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Obesità: la bicicletta è il primo alleato
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Obesità: la bicicletta è il primo alleato
La fonte è tra le più autorevoli in tema di statistiche e consulenze di direzione: da pochi giorni, infatti, l’agenzia multinazionale McKinsey&Company con sede principale a New York, ha pubblicato un’indagine completa sul fenomeno dell’obesità.

Nelle 120 pagine del Discussion paper firmato da Richard Dobbs, Corinne Sawers, Fraser Thompson, James Manyika, Jonathan Woetzel, Peter Child, Sorcha McKenna e Angela Spatharou, vengono analizzate cause, incidenza e proiezioni future dell’obesità indicando come primo strumento per la soluzione del problema, l’utilizzo della bicicletta.

Secondo quanto delineato dalla McKinsey&Company, che può annoverare tra i propri consulenti più illustri anche i nomi di Corrado Passera e Alessandro Profumo, oggi il 30% della popolazione mondiale soffre di obesità e, se l’incremento proseguirà con la stessa rapidità dimostrata nell'ultimo decennio, nel 2030 la percentuale totale salirà addirittura al 41%. Di queste persone, oggi, la maggior parte sono donne, con ben 24 punti percentuali di differenza sugli uomini.



Dai dati raccolti dall’agenzia americana, l’impatto sociale dell’obesità sull’economia mondiale ammonta a 2 trilioni di dollari: questo il costo per cure mediche, assistenza e interventi che fanno dell'obesità la terza piaga sociale al mondo, subito dietro al fumo (2,1 trilioni) e alle armi (2,1 trilioni), davanti all’alcolismo (1,4 trilioni), all’analfabetismo (1,3 trilioni) e ai cambiamenti climatici (1 trilione). Ma, a differenza di alcolismo e analfabetismo che sono dati in diminuzione, l'obesità, il fumo e la diffusione delle armi hanno registrato negli ultimi anni un trend in forte crescita.



Ciò che preoccupa di più gli osservatori sono i costi per le cure mediche del fenomeno obesità: più è grave l'obesità, infatti, e più lievitano i costi necessari per l'assistenza dei malati. Se per curare i problemi causati dall'obesità in una persona semplicemente sovrappeso serve una spesa medica superiore del 31% rispetto a quella richiesta per curare una persona di peso normale, per curare un obeso di classe 3 si impiegano l'86% delle risorse in più. Per questo motivo, anche solo ridurre l'obesità, può offrire dei benefici non indifferenti all'intera società.

Non solo, gli esperti hanno calcolato anche la perdita di produttività causata dall'obesità perchè questa abbia portato ad una morte prematura o ad una disabilità che abbia impedito agli individui di svolgere efficacemente il proprio lavoro. Il numero di "giorni di lavoro persi" è tre volte superiore nei Paesi sviluppati rispetto a quelli in via di sviluppo ma, mentre nei Paesi sviluppati è cresciuto del 17% negli ultimi 20 anni, nelle economie emergenti è cresciuto del 90%, raddoppiando di fatto il dato del 1990.



Per tentare di mitigare il fenomeno, McKinsey&Company, nella propria relazione, ha individuato ben 74 interventi suddivisi in 18 aree tematiche: il primo e più efficace intervento, secondo gli esperti, sarebbe quello di stimolare la popolazione a salire in bicicletta.

Il ciclismo, quindi, è stato individuato ancora una volta come l’attività per eccellenza in grado di permettere alle persone di bruciare le troppe calorie introdotte nel proprio organismo. Il primo passo da compiere, secondo McKinsey&Company, sarebbe soprattutto un cambio di mentalità e di abitudini: ancor prima di proporre il ciclismo come una attività sportiva agonistica, infatti, sarebbe sufficiente facilitare e incoraggiare le persone a preferire gli spostamenti in bicicletta rispetto a quelli in automobile per ridurre sensibilmente il problema obesità e permettere ad una buona fetta di popolazione di vivere in salute.

L'esempio vincente, ancora una volta, è quello della Gran Bretagna che ha messo in campo ben 44 misure correttive, tra cui la ridefinizione del piano dei trasporti urbano per facilitare gli spostamenti in bicicletta, e ha ridotto così del 20% la percentuale di persone obese per un risparmio calcolato in 25 miliardi di sterline.



McKinsey&Company, infine, sottolinea come nonostante l'attività fisica sia il miglior alleato per combattere l'obesità, questa, da sola non è sufficiente ad annientare il problema. Gli effetti positivi della semplice attività fisica, così come quelli di una singola dieta, infatti, potrebbero portare ad una iniziale riduzione del fenomeno ma dovranno essere supportati da una serie di interventi coordinati che coinvolgano tutti i diversi aspetti della vita sociale per avere dei risultati di un certo rilievo che durino nel tempo.

Numeri che fanno riflettere e che dovrebbero sensibilizzare il mondo imprenditoriale e politico ad investire nella prevenzione dell'obesità non solo con alimenti e diete più sane ma soprattutto stimolando la popolazione a fare attività fisica.

E voi che fate? Siete ancora fermi sulla sedia a fissare lo schermo? Chiudete tutto e iniziate a pedalare!

Ciclismoweb.net
 
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Messaggi in questa discussione
Obesità: la bicicletta è il primo alleato - da SarriTheBest - 07-12-2014, 05:34 AM

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