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Nel 2016 torna il Vigorelli: la casa di tutti gli sport
#1
Nel 2016 torna il Vigorelli: la casa di tutti gli sport
Un campo mobile e una pista da 250 metri per il ciclismo

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Un nuovo palazzetto da 5.570 posti a sedere, un impianto polifunzionale interamente dedicato all'attività sportiva, nel quale il ciclismo su pista, che sull'anello via Arona ha vissuto alcune delle pagine più importanti della propria storia, resterà ma per essere soltanto uno degli sport che potranno essere praticati. Una struttura che sul campo in erba sintetica e negli altri spazi potrà ospitare rugby, football americano, hockey su prato, basket, tennis, boxe, skateboard. E poi tanti altri sport «minori», ma dal grande impatto spettacolare e apprezzati soprattutto dai più giovani, come free climbing, skateboard e trial.

Polifunzionale Il progetto del nuovo Maspes-Vigorelli è stato presentato ieri con l'annuncio dello studio di architettura vincitore del concorso indetto nell'autunno scorso. Oltre 100 progetti giunti a Palazzo Marino, 10 quelli selezionati per la finale e un vincitore, lo studio Vittorio Grassi & Partners di Milano. «Siamo molto soddisfatti — ha spiegato la vicesindaco Ada Lucia De Cesaris — perché il progetto risponde in pieno alle linee guida che avevamo stabilito: un impianto polifunzionale che rispetti la sua storia e che possa essere economicamente autosufficiente». «Da piccolo venivo con mio papà al Vigorelli — ha raccontato l'architetto Grassi, visibilmente emozionato — e potete immaginare quanto sia affezionato a questo impianto. Rispettare la sua storia era un punto fermo della nostra progettazione e crediamo che con le soluzioni da noi adottate il Vigorelli possa tornare all'antico splendore».

Il progetto Dell'antico velodromo, in realtà, resterà poco. La pista di 400 metri, inutilizzabile perché in condizioni di degrado, sarà smantellata e ne resterà, come testimonianza del passato, un breve tratto. Sarà sostituita da una pista più corta, di 250 metri, tecnologicamente avanzata, smontabile e omologabile per le competizioni internazionali, anche se l'assenza di una copertura impedirà di ospitare un campionato del mondo. Altra concessione agli amanti del ciclismo, un museo delle due ruote che sarà allestito nell'ala Nord. Tra le ipotesi, c'è quella di riservare un periodo dell'anno all'attività delle due ruote. Il nuovo Vigorelli, inoltre, potrà essere utilizzato per lo sviluppo dell'attività sportiva. Al piano terra del lato che dà su via Giovanni da Procida, infatti, è prevista la realizzazione di un'Accademia dello Sport, dotata di spazi per eventi e aree per la formazione. Al secondo piano, una foresteria con 18 camere doppie.

Costi e gestione Non è ancora stabilito chi si occuperà della quotidianità del Vigorelli. Il Comune, ribadendo che MilanoSport in futuro si occuperà soltanto di acqua, ha due strade: la gestione diretta, come avviene per l'Arena o la concessione come nel caso del Meazza. Si deciderà in futuro. Tempo ce n'è, perché la strada prima dell'inaugurazione è lunga. Nelle prossime settimane sarà approvato il progetto esecutivo, i lavori partiranno nel 2014 e costeranno 18 milioni di euro, coperti dagli oneri di urbanizzazione di City Life. «L'obiettivo è completare la struttura entro il 2016 — conclude la De Cesaris — considerando che il Vigorelli viene da 15 anni di abbandono sarebbe un ottimo risultato».

da «La Gazzetta dello Sport» del 20 aprile 2013 a firma Davide Longo
 
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#2
Sono contento. E' un tempio del Ciclismo e dello Sport Italiano, ed è giusto che non marcisca tra partite di Football Americano che in Italia non caga quasi nessuno. Nell'inaugurazione un tentativo di record dell'ora per Cancellara ci starebbe... Sisi
 
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[+] A 1 utente piace il post di Manuel The Volder
#3
Evvai!! Un monumento italiano che tra mancanza di fondi e burocrazia rischiava di andare perduto per sempre, ora rinasce!!
 
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#4
Vigorelli, futuro segnato per il magico anello
Il progetto vincitore non dà scampo alla pista

Non c'è pace per il Velodromo Vigorelli. Una storia infinita che ieri, con l'esposizione dei dieci progetti finalisti del concorso bandito dal Comune, ha vissuto un'altra puntata. Infatti è stata una serata sul filo della polemica alimentata dagli stessi partecipanti. A partire dalla gara che di fatto metteva come unico vincolo quello della facciata della struttura da mantenere. Per il resto la richiesta a cui attenersi era quella di una struttura polifunzionale. Così la storica pista si è rivelata una vittima sacrificale. Per motivi diversi: da quella tecnica, l'anello esistente non ha i requisiti per ospitare gare della Federazione Internazionale, a quella pratica, perché mantenerla avrebbe impedito di rispondere a determinati criteri. Non per tutti i progetti finalisti, a dire il vero.

«Rinasce il Vigorelli», il titolo della serata all'Urban Center, ma di fatto sarà un'altra cosa come sostengono i fondatori del neonato comitato «Rivogliamo il Vigorelli». A partire dall'esterno. Infatti il progetto vincitore del gruppo guidato dall'architetto Vittorio Grassi, richiama alla struttura dello stadio Olimpico di Pechino, il Nido d'Uccello. Soluzione criticata dal secondo piazzato per il quale non verrebbe rispettato il vincolo della Sovrintendenza sul mantenimento delle vecchie facciate. E' solo una delle critiche alla quale ha dovuto far fronte il vicesindaco, Ada Lucia De Cesaris. Altri progettisti sono rimasti disorientati dal diverso metro di giudizio adottato dalle due giurie, da una fase all'altra. Non tutte rose e fiori per la Giunta Pisapia che ha rivendicato «di aver riproposto un bando a Milano dopo tanti anni», come ha sottolineato De Cesaris. Con il budget messo a disposizione, è un'impresa dare nuova vita al Vigorelli, monumento e icona non solo per i milanesi. Lo dimostra l'interesse e la massa critica che muove ogni volta che se ne parla.

L'assessore Chiara Bisconti non si sbilancia sui tempi di realizzazione: «Consegnarlo a Milano prima della fine del mandato di Pisapia? Speriamo». E sul progetto vincitore ribadisce: «Punta sull'autosostenibilità e sulla polifunzionalità, criteri che stiamo perseguendo anche per altre strutture. Non peserà più sulle tasche della comunità». E a chi fa notare che il Vigorelli senza pista non sarà più la stessa cosa, l'architetto Grassi risponde: «Il nuovo impianto potrà comunque ospitarne una temporanea». Invece il Vicesindaco De Cesaris guarda altrove: «Con altre amministrazioni è allo studio un progetto per costruire un Velodromo». Mentre Bisconti rivela: «Il lascito dell'Expo potrebbe essere proprio un impianto con la pista». Ipotesi, l'unica certezza è che il Vigorelli sarà rivoluzionato nella sua anima.

da IlGiornale.it, a firma di Davide Pisani
 
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#5
Il ministro Bray: non si può demolire la pista del Vigorelli
«E' un elemento storico essenziale»

«La pista del velodromo Vigorelli-Maspes è un elemento storico essenziale, il progetto di rifacimento vincitore del bando che ne prevede la demolizione contrasta con le linee di indirizzo fornite dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Milano».

Scende in campo a difesa dello storico velodromo, soprannominato "la "Scala del ciclismo", il ministro dei Beni culturali, Massimo Bray, bocciando di fatto il progetto vincitore del bando di recupero dell'impianto sportivo, la cui pista è chiusa da anni ma aperto per le partite di football americano. Al ministro Bray si era rivolto, la scorsa settimana, il 'Comitato rivogliamo il Vigorelli', associazione spontanea di appassionati della pista e cicloattivisti. Il progetto è in contrasto, scrive oggi in una nota Bray, «in quanto prevede la completa demolizione della pista storica» definita «elemento essenziale per la permanenza dei valori storico-documentali rappresentati dall’edificio; la sostituzione di parti consistenti dei corpi che ospitano le tribune, gli spogliatoi e gli altri locali accessori».

Sulla base di questi elementi, continua la nota, «la direzione regionale della Lombardia ha scritto al comune di Milano, precisando l’attuale regime vincolistico e gli obblighi autorizzativi nei confronti degli Uffici Mibac. Il Velodromo è oggi tutelato ope legis, in quanto bene immobile di proprietà pubblica la cui esecuzione risale a oltre settant’anni, non ancora sottoposto al procedimento di 'verifica dell’interesse culturale'».

La direzione regionale ha programmato per domani, alle 16, un incontro con l’assessore milanese all’Urbanistica, Ada Lucia De Cesaris «al fine di trovare una soluzione per contemperare le esigenze dell’amministrazione comunale con quelle della tutela di un sito con un’importante valenza storica e sociale».

Proprio oggi, il Comitato aveva ribadito il proprio punto di vista sulla vicenda, criticando proprio le posizioni di palazzo Marino: la demolizione prevista dagli uffici comunali, scrivono gli attivisti, «interviene in un momento storico in cui il mondo del ciclismo urbano è mutato radicalmente rispetto a 15 anni fa, i velodromi di mezza Europa sono pieni, i ciclisti in città sono decuplicati, la bicicletta vive una nuova fase di rinascita sia dal punto di vista dell'uso quotidiano che da quello sportivo, tanto da riportare le aziende a realizzare grandi numeri in tutto il mondo. L'«operazione nostalgia», come è stata liquidata dall'assessora allo Sport, Chiara Bisconti, sarebbe al contrario un investimento sul futuro, come molti paesi stranieri hanno con lungimiranza compreso e come troppi in questo paese si ostinano a non riconoscere».

(Pab/Ct/Adnkronos)
 
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#6
Vigorelli 1. Il CR lombardo incontra "Rivogliamo il Vigorelli"
Si lavora alla ricerca di una soluzione


PISTA | Davvero utile ed importante si è rivelato l’incontro svoltosi ieri pomeriggio, presso gli uffici del Comitato Regionale Lombardo, tra il Presidente Bernardelli ed i tre principali animatori del Comitato “Rivogliamo il Vigorelli”, Daniele D’Aquila, Stefano Peruch, vicepresidente del mitico Genova 1913, e Filippo Grifoni. All’ordine del giorno, la valutazione delle iniziative sino ad ora assunte a salvaguardia dello storico impianto di Via Arona ed i nuovi progetti messi in cantiere per il suo rilancio, sulla scorta soprattutto degli ottimi contatti che il benemerito comitato è riuscito ad attivare in giro per l’Europa e soprattutto nel Regno Unito. “Abbiamo infatti scoperto – ha dichiarato Peruch - che la sorte e la condizione del Vigorelli sono del tutto simili a quelle vissute circa dieci anni fa dal mitico velodromo londinese di Herne Hill, che ha seriamente rischiato la dismissione. A scongiurarla, proprio come nel caso del Vigorelli, vogliamo augurarci, la determinazione degli abitanti di Burbage Road e di moltissimi amatori, che sono riusciti a convincere le istituzioni locali ad intervenire. Grazie poi al Velo Club Londre, che è subentrato nella sua gestione, l’impianto è stato completamente risistemato, partendo naturalmente dalla splendida pista di 427 metri, per poi giungere addirittura all’illuminazione, e posto in qualche modo sotto la tutela della Federciclismo britannica”. Il modello da seguire dunque, nella difficile battaglia per la sopravvivenza dell’identità e della vocazione ciclistica del Vigorelli, sarebbe proprio quello rappresentato da Herne Hill e dai suoi devoti frequentatori, che sono riusciti a farne di nuovo il fondamentale punto di riferimento per il territorio oltre che il simbolo immortale di una straordinaria cultura sportiva. Per meglio studiarlo, da settimane ormai D’Aquila, Peruch e Grifoni sono in contatto con il responsabile della gestione dello storico velodromo londinese, Richard Williams, che si è detto peraltro disponibile a spendersi in prima persona, insieme alla federazione inglese, per la causa del Vigorelli e la salvaguardia in particolare della mitica pista da 400 metri e per agevolare poi la realizzazione di un bellissimo progetto elaborato dal Comitato milanese, ovvero il Circuito Europeo dei velodromi storici, riservato ai ragazzi di età compresa tra i 14 e i 18 anni, che verrebbero coinvolti in un vera e propria esperienza di vita all’estero, incentrata sullo studio della lingua del Paese ospitante e sulla pratica dello sport più amato. La migliore risposta possibile a quanti accusano il Comitato “Rivogliamo il Vigorelli” di vivere solo di ricordi e di fare opposizione a priori, senza idee né progetti.
Da parte sua, infine, nell’apprezzare le benemerite iniziative assunte da D’Aquila, Peruch e Ruffoni in particolare, il Presidente Bernardelli ha tenuto a ribadire in questi termini la posizione del CRL sulla spinosa questione Vigorelli: “Non abbiamo certo cambiato idea, nel corso del tempo. Il Vigorelli non può essere oggetto di baratti. Il suo valore storico-promozione è inestimabile e nulla potrebbe riuscire a compensare la sua complessiva manomissione e l’amputazione della mitica pista. Come Comitato Regionale della FCI, puntiamo alla realizzazione di un palazzo dello sport polifunzionale ad Assago, secondo il progetto elaborato da Sante Gaiardoni, ed alla sopravvivenza dello storico velodromo milanese, dove poter attivare iniziative promozionali e di avviamento al ciclismo”.

11 Luglio 2013 | 09:27

Copyright © TBW

Vigorelli 2. La Gran Bretagna guarda alla storia
Un esempio importante da seguire


PISTA | In questi giorni sono arrivate in Italia, sui tavoli di FederCiclismo, Comune di Milano e MIBAC (Ministero, Direzione Regionale e Soprintendenza) due lettere da Londra: la prima arriva dal Comitato del Velodromo di Herne Hill, la seconda direttamente da Mr. Brian Cookson, presidente di British Cycling e candidato a diventare il prossimo presidente dell'Unione Ciclistica Internazionale alle elezioni del 27 settembre a Firenze.
La Gran Bretagna è un paese che da qualche anno rappresenta un punto di riferimento nel movimento ciclistico mondiale, grazie ai trionfi dei suoi pistard e dei suoi stradisti ma soprattutto all'esplosione del numero dei praticanti, un vero e proprio tsunami a pedali nelle strade e nei velodromi di tutto il paese. Tra gli artefici di questi risultati c’è sicuramente British Cycling, la federazione ciclistica britannica che ha approfittato della scadenza olimpica per operare una sostanziale rivoluzione ciclistica in tutto il paese. Tra i primi meriti di BC sta sicuramente la capacità di intercettare e rafforzare esperienze già esistenti sul suo territorio, come il comitato che ha portato alla rinascita dello storico velodromo londinese di Herne Hill (che potremmo definire un po' il Vigorelli d'Inghilterra), salvato dall’abbandono grazie all’impegno delle piccole società ciclistiche cittadine ed ora tornato a nuova vita.
A Londra, in un paese ciclisticamente giovane ma in grande crescita, che con fatti e risultati sta dimostrando di credere ai forti valori del movimento ciclistico internazionale di base, il valore storico del Vigorelli è ampiamente riconosciuto ed evidenti risultano le sue prospettive future. E' possibile che in Italia invece chi amministra la "res publica" non riesca ad avere analoga visione?!...

*Comitato Velodromo Vigorelli - Milano*

11 Luglio 2013 | 09:30

Copyright © TBW
 
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#7
VIGORELLI. «Aspettiamo il ministero. Ma senza ok si rifà tutto»
Il futuro del veldoromo è appeso ad un filo

Nuvole nerissime sul futuro del Vigorelli. In attesa del responso della Soprintendenza, che dovrà stabilire se il progetto di ristrutturazione firmato dallo studio Grassi, vincitore del Concorso di idee, rispetta i vincoli stabiliti dalle Belle Arti, si inizia a fare i conti con l’ipotesi che il parere sia negativo. Se la storica pista in legno di 400 metri non potrà essere eliminata come previsto dal progetto che prevede la sua sostituzione con una smontabile di 250 metri, l’impianto di via Arona si troverebbe in una situazione di stallo. «Crediamo in quel progetto – spiega l’assessora Bisconti – perché garantisce la sostenibilità della gestione e la possibilità di praticare vari sport tra i quali il ciclismo. No, non abbiamo un piano B, se con questo termine si intende la possibilità di ristrutturare la pista in legno».

Tutto azzerato Il verdetto ministeriale dovrebbe arrivare a giorni ed è chiaro che un eventuale «pollice verso» rappresenterebbe per il futuro dell’impianto di via Arona un durissimo colpo. «Se l’indicazione della Soprintendenza sarà che la pista in legno non può essere toccata – prosegue la Bisconti – allora dovremo rifare tutto dall’inizio. Il progetto che abbiamo scelto con il concorso di idee internazionale non può essere modificato mantenendo la pista: in quel caso ci esporremmo alle possibili cause da parte degli altri progettisti che prevedevano il suo mantenimento e che non sono stati scelti. In definitiva avremmo perso l’anno utilizzato per il concorso di idee». Il progetto, per il quale sono pronti 18 milioni di euro provenienti dagli oneri di urbanizzazione di City Life è dunque a rischio: «Non sono né pessimista né ottimista – frena la Bisconti – ma è vero che sul progetto pende questa spada di Damocle».

da Gazzetta Milano
 
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#8
Vigorelli, ricorso al Tar del Comune di Milano
Contro il vincolo della sovrintendenza

Non ci corre più nessuno da anni, ma il Vigorelli continua a far parlare di sè. Il nodo principale che impedisce all'impianto di tornare a nascere è il vincolo della sovrintendenza sulla pista storica, ormai non più omologata per le gare internazionali, che il comune vorrebbe sostituire con una pista smontabile in modo da consentire lo svolgimento, nell'impianto stesso, anche di altri sport.
Ora il comune di Milano ha deciso di impugnare il vincolo. E ha presentato un ricorso al Tar per l'annullamento del vincolo stesso. Chiara Bisconti (assessore allo sport) e Lucia De Cesaris (urbanistica) lo definiscono "un atto dovuto, considerate le diverse valutazioni fatte riguardo al Vigorelli dall'amministrazione stessa".

tuttobiciweb.it
 
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#9
VIGORELLI. L'accordo è ok: la pista non si tocca
Nessuna demolizione, al via un progetto conservativo

Si sblocca la vicenda legata al Vigorelli, storico 'tempio' milanese del ciclismo, dopo il vincolo sulla pista storica che aveva portato alla 'bocciaturà del progetto di profondo restyling deciso dal Comune di Milano. L'amministrazione comunale ha concordato ieri con Alberto Artioli, soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici, e Caterina Bon Valsassina, direttrice regionale della Soprintendenza, il via libera prima dell'estate ai lavori di restauro conservativo.
Il vincolo della Soprintendenza riguardava non solo la struttura architettonica, ma soprattutto l'anello protagonista dei primati mondiali di velocità: da quelli di Fausto Coppi ai record di Francesco Moser. Chiuso da oltre un decennio, il Vigorelli - che ha ospitato anche mitici concerti come quelli dei Beatles, dei Clash e dei Led Zeppelin - è stato sfruttato negli ultimi anni solo per il football americano e per la preghiera dei fedeli musulmani.
La pista in pino svedese non sarà quindi demolita, ma ricoperta da un nuovo tipo di legno, bisognoso di minori cure. Il problema è che con la conservazione dell'anello originale, il Vigorelli non sarà omologato per le competizioni (la pista è lunga 400 metri invece di 250) e quindi, a meno di deroghe non sarà possibile ospitare gare o appuntamenti internazionali.
Nell'operazione di restauro verranno recuperati gli spazi sotto le tribune. Il costo dell'intervento sarà di 5 milioni di euro, contro i 18 previsti per il rifacimento completo, frutto degli oneri di urbanizzazione per la costruzione della vicina City Life. I lavori andranno avanti per tre anni. (ANSA).

Pronta la risposta del Comitato Vigorelli: «Il Comitato Velodromo Vigorelli accoglie con soddisfazione l’annuncio del Comune relativo al prossimo restauro del Velodromo ed è pronto a collaborare per far sì che il nuovo corso del Velodromo Vigorelli sia un successo per tutti. I promotori del Comitato sono disponibili a mettere a disposizione idee ed entusiasmo in un progetto di restauro, riapertura e gestione dell'impianto che sia serio e soprattutto all'altezza della storia del Vigorelli.

A tal proposito il Comitato è pronto a mettere sul tavolo i progetti e le manifestazioni d’interesse raccolte da parte di importanti realtà del settore, che dimostrano tra l'altro la piena utilizzabilità della pista sia come scuola di ciclismo per giovani sia come sede di gare di alto livello, facendo finalmente chiarezza in merito alle ancora circolanti errate interpretazioni sul fatto che la pista non sarebbe regolamentare ed omologabile per competizioni professionistiche».

tuttobiciweb.it
 
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