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Il Giro 100 è veramente "poco italiano"?
#1
Sui social e non solo sono già partiti i cortei di protesta al grido di:"Il Giro 100 sarà poco italiano", "hanno escluso due squadre italiane nell'anno in cui abbiamo perso l'ultima nostra WT rimasta" ecc. (per maggiori info leggere qua: https://www.ilnuovociclismo.com/forum/Thr...#pid237024 )

Francamente sono discorsi che ritengo concettualmente scorretti, figli di un vittimismo isterico di chi non riesce a stare al passo coi tempi che, volente o nolente, sono cambiati. Nonché mi sembra alquanto limitante ricondurre l' "italianità" delle squadre alla presenza o meno di main sponsor del belpaese.

La UAE Abu Dhabi non è altro che la vecchia Lampre, di straniero hanno solo lo sponsor, lo staff è italiano così come la gran parte dei corridori. Bahrein e Astana presentano una forte componente tricolore sia nell'organico che tra i direttori sportivi, pur non avendo alcuno sponsor italiano. Discorso totalmente inverso per la Trek - Segafredo, che pur avendo uno sponsor nostrano ha solamente quattro nostri connazionali a roster, benché la squadra sia poi diretta da Luca Guercilena e conti un altro paio di italiani nello staff.

Questo è il ciclismo di fine anni 10, il concetto di nazionalità dei team sta venendo pian piano abbattuto a favore di un meltin pot di culture in cui una corrente piuttosto che un'altra può attecchire in un determinato contesto e così finisci col ritrovarti l'Astana per metà italiana o la BMC con solo tre statunitensi a roster.

Ovviamente ci sono ancora squadre, come ad esempio le francesi, che si confanno allo schema classico, ma è chiaro che il ciclismo, a livello WT quantomeno, va verso un'altra direzione, squadre come BMC, Katusha o Trek non hanno neanche più una vera e propria nazione di riferimento.

Questo Giro alla fine della fiera non sarà meno italiano delle ultime edizioni, non è la presenza dell'Androni e degli Stacchiotti della situazione ad aumentare l' "italianità" della Corsa Rosa. Oggi come oggi, non è la nazionalità dello sponsor la discriminante per dare o meno una wild-card a una squadra, ma bensì la qualità del roster, unita ovviamente alla grana che una CCC può far entrare nelle casse del giro.

In compenso, se veramente si volesse tutelare maggiormente il nostro movimento, bisognerebbe cercare di salvaguardare e promuovere tutte le nostre corse storiche ormai in fase di declino.
 
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Il Giro 100 è veramente "poco italiano"? - da Luciano Pagliarini - 18-01-2017, 05:31 PM

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