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Parigi-Roubaix, Terpstra corona il gioco degli OPQS. Cancellara ancora sul podio.
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Parigi-Roubaix, Terpstra corona il gioco degli OPQS. Cancellara ancora sul podio.

[Immagine: 2_0171615_1_thumb2.jpg]
L'esultanza di Terpstra sul traguardo del velodromo di Roubaix
© Bettiniphoto

Un solo nome, ma nove vincitori. Se sul podio e negli annali rimarrà il nome di Niki Terpstra, nella cronaca non si può non esaltare la giornata perfetta degli uomini di Lefevere, veri specialisti delle corse del nord. Da gregari "puri" come Maes e Van Keirsbulck, a vice capitani come Stybar fino all'idolo Tom Boonen: tutti ingranaggi di un gioco di squadra organizzato dalla Omega Pharma-Quick Step e riuscito perfettamente, grazie all'acuto, ai meno 6 chilometri dal traguardo, dall'olandese Niki Terpstra. Corridore che piano piano (è dal 2011 alla Quick Step) si è guadagnato la piena fiducia del manager Lefevere, arriva per la prima volta, alla soglia dei 30 anni, sul gradino più alto del podio di una classica monumento. E lo fa dalla porta principale: non si prende quello di una classica qualunque, bensì quello della Regina delle Classiche.

La prima freccia del team belga viene scoccata quando mancavano ancora la bellezza di 77 km alla cittadina di Roubaix: un potente forcing operato da Nicolas Maes e Guillaume Van Keirsbulck fa esplodere la corsa, con lo stesso Maes che riesce a sganciarsi in un gruppetto di dieci corridori. Pochi chilometri e Tom Boonen, con un'accelerazione delle sue all'altezza del settore di Beuvry-la-Forêt à Orchies, si sgancia dal gruppo dei big e raggiunge velocemente il drappello degli attaccanti.

Il gruppo Boonen inizialmente è molto folto e ben rappresentato, anche per il ricongiungimento con i fuggitivi del mattino. Ben presto però rimangono in avanscoperta solo in cinque: oltre al quattro volte campione belga, troviamo Yannick Martinez (Team Europcar), Bert De Backer (Giant-Shimano) e Geraint Thomas (Sky), con un altro vecchio leone come Thor Hushovd (BMC) che si aggregherà al gruppo di testa dopo aver sferrato un attacco sul duro tratto di Mons-en-Pévèle.

All'interno del drappello però non si riesce a trovare una vera e propria collaborazione, e sono solo Thomas e poi Hushovd a dare manforte ad un nervoso Boonen. Il loro vantaggio non supera mai i 50 secondi, ma costringe i rivali a mettersi al lavoro in testa al gruppo. Dopo quasi 40 chilometri in avanscoperta, quando ci si appresta ad affrontare il tratto di Camphin-en-Pévèle, i cinque vengono prima raggiunti da Peter Sagan (Cannondale Pro) e Maarten Tjallingii (Belkin), evasi e rimasti a bagnomaria per diversi chilometri, e poi dalla testa del gruppo.

E proprio Peter Sagan (Cannondale Pro) decide coraggiosamente di continuare la sua azione e di portare così avanti questo attacco, cercando di anticipare i big sul Carrefour de l’Arbre per evitare così uno scontro diretto che - in 99 casi su 100 - lo vedrebbe sconfitto. Risultato centrato, perché il forcing di Sep Vanmarcke (Belkin) riporta l'olandese, insieme a Fabian Cancellara (Trek Factory Cycling), John Degenkolb (Giant-Shimano) e Zdenek Stybar (Omega Pharma), sullo slovacco proprio quando mancano pochi metri al termine dell'ultimo vero tratto di pavé impegnativo.

Ci sono da percorrere ancora 12 chilometri prima di arrivare al velodromo, ma i corridori già non risparmiano i tatticismi: Degenkolb e Sagan sono troppo veloci, almeno sulla carta, per essere sottovalutati. Tanto che da dietro, grazie al lavoro dei blocchi Sky e Omega Pharma, riescono a rientrare Niki Terpstra con l'inesauribile Tom Boonen, i britannici Bradley Wiggins e Geraint Thomas e l'olandese Sebastian Langeveld (Garmin).

La Giant-Shimano con De Backer cerca di prendere in mano la corsa, visto che Degenkolb rischia di essere il favorito numero uno in caso di volata. Ma la superiorità tecnica e numerica degli OPQS non lascia scampo: 6 km dal termine, al primo vero attacco Niki Terpstra(Omega Pharma) riesce subito a sorprendere tutti i rivali e a creare il buco decisivo. Il solo De Backer, con le energie ormai al lumicino, non può chiudere, e anche le gambe degli altri compagni di fuga non rispondono più agli ordini della testa. Una lunga passerella di 6 km, mai messa in dubbio dalla rincorsa degli altri big, che si va a sciogliere in un'esultanza contenuta dall'emozione e dalla grande stanchezza che ormai attanagliano il suo corpo. Premio di consolazione per John Degenkolb (Giant-Shimano), vincitore della volatina per il secondo posto che - per lui - equivale ad una vittoria. Terzo ancora Fabian Cancellara (Trek Factory Cycling), sempre a podio fin qui nelle classiche monumento stagionali. A seguire Sep Vanmarcke (Belkin), Zdenek Stybar(Omega Pharma), il sorprendente Peter Sagan (Cannondale Pro), Geraint Thomas (Sky), Sebastian Langeveld (Garmin), Bradley Wiggins (Sky), altra grande sorpresa di giornata ed infine Tom Boonen (Omega Pharma), a chiudere una top 10 che vede presenti ben 3 corridori della banda Lefevere. Poco da segnalare in casa Italia, mai protagonisti e al traguardo solo 50° con Filippo Pozzato (Lampre), ad oltre 6 minuti, e 74° con Luca Paolini (Katusha), caduto e giunto al traguardo intorno ai 7 minuti di ritardo.

Gilberto Cominetti
 
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