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Bakala: tre mosse per dare un futuro al ciclismo
#1
Bakala: tre mosse per dare un futuro al ciclismo
Giorni di grande fermento per il ciclismo mondiale: dopo il periodo degli scandali, si riparte dalle idee per un nuovo ciclismo e, a fare scalpore, in questi giorni, è stata la proposta avanzata da Zdenek Bakala, patron della Omega Pharma Quick Step che ha tracciato un nuovo piano per quella che dovrebbe essere la "Champions League" del ciclismo.

IL CAMBIAMENTO E CHI NON LO VUOLE - Un progetto ambizioso quello del magnate cecoslovacco che, prima di entrare nel ciclismo, ha guidato affari di un certo peso come ad esempio la cessione della Skoda alla Volkswagen: un disegno simile a quello del ProTour degli esordi ma, allo stesso tempo, diverso e molto più "sportivo" del sistema delle licenze adottato in questi anni dalla UCI.

Idee fresche, novità pensate da chi è abituato a guardare al ciclismo con occhio imprenditoriale che però, il "piccolo mondo del pedale", ha accolto in maniera piuttosto fredda, cassandole a scatola chiusa, quasi fossero l'opera di un visionario, confermando una volta di più che questo ciclismo ha una spiccata dote naturale all'autolesionismo e alla chiusura più totale nei confronti delle innovazioni e dei progetti che propongono una visione d'insieme. Un mondo incapace di andare oltre alla politica dell'orticello che fino ad oggi ha prodotto solo divisioni, spaccature ed un generale impoverimento di atleti, team e addetti ai lavori.

A schierarsi contro Bakala, guarda caso, sono le stesse persone che in queste settimane hanno fatto affari d'oro parlando solo di doping, vendendo le dichiarazioni "esclusive" del dottor Ferrari, le stesse penne che hanno gonfiato di notizie la sezione "antidoping" e ristretto quella "ciclismo", le stesse pance che non si sono poste alcun problema di etica nel pubblicare intercettazioni, verbali, dicerie e confidenze e che non ci hanno pensato due volte a spuntare sul proverbiale piatto del ciclismo.

Così hanno reagito, infatti, i rappresentanti di alcuni dei media legati alle due ruote, quasi stizziti all'idea che qualcuno possa pensare in grande per uno sport abituato sino ad oggi a vivere praticamente allo stato brado; al contrario, dalle parti di Aigle, all'Uci, qualcuno ha drizzato le antenne chiedendo a Bakala di mettere sul tavolo, nero su bianco, l'intero progetto per studiarlo insieme e assicurare anche al ciclismo, almeno a quello professionistico un futuro.

Idea semplice ma geniale, quella di Bakala che parte dal raffronto tra il ciclismo e gli sport che attualmente dominano il mercato televisivo e pubblicitario: per stare al passo con i tempi il ciclismo deve assicurare maggiore stabilità finanziaria ai team, gestire in maniera chiara e trasparente il mondo dell'antidoping e creare un ranking facilmente comprensibile ed individuabile da parte di tifosi e addetti ai lavori.

Tre regole basilari, con cui non si può non concordare, che rappresentano le fondamenta su cui costruire il ciclismo del futuro: l'idea di fondo è quella di riavvicinare i tifosi ad un mondo che in questi anni, oltre a perdere di credibilità per tutti gli scandali che lo hanno colpito, è divenuto sempre più complesso, cervellotico e confusionario allontanandosi di fatto dal proprio pubblico.

BAKALA FOR PRESIDENT? - La Champions League del ciclismo, proprio come l'attuale World Tour, dovrebbe riguardare 18 team: squadre con una certa solidità finanziaria, in grado di divenire dei punti di riferimento nel tempo per il pubblico, programmate per vivere almeno per un decennio con certezze ben più salde rispetto a quelle a cui siamo abituati. Questi i protagonisti del "massimo campionato" mondiale del ciclismo che, insieme agli organizzatori delle migliori corse, dovrebbero dividersi la fetta maggiore degli introiti televisivi. Ricavi che dovrebbero arrivare dalla vendita di un format "a misura di tifoso": "Voglio realizzare un circuito chiuso fatto di eccellenze, gestito da una società esterna e io al vertice" questa l'idea di Bakala che sotto questo punto di vista intravvede la possibilità di avvicinare il ciclismo alla Formula Uno. Affermazioni importanti, quelle del numero uno della Omega Pharma Quick Step che, anche in vista delle elezioni Uci in programma a Firenze nel mese di settembre 2013, potrebbero far pensare ad una possibile candidatura del ceco alla presidenza iridata.

Tornando al Bakala-pensiero resta da aggiungere un sistema meritocratico di promozioni e retrocessioni per mantenere sempre alto il livello dei vertici delle due ruote ed il gioco è fatto: un vero e proprio "ProTour 2.0" quello illustrato da Bakala, una evoluzione di quel sistema che in questi anni, giocoforza, ha costretto team, organizzatori e atleti a professionalizzarsi, a dare vita, di volta in volta, ad un prodotto sempre più moderno.

E il resto del ciclismo? Non sparirà di certo ma, anzi, delle entrate prodotte dal vertice del ciclismo ne beneficierà in termini di ingaggi, mercato e visibilità.

Per completare il cammino verso un futuro possibilmente più prospero, al ciclismo sembra mancare ormai solo questo ultimo passo: una autentica rivoluzione, più nel modo di pensare che sul piano pratico. Se è vero, infatti, che il ciclismo è l'unico sport che passa sotto casa ai propri fan, è anche vero che attualmente è una delle discipline che ricava meno introiti dal rapporto con i propri tifosi. In questo senso Bakala ha già dimostrato di avere una marcia in più rispetto alla concorrenza, ricavando nel 2012 una cifra record (per il ciclismo) dal merchandising, parola sconosciuta agli altri team World Tour che, anche a fronte di ingenti investimenti, non riportano nemmeno in bilancio la dicitura legata alla promozione e alla vendita dei gadget.

In un mondo sempre più competitivo, restare fermi significa retrocedere e il mondo delle due ruote, ormai da anni, ha piantato a terra i chiodi dell'incertezza e della incapacità di programmare il futuro. Siamo proprio sicuri che l'unico male del ciclismo sia il doping?

ciclismoweb.net

UCI: «Confermiamo le trattative con Bakala»
L'Unione Ciclistica Internazionale conferma di aver discusso con il proprietario della Omega Pharma-QuickStep Zdenek Bakala e con il suo socio in affari Bessel Kok sin dalla fine del 2011 su un possibile sviluppo del calendario professionistico ciclismo su strada. Queste discussioni hanno incluso il loro potenziale investimento finanziario in una nuova società in joint venture con l'UCI e altre componenti ciclistiche per promuovere e organizzare le gare di un nuovo calendario. L'UCI ha firmato un memorandum d'intesa con loro come investitori iniziali della joint venture e ora vuole approfondire il dialogo con le squadre e gli organizzatori.

Mercoledì 8 novembre 2012 l'UCI ha annunciato una consultazione ad ampio raggio - "Un futuro brillante per il ciclismo" - che coinvolgerà tutte le parti protagoniste nel ciclismo e si svolgerà nel primo trimestre del 2013.

Nessun accordo è stato raggiunto sulle riforme dell calendario e quindi tutte le anticipazioni apparse sui media sono pura speculazione. Tuttavia, l'UCI manterrà il controllo sui calendari, compresi gli elementi sportivi e tecnici. L'UCI e gli investitori sono impegnati a garantire che la struttura finale eviti conflitti di interesse.

Il presidente dell'UCI Pat McQuaid ha dichiarato: "Migliorare il calendario ciclistico su strada per spettatori, ciclisti, squadre, organizzatori e sponsor è una priorità per l'UCI. Il ciclismo è uno degli sport più popolari al mondo e ci siamo impegnati a proporlo ad un livello ancora più alto. In Zdenek Bakala e Bessel Kok abbiamo trovato due imprenditori innamorati della bicicletta che vogliono investire ulteriormente"

tuttobiciweb.it
 
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#2
Sai caro McQuaid come si potrebbe migliorare il calendario?
Valorizzando le corse storiche decadute invece che creare nuove cazzate tipo il Giro di Pechino...
 
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#3
UCI: frenata e chiarimenti sulla Superlega
Siamo in pieno marasma ed il futuro del nostro sport è quanto mai incerto.
Ieri a Bruxelles è stato presentato il progetto della Superlega, promossa dal magnate ceco Zdenek Bakala, proprietario della Omega Pharma Quick Step.
I tecnici Jonathan Price, inglese, e Thomas Kurth, svizzero, hanno confermato di lavorare da due anni al progetto di crerare un circuito che allinei le migliori squadre e i migliori corridori. I team che fanno parte del progetto sono Omega Quick Step, Cannondale, Garmin, Movistar, Saxo, Radioshack e Vacansoleil.
«Da mesi lavoriamo con l’Uci - ha spiegato Price, come si legge su La Gazzetta dello Sport -, con il presidente McQuaid, con il direttore generale e quello finanziario e abbiamo chiesto incontri anche ai grandi organizzatori».
Il progetto si articola su 14 team di 20 corridori: le gare in programma sono i tre grandi giri, 6 classiche (Sanremo, Lombardia, Liegi, Roubaix, Amstel e Fiandre) e 10 eventi da organizzare in altrettanti fine settimana, dal giovedì alla domenica, in giro per il mondo.

Sbagliati i tempi? Sbagliati i modi? Sgambetto all’Uci o retromarcia di quest’ultima?
Scegliete voi, dopo aver letto la lettera che tempestivamente stamane Pat McQuaid ha inviato via email a tutti i team manager: «Vi scrivo per quanto riguarda le notizie apparse sui media in relazione al Gifted Gruppo e alla futura World Series Cycling (WSC). Vorrei che fosse chiaro che l’UCI non vede il progetto WSC come la risposta per il futuro sviluppo del ciclismo e questo è stato reso troppo semplice da coloro che stanno promuovendo il progetto.
L’UCI non ha alcun obbligo né con Gifted Gruop né con Jonathan Price.
Come sapete, mercoledì 8 novembre UCI ha annunciato una vasta consultazione sul futuro del ciclismo, che coinvolgerà tutte le parti interessate in questo sport. Lo sviluppo possibile del calendario professionistico del ciclismo su strada sarà oggetto di questa ampia consultazione che si svolgerà nel primo trimestre del 2013. Questa consultazione avrà un impatto notevole sul futuro calendario di ciclismo su strada.
L’UCI non ha intenzione di trattare con associazioni che non siano la AIGCP e qualsiasi ulteriore illazione è da considerarsi priva di fondamento».

Infine, in un comunicato diffuso alla stampa, «l’UCI conferma i contatti con Zdenek Bakala e con il suo socio Bessel Kok a proposito dello sviluppo del calendario professionistico su strada. Queste discussioni hanno portato l’UCI a firmare un protocollo d’intesa con i soggetti indicati quali primi investitori di un nuovo soggetto e ad aprire la strada ad un dialogo approfondito con le squadre e gli organizzatori, prima di siglare un accordo definitivo.
L’UCI conserva a tutti gli effetti il controllo integrale sui calendari. L’UCI e gli investitori si sono impegnati ad assicurare eventuali conflitti di interesse».

tuttobiciweb.it
 
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#4
McQuaid: no al progetto di Bakala, c'è solo il WorldTour
«Il nostro sport ha valori storici da consolidare»

Le World Series del ciclismo non cominceranno nel 2014, anzi non cominceranno mai. A dirlo è il presidente dell’Uci Pat McQuaid in una intervista concessa a VeloNews.
McQuaid ha spiegato come il progetto discusso con il proprietario della Omega Pharma-Quick Step Zdenek Bakala, e con il suo socio in affari di Bessel Kok, sia stato accantonato. Era il progetto che parlava di 10 gare a tappe di quattro giorni accanto ad alcune corse monumento per sostituire il WorldTour. L'UCI aveva firmato un protocollo di intesa con Bakala e Kok ma evidentemente il progetto non si concretizzerà.
«Il ciclismo ha bisogno di essere molto più professionale perché siamo in concorrenza con altri sport nella corsa agli spazi televisivi. Ma la proposta di 10 gare di quattro giorni, un po 'come la Formula Uno, non rappresenta il modo giusto per farlo - spiega McQuaid -. Ne abbiamo discusso con gli investitori e convenuto di dar seguito al progetto dell'UCI, che peraltro mantiene la maggioranza nel consiglio di amministrazione della società creata per questo».
McQuaid ha detto che l'UCI non è interessata a creare una nuova serie di eventi che possano danneggiare gli eventi storici, come ad esempio grandi giri e classiche.
«Non avremo le brevi corse a tappe in giro per il mondo, anche perché non è possibile standardizzare le prove come fa la Formula 1, ogni nazione ha strade, caratteristiche e paesaggi differenti. Ed è quello che noi vogliamo promuovere. Vogliamo la mondializzazione del ciclismo, ma questa deve arrivare in modo graduale, senza incidere sulla storia e sulla tradizione del nostro sport. Grandi giri e classiche hanno un diritto storico che noi vogliamo riconoscere. Piuttosto, vogliamo un modello diverso per le nuove corse, nel quale le squadre possono ottenere una parte dei ricavi, gli organizzatori possono ottenere una parte dei ricavi, l'UCI possa ottenere una parte del reddito. E questo progetto comunque ha un solo nome: WorldTour UCI».

tuttobiciweb.it
 
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#5
World Tour UCI = cagata...

E l'inizio del discorso di Pat non era male eh, ma la parte finale è da Facepalm
 
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#6
McQuaid fa sempre la figura del Bakala Sisi
 
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[+] A 3 utenti piace il post di Manuel The Volder
#7
battuta che risale all'epoca della questione Albano-Michael Jackson ma che fa ancora la sua bella figura Sisi
 
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