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Gazzetta dello Sport: Padova, ricostruito il "sistema Ferrari"
#1
Gazzetta dello Sport: Padova, ricostruito il "sistema Ferrari"
Per la prima volta, da due anni a questa parte, si alza il velo sull'inchiesta condotta dal Pm di Padova Benedetto Roberti. E quello che ci racconta Luigi Perna, nel suo puntuale reportage su La Gazzetta dello Sport, è davvero inquietante. Perché attorno alla figura di Michele Ferrari si sarabbe sviluppato un vero e proprio sistema di frode che va al di là del puro e semplice (ancorché gravissimo) affare di doping.
Si parla infatti di frodi fiscali operate con versamenti estero su estero transitando da una banca del Principato di Monaco, pagando un misero 6% di tasse e reinvestendo anche in cure il capitale illecitamente sottratto. Sotto accusa un lungo elenco di corridori ma anche il comportamento di intere squadre - Astana e Radioshack quelle citate - che si sarebbero affidate in toto al sistema Ferrari. La struttura di Ferrari comprende - secondo l'inchiesta che verrà chiusa tra circa un mese - il figlio Stefano, il procuratore Raimondo Scimone, l'avvocato svizzero Rocco Taminelli, direttori di banca compiacenti a Neuchatel, Locarno e Montecarlo.
Il coinvolgimento delle squadre riguarderebbe doppi contratti relativo allo sfruttamento dei diritti di immagine, non registrati all'Uci: per i team meno fideiussioni da versare, per i corridori più soldi non tassati. Per smascherare il sistema, il team di Roberti sta ultimando le verifiche sui contratti depositati da venti squadre all'Uci e quelli requisiti nelle sedi degli stessi team.

tuttobiciweb.it
 
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#2
Qua la cosa è seria, addirittura intere squadre si sarebbero affidate a Ferrari....Credo che il mondo del ciclismo subirà un forte scossone a breve...
 
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#3
Non ho comprato la Gazzetta oggi, ma questo dovrebbe essere l'articolo completo (piu' o meno)
http://www.biciciclismo.com/cas/site/not...p?id=56487

Sarebbero 20 le squadre coinvolte tra il 2008 e il 2011: Liquigas, Lampre, Colnago, Geox, Androni, Katusha, Quick Step, Farnese Vini, Acqua&Sapone, Astana, RadioShack, Vacansoleil, Isd, Csf, Lpr, Diquigiovanni, Tinkoff, Rabobank, Gerolsteiner e Milram.
 
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#4
sui problemi fiscali delle squadre.

io ho la fortuna di avere un caro amico che fa finanza, non è più un giovanotto ed ha esperienza in ambito di consulenze per società importanti con anche cose legate allo sport.

beh in parole povere io queste cose le sapevo già, non è propriamente una novita e anzi non è solo nel ciclismo, anzi qui fa ridere perchè le cifre son piccole. di formula 1 so cose molto più succose. su calcio non so ma probabilmente non stiamo messi molto diversamente.

il punto di fondo è che per chi si può pagare commercialisti coi controcoglioni non c'è tassazione che tenga perchè si creano ad hoc società di comodo in paradisi fiscali o simili. di formule ce ne sono a iosa. poi magari arriva il PM a fare casino ma lo sanno anche loro che 9 su 10 non riescono a cavare un ragno dal buco, spesso sono cose fatte tanto per far rumore o carriera.

se prendiamo le aziende che sponsorizzano non pensate che mettano milioni di euro ogni anno solo per avere il marchio esposto, ci sono ritorni in ambito di fatturazioni. a meno che non pensiate che seedorf avesse un qualche altro ritorno quando sponsorizzava il team di moto in 125, oppure eros ramazzotti o vasco rossi. soldi, solo quello.

è una cosa un po' complessa ed io non sono uno specialista di queste cose, però qualcosina in questo senso la so e volevo condividere con voi per dare uno spunto alla discussione
 
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#5
Pure KAtusha Facepalm
 
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#6
Scarponi: «Troppe inesattezze scritte su di me»
Riceviamo da Michele Scarponi questo comunicato che pubblichiamo:

«Ancora una volta, invece di affrontare discorsi tecnici sul ciclismo competitivo, quelli principali per cui un atleta va “coperto” mediaticamente, mi trovo a dover affermare alcuni principi per commentare e contestare quanto apparso sulla Gazzetta dello Sport, oggi 19 ottobre, a firma Luigi Perna. In questo articolo si fa riferimento ad una intercettazione riguardante un mio incontro col Dr. Ferrari; pur non essendo questa la sede opportuna per discuterne, vi sono riferimenti falsi in merito ai quali devo prendere una posizione a tutela della mia immagine e a salvaguardia dell’onorabilità delle aziende che mi affiancano in questo momento. Apprendere elementi di indagine dalla stampa e non dall’autorità competente è quanto meno scorretto, essendo detta indagine ancora in corso.
La verità è una: nel settembre 2010 ho, di mia iniziativa, svolto un test episodico , in realtà diviso in due parti in due giorni differenti, alla presenza del Dr. Ferrari. La stagione delle gare volgeva al finale, stava terminando il rapporto con il team Androni Giocattoli (stagioni 2008-2009 e 2010) e ancora non avevo iniziato quello con il Team Lampre.
Dopo la successiva firma del contratto con il team Lampre, con effetto dall’1 gennaio 2011, mi sono totalmente affidato alle istruzioni dello Staff interno di questa squadra ed al Centro Mapei per tutto quanto riguarda la preparazione e l’allenamento.
Ho subito una perquisizione in aprile 2011 mentre ero in ritiro in altura sull’ Etna con altri membri della mia squadra e, contemporaneamente, a casa, ricevendo un avviso di garanzia dalla Procura di Padova; ho mostrato i relativi verbali alla mia squadra a testimonianza che nessun farmaco illecito è stato trovato (l’articolo sostiene che in tutte le perquisizioni sono stati rinvenuti farmaci illeciti).
Preciso che non ho mai avuto rapporti né sottoscritto contratti con nessuna società con nome T & F. Ogni altra affermazione al di fuori di questa realtà oggettiva è da considerarsi falsa e lesiva della mia immagine e dell’immagine della mia squadra attuale, per cui gli eventuali autori se ne assumeranno la responsabilità e saranno chiamati dai miei legali a risponderne in tutte le sedi opportune.
I miei legali hanno già preso contatti con la Procura Anti-Doping del Coni per chiarire la mia posizione, come per altro già stabilito a giugno 2012.
Saluti, Michele Scarponi»

tuttobiciweb.it
 
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#7
Alex Schwazer fa tremare il ciclismo e Vinokourov
Il bolzanino è stato giudicato collaborativo e credibile

È La Gazzetta dello Sport a scriverlo. È Valerio Piccioni a darne conto con un servizio in edicola questa mattina e ora consultabile anche sul sito Gazzetta.it: l'inchiesta di Padova sarebbe in dirittura d'arrivo, e pronti sarebbero anche i rinvii a giudizio.

Dopo 4 anni di lavoro e oltre 500 pagine di documenti sono in tanti a tremare, soprattutto cicisti. Il tutto per alcune indicazioni fornite da Alex Schwazer nel suo interrogatorio bis del 20 novembre, giudicato "collaborativo e credibile" da parte dei procuratori sportivi, ma che per il capo della Procura di Bolzano Guido Rispoli, non sposta la sua situazione penale.

Il caso riguarda alcuni frequentatori del dottor Michele Ferrari, inibito a vita dal Coni e dall'Usada, l'agenzia antidoping Usa, dopo il caso Armstrong, e preparatore del marciatore positivo due anni fa all'eritropoietina prima dei Giochi di Londra. Schwazer racconta ai procuratori antidoping del raduno al Teide, alle Canarie, nel 2010. Ecco le sue parole: «Un giorno Ferrari, prima di andare via, mi ricevette in camera per misurarmi il peso. Ricordo che in quell'occasione c'era un foglio scritto a penna da Ferrari sul quale c'erano i nomi di Garzelli, Masciarelli Francesco, Bertagnolli e il mio, con accanto il rispettivo peso. Vidi personalmente Garzelli, Masciarelli Francesco e Bertagnolli in albergo in quei giorni».

Schwazer racconta anche che Ferrari ricevette in uno dei loro incontri da Enrico Franzoi, pluricampione italiano di ciclocross e iridato Under 23 nel 2003. Che ora potrebbe rispondere di "frequentazione di un medico inibito per il sistema sportivo".

Ma la questione Padova potrebbe pesare enormemente anche su Alexander Vinokourov e di diversi suoi compagni dell'Astana, che facevano parte a pieno titolo della "scuderia" di Michele Ferrari. Questo materiale sarebbe già entrato anche nel fascicolo Uci, che porterà entro il 10 dicembre a una decisione sull'assegnazione della licenza alla squadra di Vincenzo Nibali e Fabio Aru.

tuttobiciweb.it
 
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#8
Padova: Rebellin a giudizio, tutto rinviato al 30 aprile
Doveva essere giudicato a Padova per doping ed evasione

Doping ed evasione fiscale. Davide Rebellin doveva essere giudicato quest'oggi a Padova come scrive Claudio Ghisalberti su Gazzetta.it, ma tutto è stato rinviato. Il corridore deve rispondere di evasione fiscale per finta residenza all’estero (Monaco) e per violazione della legge 376/2000, ovvero per la positività a Pechino 2008. In entrambi i casi la pena richiesta è di un anno, oltre alla pena pecuniaria.

Interessante la posizione sostenuta dall’avvocato Antonino De Silvestri, difensore del corridore veneto, il quale ha evidenziato come questo sia un processo indiziario a carico di Rebellin visto che agli atti manca il titolo di condanna (emessa in primo grado dalla Commissione disciplinare del Cio), il lodo del Tas.

tuttobiciweb.it
 
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#9
"Il fatto non sussiste", Rebellin assolto due volte
Clamorosa sentenza del Tribunale di Padova. Positivo a Pechino 2008 e accusato di evasione fiscale, il veneto viene riabilitato dopo sette anni. "È la mia vittoria più bella. Quanto successo ha colpito anche la mia vita privata"

http://www.gazzetta.it/Ciclismo/01-05-20...7388.shtml
 
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#10
Sull'evasione non entro, ma è bene specificare che l'assoluzione a livello penale (non sportivo) riguardo Pechino è stata data solo perchè i campioni non erano conservati nel modo corretto, non per altro...
 
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#11
Beh, se si parlava di vizio di forma o una roba del genere avevi stra-ragione a sottolinearlo. Ma se si comincia a ragionare di conservazione di provette tra viaggi intercontinentali, lassi di tempo abbastanza ampi e mettiamoci pure le famose voci un po' allarmanti... beh, non è una cosa così da poco. Metti mancassero i sigilli, per dire: allora la gente ha pure ragione a dire che le provette potessero esser state maneggiate o chissà cosa... Boh
 
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#12
Come al solito l'unico sito che invece di ricopiare la notizia e cambiare qualche parola è Cyclingpro, che spiega un po' meglio il rapporto tra giustizia sportiva e giustizia ordinaria. Insomma, in pratica basta non confessare per essere assolti dalla giustizia ordinaria:

L'INFINITO CASO REBELLIN

Al grido di «liberate Rebellin», un manipolo d’indomiti supporter di ciclismo chiede a gran voce la riabilitazione del corridore veronese. Poi reclama pubbliche scuse (non si sa da parte di chi….) e addirittura invoca la partecipazione del nostro al Giro d’Italia, dove invece NON verrà schierato dalla sua squadra. La CCC Sprandi Plokowice, che pure ha ottenuto una wild card per la corsa rosa, non presenterà il suo unico corridore italiano italiano, pare per un preciso accordo con gli organizzatori. La motivazione è nota: una recentissima sentenza del tribunale penale di Padova (giudice monocratico Beatrice Bergamasco), davvero molto interessante per contenuti. Sull’argomento è utile fare un piccolo riassunto e un po’ di chiarezza.

1 – Nell’agosto del 2008 Davide Rebellin vince la medaglia d’argento nella prova olimpica ai Giochi di Pechino, secondo in una volata (ristretta) alle spalle di Samuel Sanchez. Onore e gloria al corridore.

2 – Nell’aprile dell’anno successivo i campioni di urina del veneto (assieme a quelli di diversi atleti) vengono rianalizzati per cercare tracce di CERA, la nuova formulazione di Epo in circolazione da quasi un anno.

3 - Il campione A di Rebellin (come quello del mezzofondista Ramzi) è positivo. Il campione B è positivo.

4 – Rebellin viene processato dalla federazione ciclistica del Principato di Monaco. Giustifica la sua positività parlando di “cattiva conservazione dei campioni”. In realtà, nei casi di cattiva conservazione, l’esame analitico tende a trasformare la positività in negatività, riducendo le tracce della sostanza.

5 – Rebellin viene squalificato per due anni: è la prima medaglia olimpica italiana a subire questa sorte. Il veneto si appella al Tas di Losanna. Squalifica confermata. Rebellin restituisce la medaglia al Coni tramite pacchetto postale.

6 - Gli atti del procedimento sportivo vanno al Tribunale di Padova, che unifica il processo per violazione della legge 376/2000 (doping) ad uno per evasione fiscale in cui Rebellin viene accusato di aver utilizzato Montecarlo come residenza fittizia per pagare meno tasse..

7 – Ricordiamo processo sportivo l’onere della prova è a carico dell’imputato. E’ Rebellin quindi che deve dimostrare che la presenza di CERA nel suo organismo non deriva da doping. L’atleta non ci riesce e la condanna è scontata.

8 – Nel processo penale invece si riparte da zero. La positività analitica è solo UNO DEGLI ELEMENTI indiziari. Di norma l’altro elemento chiave è la confessione dell’atleta, ma Rebellin non ha mai confessato il doping. In piena autonomia, il giudice del tribunale padovano ha utilizzato gli elementi di prova per decidere di assolvere l’atleta, non ritenendoli “sufficienti a provare oltre ogni ragionevole dubbio la sua colpevolezza”, come prevede il nostro Codice. Attenzione, il magistrato in questi casi quasi sempre non entra nel merito delle analisi di laboratorio.

9 – Non esiste alcuna contraddizione tra giudizio penale e sportivo. Ognuno procede con i suoi binari e con le sue regole, che sono diverse. Pochi lo sanno, ma maggior parte dei dopati italiani non vengono condannati in sede penale, quello di Schwazer (8 mesi patteggiati) è un caso raro. Il principio è esattamente lo stesso di Rebellin: la positività da sola (se ad esempio non c’è prova di incauto acquisito o ricettazione del prodotto) quasi mai è sufficiente al magistrato penale! Perchè una condanna venga inflitta in campo penale servono prove accessorie: intercettazioni, ad esempio.

10 – La mossa giusta di Rebellin è stata comunque la scelta dell’avvocato. Tonino de Silvestri, che ha insegnato diritto sportivo a generazioni di studenti Isef a Padova, è bravissimo.

Auguriamo a Davide Rebellin una lunga carriera. Ma ci vengano risparmiate le recriminazioni.

Cyclingpro.it
 
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#13
Però fan comunque bene i su tifosi ad essere indignati contro questo embargo del Giro per Rebellin Sese
 
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#14
Ma quello pure io, cioè non sono indignato perché non me ne frega nulla, però trovo che sia stupido per vari motivi
 
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#15
Ma sì quello è sacrosanto perchè la sua squalifica è finita da un pezzo e quindi può correre dove vuole, però è un altro discorso...

Non si può affermare che questa sentenza renda illegittima la sentenza sportiva fatta a suo tempo, semplicemente perchè la giustizia sportiva e ordinaria sono due cose diverse, che si basano su elementi diversi e che hanno addirittura l'onere della prova invertito.
 
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#16
Doping, dossier di Padova verso l'archiviazione. Nessun deferito.
Gli atleti potrebbero anche fare ricorso. Ferrari lo farà

È come se anche alla Procura di Padova fosse arrivata una secchiata di urina. Altro che Froome. Altro che hooligans sulle strade del Tour, qui ad essere maltrattata, vilipesa e ridotta a pubblica inutilità è la giustizia ordinaria, sportiva e di conseguenza la lotta al doping tutta. Vi ricordate quelle 550 pagine del dossier che avrebbe dovuto e potuto mettere in ginocchio lo sport italiano? Si parlava di decine di deferimenti certi, tra sportivi e fiancheggiatori, ma dopo otto mesi quel dossier sta per essere definitivamente archiviato senza un solo deferimento. A scriverlo, questa mattina, è «Il Corriere della Sera», a firma Marco Bonarrigo, collega sempre attento e bene informato. E il dottor Michele Ferrari? L’uomo nero dello sport tutto che fine fa? Come scrive Bonarrigo, probabilmente se la starà ridendo. Il provvedimento che puniva i suoi adepti non ha più valore giuridico. Insomma, tutto chiuso, tutto risolto. Chi si faceva preparare e allenare dal dottor Mito, non incorre più in nessuna sanzione e non è escluso che gli atleti pizzicati in passato (tra i tanti ciclisti anche Schwazer) possano fare ricorso. E non escluso, anzi è certo, che lo stesso Michele Ferrari possa vedere la propria inibizione (decisa dalla sola Federciclismo con provvedimento interno) dissolversi: dopo anni il Tar del Lazio è pronto a discutere il ricorso del medico ferrarese.

tuttobiciweb.it
 
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