26-06-2019, 01:45 AM
Negli anni sessanta in tanti parlavano già di limiti di risorse e di sviluppo sostenibile. Da 13enne / 14enne leggevo delle iniziative del Club di Roma, dei dibattiti. Per quel poco che capivo (che tuttora resta poco) mi sembrava evidente come le risorse del pianeta non fossero infinite.
Ben poco è cambiato da allora. La causa ambientalista è stata combattuta da tanti, con argomenti e spessori ben più importanti, non si tratta di intestare alla giovanissima Greta un qualsiasi primato. Il punto è che se ne parla da oltre 50 anni, se ne parla, e basta. Il tema continua ad essere trattato come qualcosa che attiene al futuro. Le grandi ricchezze e il potere di oggi sono di oggi, nel futuro si vedrà e, in fondo, è da tanti anni che se ne parla e la Terra più o meno è sempre la stessa Terra, allarmismi e poco più. Purtroppo, non credo sia così.
Verità relativa perché fa comodo che sia così, tutto si confonde nella enorme fornace dei media, oggi ancora più incredibile con internet e i social.
Il punto non è Greta Thumberg, che dà solo voce ad un pensiero diffuso tra chi tenta di pensare, ci stiamo mangiando (o abbiamo già divorato) il futuro dei figli, delle future generazioni.
Il punto è che Greta Thumberg è riuscita a riportare un po' di attenzione verso un tema sopito, quasi obsoleto, eppure fondamentale. Come è possibile che sia diventato un tema obsoleto?
Torniamo a quella realtà relativa di cui parli, di una realtà che non esiste nemmeno, visto che quanto ci circonda la considera poco o nulla.
Il Nobel per la Pace alla piccola svedese mi sembra una buona esagerazione, il tema sollevato non lo è.
Chi governa, chi decide? Con quali linee, quali interessi? La mia sensazione è quella di un mostro senza testa, di grandi poteri economici che alla fine non sono il pilota, solo fattori di disturbo per un pilota che non c'è.
Non è un tema astratto, è tremendamente reale. Per me la piccola Greta è la speranza che la voce della gente conti ancora qualcosa. Conterebbe, se la gente pensasse. La mia impressione è che si pensi pochissimo, che il giorno dopo sia solo il giorno dopo, per chi conta e per i miliardi di persone che stanno solo sulla barca e poco si interessano della rotta.
Non è neanche politica, è scienza e razionalità. Obsolete anch'esse?
E' ormai un pianeta globale ma non sappiamo pensare e agire in termini globali.
Spontaneità o Truman show poco importa, Greta per me non è una dea o una icona, è una scintilla di pensiero: vorrei avere un futuro, vorrei che l'umanità avesse un futuro (meno terrificante di quanto si possa attendere).
Se poi si pensa che ogni domani sarà simile ad oggi, anche tra 20, 30 o 40 anni...
Ben poco è cambiato da allora. La causa ambientalista è stata combattuta da tanti, con argomenti e spessori ben più importanti, non si tratta di intestare alla giovanissima Greta un qualsiasi primato. Il punto è che se ne parla da oltre 50 anni, se ne parla, e basta. Il tema continua ad essere trattato come qualcosa che attiene al futuro. Le grandi ricchezze e il potere di oggi sono di oggi, nel futuro si vedrà e, in fondo, è da tanti anni che se ne parla e la Terra più o meno è sempre la stessa Terra, allarmismi e poco più. Purtroppo, non credo sia così.
Verità relativa perché fa comodo che sia così, tutto si confonde nella enorme fornace dei media, oggi ancora più incredibile con internet e i social.
Il punto non è Greta Thumberg, che dà solo voce ad un pensiero diffuso tra chi tenta di pensare, ci stiamo mangiando (o abbiamo già divorato) il futuro dei figli, delle future generazioni.
Il punto è che Greta Thumberg è riuscita a riportare un po' di attenzione verso un tema sopito, quasi obsoleto, eppure fondamentale. Come è possibile che sia diventato un tema obsoleto?
Torniamo a quella realtà relativa di cui parli, di una realtà che non esiste nemmeno, visto che quanto ci circonda la considera poco o nulla.
Il Nobel per la Pace alla piccola svedese mi sembra una buona esagerazione, il tema sollevato non lo è.
Chi governa, chi decide? Con quali linee, quali interessi? La mia sensazione è quella di un mostro senza testa, di grandi poteri economici che alla fine non sono il pilota, solo fattori di disturbo per un pilota che non c'è.
Non è un tema astratto, è tremendamente reale. Per me la piccola Greta è la speranza che la voce della gente conti ancora qualcosa. Conterebbe, se la gente pensasse. La mia impressione è che si pensi pochissimo, che il giorno dopo sia solo il giorno dopo, per chi conta e per i miliardi di persone che stanno solo sulla barca e poco si interessano della rotta.
Non è neanche politica, è scienza e razionalità. Obsolete anch'esse?
E' ormai un pianeta globale ma non sappiamo pensare e agire in termini globali.
Spontaneità o Truman show poco importa, Greta per me non è una dea o una icona, è una scintilla di pensiero: vorrei avere un futuro, vorrei che l'umanità avesse un futuro (meno terrificante di quanto si possa attendere).
Se poi si pensa che ogni domani sarà simile ad oggi, anche tra 20, 30 o 40 anni...