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Saas Fee - Madesimo, Giro d'Italia 1965 - Versione stampabile

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Saas Fee - Madesimo, Giro d'Italia 1965 - OldGibi - 10-08-2017

Adorni firma il suo Giro

[Immagine: 1965_19aMadesimo_zpsqpmoy8zk.jpg]

Questa la ricostruzione della tappa su La Flamme Rouge: 
https://www.la-flamme-rouge.eu/maps/viewtrack/hd/131901
Nota: un piccolo difetto è che google maps non “legge” le gallerie, basandosi sull’altitudine; alcuni piccoli “picchi” improvvisi vanno ignorati.

In quel 1965, nei piani di inizio stagione della Salvarani, Vittorio Adorni avrebbe dovuto correre solo il Tour. Per il Giro d’Italia Luciano Pezzi si sarebbe affidato ad un tridente composto da Taccone, Pambianco e dal giovanissimo Gimondi. Sospetto che il DS della Salvarani puntasse proprio sul talento di Gimondi, essendo difficile pensare che i pur bravi Taccone e Pambianco potessero battere avversari come Italo Zilioli e l’astro nascente Gianni Motta.
Non è chiaro se la decisione sia intervenuta prima o dopo la bella vittoria di Adorni al Giro di Romandia. Tra l’altro, al Romandia Motta cadde e dovette rinunciare al Giro d’Italia.




Comunque sia, Adorni si presentò al Giro in forma smagliante, con dichiarazioni fiduciose sulla sue possibilità. Dopo due successi di Michele Dancelli nelle prime tappe, Adorni ipotecò di fatto il Giro con una magnifica vittoria a Potenza, staccando Bitossi e Mugnaini di quasi 3 minuti, mentre a oltre 4 minuti arrivarono, tra gli altri, Taccone, Gimondi, Massignan, Balmamion, Battistini e Zilioli. 
All’ottava tappa la maglia rosa passò sulle spalle di Bruno Mealli grazie ad una fuga bidone ma alla 13ma tappa, 50 km. a cronometro da Catania a Taormina, Adorni rimise le cose a posto, battendo Gimondi (a 1’ e 22”), Guido De Rosso (a 2’ e 32”), Balmamion (a 2’ e 42”), Taccone (a 2’ e 49”), Zilioli (a 2’ e 51”), Roberto Poggiali (a 3’ e 02”) e Dancelli (a 3’ e 25”).
Zilioli, quinto nella generale a 6’ e 50”, dietro Mealli, Gimondi e Poggiali, nella Biandronno – Saas Fee (Km. 178) andò all’attacco sul Sempione.

[Immagine: 1965_18SaasFee_zpspqzmaci2.jpg]
(di questa tappa non ho trovato immagini altimetriche ma il percorso è praticamente obbligato e la ricostruzione dovrebbe essere corretta).

Adorni condusse l’inseguimento, alla guida di un gruppetto con Bitossi, Mugnaini, Balmamion, Battistini e Ottaviani, riducendo il distacco nell’ascesa a Saas Fee e arrivando a soli 16” da Zilioli. Sembra che Gimondi avrebbe voluto attaccare, per rientrare sui primi e difendere il suo virtuale secondo posto, ma Pezzi gli ordinò di restare a ruota, presumibilmente per non favorire il rientro di Dancelli e degli altri corridori rimasti attardati.





Il giorno dopo, 3 giugno, era prevista questa lunghissima e impegnativa Saas Fee – Madesimo, quasi interamente in Svizzera fino al rientro in Italia attraverso lo Spluga. 

[Immagine: 1965_19MadesimoM_zpsoyyhjruj.jpg]

Dancelli preannunciò battaglia nelle dichiarazioni alla stampa e si lanciò all’attacco da lontano. Andò tuttavia in crisi sul San Bernardino e venne raggiunto in discesa da Adorni che poi lo staccò sulla salita dello Spluga. Luciano Pezzi aveva raccomandato alla sua maglia rosa di correre con prudenza, il vantaggio nella generale era rassicurante, ma Adorni sentiva la gamba e attaccò. 
Era una giornata fredda e piovosa ma senza rischio di nevicate. All’epoca molte immagini in corsa venivano registrate da Sergio Zavoli, che strappò in corsa ad Adorni la promessa di andare ospite al Processo.







Un piccolo omaggio a quei tempi e a Sergio Zavoli:








Adorni suggellò il suo Giro con una vittoria magnifica, tipica del suo talento di passista scalatore dotato di grandissimo fondo. Secondo arrivò Taccone, a 3’ e 33”, poi alla spicciolata a quasi 5 minuti Bitossi, Giancarlo Ferretti, Zilioli, Gimondi, Massignan. 

In quel Giro 1965 si istituì anche la Cima Coppi, manco a dirlo sul passo dello Stelvio, previsto alla ventesima tappa, la Madesimo – Solda.

[Immagine: 1965_20Solda_zpsemsljl4f.jpg]

Nevicava, la partenza fu avanzata a Campodolcino e la tappa fu interrotta in cima allo Stelvio, presumo per l’estrema pericolosità della discesa in quelle condizioni. Tra l’altro, una slavina aveva ostruito la salita e i corridori la superarono bici in spalla. Vinse Graziano Battistini, con 10” su Ugo Colombo. A 3’ e 11” Zilioli con pochi secondi su Adorni, subito dopo il gruppetto con tutti i migliori. 








Adorni vinse quel Giro d’Italia con un vantaggio superiore ai 10 minuti, come da allora non è più accaduto, 11’ e 26” su Zilioli, 12’ e 57” su Gimondi, a seguire Mugnaini, Balmamion, Taccone, Bitossi, Poggiali e Massignan. 
 
Luciano Pezzi riprese poi il programma iniziale portando Adorni al Tour. Sembra che Gimondi non avrebbe dovuto partecipare ma l’indisponibilità di altri corridori indusse a convocare anche lui. Il resto della storia è noto, Adorni si fermò alla nona tappa per una tendinite e il giovanissimo Gimondi realizzò una impresa unica e irripetibile, vincendo consecutivamente il Tour de l’Avenir e il Tour de France! Forse i programmi erano Gimondi per il Giro e Adorni per il Tour… Si dimostra così che invertendo l’ordine dei fattori il prodotto non cambia… :D 
 

La Salvarani nacque dalle ceneri della Ghigi, con l’intenzione dei fratelli Salvarani, grandi appassionati di sport e di ciclismo in particolare, di promuovere il loro marchio attraverso le sponsorizzazioni sportive. Il Gruppo sportivo era già impegnato con una squadra di calcio, la Golese, che successivamente sarebbe diventata l’A.C. Parma. Il Gruppo Salvarani si sarebbe poi impegnato anche nel basket femminile, nella pallavolo e nel baseball, raggiungendo notevoli risultati con la Germal Parma.
Dalla Ghigi per la stagione 1963 arrivarono il DS Luciano Pezzi, con Arnaldo Pambianco e Diego Ronchini. Nel 1964 la squadra ingaggia anche Adorni, Baldini e Taccone, con evidenti ambizioni. I successi di quell’anno vengono in particolare dal ciclocross con il grande Renato Longo, già campione del mondo nel 1959 e nel 1962, che conquisterà altre tre volte il titolo mondiale in maglia Salvarani, nel 1964, nel 1965 e nel 1967.
L’arrivo del giovanissimo Gimondi coincide nel 1965 con un inatteso e straordinario anno d’oro. A Gimondi saranno legati tanti altri successi, mentre diversi ciclisti di grande livello attraversano le fila della squadra: Zilioli, Motta, Zandegù, Altig, Godefroot, Poggiali, Basso. Nel 1967 la Salvarani si aggiudica il titolo mondiale delle squadre.
Nel 1970 scompare in un incidente stradale Luigi Salvarani, vera anima del Gruppo Sportivo e dell’azienda. Nel 1972 la squadra correrà la sua ultima stagione, passando il testimone alla Bianchi – Campagnolo.

Forse è un effetto legato alla mia età ma il valore della sponsorizzazione sportiva mi sembra attraversi il tempo, con un ritorno lungo e profondo. Alla Salvarani potrei aggiungere la Molteni, la Faema, la Filotex, tantissime altre squadre. A lungo il basket in Italia significava Ignis – Simmenthal, e Forst, Sinudyne, oltre ovviamente alla Scavolini.
Proprio la Scavolini fa riflettere sull’impatto dello spot televisivo, quando è diventata “la più amata dagli italiani” della Cuccarini piuttosto che la Scavolini Pesaro. E la Simmenthal è probabilmente più vicina nella nostra mente alla “Tinsemal” del suo spot di quanto non lo sia alla gloriosa squadra di Basket.
Eppure, ho la sensazione che la sponsorizzazione sportiva abbia perso troppo terreno, che le aziende sottovalutino il suo valore d’immagine e la sua persistenza nel tempo.
Di sicuro, mi ricordo bene della Salvarani.


RE: Saas Fee - Madesimo, Giro d'Italia 1965 - OldGibi - 11-08-2017

Per contestualizzare meglio l'annata 1965 c'è il magnifico articolo di Paglia della serie "Sulle orme del passato"

http://www.ilnuovociclismo.com/forum/Thread-1965-fate-largo-arriva-Gimondi


RE: Saas Fee - Madesimo, Giro d'Italia 1965 - Luciano Pagliarini - 11-08-2017

Scende sempre una lacrimuccia a vedere certe immagini in bianco e nero.

Zavoli Ave

Italo Zilioli un Giro d'Italia lo avrebbe meritato comunque.

Poi è un altro il cui palmares soffre enormemente della svalutazione che hanno avuto le semiclassiche italiane negli ultimi dieci anni.