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Attacchi&Contrattacchi - Deludente Bramati
#1
Attacchi&Contrattacchi - Deludente Bramati
Va al Processo e non affonda il colpo. Impara da Guercilena

Deludente Bramati. Molto deludente. Vecchio Davide, lasciatelo dire. In questa due giorni di delirio collettivo eri partito benissimo. Giusta, giustissima la ribellione contro gli impiastri del Giro: primo fra tutti Vegni, che istituisce la safety-moto senza che il regolamento lo preveda, subito appresso la giuria, che lascia fare, come se l’arbitro di un Juve-Milan tollerasse serenamente il secondo pallone in campo, e a seguire anche i sistemi di comunicazione, radiocorsa più twitter, esecutori materiali di un disastro storico con annunci a dir poco ambigui (alla fine ci metterei pure il popolare Unzue e il suo pupillo Quintana, autori della spaccata con l’intramontabile tecnica dei finti tonti).

Eri partito benissimo, amico Bramati. E avevi anche continuato altrettanto bene, sostenendo con passione le tue ragioni, a tutti i costi. Poi, la comparsata al “Processo”. Ci dev’essere qualche virus che vi assale, quando si accendono quelle maledette telecamere: il leone che alberga dentro il vostro animo improvvisamente si trasforma in un mansueto cockerone. Giustamente la Zia Ale ti invitava a sostenere le tue ragioni, proprio lì, davanti al megafono migliore della tv. Era l’occasione ideale per spiegare alla gente, cioè ai destinatari più importanti, il senso della vostra rabbia. Un rigore da tirare preciso nell’angolino. Ma ecco il colpo di scena: prendi la rincorsa e lo spari al terzo anello. Orecchie basse, tono accucciato, “cosa vuoi che facciamo, avete visto tutti, adesso ci sono ancora tre tappe importanti, la mia squadra è motivata”, eccetera, eccetera, eccetera.

Potevi lanciare una mina, hai lanciato un cotton fioc. Io non so che cosa ti abbia preso. Ma dov’era il “Brama” che tutti conoscono: diretto, lineare, senza peli sulla lingua? Chi era quello, suo fratello diplomatico?
Sai perché tanta delusione, Davide? Perché ci sono momenti della vita in cui bisogna andare fino in fondo, senza calcoli e senza esitazioni, se davvero in quel momento sono in pericolo le nostre ragioni e i nostri diritti. Mi pareva di aver capito che questa farsa dello Stelvio avesse ferito molto la vostra dignità di tecnici. Non piace mai a nessuno uscirne da tordi, tanto meno a voi. E non si può nemmeno far passare per unico genio Unzue, che quanto meno ha ciurlato nel manico. Avevi cioè mille ragioni, ma hai rinunciato in fretta a brandirle con passione e fervore. Fatico a capire il motivo. Evidentemente ne avrai di buonissimi.

Per quanto mi riguarda, voglio solo farti notare - senza la minima malizia, ma per dovere di cronaca – che il tuo amico Luca Guercilena, sullo stesso palco e con le stesse ragioni, non ha sprecato l’occasione per esprimersi fino in fondo. Io, ascoltandolo, l’ho apprezzato tantissimo. Mi sono detto: ecco un giovane tecnico che difende compiutamente le proprie idee, senza calcoli e senza opportunismi, a costo di crearsi anche dei nemici. Ci sono momenti, durante battaglie giuste, in cui non bisogna pensare a quanti nemici ci facciamo. Non conta il consenso, non contano le conseguenze. Conta difendere fino in fondo la propria dignità.

Per questo, ne sono sempre più convinto: il ciclismo di oggi ha bisogno di molti Guercilena. Resto convinto che abbia bisogno anche di tanti Bramati. Ma non di questo Bramati. Non del fratello.

Attacchi&Contrattacchi di Cristiano Gatti per tuttobiciweb.it
http://www.tuttobiciweb.it/index.php?pag...68875&tp=n
 
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#2
Io avrei un luogo in cui mandare sia lui che Bramati :-/
 
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