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Giro d'Italia, si pensa all'alternanza con il Tour per correre a luglio
#1
Giro d'Italia: si pensa all'alternanza con il Tour per correrlo a luglio
Il Giro d’Italia è pronto alla riscossa. Senza presupponenza, ma soltanto per vedersi restituito il prestigio che merita e che la storia gli ha assegnato in oltre cent’anni di vita. Il progetto è quello di chiedere all’Uci, la Federazione Internazionale, un’alternanza con il Tour de France nel calendario internazionale. Ci spieghiamo meglio: una stagione con Giro a maggio e Grande Boucle a luglio, in quella successiva Tour a maggio e Corsa Rosa a luglio. E così via, in una continua alternanza. Mauro Vegni, il patron che si occupa della parte tecnica della competizione, si limita a dire: «Il ciclismo deve avere cura delle sue corse più importanti, chiederemo all’Uci di salvaguardare il Giro». Un’alternanza con il Tour? «Perché no? Pensi a una tappa come quella dell’Alpe di Pampeago o dello Stelvio affrontata in un periodo di vacanze! S’immagina quanta gente ci sarebbe sulle nostre strade?». Impossibile dargli torto.

RIVOLUZIONE Il problema, lo abbiamo detto molte volte è duplice.
A) Il Giro è ormai pizzicato tra due momenti topici del calendario internazionale: quello delle classiche, fondamentale per alcuni corridori, e quello del Tour, che quest’anno oltretutto offriva un altro prezioso lasciapassare a coloro che lo avrebbero disputato: il fatto di presentarsi al top della condizione per i Giochi di Londra.
B) L’obsoleta suddivisione tra squadre World Tour e tutte le altre, una bipartizione che serve soltanto a versare ingenti somme di denaro all’Uci, prevede l’obbligatorietà di avere al via tutte le squadre di prima fascia nelle cosidette “corse monumento”. Ma così facendo penalizza le corse stesse, Tour escluso. In altre parole, depaupera soltanto il Giro, con il risultato di vedere all’opera squadroni che sono tali soltanto sulla carta ma che in effetti presentano nel Bel Paese formazioni mediocri e ambizioni ancora più inesistenti. Quest’anno poi s’è raggiunto il ridicolo da “ufficio inchieste” con il caso Frank Schleck.

ERRORE Il Giro d’Italia fece a suo tempo un clamoroso errore, che risale all’epoca in cui l’Uci chiese a italiani e spagnoli chi dei due fosse disposto a spostare la propria corsa a settembre. Gli iberici che avevano la Vuelta ad aprile (con problemi di eccessiva vicinanza con le classiche e con l’eterna spada di Damocle del maltempo sulle alte vette) si dissero ben lieti, gli italiani no. E furono più scaltri loro, visto che oggi la Vuelta è concepita come impegno fondamentale per preparare al meglio il Mondiale su strada. I “Girini” vollero salvare la tradizione, sbagliando. La stessa tradizione che oggi tradirebbero volentieri, facendo benissimo nel chiedere uno spostamento in piena estate.

SOLUZIONI E’ nell’interesse della stessa Uci ridimensionare lo strapotere del Tour, che rischia di “ammazzare” le altre corse. Ma sarebbe una soluzione saggia diminuire anche il numero di atleti al via per ogni squadra (massimo sette in luogo di nove) nelle grandi corse a tappe, rendendo la competizione più spettacolare perché meno controllata; permettendo a un numero maggiore di sponsor di entrare nel ciclismo con il sogno di disputare Giro, Tour e Vuelta; consentendo di avere allo start 27-28 team, molti dei quali “affamati” e dunque votati all’offensiva. Guardate il Giro con la super-Liquigas che ha fatto fior di andatura, bloccando le fughe; e constatate quanto sia stucchevole lo strapotere Sky al Tour, che mister Wiggins vincerà grazie alle crono e senza un solo allungo in
vetta...

COMPETENZA Il problema è che il governo del ciclismo dovrebbe privilegiare la competenza sportiva agli interessi economici. A chi giova disputare un Tour che nei primi dieci giorni si trasforma in un rollerball, con corridori spesso a terra per la frenesia totale di mettersi in mostra nella corsa più importante del mondo? Perché non rivalutare le bellezze di Giro d’Italia e Vuelta di Spagna, restituendo a entrambe l’antica dignità? Quest’anno al Giro si sono presentati al via solo 4 corridori dei primi 20 del ranking. Un giro a luglio e un Tour a maggio garantirebbe un doppio polo d’interesse. Ma ci vorrebbe un’Uci coraggiosa...

da «Tuttosport» del 12 luglio 2012 a firma Paolo Viberti
 
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#2
immagino che il tour non vedrebbe l'ora di andarsi a suicidare a maggio :)
 
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[+] A 2 utenti piace il post di And-L
#3
Che cazzata... Confuso
Il Giro da quando è Giro è sempre stato a Maggio, e non capisco perchè si da la colpa alla posizione nel calendario se si disegnano percorsi raccapriccianti, non degni da Giro d'Italia... Confuso
 
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#4
quoto And-L

il Tour non è così fesso da accettare questa cosa
 
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#5
Che poi, sì... in montagna probabilmente c'andrebbero più persone... ma alle partenze/arrivi "normali!? Quelle che compongono 2/3 almeno di Giro d'Italia!? Io - per dire - a morì di caldo a metà Luglio per due ore al traguardo a Montecatini, oppure a sciogliermi dalle 11:00 alle 12:00 di fronte al palco del foglio firma a Serravezza non c'andrei MAI...
 
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#6
il Giro a luglio è un'idiozia, però alternarlo a settembre con la Vuelta un anno sì e uno no, con la corsa spagnola che passa a maggio, è un'opzione interessante
 
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