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Giro d'Italia: addio maglia verde, c'è l'azzurro per i grimpeur
#1
GIRO D'ITALIA. Addio maglia verde, c'è l'azzurro per i grimpeur
Rivoluzione al Giro d'Italia, almeno per quanto riguarda il colore di una delle maglie più prestigiose: addio al verde per il re degli scalatori, la nuova maglia sarà azzurra. L'annuncio ufficiale verrà dato tra poche ore nel corso di un incontro organizzato con lo sponsor della maglia e sarà proprio Ennio Doris, il signor Mediolanum, a svelare che la maglia del miglior scalatore non sarà più verde ma azzurra, cioè il colore proprio della Mediolanum.
Cambia così il colore di una delle classifiche più amate dagli sportivi: nel 1933 fu Gino Bartali a conquistarla per la prima volta e dopo di lui, tra gli altri, l'hanno vinta Fausto Coppi, Koblet, Bobet, Nencini, Bahamontes, Van Looy, Taccone, Bitossi, Merckx, Fuente, Bortolotto, Van Impe, Fignon, Chiappucci, Casagrande, Rujano e Garzelli.

tuttobiciweb.it
 
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#2
maddai...ma come si fa?!?!?

allora ora mi spiegano che senso ha il rosso al posto del ciclamino...

c'è una sola maglia azzurra e non la indossano gli scalatori

[Immagine: strazzer2.jpg]

ora ci manca solo che l'anno prossimo sostituiscono la maglia rosa con quella verde e siamo apposto
 
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#3
Che schifezza.
 
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#4
Un abominio.
Solo i soldi interessano a questi, che schifezza...
 
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[+] A 1 utente piace il post di SarriTheBest
#5
Sick Sick Sick
Tra un po' sostituiranno anche la maglia rosa con quella gialla mi sa; e non sto scherzando...
 
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#6
Ma guarda, sarebbe anche il meno: alla fine la maglia gialla nel ciclismo ha il suo significato, e verrebbe rispettato. E' più facile invece che la possan sostituire con l'arancione se i soldi li caccia Fastweb o con la grigia metallizzata se vengon dalla Mercedes o... boh, sbizzarritevi voi. -_______-
 
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#7
Mamma mia la maglia migliore che se ne va così..
 
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#8
Maglia azzurra, la rabbia degli ex: «No, torniamo al verde»
«E’ proprio vero, il denaro si sta divorando anche le cose più sacre dello sport. Almeno qui in Italia. Andate a dire ai francesi che la maglia a pois del Tour non significa più niente e vedrete la rivoluzione... francese». Il vicentino Giovanni Battaglin, unico veneto ad avere vinto un Giro d’Italia insieme a Cunego, commenta così il fatto del giorno: la classifica dei migliori scalatori del Giro non regalerà più la maglia verde (verde abete, verde prato, verde natura) ma la maglia azzurra. Azzurro Mediolanum. Lo ha preteso l’uomo con una banca intorno, il padovano (tombolano) Ennio Doris, che quest’anno sponsorizza quella classifica. Io pago, ma il colore dev’essere il mio. E Rcs Organizzazioni Sportive, che sovrintende la corsa rosa, cala le braghe senza batter ciglio.
«Ormai le cose vanno così, chi ga i schei se compra anca la storia»,dice l’ottuagenario ora agricoltore Vito Favero, sei tappe in giallo al Tour (e secondo quell’anno, il 1958), che la maglia di miglior scalatore la vinse olo al Giro del Delfinato. E aggiunge: «Doris ci ripensi, non faccia con il ciclismo ciò che i siòri facevano con i poveri veneti, costretti a dire “signorsì sissignor”a chi aveva i soldi. Ma forse è tutto inevitabile.ogni 100 anni si riparte daccapo ciò che sembrava pacifico bisogna riconquistarlo».
Se Favero, che ai cento anni è molto vicino – ma la maglia è più giovane, risale al 1974, mentre la classifica dei Gpm fu conquistata la prima volta da Alfredo Binda nel 1933 – la verde non l’ha mai conquistata, il trevigiano Claudio Bortolotto l’ha fatta definitivamente sua nelle edizioni del 1979-80-81. E s’arrabbia: «Doris faccia un passo indietro, se può. Se non quest’anno, il prossimo. I tifosi del ciclismo non la prenderanno per niente bene e potrebbe anche diventare una pubblicità negativa. Personalmente, poi, farò fatica a spiegare ai miei nipoti cos’è quella maglia verde appesa tra i cimeli. E sarà altrettanto difficile, per chi ha vinto la maglia azzurra del Giro, quella riservata alla classifica dei traguardi intermedi, spiegare ai nipoti che il nonno non andava forte in salita ma era un velocista».
Grande confusione sotto il cielo, appunto. E tra lo stupore di molti addetti ai lavori, ieri la Gazzetta ha dato la notizia, ma l’ha nascosta sotto il buffissimo titolo “E sul Giro spunta l’azzurro”. Un po’ come titolare, all’elezione di Riina a presidente della Repubblica, con “Un palermitano al Quirinale”.
«Non ci voglio credere», dice, alla notizia, Mario Beccia, scalatore di tempi non troppo lontani. Che aggiunge: «I francesi non lo avrebbero mai fatto. Il Giro è storia d’Italia, non puoi venderne e stravolgerne i simboli. Può sembrare un’esagerazione, ma c’è una sacralità anche in queste cose semplicie non va violata. Io la maglia verde non l’ho mai conquistata definitivamente, ma l’ho portata e rincorsa. E poi la maglia azzurra era quella dell’Intergiro, perchè fare questo pasticcio?».
Chiude la serie di pareri veneti il campione del mondo di Colorado Springs, il veneziano Moreno Argentin. «A quale scopo vendersi la storia? Un contratto decennale con la Mediolanum? Una maglia che invece di costare 100 viene pagata 500? Qualsiasi sia la giustificazione, nonostante i tempi economicamente grami, non dovevano vendersi la storia. Quando fai così, mi aspetto che il prossimo anno, se a pagare sarà la Coca Cola, la maglia diventi rossa. E un altro anno Lilla come la cioccolata. Il ciclismo è della gente, nemmeno dei corridori, figurarsi degli sponsor: la gente sulle salite attenderà la maglia verde, come sempre. E alla maglia azzurra nessuno farà caso. Doris paga e chiede, non è lui il problema. Chi ha ceduto, invece, ha finito con l’impoverire il prodotto»

Antonio Frigo, da La Tribuna di Treviso
 
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