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Contador, pesa il fattore mentale, come affrontare un Froome così forte?
#1
Inutile negare che quel Contador che non tiene le ruote di Froome e Rodríguez a 500 metri dal traguardo di Jaca dia un po' da pensare. Non da starci molto, su questo pensiero, ma qualche considerazione va fatta, perché è anche vero che non è mica da questi particolari (ovvero da una rampa di 3 km) che si giudica un corridore (del genere), ed è vero che salite più lunghe sono pane migliore per i denti di Alberto, ed è poi vero che un corridore che viene da diversi mesi di lontananza dalle gare possa pagare i cambi di ritmo, almeno finché non ritrova un suo modus operandi in gara.
Quel che fa più pensare, al di là dell'essersi staccato ai 500 metri, è l'ammontare del ritardo che il madrileno si è ritrovato al traguardo: 19" (in 500 metri, più gli abbuoni...) non sono così pochi da essere catalogati a cuor leggero come "breve momento d'affanno su un cambio di ritmo". Sembra, la stecca presa, più una roba da concettualizzare come "gli manca ancora qualcosa per essere al pari degli altri".
Contador era partito da Pamplona tra squilli di tromba, vaticini di un certo peso (Merckx: «Vincerà con un giorno di vantaggio») e ovviamente con tutti gli occhi addosso (per non dire "i fucili spianati"): un successo a Madrid sarebbe considerato un giusto riscatto, ma una sconfitta aprirebbe il vaso di Pandora dei mille "ecco, vedi, lo sapevo", coi soliti fastidiosi riferimenti al doping e al non doping (per esplicitare con una metafora: "da quando è vegetariano non vince più").
La questione andrebbe invece parametrata diversamente, e cioè partendo da un Contador che, in prevedibile crescita, sarebbe andato a bastonare gli avversari nella seconda metà di Vuelta, dopo aver corso in difesa la prima; il punto è che gli avversari non sono più solo Rodríguez (bravissimo, fortissimo su certi arrivi, ma certamente battibile, anche a causa della cronometro) o Valverde (che ha i suoi anni ed è soggetto a qualche passaggio a vuoto, al di là delle cadute...). Il punto è che si è inserito nella contesa Chris Froome.
Il quale è corridore del tutto diverso dagli altri, a partire dalla propensione per la cronometro che ne fa un rivale privo (all'apparenza) di punti deboli rispetto ad Alberto. Froome ha una squadra incredibile, basti pensare che al suo servizio ci sono - tra gli altri - Urán e Henao, ovvero due corridori che hanno centrato la top ten all'ultimo Giro e che in salita vanno molto forte. Oggi abbiamo visto cosa significhi poter spendere uno di questi colombiani (nella fattispecie Henao) per rendere il ritmo insostenibile per chi è abituato a scattare: e Contador, messo alla frusta dall'andatura del giovane Sergio Luis, non ha poi avuto la lucidità per rispondere all'accelerazione di Froome.
Il meccanismo Sky pare ben oliato e quantomai difficile da scardinare. Come già al Tour e in altre corse minori, i nerazzurri di Brailsford si muovono come un'armata conscia di avere una corazza inscalfibile o quasi.
Torniamo a Contador: in questi anni lo spagnolo ha vinto moltissimo, ma si è trovato quasi sempre a battagliare con avversari che non erano alla sua altezza in salita, o che se lo erano (vedi Andy Schleck) risultavano disastrosi a cronometro. Froome per Alberto è quindi un rivale del tutto nuovo. Non solo perché è la prima volta che i due si scontrano alla pari, ma anche perché, nei confronti del kenyano, il madrileno non può fare affidamento sulla riserva mentale dettata dal sapere di avere un match point a disposizione. Sa che se la gioca alla pari sugli stessi terreni, e che anzi rende all'avversario qualcosa a cronometro. Sa insomma che non potrà fare il minimo errore, perché ne sarebbe punito duramente.
Possiamo quindi iniziare a domandarci: quanto inciderà il fattore mentale in questa lotta? Dopo 6 giorni di gara ci stiamo rendendo conto che tale fattore avrà un peso determinante. Forse sta già iniziando ad averlo, se vogliamo pensare che a Contador oggi si sia spenta la luce (ricordiamo: 19" in 500 metri), una volta che si sia visto staccare da Froome.
Non è il caso, d'altro canto, di preparare anzitempo funerali sportivi. Non sappiamo se Froomy terrà fino alla fine a questi livelli (stiamo iniziando a sospettare di sì, e naturalmente la cosa proietterebbe il ragazzo in tutt'altra dimensione, ovvero nella categoria dei corridori veri, quelli che sanno far bene in due GT nella stessa stagione!); se dovesse essere così, in ogni caso, Alberto non è tipo da fasciarsi il capo prima d'esserselo rotto. L'anno scorso al Tour si inventò un fantastico attacco da lontano nella tappa dell'Alpe d'Huez, per provare a recuperare su quelli che lo precedevano in classifica. Ci sta quindi che, se dovesse essere nella condizione di inseguire, possa essere stimolato a correre nella maniera più spettacolare possibile.
In un modo o nell'altro, ci sarà chi godrà molto da tutto questo insieme di cose: gli spettatori.
Marco Grassi
Cicloweb.it
 
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Contador, pesa il fattore mentale, come affrontare un Froome così forte? - da Luciano Pagliarini - 23-08-2012, 11:02 PM

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