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Caso Colò
#1
Alessandro Coló viene sospeso dall'UCI il 21 Maggio 2010. La causa è una positività rilevata al Giro del Messico, in data 25 Aprile: nelle sue urine sono state rivenute tracce di clenbuterolo.

Immediatamente la sua squadra, l'ISD-Neri, lo sospende dall'attività agonistica.

Il 9 Ottobre il TNA comunica di aver deciso di squalificare per 1 anno Colò. L'atleta è stato dichiarato "responsabile di colpa non significativa" ai sensi dell'articolo 10.5.2 del Codice WADA ed ha così potuto usufruire di uno sconto di pena.

Per approfondire:
http://ilnuovociclismo.forumfree.it/?t=48278482
 
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#2
LETTERA APERTA / Sono Colò, chiedo l'abiura o l'approvazione...
Riceviamo e pubblichiamo:

PAOLO COLO’ (tessera FCI 357164B): a seguito della mia in data 8 ottobre 2010, commento da Sportivo la sentenza del TNA relativa al caso di Alessandro Colò, di cui si allegano i paragrafi di maggior rilievo, e chiedo l’abiura o l’approvazione… affinché si possa guardare avanti…

Al Presidente del CONI
Al Presidente della Federazione Ciclistica Italiana
Al Segretario della Federazione Ciclistica Italiana
Ai componenti del Consiglio Federale
Agli SPORTIVI

Mi permetto di evidenziare i passaggi salienti che giudico ABERRANTI:
1) Orbene, è fatto notorio ed ammesso proprio indirettamente dal Colò , che egli sapesse dei pericoli ai quali andava incontro correndo in un paese come, inclusi quelli relativi all’igiene ed alla contaminazione alimentare, tanto è vero che scelse un albergo di elevata qualità.

FALSO: Alessandro non era e non poteva essere al corrente di eventuali contaminazioni alimentari in Messico e tantomeno non aveva la facoltà di scegliere la propria locazione alberghiera, essendo questa assegnata dal comitato organizzativo alle società di appartenenza degli atleti.

2) Ne consegue che Colò non solo sapeva a cosa andava incontro, ma in ogni caso,avrebbe dovuto prestare attenzione, anche superiore alla normale attenzione, nel momento in cui ha ingerito carne prima della gara.
Né, dall’altra, è condivisibile la teoria dell’atleta secondo il quale la carne fosse necessaria per affrontare la gara, essendo ormai note, sia in commercio sia consultando un medico sportivo, l’esistenza di sostanze equipollenti che possono sostituire l’assunzione di carne.
La responsabilità dell’atleta è quindi evidente e, comunque, di certo non sono ravvisabili gli elementi per l’applicazione dell’assenza di responsabilità statuita dall’articolo 10.5.1 .

FALSO: Alessandro non era a conoscenza delle problematiche di cui sopra relative alla contaminazione alimentare. Falso anche l’assunto che sia possibile affrontare una competizione ciclistica a tappe facendo ricorso ad integratori alimentari anziché alimenti.

3) In realtà, l’articolo 10.5.2 ben può essere ravvisabile nel caso in specie sul presupposto della modica quantità di sostanza vietata riscontrata nell’atleta, compatibile con l’assunzione di una quantitàdi carne ingerita dal Colò, unita a quanto in precedenza narrato in ordine alla particolare attenzione che l’atleta avrebbe dovuto mostrare proprio sull’alimento che stava ingerendo al momento del pranzo per i noti motivi in ordine alla contaminazione della carne messicana, fatto a lui noto anche prima del giro del Messico, tanto da indurlo, con la squadra, a prendere un albergo di elevata qualità che lo avrebbe potuto garantire anche da contaminazioni alimentari. 

Come può un atleta, seppur attento e scrupoloso, realmente tutelarsi da un alimento somministratogli?
4) Il Tribunale Nazionale Antidoping, nel procedimento disciplinare a carico dell’atleta Alessandro Colò, dichiara l’atleta medesimo responsabile di colpa non significativa ai sensi dell’art. 10.5.2 del codice WADA e lo condanna alla squalifica per anni 1 con decorrenza dal 21 maggio 2010 e scadenza il 20 maggio 2011.

Ora osservo nel caso in argomento:
1) L’atleta è un dipendente subordinato, mero prestatore d’opera (il pedale) con un trattamento economico netto non superiore a circa 1600,00 € mensili.
2) L’atleta non ha la possibilità di scegliere le gare a cui partecipare e quelle da evitare.
3) L’atleta è invitato a prestare opera ai sensi del rapporto di lavoro subordinato, laddove il suo datore di lavoro lo invia, con viaggio, logistica ed alimentazione a carico del datore di lavoro stesso o dell’ente organizzatore.
4) L’atleta non ha possibilità di scegliere alberghi (PER REGOLAMENTO), cucina, né tantomeno il cibo (a carico del datore di lavoro o dell’ente organizzatore)
5) L’atleta non dispone di uno staff medico e scientifico per l’esame dei cibi (era proprio questo il caso) né disponeva di staff medico preposto a quanto sopra.
Alessandro Colò non può fare il pentito… poverino lui… RAMMARICARSI PER COSA? UN TOZZO DI PANE ED UNA FETTA DI CARNE!!! DOPO 200 KM IN BICICLETTA…
Ditemi Voi quale giustizia è questa

Sportivamente
Paolo Colò

tuttobiciweb.it
 
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#3
Il caso Colò e il clenbuterolo a diverse velocità
Dopo nove mesi dalla positività di Alessandro Colò, continua un inquietante stillicidio di notizie riguardo alle positività al clenbuterolo con un altrettanto inquietante comportamento dell'Unione Ciclistica Internazionale, vera artefice di quello che si può definire un "Harakiri" del ciclismo...

Rimettiamo insieme i fatti
1) il 21 maggio 2010 UCI comunica che nell'ultima tappa della Vuelta del Messico - 25 aprile viene riscontrata positività per la presenza di clenbuterolo;
2) le risibili quantità riscontrate, le indagini medico/scientifiche, le indagini zootecniche degli usi in Messico, comprovano la possibilità di intossicazione alimentare;
3) in data 6 ottobre 2010, viene avanzata richiesta al TNA di posticipare il giudizio a fronte della risultanza che esisteva un altro caso di positività nella medesima tappa (dato rilevato dai tabulati del laboratorio di Los Angeles) chiedendo peraltro notizia di questo assunto a UCI - FCI - CONI;
4) mentre non si aveva alcun riscontro alla richiesta di informazioni da UCI - FCI - CONI (pur avendo documentato l'indizio di altra positività - evento che avrebbe potuto costiuire elemento di discussione) il TNA decide di giudicare e CONDANNA "PER COLPA NON SIGNIFICATIVA" Alessandro Colò, vittima innocente del sistema "giustizialismo sportivo", accertando che la sua colpa era quella di aver mangiato carne messicana anzichè assumere integratori alimentari (!)
5) Contador a parte, ecco che emerge solo ieri (18 gennaio, ben nove mesi dopo...) che un altro partecipante alla Vuelta del Messico, Philip Nielsen è risultato positivo al clenbuterolo: stessa tappa, stesso albergo, stessa alimentazione di Colò.
6) Molte le cose che non quadrano: in primis ci si chiede il perché di questa differenza nella comunicazione delle positivtà: perchè Colò subito, Contador due mesi dopo e Nielsen addirittura nove?
Se il Tna avesse prestato attenzione all'evolversi della vicenda ed ai dati scientifici rilevati (ovvero, che in Messico il clembuterolo è usato comunemente nell'alimentazione animale, che c'era un altro caso analogo, che forse un atleta ciclista è stato mandato a correre dai propri datori di lavoro in una condizione, secondo la sentenza, dove c'era il rischio conclamato di contaminazioni alimentari...) come si sarebbero evoluti i fatti?
Se un caso, per altro con enormi dubbi, può risolversi in una squalifica, ciò non può accadere quando le circostanze si ripetono per due atleti in condizioni ambientali analoghe. Se consideriamo Contador, i casi sono tre e sempre di clenbuterolo e di contaminazione alimentare si tratta: tre atleti positivi alla stessa sostanza devono far riflettere, tanto più se la sostanza in questione, nelle quantità rilevate, non altera la prestazione.
A tutti i giovani che oggi si apprestano ad avvicinare il ciclismo e alle loro famiglie non resta che augurare tanto bene e che nel frattempo cambino le cose, anche (purtroppo) a scapito di chi ha pagato ingiustamente in precedenza sulla propria pelle.
Lotta al doping si, caccia alle streghe no.

Davide Podestà - tuttobiciweb.it
 
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#4
Clenbuterolo a due facce: Colò squalificato, Nielsen assolto
Adesso stiamo cadendo nel ridicolo, se già non c'eravamo. Il danese Philip Nielsen, risultato prositivo al clenbuterolo durante il Giro del Messico dello scorso anno, è stato assolto dalla sua federazione proprio come accaduto a Contador. Il portavoce della federazione danese ha spiegato la scelta asserendo Nielsen non era consapevole del rischio che correva mangiando carne "al clenbuterolo" in America Latina. È stata così annullata la sospensione che era stata decisa dall'UCI.
Dov'è il ridicolo? O il drammatico, dipende da che parte lo si guarda? Nel fatto che Nielsen è risultato positivo nella stessa corsa e nelle stesse condizioni di Alessandro Colò e quest'ultimo si sta scontando un anno di squalifica (comminata dal Tribunale Nazionale Antidoping) mentre Nielsen sorride e si dice sollevato. E l'UCI cosa dice, a 24 ore dallo scadere del mese a disposizione per depositare un eventuale ricorso contro l'assoluzione di Contador? Come al solito, complimenti…

A proposito, ieri il Coni ha disposto il deferimento di una giovane ciclista minore all’epoca dei fatti C.F.B. (tesserata per la FCI) al Tribunale Nazionale Antidoping del CONI per la positività riscontrata per presenza di Clenbuterolo in occasione del controllo antidoping disposto al termine della gara Campionato Italiano Giovanile Assoluti su Pista, svoltasi a Mori il 24 agosto 2010, con richiesta di 2 anni di squalifica. Il TNA ha disposto per il 19 aprile alle 14.15 la trattazione del caso in questione.

tuttobiciweb.it
 
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#5
Adesso cosa diciamo ad Alessandro Colò?
E adesso ad Alessandro Colò chi lo dice? Un anno fa è stato squalificato perché risultato positivo al clenbuterolo durante la Vuelta a Mexico e aver consumato carne in un paese nel quale somministrare clenbuterolo agli animali non è reato. Ricordare la storia è necessario perché il danese Philip Nielsen, positivo alla stessa sostanza nella stessa gara è stato assolto e ha firmato un contratto per correre con la Christina Watches.
Sembra che - a quanto pubblica il portale feltet.dk - a far giurisprudenza sia stata la sentenza della federciclismo spagnola sul caso Contador.

Già, ma adesso chi risponderà alle domande di Colò?
Non lo farà l'UCI, la cui probabile risposta sarà: sono sentenze delle singole federazioni cosa possiamo fare noi?
Non lo farà Torri, la cui probabile risposta sarà: abbiamo applicato la legge.
Non lo farà la federazione danese, la cui probabile risposta sarà: abbiamo applicato la legge.
Non lo farà il Tas, la cui probabile risposta sarà: nessuno ci ha chiesto niente, cosa dobbiamo dire?
Non lo farà nessuno. Con buona pace di Alessandro Colò.

tuttobiciweb.it
 
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#6
(30-10-2010, 05:59 PM)SarriTheBest Ha scritto: Alessandro Coló viene sospeso dall'UCI il 21 Maggio 2010. La causa è una positività rilevata al Giro del Messico, in data 25 Aprile: nelle sue urine sono state rivenute tracce di clenbuterolo.

Immediatamente la sua squadra, l'ISD-Neri, lo sospende dall'attività agonistica.

Il 9 Ottobre il TNA comunica di aver deciso di squalificare per 1 anno Colò. L'atleta è stato dichiarato "responsabile di colpa non significativa" ai sensi dell'articolo 10.5.2 del Codice WADA ed ha così potuto usufruire di uno sconto di pena.

Per approfondire:
http://ilnuovociclismo.forumfree.it/?t=48278482

E questo non vale per Contador?
Se c'è l'innocenza devono fargli lo sconto della pena che potrebbe fargli togliere almeno 1 anno dal Tdf 2010 a questa parte concedendogli il 2011 forse... pero' il Tour 2010 non possono lasciarglielo.
 
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