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Stagione Donne 2013: Si parte dal Qatar, si punta su Firenze
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Stagione Donne 2013: Si parte dal Qatar, si punta su Firenze
I Mondiali toscani saranno l'obiettivo di molte

Come di consueto il Ladies Tour of Qatar aprirà la stagione femminile su strada. La corsa di emiri e cammelli in cinque anni di vita ha sempre più guadagnato credito ed è cresciuta. Dopo le prime tre edizioni vinte da atlete olandesi (Wild nel 2009 e 2010, Van Dijk nel 2011), vere e proprie maestre a districarsi tra vento e ventagli, lo scorso anno s'è imposta la più che esperta Judith Arndt, a cui un successo nel deserto prima del ritiro dall'agonismo mancava davvero. Corsa in crescita, s'è detto, ed a dimostrazione di ciò le tappe di quest'anno non saranno più tre, come consuetudine (dire tradizione per una corsa giunta nemmeno alla quinta edizione pare eccessivo), bensì quattro.

Sia chiaro, le difficoltà altimetriche che le ragazze troveranno attorno a Doha saranno meno di zero ma il vento può aprire la corsa a soluzioni - oltre che a ventagli - davvero interessanti. Sia chiaro, in Qatar avremo solo un antipasto di quello che potrebbe essere la stagione 2013, perché dopo le scorribande nel deserto il gruppo riposerà per ben tre settimane, fino al 23 febbraio, giorno in cui si aprirà la stagione delle corse europee con l'Omloop Het Nieuwsblad.

Da lì in poi sarà un crescendo sino ad arrivare ai primi di marzo: il 7, con il Drentse 8, ci sarà già profumo di Coppa del Mondo. La challenge Uci partirà due giorni dopo sempre nel Drenthe, Olanda, con la Ronde van Drenthe (seguita ventiquattr'ore dopo dalla Novilon Euregio Cup, non valida però per la Coppa). Coppa del Mondo che sarà composta, oltre che dalla Ronde van Drenthe, dal Trofeo Binda di Cittiglio, cui seguirà il Fiandre, la Freccia Vallone, il Tour of Chongming Island, l'Open de Suède Vårgårda in Svezia (con la cronosquadre e la corsa in linea) ed il GP de Plouay a chiudere una cerniera che, anno dopo anno, si trasforma in una lampo, non tanto per la cucitura delle singole prove quanto per le molte corse che si sono perdute strada facendo. Ci arriveremo.

Se l'anno scorso sin dal Qatar si avvertiva la tipica tensione che anticipa un grande evento quali i Giochi Olimpici, quest'anno tutto si correrà in funzione dei Mondiali di Firenze, senza medaglie troppo prestigiose da conquistare verso metà estate. Sarà dunque interessante vedere come si comporteranno le diverse atlete che hanno cambiato casacca - e sono decisamente tante - fin da domani, pur seguendole nell'arco di tutta la stagione.

Una stagione che forse sarà corsa con minor foga, essendo la prima del quadriennio olimpico che porterà a Rio 2014; si faranno esperimenti sulle giovani, valutazioni sulle più esperte, si azzarderà molto e la ricerca del risultato immediato non sarà per tutti il fine ultimo di questo 2013. Tanti Paesi che nel 2012 fecero carte false per aggiudicarsi una corsa sul proprio territorio, spesso per favorire l'atleta locale e farle ottenere punti in vista di Londra, quest'anno si sono tirati fuori dai giochi. Forse anche per questo le ragazze non avranno l'agenda straripante d'impegni agonistici, almeno per quest'anno.

Ad una rapidissima scorsa al calendario, le corse che non si disputeranno o che passeranno la mano (o, peggio ancora, che vivono nell'incertezza) sono comunque troppe per un mondo che vorrebbe crescere. Persi il Women's Tour of New Zealand ed il sudafricano Tour of Free State (ma nel 2014 il Tour de San Louis organizzerà una gara femminile, seguito probabilmente dagli australiani del Tour Down Under), c'è da dire che il Tour Languedoc Roussillon, pure in programma dal 17 al 22 maggio, è più che un ectoplasma. Doveva essere il nuovo Tour de l'Aude nel 2012 ma saltò; che provi a rilanciarsi quest'anno? Difficilissimo.

Meno arduo invece che l'Exergy Tour, che era stata calendarizzata nella nuova categoria .HC (con lei Thüringen Rundfahrt der Frauen e Giro di Toscana), gara a tappe americana alla prima edizione nel 2012, non venga disputata: la corsa dell'Idaho non ha ad oggi un organizzatore dopo l'abbandono di Medalist Sports e con i fondi di US Cycling dirottati su altre manifestazioni (oltre alle corse maschili ci sono i Mondiali di ciclocross a Louisville e quelli su strada di Richmond 2015) arrivare alla seconda edizione sarà difficile ma non impossibile. Piuttosto, nel caso la gara a tappe statunitense si disputasse - e ce lo auguriamo tutti - le difficoltà sarebbero per un'altra corsa, ben più radicata nelle tradizioni: l'Emakumeen Bira. Con l'Exergy Tour dal 5 al 9 giugno e la corsa basca in programma dal 6 al 9 giugno, gli organizzatori di quest'ultima hanno già chiesto all'Uci di poter spostare la loro manifestazione dal 23 al 26 maggio, con l'annessa Durango-Durango che slitterebbe il 21 dello stesso mese.

Se già il femminile - ma il ciclismo ed il Mondo in generale - non attraversa un buon periodo, questi accavallamenti non sono certo manna dal cielo, anzi. A proposito di miracoli e di corse in sospeso, l'elenco non è finito. Ad oggi ancora non si sa quale sarà il destino del Giro d'Italia, orfano dell'organizzazione del gruppo di Sara Brambilla con Epinike. Molto probabile che la più importante corsa a tappe del calendario ciclistico femminile si disputi alla fine, ma in quale parte d'Italia? E in quante tappe? Tutto ciò è ancora pressoché ignoto.

Infine, le atlete da tener d'occhio dal Qatar sino ai Mondiali di Firenze, a fine settembre: dopo i Giochi di Londra molte veterane hanno appeso la bici al chiodo per lasciare spazio alle giovani. Le più promettenti per l'Italia sono Elisa Longo Borghini, già bronzo agli Europei di Goes (a crono) ed ai Mondiali di Valkenburg (in linea), e Rossella Ratto, che quest'anno l'ha raggiunta all'Hitec Products-UCK. La prima farà da capitana, la seconda imparerà a vincere, come se già non lo sapesse fare.

Da tener d'occhio anche la scalatrice romagnola Dalia Muccioli e Valentina Scandolara, tornata, dopo un anno di Michela Fanini, alla corte di Luisiana Pegoraro, alla Cipollini-Giordana-Galassia. E le giallofluo avranno tra le loro fila un gran bel talento al primo anno tra le Élite, Anna Stricker. Bronzo a Europei e Mondiali Juniores, la bolzanina può diventare un corridore per tutti i tipi di corsa.

Curiosità ci sarà anche nel vedere se Maria Giulia Confalonieri saprà crescere ulteriormente e se Beatrice Bartelloni, alla Wiggle-Honda finanziata, tra gli altri, anche dalla fondazione di Bradley Wiggins, potrà imparare da colleghe del calibro di Rochelle Gilmore e Giorgia Bronzini. Attenzione per il rientro dopo due anni effettivi di stop di Rossella Callovi, data per spacciata (agonisticamente) un anno fa e che ritornerà protagonista alla Vuelta El Salvador con la Pasta Zara-Cogeas di Maurizio Fabretto.

Per le atlete straniere, occhi puntati su Emma Johansson, alla prima esperienza in una squadra extra europea, l'Orica-AIS (dovrebbe sostituire la Arndt), ma senza perdere di vista una giovane promettente come Lucy Garner, velocista ma non solo, vincitrice degli ultimi due mondiali Juniores e dell'Europeo a Goes. Da segnalare inoltre il ritorno alle gare di Mara Abbott; correrà con l'americana Exergy Twenty16, il potenziale per tornare a vincere tappe come quella dello Stelvio nel 2010 lo ha eccome.

Insomma, tante protagoniste (e non abbiamo citato Marianne Vos, perché sappiamo già che lo faremo anche troppo da marzo in poi) ed un calendario ridotto all'osso per un movimento a cui manca ancora molto per crescere, eppure potenzialmente è interessantissimo.

Francesco Sulas - cicloweb.it
 
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