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Rafal Majka
#1

Rafal Majka





 
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#2
Rafal Majka rinnova con la Tinkoff-Saxo: il polacco ha firmato per tre stagioni
Fresco vincitore di due tappe e della maglia a pois al Tour de France, il polacco Rafal Majka ha siglato un prolungamento di contratto con la Tinkoff-Saxo: Majka, che era arrivato nel team di Bjarne Riis nel 2011, ha rinnovato per tre anni fino a tutto il 2017. Majka aveva ancora un anno di contratto con la Tinkoff-Saxo ma si è conquistato questo nuovo accordo grazie alle ottime prestazioni di quest'anno, non solo al Tour, ma anche al Giro d'Italia dove ha chiuso in sesta posizione.

cicloweb.it
 
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#3
Majka: "Voglio un Grande Giro per me"
Il 2014 è stato l’anno dei polacchi. Con Michal Kwiatkowski campione del mondo e Rafal Majka protagonista al Tour de France: ora che le ruote si sono fermate, l’atleta della Tinkoff Saxo si concede ai microfoni e si racconta.

Due vittorie di tappa al Tour de France e la classifica finale del Giro di Polonia, Majka è riuscito senza dubbio a farsi apprezzare dal grande pubblico: “Sono molto soddisfatto della mia stagione. Negli anni scorsi avevo fatto bene, avevo lavorato sodo per il team e risultati alcuni buoni risultati per me. Ma quest’anno ho iniziato a vincere quello che avevo mancato negli anni scorsi. Il team mi ha supportato e sono riuscito a migliorarmi” spiega Majka la cui crescita è passata anche sulle strade italiane, con i colori della Petroli Firenze.

Dalla Volta ao Algarve a Febbraio fino alle classiche d’estate in America: è stata una lunga annata per il 25enne diretto da Bjarne Riis: “Dopo l’USA Pro Challenge Race non ho più corso ma ho avuto comunque una stagione molto impegnativa con due grandi giri. Sono migliorato tantissimo ma avevo bisogno di riposarmi e recuperare. Anche se non ho corso, mi sono allenato per due-tre ore al giorno, tutti i giorni per mantenere una buona condizione e riprenderò a prepararmi con il resto della squadra quando ci ritroveremo a Gran Canaria”.

Un allenamento mirato quello seguito da Rafal Majka: “Mi sono concentrato su alcuni aspetti chiave, voglio diventare un uomo da corse a tappe. Durante l’inverno mi concentrerò ancora di più sulla cronometro. Sia io sia il team sappiamo che possiamo guadagnare ancora un po’ di secondi in questa specialità. Sono molto motivato e condivido le stesse ambizioni del team. Nel 2015 l’obiettivo saranno i grandi giri poi in futuro mi potrei concentrare anche sulle classiche” ha concluso Majka, già sul podio della Milano-Torino nel 2013.

Ciclismoweb.net
 
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#4
Rafal Majka: «Sogno di vincere un grande giro»
«Ma l'obiettivo per il 2016 saranno i Giochi di Rio»

Il suo terzo posto finale alla Vuelta, alle spalle di Aru e Purito, e i suoi 26 anni fanno di Rafal Majka un naturale pretendente al successo nelle grandi corse a tappe.
«Il mio sogno è quello di vincere un grande giro» confessa il polacco che sarà il capitano, con Peter Sagan, della Tinkoff al Tour de San Luis

«Il mio obiettivo è quello di migliorare giorno dopo giorno: è questo che mi dà la motivazione. E sogno di vincere un grande giro, perché credo che da lì passi il cammino della mia crescita. E comunque sono contento di quel che ho fatto fino ad ora nella mia carriera».

Su San Luis aggiunge: «Sarà la mia prima volta in Argentina, ma i compagni mi hanno spiegato che è una corsa dura e che c'è molto caldo, per cui già mi piace. Sarà un ottimo appuntamento per iniziare la stagione».

Di tempo ne è passato da quando, nel gennaio 2011, durante uno stage con il team di Riis, convinse il manager danese a tesserarlo dopo aver dimostrato di saper tenere le ruote di Contador in salita.
«Sono molto felice di fa parte del team Tinkoff, che per me è il migliore del mondo. Ho ottimi rapporti sia con Alberto che con Peter e con tutti i membri dello staff. Il mio grande obiettivo per il 2016 saranno le Olimpiadi di Rio de Janeiro: anche per questo a San Luis non sarò in grado di lottare per il successo, ma voglio provare ad aiutare i miei compagni a vincere almeno una tappa».

tuttobiciweb.it
 
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#5
Rafal Majka e una stagione a tinte rosa
Ambizioni da podio per il polacco della Tinkoff

Al via della prima tappa impegnativa del Tour de San Luis (San Luis-Cerro El Amago, 140 km) abbiamo incontrato il polacco Rafal Majka. Lo scalatore della Tinkoff Saxo ci svela le sue ambizioni per la stagione appena iniziata, che per lui sarà a tinte rosa.

Come hai trascorso l'inverno?
«Mi sono allenato senza intoppi, la preparazione è stata perfetta. Sono stato a Gran Canaria e a Calpe, rispetto agli anni scorsi ho fatto più "base", sono stato in palestra e ho pedalato maggiormente, ho diminuito invece i lavori specifici. Dopo questa corsa volerò a Rio per visionare il percorso olimpico, stare in posti caldi mi fa bene e mi permette di arrivare prima in condizione per gli appuntamenti a cui tengo di più. Tornato dal Brasile starò due giorni a casa per poi tornare in Italia per la ricognizione delle tappe del Giro».

Quali sono le tue ambizioni per il Giro d'Italia?
«Dopo il sesto posto del 2013, quest'anno l'obiettivo minimo è un gradino del podio, lo so io e lo sa la squadra. Avrò rivali di spessore come Nibali, Valverde, Dumoulin e Uran ma preferisco concentrarmi su me stesso piuttosto che sugli altri. Il percorso è duro, non dovremo sbagliare nelle crono. Spero anche in un pizzico di fortuna. Sono maturato e convinto di poter fare bene, speriamo di non prendere troppo freddo sulle montagne. Vivo a Lucca, in Toscana, quindi ho un legame speciale con la vostra terra. In Italia ci sono le salite più dure e più belle. E si mangia molto bene, adoro la pasta e la pizza. Dopo la corsa rosa andrò al Tour de France per aiutare Contador».

Rio è un tuo obiettivo?
«Sicuramente. Dicono che il percorso è per scalatori e io al Tour non vado per fare classifica. Nella prima settimana non dovrò soffrire come altri quindi posso uscire dalla Grande Boucle con una buona gamba e ancora in forze. Sono felice del mio rendimento in queste ultime stagioni, quest'anno vorrei fare un ulteriore salto di qualità, soprattutto al Giro. il podio è il risultato minimo. Sogno un traguardo del genere da quando ero bambino. Ho scoperto il ciclismo a 12 anni, ho mosso le mie prime pedalate in una piccola squadra di Cracovia, eravamo 25 ragazzini e sono l'unico ad essere arrivato al professionismo. Dopo 4 anni in Polonia, mi sono trasferito in Italia per correre alla Petroli Firenze finchè non ho strappato il mio primo contratto tra i big alla Saxo Bank. Sono fortunato, mi piace il mio lavoro. L'ho preferito al calcio perchè è uno sport duro in cui dipende quasi tutto solo da te. Importa quanto vai forte, io sto lavorando per arrivare alla corsa rosa e andare fortissimo».

Giulia De Maio per tuttobiciweb.it
 
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#6
Corridore che non mi entusiasma particolarmente, però il podio è sicuramente alla sua portata anche se la concorrenza quest'anno è bella tosta.
 
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#7
Ma mi sa che entusiasma in pochi. Asd

Da quando fece 7° o 8° al Giro ad oggi non è cambiato di una virgola: corre quasi sempre in marcatura, aspettando le mosse degli altri. Peccato perché, quando si è ritrovato a correre in libertà (come al Tour del 2014), ha dimostrato di avere ottime qualità.

Speriamo che questo podio alla Vuelta gli abbia dato qualche sicurezza in più... Boh
 
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#8
Un peccato non possa più concorrere per la maglia bianca, una top 2 sarebbe stata alla sua portata...
 
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#9
Majka ha fatto il record di punti per la maglia a pois col nuovo punteggio, pertanto è lui il più grande scalatore della storia del Tour. In più ha finito il quarto GT consecutivo nei 30...
 
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#10
Tra 2014 e 2016 aveva intrapreso un andazzo che mi piaceva un sacco e che pareva massimizzarlo al massimo, ovvero cacciatore di tappe e maglia a Pois al Tour, brevi corse a tappe e Vuelta da classifica, imho unico grande giro in cui può/poteva avere ambizioni da podio.

Invece dopo quel triennio è tornato ad incaponirsi sulla classifica nei grandi giri raccogliendo due anonime top 6 tra giro e Tour e vincendo solo un Giro di Slovenia davanti a Visconti e al giovanissimo Haig e una tappa al California. 

Imho non sarebbe stato nemmeno malaccio nelle classiche, ha due podi tra Lombardia e Olimpiade, le Ardenne le ha sempre disdegnate dato che non credo abbia mai davvero incentrato la preparazione sulla Liegi.
 
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