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Kittel il pavido: il ritiro, i dubbi...
#1
Paura di cosa?

Di non farcela? Non credo proprio, Merckx nel '68 aveva ugualmente febbre alta, quel giorno pioveva e non era una passerella come quella di ieri, parti ugualmente è anzi vinse la tappa con la Maddalena nel finale.

Paura di compromettere il Tour? Prima o dopo si sarebbe ritirato prima delle montagne ma non era certo questo il modo onorevole di farlo.

E (ri)spunta l'ombra doping, la Gazzetta ovviamente lo riporta, riporta del trattamento del sangue con gli ultravioletti nel 2008, archiviato?
 
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#2
Non mi puoi paragonare il ciclismo di oggi con quello di 50 anni fa, si sa che è tutto di diverso...

Era chiaro che Kittel si sarebbe ritirato prima di Trieste, ma non penso che volesse farlo già da ora. Purtroppo gli è capitato questa febbre e non ha voluto rischiare, visto e considerato che il suo obiettivo stagionale è il Tour de France. Non vedo proprio il motivo di venire in Italia dopo la tre giorni irlandese se fosse stato un ritiro programmato da tempo.

Se è dopato lo si scoprirà tra qualche giorno. Non è che in Italia i controlli sono diversi dall'Irlanda, quindi non vedo cosa sarebbe cambiato...
 
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#3
Perché oggi sono più delicati?
 
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#4
Anche Pantani nel 1997 vinse la tappa di Morzine nonostante stesse male, ma sono casi rari.

Io non vedo complotti strani, Kittel ha la febbre, l'obiettivo principale di Kittel è il Tour de France, Kittel preferisce non rischiare, Kittel si ritira. Non ci trovo niente di strano e penso che se volesse ritirarsi non sarebbe venuto in Italia dall'Irlanda.

Il discorso doping è un evergreen da giornali: se uno va troppo forte è doping, se uno va troppo piano è doping, se uno si ritira è doping. Mi sembra molto logico. Sisi
 
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#5
Sì, 'ste cose le aveva insinuate anche Capodacqua, ma davvero mi pare assurdo tirar fuori robe del genere fondate solo su illazioni e sui sentito dire. Finché si fanno discorsi "leggeri" del tipo ritiro programmato ok, ma superare 'sto confine non mi pare proprio corretto...

(14-05-2014, 10:57 AM)Hiko Ha scritto: Non vedo proprio il motivo di venire in Italia dopo la tre giorni irlandese se fosse stato un ritiro programmato da tempo.

No, però è stato valutato un po' tutto: metti qualche linea di febbre, metti 'sto asfalto pericoloso, metti poi che - dopo Bari - c'eran due tappe che non c'entravano nulla con Kittel... le due vittorie di tappa eran già in saccoccia, si va avanti con Mezgec. Sese Anche l'arrivo della notizia mi pare sia stato molto particolare, con gli organizzatori che son stati avvisati solamente a foglio firma finito (o quasi), tanto che - da quanto ho capito - non hanno fatto nemmeno in tempo a preparare la nuova maglia rossa per Swift. Insomma, se uno si sente male e non può partire lo sente da quando s'è alzato, non dalle due di pomeriggio... :-/
 
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#6
infatti erano in tanti al bus ad aspettare Kittel... la sua bici era lì ma lui non è sceso dal pullman
e io l'ho saputo solo ieri sera che non era proprio in gara
 
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#7
I giornalisti sono sempre sospettosi di doping nel ciclismo anche quando non c'è uno straccio di prova, ma non sospettano mai che la loro moglie sia a letto con altri.
 
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#8
Oggi si ritira Cecchinel con la febbre, dopo che aveva tenuto duro ieri. Se l'avesse fatto Kittel cosa sarebbe cambiato? Con la differenza che Cecchinel ha il Giro come obiettivo della stagione (forse della vita) e un cagnaccio come Luca Scinto sull'ammiraglia, mentre il tedesco non può permettersi di compromettere il Tour solo per fare la figura di quello che non si ritira mai al Giro...
 
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