct Cassani. Giovane lui, ha davanti un’opportunità storica: aprire le vele e lasciarsi portare da questo vento di rinnovamento. La Giovane Italia ha le carte in regola per crescere e per tornare Grande Italia. Con calma, senza fretta. Se non vincerà subito, zero problemi. I problemi nascono se Cassani ricomincia dalla solita solfa, con la tiritera dei vecchi registi in corsa, dell’esperienza, eccetera, eccetera, eccetera. Se serve esperienza e generosità, ci sono gli Oss, i Quinziato, i Tosatto. Non servono più ct in corsa. Basta quello in ammiraglia. E attorno, tanti ragazzi italiani semplicemente orgogliosi della loro maglia azzurra.

ATTACCHI & CONTRATTACCHI | di Cristiano Gatti per tuttobiciweb.it
http://www.tuttobiciweb.it/index.php?page=news&cod=69023


RE: Attacchi&Contrattacchi - Saluto con piacere un Giro grigio, anonimo, avvelenato - Luciano Pagliarini - 02-06-2014

Noi invece salutiamo te sperando di non vederti e leggerti mai più Ciao


RE: Attacchi&Contrattacchi - Saluto con piacere un Giro grigio, anonimo, avvelenato - Giugurta - 02-06-2014

Si poteva fare di più, questo è innegabile, però poteva anche andare peggio.
Gatti è bravo a fare il criticone, ma i contenuti... ? Zzz