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Giro d'Italia, Nibali: «Sono incazzato ma determinato: nessuno avrà vita facile» - Versione stampabile

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Giro d'Italia, Nibali: «Sono incazzato ma determinato: nessuno avrà vita facile» - SarriTheBest - 23-05-2016

Giro d'Italia, Nibali: «Sono incazzato ma determinato: nessuno avrà vita facile»
Hotel Hell, Ortisei, Vincenzo Nibali torna a parlare dopo la pesante batosta subìta nella cronometro di ieri all'Alpe di Siusi.

La prima domanda è scontata: ti sei dato una spiegazione del perché sei andato così piano?
«Non lo so nemmeno io. Sicuramente è stata una giornata non facile. Ci può stare. Dentro di me c'è tanta delusione. Tutti si aspettavano qualcosa di più da me ieri, io per primo. Non stavo tanto bene e poi ci sono state anche altre cose che hanno reso tutto più difficile».

Il giorno prima, nel tappone, invece stavi bene?
«Sì, ho sofferto solo un po' sul Valparola, ma stavo bene. Sabato la giornata no l'ha vissuta Valverde, ieri è toccato a me».

Torniamo alla crono: perché non hai voluto parlarne ieri?
«Non sapevo i tempi finali, all'arrivo ero arrabbiato e ho preferito evitare - scusate il francesismo - di dire stronzate».

2'51" da Kruijswijk, un ritardo colmabile?
«È un ritardo importante ma si può lottare per avvicinare la maglia rosa, sempre che gli altri non si accontentino. Ogni giorno qui al Giro cambiano le cose: Dumoulin andava fortissimo ed è a casa, Landa anche».

Come cambia il tuo Giro?
«È e resterà un Giro all'attacco, questo è sicuro. Come è sicuro che cercheremo di non rendere facile la vita a nessun avversario».

Non ti abbiamo mai visto così incazzato: è il momento peggiore della tua carriera?
«Ogni corsa ha la sua storia. Di certo c'è che ieri mi sono sentito come Fantozzi. E avevo voglia di spaccare tutto. Ma sono momenti e come tali vanno gestiti».

Pensi di attenedere le ultime due tappe per attaccare oppure hai un piano diverso?
«La tappa di domani è corta ma molto intensa. Bisognerà anche fare i conti con il tempo. Vedremo. La squadra? Perfetta. La Astana sta correndo bene dal primo giorno anche contro la sfortuna, visto che un giorno sono caduti praticamente tutti. Che stiamo facendo bene lo dimostra il fatto che siamo primi nella classifica a squadre».

Hai visto punti deboli nei tuoi avversari?
«Chaves ha corso sempre da attendista, Kruijswijk ha dimostrato di essere forte, forse è poco efficace in discesa. Ma Esteban è migliorato tantissimo e Steven si può considerare come la vera sorpresa del Giro».

Chi tra i due è più forte in salita?
«Chaves è forte, ma Kruijswijk ha dimostrato di avere qualcosa in più».

Sei disposto a rischiare di saltare per aria per vincere?
«Un secondo o un terzo posto hanno comunque un peso e io ho il dovere di rispettare il lavoro svolto finora dai miei compagni di squadra. Bisogna usare la testa».

A proposito di compagni: Scarponi non è andato troppo forte, ieri?
«Michele non ha voluto nemmeno fare la ricognizione, sta bene e lo si è visto. No, direi che non ha esagerato».

Cosa dice il tuo orgoglio?
«Che è ferito. E che le imprese migliori le ho sempre fatte dopo una sconfitta. Io resto fiducioso, perché tanti corridori finora hanno aspettato il mio attacco o quello di Valverde».

A proposito di Valverde, può nascere un'alleanza?
«Tra di noi c'è sicuramente grande stima. In corsa, è normale, siamo avversari, ma la nostra è una sfida benevola. Un'alleanza? Diciamo che non è facile».

Hai scritto che sei umano...
«Ed è vero. Sono abbattuto ma so di non essere indistruttibile. Forse tutti si aspettano tanto, troppo da me».

Una pagina triste è stata la morte di Rosario.
«La sua morte mi ha toccato tantissimo. Quello che è accaduto mi ha ferito profondamente, non tanto per me, quanto per tutti coloro che vanno in bicicletta. È un dolore profondo, ma quando salto in sella cerco di liberare la mente».

Non sono troppe le cose che devi lasciare giù dalla bici?
«È un insieme di cose. La responsabilità c'è, ma tutto è più semplice quando arrivano le vittorie».

Il fatto che tu sia in scadenza di contratto può incidere?
«No, la voglia di far bene è quella di sempre».

Cosa succede se Kruijswijk non crolla?
«Semplice, che vince il Giro d'Italia».

L'hai forse un po' sottovalutato?
«No. È stato bravo a correre con i tempi giusti. Ha attaccato sul Valparola e ha disputato una grande crono».

Davanti a te hai la Bonette, la Lombarda...
«La Bonette non è durissima ma è interminabile, non si arriva mai in cima. La Lombarda invece non la conosco benissimo, ma me l'ha spiegata benissimo Martino. Attaccare in discesa? Si può pensare, ma c'è la variabile meteo: se c'è la neve...».

Non c'è il rischio che tu sia rassegnato?
«Io non sono mai rassegnato. Sono solo molto incazzato».

da Ortisei, Pier Augusto Stagi per tuttobiciweb.it