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Movie & Cycling - Film sul Ciclismo
#21
Ecco il Trailer del film su Armstrong



 
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#22
The Program, Ferrari diffida: fermate quel film
Azione dei legali del medico contro la Videa

Possibili guai in vista per The Program di Stephen Frears, biopic sul celebre ciclista Lance Armstrong, sette volte campione al Tour De France, poi accusato di doping e privato dei propri trofei. Ad avergli procurato le sostanze vietate, secondo quanto mostrato dal cineasta britannico, sarebbe il noto medico sportivo Michele Ferrari.

Dopo la sua presentazione in anteprima mondiale allo scorso Festival di Toronto, la pellicola doveva finalmente arrivare nei cinema italiani domani, ma un comunicato stampa dell’ultimo minuto ci informa che Videa, la compagnia distributrice del film in Italia, ha ricevuto una diffida dallo Studio Bolognesi – Avvocati penalisti, il quale ha minacciato il sequestro delle copie e la richiesta di un grande risarcimento danni in caso The Program uscisse nelle sale.

L’ingiunzione è partita direttamente da Ferrari, che ha accusato il film di diffamazione, sostenendo di non aver mai somministrato delle sostanze ad Armstrong. Come finirà questa faccenda? Per ora, non ci rimane che attendere ulteriori aggiornamenti..

tuttobiciweb.it
 
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#23
The Program, un pugno nello stomaco
Poca gente in sala, tanta crudezza sullo schermo

[Immagine: showimg.php?cod=83997&resize=10&tp=n]

Non mi era mai capitato di andare al cinema sapendo già come sarebbe finito il film che stavo per vedere. Ieri sera ho visto The Program di Stephen Frears, biopic su Lance Armstrong, sette volte campione al Tour De France, poi accusato di doping, privato dei propri trofei, radiato da ogni competizione e trasformatosi nell'emblema di uno dei truffatori più sofisticati e megalomani della storia dello sport.

In sala ci saranno state una trentina di persone non di più, quasi tutti uomini. Il film, dopo aver letto il libro da cui è tratto "Seven Deadly Sins: My Pursuit of Lance Armstrong" e le biografie dei compagni che hanno gareggiato al fianco di Armstrong, non rivela nulla di nuovo (riprende in modo evidente quanto già apparso nel documentario di Alex Gibney The Armstrong Lie, ndr) ma a mio avviso ha ripercorso le vicende storiche in modo efficace e coinvolgente. Guardando certe scene avrei voluto essere la bambina ingenua che adorava Armstrong dopo aver letto la sua biografia e non la cinica ragazza di oggi, che seppur con una sempre enorme passione per il ciclismo sa che l'uomo perfetto non esiste.

La parabola di Lance Armstrong non ha segreti in partenza. Il regista non ci prova neanche a mettere un punto di domanda: che Armstrong abbia mentito clamorosamente riguardo all'uso fatto di EPO e altre sostanze dopanti, durante la sua folgorante carriera, non è un mistero. Frears ci porta però con lui a bussare alla porta del camper di Michele Ferrari per entrare nel suo "programma" di allenamento alterato e da quel punto in poi non racconta la corsa su due ruote bensì l'incredibile aderenza di Armstrong alla sua bugia. La storia c'è e tiene incollati allo schermo nonostante la fine sia nota.

Sono cresciuta ammirando le imprese del texano, affascinata dalla sua storia quando ero una piccola ciclista alle prime armi lo consideravo il mio eroe per aver sconfitto il cancro ed essere tornato in sella più forte di prima, quanto accaduto nella realtà mi ha chiaramente fatto rivedere la mia stima nei confronti di un campione rivelatosi fasullo. Le immagini che ritraggono le sedute di trasfusione del sangue di Lance e compagni come una sorta di follia eroinomane di gruppo, in cui l'orrore e l'irrazionalità superano quasi il premio in gioco, mi hanno dato un pugno nello stomaco, soprattutto perché - dossier USADA alla mano - seppur nella finzione di un film assomigliano molto alla verità dei fatti.

Il regista riesce nell'intento di raccontare la storia di un uomo dal carattere forte che ha voluto sfidare la natura, il suo fisico inadatto e provare a se stesso prima ancora che al mondo che poteva farcela a "volare senza ali" come dice nel film. Finché un giornalista cocciuto quanto lui gli ha messo il bastone tra le ruote.

Della pellicola ho apprezzato soprattutto la contrapposizione tra il protagonista indiscusso della vicenda interpretato da Ben Foster e il "rivale" David Walsh (Chris O'Dowd nel film), che dopo averlo ammirato da giovane ha distrutto il castello costruito dal capitano della US Postal con una tenacia senza uguali. Il giornalista del The Sunday Times ha speso oltre un decennio per far luce sul programma di doping sistematico del texano e il film gli rende giustamente merito.

Il problema maggiore del film è che il pur bravissimo Foster non è più Armstrong del vero Armstrong: la performance attoriale che il plurititolato ha portato in scena in mondovisione per anni e anni è (purtroppo) insuperabile. È il classico caso in cui la realtà supera la finzione.

Detto ciò questo film mi ha aiutato a trovare un nuovo campione a cui fare riferimento. Crollato un mito, ho trovato un nuovo modello da ammirare. David Walsh e il suo giornalismo investigativo di grandissimo livello è un esempio da seguire per una giovane con penna e taccuino in mano come la sottoscritta.

Giulia De Maio per tuttobiciweb.it
 
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#24
La peggior recensione mai scritta, molto meglio quella di Grassi su Cicloweb. Tra l'altro parla più di sé stessa che del film. #VaiACucinare
 
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#25
Le migliori recensioni sono quelle del Ragionier U. Fantozzi
 
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#26
Mah, qualsiasi recensione tanto non mi convincerebbe ad andare a vedere 'sto film: quando l'attore ha detto di aver fatto uso di Epo per entrare nel personaggio di Armstrong... mah... Sweat

Posso tranquillamente aspettare il suo arrivo in tv, tanto non è che riservi chissà quali sorprese. Asd
 
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#27
Ho approfittato del cinema a 3 euro per andarlo a vedere. Non mi è piaciuto moltissimo devo dire, alquanto spezzettato come film. Nemmeno dal punto di vista delle immagini un granchè. Ne avessero fatto un documentario, forse il risultato finale sarebbe stato migliore (il problema è che il documentario già esiste).
 
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#28
(13-10-2015, 08:28 PM)lordkelvin Ha scritto: (il problema è che il documentario già esiste).

Ed è parecchio bellino Sese
 
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#29
Infatti lo sto scaricando Asd
 
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