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Artista figurativo del decennio - CM Artist of the decade
#41
(28-06-2022, 01:29 PM)SeppVanMaffen Ha scritto: Parere non richiesto - Bansky mi fa cagare

Asd Asd

Parere che in parte condivido nella misura in cui Banksy è diventato un puro fenomeno speculativo, nonché cult per le persone che preferiscono andare alle sue mostre piuttosto che a quelle di altri artisti, pure contemporanei, a cui lui non può neanche allacciare le scarpe.

Una mostra di Banksy tira 1000 volte di più di una mostra di Richter e 100000 volte in più di una mostra di Baselitz.

Banksy è un democristiano dell'arte. Va bene per il tempo attuale... Ma tanti artisti osannati da vivi non hanno tenuto sulla lunga (o per meglio dire lunghissima) distanza postuma...

Rimando ad un altro post una riflessione sulla street art, che io chiamerei però diversamente: arte pubblica contemporanea
 
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[+] A 1 utente piace il post di Giugurta
#42
Minima riflessione sull'arte pubblica 

L'arte non ha una vocazione prettamente elitaria, anche se così può sembrare per la deviazione mentale che è stata creata in noi prima dai romantici dell'Ottocento e successivamente dagli speculatori finanziari che hanno portato alcune singole opere, che bene o male sono e restano manufatti artigianali, a valere cifre semplicemente impossibili da pensare per una persona comune. 
Non più quadri o sculture, ma oggetti sacri, oltreumani, inarrivabili. 

L'arte ha due dimensioni: pubblica e privata. E no, l'arte pubblica non è quella di cui si può fruire entrando in un museo e pagando un biglietto, è quella nata per essere vista da chiunque senza limitazioni.
Arte pubblica è quella nelle chiese: lì i ricchi committenti si facevano raffigurare nelle pale d'altare inginocchiati vicini ai santi e la stima di questi ricchi personaggi si accresceva nel popolo. 
Arte pubblica sono le statue equestri (e non) degli imperatori e dei tiranni. 

Arte pubblica sono le pareti affrescate delle case dei nobili. Le piogge acide hanno distrutto praticamente tutto, ma esistevano pittori, come Polidoro da Caravaggio e Maturino da Firenze (prima metà XVI secolo), specializzati in questo specifico settore.

[Immagine: 8.-web-Polidoro-da-Caravaggio-e-Maturino...a-Zeri.jpg]

L'Ottocento, la fine dell'antico regime, la nascita dei musei Napoleonici, il Romanticismo e l'idea dell'artista mistico e dannato hanno in parte ridimensionato il ruolo dell'arte pubblica, specialmente di quella di matrice ecclesiastica. Sopravvivono invece le sculture celebrative di tiranni ed eroi.

Nell'Italia appena unita affiorano come funghi i monumenti a supposti personaggi unificatori della nazione (Dante) e, a qualche decennio dalla loro morte, anche agli eroi del risorgimento tocca spesso una statua. 

Un nuovo boom di pitture pubbliche si ha con gli anni '30 del Novecento. 

Stati Uniti: la recessione economica iniziata nel 1929 spinge il nuovo presidente Franklyn D. Roosvelt ad attivare dei piani di interventi pubblici che possano consentire ai cittadini una maggiore sicurezza di occupazione . I pittori sono considerati, giustamente, alla stregua di qualsiasi altro lavoratore e conseguentemente vengono indetti concorsi per abbellire con  pitture murali università, scuole, stazioni, i primi aeroporti e altri edifici pubblici frequentati quotidianamente dalle masse.

Anche gli artisti stranieri, se residenti negli USA, potevano partecipare. Il più famoso tra questi è certamente Diego Rivera il quale non si tira indietro dall'elogiare pittoricamente il comunismo sovietico entro i confini statunitensi. Raffigura anche scene di storia americana particolarmente violenta e divisiva: in The Civil War (opera distrutta, già a New York, New Workers' school) è mostrata l'impiccagione dell'antischiavista John Brown, mentre in basso Rockefeller si arricchisce con la vendita delle armi della guerra di secessione.

[Immagine: rivera2.jpg]


Europa: l'Italia fascista è in prima linea per la promozione di arte pubblica. Il pittore Mario Sironi, fedelissimo del regime, è il principale artista chiamato a celebrare la "nuova" Italia corporativa.
Prendo ad esempio un altro affresco distrutto: 

[Immagine: 562f892e34502247099273dd51cd5b72.jpg]
Mario Sironi, Il lavoro, già Milano, Palazzo della Triennale. 

(Il capitolo sulle arti e il fascismo è veramente amplissimo e non me la sento di trattarlo ora... consiglio questa valida e agile pubblicazione a chi fosse interessato: https://www.giunti.it/catalogo/le-arti-e...8809774704 )

Passata la seconda guerra mondiale, la pittura pubblica è andata piano piano perduta. E' rimasta come street art, dalla matrice spesso polemica, prima reietta, poi piano piano accettata.

Banksy è il punto terminale di un percorso di rinata accettazione dell'arte pubblica, ma ora le sfumature sono molto cambiate. Banksy non è chiamato ad abbellire luoghi aperti a tutti. 

Banksy resta nell'anonimato poiché cerca di mantenere la matrice polemica e reietta della street art, è critico verso la musealizzazione, ma nel frattempo consente la realizzazione di mostre a lui dedicate con quantità di visitatori impressionanti. Ci sono delle incongruenze in tutto questo. E sicuramente lui si sta trovando nel momento storico giusto.
 
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[+] A 6 utenti piace il post di Giugurta
#43
Sempre un piacere leggere queste riflessioni.

Domanda: quanto è importante essere "esperti" di arte per godere appieno delle opere, che siano in musei, chiese, palazzi o altro?

Mi spiego: io sono un appassionato, nel senso che quando vado in un posto mi piace visitare più cose possibili ed è facile imbattersi in opere d'arte però non mi ritengo assolutamente un esperto. Può capitare che mi colpisca qualcosa che invece non ha grande valore artistico oppure viceversa. A volte quindi mi sembra che il mio non sapere non mi permetta di apprezzare a pieno quello che vedo.
 
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[+] A 2 utenti piace il post di Paruzzo
#44
Per ogni opera d'arte ci sono molteplici gradi di lettura. 
Ogni manufatto è nato in un contesto che gli ha permesso di esistere in quanto commutabile in denaro (ci sono le eccezioni, per esempio Van Gogh).

Molta arte contemporanea spesso propone dei messaggi colti ed intellettuali, quando in realtà è un puro gioco speculativo. 
Anche per i grandi artisti è così e anche per i "contemporanei" vissuti 100 anni fa: Picasso si può spiegare in vari modi, ma lui ha iniziato a fare della pittura quello che più gli aggradava, a giocarci genialmente, perché il mercante Daniel-Henry Kahnweiler aveva iniziato a finanziarlo e promuoverlo lasciandogli carta bianca in cambio dell'esclusività delle sue produzioni. 

I messaggi veicolati dalle opere d'arte più antiche sono sia eruditi sia di facile accessibilità. Gli aspetti eruditi, letti a secoli di distanza, sono oggetto di dibattito, perché molte volte nascevano come puri giochi ermetici, divertissement chiesti dai committenti agli artisti.

I messaggi semplici ugualmente rischiano di andare persi: nel 1600 qualsiasi bambino analfabeta di 8 anni vedendo l'immagine di un uomo nudo arrostito su una graticola avrebbe detto "Ecco questo è San Lorenzo". Oggi quanti 8enni possono dire altrettanto? E, soprattutto, quanti adulti?
Resta un messaggio generale di fasto e di magnificenza, restano indubbiamente a tutti gli effetti complessivi di un'opera d'arte o di un ambiente ricco di arte. Si perdono invece gli elementi che riflettono una civiltà diversa. 

Io consiglio a chi non è esperto di farsi affascinare dagli elementi secondari: da un fiore in un paesaggio dietro una sacra conservazione, da una sfumatura di colore di finto marmo, da un frammento di affresco semidistrutto, da una qualche bizzaria di un artista contemporaneo che possa farci dire "ma come gli è venuta questa idea?"...
 
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[+] A 3 utenti piace il post di Giugurta
#45
Ricordando che sono un supremo ignorante in materia di arte, vengo a casa del mio amico Giugurta a rompere un po' le scatole a causa della mostra di Vermeer ad Amsterdam. 

C'è qualcosa nella "mano" di alcuni artisti che mi affascina molto, un fantastico modo di padroneggiare la forma e di piegarla alla propria volontà. In questo trovo Leonardo insuperabile, inseguito da Caravaggio. A debita distanza, mi piacciono le opere di Vermeer, artista al quale Giugy ha dedicato un decennio ma solo per mancanza di alternative, definendolo sopravvalutato.
Credo di poter capire, “mano” splendida ma al servizio di un’arte un po’ priva di energia. C’è una bella staticità “dinamica”, che ha il seme del movimento, come se fosse un fotogramma. Ma è ancora soprattutto forma. Forse è come se Vermeer fosse uno spettatore delle sue opere piuttosto che esserne il creatore.

[Immagine: 640px-Johannes_Vermeer_-_Het_melkmeisje_...roject.jpg]

[Immagine: 640px-Jan_Vermeer_van_Delft_016.jpg]

[Immagine: 640px-Jan_Vermeer_van_Delft_001.jpg]

 
Mi ha colpito una fotografia dalla mostra:

[Immagine: Vermeer.jpg]
 
L’ho ritoccata per enfatizzare la mia sensazione. La mitica ragazza col turbante (e l’orecchino) è un po’ “vuota”, ti guarda come per caso, senza volere nulla, come se tu fossi un passante e lei ti incrociasse lo sguardo per un attimo.
La luce del quadro è al centro della scena, gli astanti sono illuminati da altre luci ma sono in qualche modo ombre, la realtà si confonde un poco. 
 
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[+] A 3 utenti piace il post di OldGibi
#46
Oldgibi mi ha fatto saltare la mosca al naso. Andrebbe cancellato tutto quanto scritto in merito a Vermeer da me in passato Asd 

Meriterei la fucilazione, non so cosa mi è preso, ma a volte a rileggere cose di (quasi) tre anni fa mi viene male. Forse è un problema mentale mio. La mia personalità del 2020 ha sparato delle cacchiate mica da poco  Mmm

Probabilmente avrò avuto qualche fastidio in quel periodo in merito alla sovraesposizione mediatica della Ragazza del Mauritshuis.
 
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