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Peter Sagan e la maledizione della Milano - Sanremo
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Peter Sagan e la maledizione della Milano - Sanremo

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Sagan, Ciolek e Chavanel alla Sanremo 2013 © APP

È il mattino del 19 marzo 2011. A Milano, in via della Chiesa Rossa, Peter Sagan sta attaccando alla divisa il suo primo dorsale della Milano - Sanremo. Il numero è il 142, correrà come seconda punta, dietro al capitano Vincenzo Nibali. Peter sa che è li per fare esperienza, per scoprire la Classicissima.
Già sulle Manie ci fu selezione, con la maggior parte dei velocisti staccati a 90 km dall'arrivo. La Cipressa e il Poggio furono quindi terreno per gli attacanti, ai quali resistette Matthew Goss, poi trionfante sul lungomare ligure. Il giovane slovacco invece non riesce a rimanere con i migliori, e arriva staccato di 30" secondi, concludendo in 17esima posizione. In cuor suo capisce che ad alzare al cielo le mani sul Lungomare Italo Calvino potrebbe essere lui in futuro.

L'anno successivo stessa squadra, stesso copione. Sagan però è maturato, ed ha iniziato a dimostrare a suon di vittorie il suo enorme talento. L'attacco decisivo fu portato da Vincenzo Nibali sul Poggio, che si portò dietro Cancellara e Gerrans. La locomotiva di Berna tirò per tutti i km che mancavano all'arrivo, senza un cambio, dove venne battuto in volata da Simon Gerrans. Il gruppo arrivò a soli 2", regolato da una potente volata di Peter Sagan. Con il senno di poi si può dire che a condannare lo slovacco sia stato lo stesso compagno di squadra Nibali, il quale in volata partiva decisamente sfavorito rispetto agli avversari. E Peter mastica amaro.

Nel 2013 la svolta. Nibali passa all'Astana, Sagan diventa capitano unico nelle classiche, straconvincendo tecnici e non durante l'anno passato con le sue innumerevoli vittorie. Tutti lo danno come superfavorito.
Si torna a correre dopo più di 60 anni di domenica. Le condizioni atmosferiche sono ai limiti del praticabile. Il percorso viene tagliato da 255 km a 298 km. Le Manie vengono saltate. Si fanno i Capi, la Cipressa e il Poggio. Sulla discesa della Cipressa ci prova Gilbert, che si porta dietro un drappello di 9 ciclisti. Parte poi Chavanel, che prova a fare la differenza assieme a Stannard. Ma Peter è li, a giocarsi lo sprint con Cancellara, Ciolek, Chavanel, Paolini, Stannard e Phinney. Sembra tutto facile, Sagan parte ai 300 m dal traguardo, sicuro della sua forza e delle sue energie. Ma la sopresa è sempre dietro l'angolo. Il tedesco Ciolek brucia il capitano della Cannondale a 50 m dal traguardo, e trionfa a Sanremo. A Sagan questa sconfitta fa male, lo si vede sconsolato, sul secondo gradino del podio. Ma l'età è dalla sua parte.

Il 2014 voleva essere l'anno della rivoluzione. Via le Manie, viene inserita la Pompeiana, salita inedita di 5 km al 5% medio, fra Cipressa e Poggio. La classicissima non è più per velocisti, ma Peter comunque sorride, perchè lui in salite del genere tiene. L'autunno e l'inverno però si portano via la new entry, e non permettono nemmeno il passaggio sulle Manie, cause le incessanti piogge che hanno causato non pochi problemi di stabilità. Il percorso mutilato, che conta 294 km, vede alla partenza praticamente l'interò parter dei velocisti (fatta eccezione per Kittel). Il favorito è sempre lui: Peter Sagan.
Sulla Cipressa ci prova Nibali, senza successo. Sul Poggio Battaglin, ma viene riassorbito. Lo slovacco ancora non si muove. Si muove incece Colbrelli, ma viene ripreso. L'arrivo a ranghi compatti vede trionfare Krisoff, con Sagan, chiuso, che conclude in decima posizione.

Anche quest'anno la sconfitta a Peter brucia, e non poco. Ma il campione slovacco guarda avanti, perchè sa che Sagan è fatto per la Sanremo, e viceversa. E un giorno, come due amanti, Peter alzerà le mani al cielo sul lungomare Calvino, per cingere a sè la sua Bella, stringendola in un abbraccio che verrà ricordato in eterno. E farà finalmente sua la Classicissima tanto inseguita e tanto desiderata.


Igor Dal Bo
 
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Peter Sagan e la maledizione della Milano - Sanremo - da lordkelvin - 24-03-2014, 04:05 PM

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