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Parigi-Roubaix, impresa di Mathew Hayman: beffato Boonen dopo esser stato in fuga dal mattino. Terzo Stannard.
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Parigi-Roubaix, impresa di Mathew Hayman: beffato Boonen dopo esser stato in fuga dal mattino. Terzo Stannard. Fuori dai giochi Cancellara, caduto, e Sagan.

Mathew Hayman beffa Boonen in volata - © BettiniPhoto
Mathew Hayman beffa Boonen in volata - © BettiniPhoto


La Parigi-Roubaix è una corsa che regala poche sorprese. Ma, ogni tanto, non si fa mancare un eccezione. Così, dopo Magnus Backstedt nel 2004, Stuart O'Grady nel 2007, Johan Van Summeren nel 2011, è toccato all'australiano Matthew Hayman (Orica-GreenEdge), 38 anni tra dieci giorni e con la bellezza di sedici edizioni disputate in carriera. Proprio Hayman che ha visto "nascere" Tom Boonen nel 2002, quando esordì con un profetico 3° posto, ed ha vissuto la sua epopea ed i suoi duelli con Cancellara, è stato colui che gli ha tolto la gioia della quinta Roubaix, che lo avrebbe collocato nella storia di questa leggendaria classica.

Il momento chiave della corsa è avvenuto nel tratto di Maing, il numero 20,quando mancavano oltre 110 chilometri al velodromo di Roubaix. Una caduta di Federico Zurlo (Lampre-Merida) ha frazionato il gruppo: tanto è bastato a Tom Boonen ed al suo compagno Tony Martin (Etixx-Quick Step) per dare vita all'azione decisiva, nella quale sono subito entrati nomi importanti come quelli di Sep Vanmarcke (LottoNL-Jumbo), Edvald Boasson Hagen (Dimension Data), Luke Rowe e Ian Stannard (Tema Sky). Non Matthew Hayman (Orica-GreenEdge) però: l'australiano infatti era già in avanscoperta da una settantina di chilometri, visto che faceva parte della prima vera fuga di giornata formata da sedici corridori.

Riacchiappati man mano i fuggitivi, la 114a edizione della Roubaix si è svolta nel palpitante testa a testa tra il gruppo Boonen, nel quale uno scatenato Tony Martin e il lavoro di LottoNL-Jumbo prima e Sky poi la facevano da padrone, e quello composto da Sagan e Cancellara, rimasti sorpresi dall'azione nel tratto di Maing e costretti a rincorrere per tutto il giorno. Il gap tra i due drappelli si è sempre attestato intorno al minuto; fino a che, nel difficile tratto di Mons-en-Pévèle, una scivolata di Fabian Cancellara non ha abbattuto mezzo gruppo, azzerando ogni speranza - già ridotte al lumicino - di ricongiungimento con gli uomini di testa.

Le possibilità di vittoria si riducono così ad una decina di uomini, ridotti a cinque dopo il passaggio sul leggendario Carrefour de l’Arbre. Sull'ultimo tratto di pavé davvero impegnativo, un tentativo di Sep Vanmarcke pareva aver segnato la corsa: Hayman subito aveva ceduto, e l'olandese si era liberato della scomoda compagnia di Boonen, Stannard e Boasson Hagen. Il coriaceo australiano però era riuscito a rientrare del suo passo sui tre, mentre una potente menata di Stannard aveva ricucito sui 10 secondi che Vanmarcke era riuscito a ritagliarsi.

Tra un attacco e l'altro a scandire i 10 chilometri conclusivi, la 114a Parigi-Roubaix va a decidersi solamente con una volata nel Velodromo André-Pétrieux della cittadina francese. Matthew Hayman (Orica-GreenEdge), scaltro a gestirsi e risparmiarsi nelle ultime fasi di gara, anticipa di poco, una mezza bicicletta, Tom Boonen (Etixx-Quick Step), privandolo della gioia di raggiungere il quinto successo nella Regina delle Classiche. Un indomito Ian Stannard (Tema Sky) chiude al terzo posto, davanti al belga Sep Vanmarcke (LottoNL-Jumbo) ed al norvegese Edvald Boasson Hagen (Dimension Data). Heinrich Haussler (IAM Cycling), ad un minuto, è il primo dei contrattaccanti, seguito da Marcel Sieberg (Lotto Soudal), dal suo compagno Aleksejs Saramotin (IAM Cycling) e, pochi secondi dopo, dallo spagnolo Imanol Erviti (Movistar Team). Decimo Adrien Petit (Direct Energie), vincitore della volatina di gruppo davanti a Peter Sagan (Tinkoff Team).


Il video del finale della Parigi-Roubaix 2016


La sorpresa - Hayman è il nome servito su di un piatto d'argento, ma, visto che il suo palcoscenico lo ha già conquistato, possiamo ritagliare un piccolo spazio per Tom Boonen (Etixx-Quick Step). Criticato da tutti, già pensionato da molti: persino dal suo manager Patrick Lefevere, che nei mesi scorsi lo avrebbe invitato ad appendere la bici al chiodo per il bene della squadra e del suo budget. Invece quest'oggi Tommeke si è dimostrato ancora una volta l'unico vero campione all'interno della Etixx-Quick Step, nonostante si avvicinino le 36 primavere. Insieme a Tony Martin, quando mancavano più di 100 chilometri al traguardo, ha capito di poter dar vita ad un'azione determinante per l'esito della corsa, correndo con la sicurezza di chi ha vinto quattro Parigi-Roubaix e senza mai risparmiarsi un attimo. Solo Hayman è riuscito a beffarlo proprio sul più bello, ad un passo dal traguardo del Velodromo di Roubaix. Cavallo di razza.

La delusione - Difficile scegliere una sola delusione. Sep Vanmarcke (LottoNL-Jumbo), al Fiandre, aveva dimostrato di avere una delle migliori gambe in gruppo, eppure non è riuscito a fare la vera differenza sul pavé in una situazione di gara che girava nettamente a suo favore. Edvald Boasson Hagen (Dimension Data), sulla carta l'uomo più veloce del gruppetto finale e autore di una corsa decisamente passiva, al Velodromo è arrivato dietro tutti i suoi compagni d'attacco. Fabian Cancellara (Trek-Segafredo), ancora una volta, si è lasciato sorprendere un po' troppo facilmente per un corridore della sua esperienza, e nessuno si sarebbe mai aspettato da lui quella banale scivolata sul fango del Mons-en-Pévèle che lo ha tagliato definitivamente fuori dai giochi. Sottotono anche la BMC Racing Team, che però aveva perso il suo leader Van Avermaet al Fiandre, ed i capitani designati della Lotto-Belisol; mentre Zdenek Stybar (Etixx-Quick Step), 2° lo scorso anno, ha chiuso al 110° posto. Infine nessuna traccia di Lars Boom (Astana), annunciato da molti come outsider più pericoloso. Quante batoste!

Gli azzurri - Pochi risultati concreti, ma prestazioni incoraggianti. Le belle notizie arrivano da casa Sky: Salvatore Puccio, 33°, e Gianni Moscon, classe 1994 e 38° al debutto, sono stati infatti autori di una giornata sopra le righe, lavorando a fondo nella riuscita dell'azione di testa in cui erano coinvolti i loro compagni Stannard e Rowe. I due, anche annebbiati dalla fatica, sono poi scivolati uno dietro l'altro, rischiando di compromettere la gara dei propri capitani: ma ciò non deve sminuire la loro bella giornata, sperando che in futuro - soprattutto per Moscon - possano poter fare la loro corsa. Il miglior azzurro piazzato in classifica invece è stato Marco Marcato (Wanty-Group Gobert), 32°. Matteo Trentin (Etixx-Quick Step), autore di una prestazione anonima, ha chiuso 38°, Alan Marangoni (Cannondale Pro Team) 62°. Ritirato invece Daniel Oss (BMC Racing Team), sparito dai radar dopo un buon passaggio ad Arenberg sulla ruota di Cancellara. Sperando in un domani migliore.

 
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#2
Boasson Hagen ha deluso tante volte non certo ieri, sul pavé è sempre stato una pippa e questa è stata e probabilmente resterà la sua miglior Roubaix
 
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#3
Non seguo con la capillarità necessaria per collegare una ragionevole mole di dati (numero di corse seguite in diretta negli anni) ad impressioni ben fondate sul futuro. 
Per essere al debutto Moscon non mi è dispiaciuto al Fiandre e mi ha dato buone impressioni in questa Roubaix. Potrebbe sviluppare in futuro quella marcia in più necessaria per duellare con i migliori nelle classiche. 
Trentin e Oss ho paura che siano ormai vicini ai loro limiti. Entrambi, Trentin in particolare, mi hanno dato più volte la sensazione di poter fare un qualcosa in più che, ad oggi, non sembra concretizzarsi. Futuro sempre da scrivere, comunque, a volte si raccolgono da trentenni risultati prima insperati.
Forza!  Italia
 
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#4
Oss ha sprecato un'occasione colossale quest'anno: praticamente è dalla Gent che ha possibilità di fare la corsa, e non si è praticamente mai visto. Per me si è giocato una bella chance, almeno finché resterà in BMC...

Trentin alle spalle ha qualcosa di solido, qualche successo importante, che lo rende comunque credibile in squadra. Oss adesso rischia di essere relegato a semplice gregario. :-/

(11-04-2016, 05:04 PM)BidoneJack Ha scritto: Boasson Hagen ha deluso tante volte non certo ieri, sul pavé è sempre stato una pippa e questa è stata e probabilmente resterà la sua miglior Roubaix

Spero di no :D
Soprattutto dal prossimo anno in cui, per forza di cose, al nord si dovranno riscrivere le gerarchie.

Di sicuro, se vuol provare seriamente a far qualcosa sul pavé, la Dimension Data deve attrezzarsi un attimino: non è possibile che alla Roubaix come ultimo (unico?) uomo avesse Cavendish, o alla Gent Farrar. Serve un po' di qualità in più, se vogliono far parte del World Tour.
 
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#5
il pavé non è arte sua, domenica era lì giocando sempre di rimessa e nonostante abbia fatto poco rispetto agli avversari ha chiuso quinto su cinque, per altro erail più veloce. È stata una prova eccezionale considerando i limiti che ha sempre palesato in questo tipo di corse a parte qualche rarissimo sprazzo (ma un Kemmelberg quasi dieci anni fa e una Het Volk che si corre a febbraio di sicuro non possono essere sufficienti a sostenere il contrario)
 
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